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Autore: Balla sulle nuvole    01/02/2014    3 recensioni
Ares/Eris |Guerra | Flashfic | Het /AU/ Missing Moments |Incest|
Eris è la Dea della discordia.
Ares è il Dio della guerra, delle battaglie sanguinose, cruente.
Di loro si sa' che sono fratello e sorella, inseparabili, folli, sadici ed amanti.
E, nonostante i miti greci siano ormai parte del passato, loro due incuranti di tutto continuano ad osservare ed influenzare l'animo umano, senza perdersi nessuna guerra.
Dal testo:
“ I mortali si uccido ancora coi pugnali ogni santo giorno, tra vicini, tra amanti, persino tra famigliari, non risparmio nessuno e tu lo sai. Questa però è una strage e non puoi dirmi che non sia elettrizzante. È una guerra e tu vivi per questo”.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Titolo:Non c'è gloria in queste guerre.
Pairing: Ares/Eris
Eventuali note d'autore:Ho fatto qualche ricerca sui miti greci, un argomento che mi affascina tantissimo, e mi sono imbattuta nella figura di Eris.
Inutile dirlo, mi ha subito intrigata.
Così dopo che ho letto di lei ed Ares, di quanto fossero considerati inseparabili, entrambi dei grandissimi sadici e per alcuni persino amanti ho sentito il bisogno di scriverci qualcosa.
Le descrizioni sia fisiche che caratteriali sono farina del mio sacco, ho cercato di renderli il più perfidi e distaccati possibile.
Per il resto la ff è ambiantata negli ultimi anni dove per sterminare intere città basta veramente poco.
Buona lettura
Mary



Non c'è gloria in queste guerre:
 


L’ennesima esplosione rimbombò  fra le urla delle vittime, sovrastandole.
Ovunque gli abitanti correvano disperati alla ricerca di un riparo, spintonandosi e a volte addirittura schiacciandosi l’un l’altro senza alcuna pietà.
La paura offuscava le loro menti mentre dal cielo i bombardamenti continuavano incessanti.
Eris sorrise soddisfatta, come sempre aveva fatto un ottimo lavoro, impeccabile.
Estasiata si fermò a contemplare le rovine della città, il terreno ancora fumante  era impregnato dal sangue delle vittime che giacevano in mucchietti qua e là.
Tutto pareva tinto di rosso e le urla sembravano destinate a durare per sempre, o per lo meno fino a quando gli aerei non avessero fatto saltare in aria  l’intera popolazione.
Un’eventualità che lei avrebbe aiutato a compiersi.
Bastava somministrare ai piloti un pizzico di discordia in più, qualche ulteriore dose di conflitto ed il gioco era fatto.
“Ti piace?” chiese con una punta d’eccitazione nella voce stridula, voltandosi verso il compagno.
Ares la osservava ghignando, l’elmo nero che risplendeva alla luce degli incendi.
“ C’è abbastanza sangue ma sai cosa ne penso di queste armi, di queste guerre” commentò accarezzando la lunga barba, “era molto meglio quando gli uomini si affrontavano con le spade, lì si che i loro animi irradiavano quella furia cieca, quella brama di sangue che tanto amo. Erano  l’uno di fronte all’altro.
Erano le loro mani ad uccidere, a squartare, a mutilare, così è troppo facile, troppe morti rapide e nessuna gloria”.
La Dea scosse la testa infastidita, mordendosi il labbro inferiore con frustrazione.
I lunghi capelli neri come l’inchiostro le vorticavano intorno al viso appuntito,conferendo alla sua pelle quasi grigiastra un aria ancor più spettrale.
“ I mortali si uccido ancora coi pugnali ogni santo giorno, tra vicini, tra amanti, persino tra famigliari, non risparmio nessuno e tu lo sai.
Questa però è una strage e non puoi dirmi che non sia elettrizzante.
È una guerra e tu vivi per questo”.
Ares le si avvicinò e ignorando le macchie di sangue che lordavano la sua armatura la tirò a se.
“Non ho detto che non sia uno spettacolo meraviglioso, sono solo nostalgico.
Ciò nonostante vedo quello che fai e amo come nessun sentimento ti resista”.
Eris rise, una risata simile allo stridere del gesso su di una lavagna.
“Non vedo l’ora di vedere come risponderanno i ribelli a quest’attacco” disse, passando una mano sulla guancia del inseparabile fratello.
Il Dio della guerra chiuse gli occhi, mordendole un dito.
“ Amo i ribelli sono così pieni di sete di sangue nemico” commentò in estasi, prendendo per mano la compagna.
Tutt’intorno gli uomini continuavano a correre ed urlare, le bombe non gli lasciavano tregua mentre le due divinità da tempo dimenticate ballavano seguendo quella dolce musica di morte.

 
 
  
 
 
 
 
  
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