Lady
Vampire
Capitolo
1 - Prologo -
Tutto
ebbe inizio a Londra nel 1798. Io, a quell'epoca, avevo appena compiuto 18 anni.
La mia famiglia era nobile e molto facoltosa ed era stato progettato, fin dalla
mia nascita, il mio matrimonio con il principe Frederich De Schern. Avevo visto
Frederich poche volte, ma ogni volta che ci incontravamo lui mi parlava della
nostra futura vita insieme e io non potevo non rabbrividire all'idea. Il mio
futuro sposo era giovane, solo un anno in più di me, ma era terribilmente
brutto e gobbo. Ma come mi ricordava sempre mia madre era ricco. Terribilmente
ricco. E io dovevo stare buona e zitta e fare la brava moglie. Quell'anno io e
Frederich ci saremmo dovuti sposare, ma Lui entrò nella mia vita come una furia
per non andarsene più. Il suo nome? Apollo James Fudo. Lui cambiò la mia vita
per sempre. Ci incontrammo per caso a un ballo a casa mia. Rimasi subito colpita
da lui: alto, bello, con capelli corti e rossi e gli occhi dorati così
magnetici... Era perfetto! Quella sera indossava un completo scuro che metteva
ancora di più in risalto il suo volto. Era accompagnato da Baron Black, il suo
più fedele amico. Fu lui ad attaccare bottone. Mi chiese di ballare e io
accettai subito. Mia madre non ne fu molto contenta, anche perchè quel giovane
uomo, secondo lei, mi stringeva un pò troppo appassionatamente. Per la prima
volta in vita mia non diedi ascolto a mia madre e ballai con lui per tutta la
sera. Alla fine dei balli ci presentammo e quando gli dissi che presto mi sarei
dovuta sposare vidi chiaramente il suo viso rabbuiarsi e i suoi occhi spegnersi.
Gli piacevo e questo me lo aveva fatto capire fin troppo bene, ma la cosa più
sorprendente era che anche a me piaceva lui. Mi sussurrò all'orecchio di
condurlo in camera mia. Ne fui stupita, ma accettai. Per una volta seguì il mio
istinto e fino ad ora non mi sono mai pentita di quella scelta. Arrivammo in
camera mia e lui chiuse la porta a chiave. Mi portò verso il fondo della
stanza, verso la porta finestra lasciata aperta. Ricordo che c'era una leggera
brezza quella sera. Mi accarezzò una guancia quasi con riverenza. Si portò
dietro di me abbracciandomi la vita con un braccio, mentre la mano libera andava
a spostarmi alcune ciocche di capelli dal collo. Me lo leccò e io sentì un
forte brivido lungo la schiena. Mi disse "Sei mia!" prima di affondare
i canini nel mio collo e succhiare avido il mio sangue. Ho ricordi confusi da
quel momento in poi. Quello che so me lo raccontarono Apollo e Baron in seguito.
Ricordo di aver sentito bussare alla porta della mia camera e di aver visto, con
gli occhi annebbiati, la porta che veniva scardinata e la presa di Apollo su di
me farsi nulla. E poi... il buio...
Da
quì in poi vi racconterò la versione di Apollo e Baron.
Quando
i miei genitori, insieme a mio fratello maggiore Sirius e Frederich, buttarono
giù la porta mi trovarono fra le braccio di un vampiro. Apollo. Mio fratello lo
attaccò e lui mi lasciò andare. Ingaggiarono una feroce battaglia mentre mia
madre si prendeva cura di me. Apollo, preoccupato per me, si distrasse e Sirius
lo ferì alla guancia destra con la spada. Apollo fu costretto a scappare. Io
giacevo a letto in uno stato di coma. Apollo non era riuscito a completare il
processo di vampirizzazione perchè interrotto e quindi la mia vita era appesa a
un filo. Appresi in seguito che se un vampiro viene interrotto durante il
processo deve concluderlo entro 24 ore altrimenti la vittima, in questo caso io,
muore. Mia madre chiamò il medico di famiglia, ma non seppe trovare alcuna
soluzione. Le speranze che io sopravvivessi erano veramente poche quando bussò
alla nostra porta un giovane dottore che disse di chiamarsi Boron Smith, il cui
vero nome era Baron Black. Baron si spacciò per un esperto di occultismi e
vampiri, cosa effettivamente vera. Disse ai miei genitori che il vampiro che mi
aveva fatto questo doveva finire il processo o io sarei morta. I miei non ne
volevano sapere. Una figlia vampiro? MAI. Baron li tranquillizzò dicendo che
c'era un modo per farmi tornare normale. e così insieme idearono un piano per
catturare il vampiro dopo che mi avesse salvata. Il piano era semplice: il
vampiro sarebbe arrivato, avrebbe finito la sua opera e poi mio padre, Sirius,
Frederich e Baron gli sarebbero saltati addosso. Quattro contro uno. Pensavano
di farcela, ne erano certi. Arrivò la sera e Apollo non tardò ad arrivare. Era
vestito in maniera diversa dalla sera precedente, ma sempre di nero. Aveva anche
un lungo mantello, sempre nero. Arrivò vicino a me e mi accarezzò una guancia,
proprio come la sera prima. Mi prese e mi issò in piedi e ricominciò da dove
aveva lasciato. Mi risvegliai come di soprassalto e il terrore si fece strada in
me. Fu l'unica volta in cui ebbi paura a stare tra le sue braccia. Si staccò da
me rimettendomi delicatamente sul letto e posandomi un lieve bacio sulla fronte.
A quel punto gli altri uomini presenti in quella stanza uscirono dal loro
nascondiglio, dietro un mobile, e si avventarono su Apollo. Dopo pochi passi
stramazzarono tutti a terra privi di forze. Mio padre era incredulo. Fu Baron a
spiegargli tutto:
-
Mi dispiace signor De Alisia. - iniziò: - Ma il mio padrone vuole vostra figlia
e io devo obbedire. -
-
Il... il tuo pa-padrone? - farfugliò papà
-
Io sono il suo padrone. E il mio nome è Apollo Fudo, non dimenticarlo. - gli
disse freddo e glaciale
-
Non vi dovete preoccupare. La pozione che vi ho dato durerà poche ore. Il tempo
necessario a noi di scappare. - aggiunse Baron.
Apollo
mi prese in braccio, ancora addormentata, e insieme a Baron saltammo dalla porta
finestra.
-MALEDETTI!!!!
- l'urlo di mio padre riecheggiò per tutto il castello. Quella fu l'ultima
volta che li vidi. Al mio risveglio mi ritrovai con Apollo e decisi di stare con
lui....
-
Che fai? - gli chiese una voce maschile
-
Scrivo. - rispose Silvia semplicemente
-
Ancora quel dannato libro? -
-
Si Apollo, ancora quel dannato libro. - rispose lei divertita
....
Ora è il 2008 e moltissimi anni sono passati da quella notte. A volte mi chiedo
come sarebbe stata la mia vita senza Apollo. Sicuramente non così lunga e
divertente, ma soprattutto sarebbe stata una vita senza amore.
-
Silvia vieni a letto! - si sentì chiamare dalla stanza accanto
-
Arrivo. -
Silvia
De Alisia nel 1798 divenne la signora Fudo e lo è tuttora.
fine
1° capitolo
Ho
notato che starebbe bene anche come one-shot. Però mi sa che la continuo, anche
perchè è nata come una long-fic. ^^