La battaglia di Manhattan

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Vedo nel fuoco delle immagini, ci sono Nico, mia madre e Paul che combattono una battaglia disperata.
Nico ha metà faccia impregnata di rosso e i capelli appiccicati alla tempia, dove c'è una ferita. Il giubbotto da aviatore è allacciato in vita, probabilmente per evitare di distruggerlo, infatti ha le braccia totalmente comperte di tagli. Non è proprio in forma ma continua a combattere con furia. Noto che ogni cinque mostri che polverizza una lama lo ferisce, ma lui non sembra farci caso.
Mamma invece è in uno stato perfetto, i capelli sono arruffati ma non ha neanche un graffio. Vedo un coltello lampeggiare verso il mio amico, non riesce a spostarsi in tempo e il pugnale gli trafigge la spalla. Urla, ma non prova a toglierlo. I nemici avanzano verso di loro e lui trancia la prima fila. Poi qualcosa lo colpisce allo stomaco, un pugno invisibile. Solleva la spada per attaccare e mena un fendente, ma prima di colpire il ventus, si blocca. Gli occhi spalancati dal terrore. Si guarda attorno spaesato e lo spirito ne approfitta per artigliargli la schiena, lacerandogli la pelle in un taglio diagonale dalla spalla sinistra al fianco destro. Inarca la spina dorsale per il dolore, grida e cade in ginocchio. Sally lo aiuta ad alzarsi mentre Paul tiene a bada i mostri. Nico trema fortissimo ed è pallido, ho perso troppo sangue, ma si raddrizza e torna a disintegrare gli esseri.
Nell'esercito che li circonda una dracena lascia la corda dell'arco e una freccia saetta in direzione di mia madre. Vorrei avvertirla ma non ci riesco, è inutile. Noto con la coda dell'occhio il Titano che fa un gesto con la mano.
Non ci faccio caso perchè nell'immagine tra le fiamme quello che succede mi preoccupa troppo. Il figlio di Ade si mette in mezzo tra la punta e Sally e la freccia gli trapassa il torace.
Sento la bocca asciugarsi mentre Crono ride malevolo.
Il ragazzino crolla a terra e mia madre lo aiuta a stendersi sulla schiena. L'asta dell'arma spunta dal petto, pericolosamente vicina al cuore. Una macchia scura si allarga sulla maglia nera.
Non riesco a pensare a niente, sono paralizzato dall'orrore.
Il ragazzino respira lentamente e gli occhi scuri sono vacui e lucidi di lacrime che rigano il sangue quasi secco sul viso.
<< Sally... l'ho fatto per Percy... mi ha salvato la vita un sacco di volte... glielo dovevo...>>
I suoi occhi sono lontani, come se non vedesse più la battaglia, poi si spengono. Per sempre.
La visione sparisce ma l'ultima immagine mi rimane impressa nella mente.
Aveva solo dodici anni. Non doveva morire in battaglia. Non doveva morire e basta.
Mi scuoto e mi lancio verso Crono. Questa guerra la vinco io. Per tutti quelli che sono morti.