Prologo
Pioveva quella notte.
Il canto lontano di una bimba risuonava attraverso l’acqua che cadeva torrenziale al suolo, inzuppando le sue vesti, impastando la terra e lavando via il calore di quelle giornate afose.
Ma il ragazzo non se ne preoccupava. Non si preoccupava della pioggia, delle vesti zuppe, di quella bambina lontana.
I suoi occhi, di un viola acceso e innaturale, insieme il suo dono più prezioso e la sua maledizione, restavano fissi in un punto, lì sotto le fronde del salice.
Proprio lì, nella freddezza e nella rigidità che solo la morte può donare, giaceva scompostamente un’elfa bellissima. I lunghi capelli neri come la pece, le labbra dischiuse in un respiro che non c’era più, una mano sul ventre proprio sopra la ferita.
La sua elfa.
Uccisa.
E in un attimo il giovane rivide tutto il passato, il loro iniziale odio reciproco, lo sbocciare del loro amore, l’appartenenza a razze diverse, l’ostilità degli altri, la loro persecuzione, la loro fuga ed ora…anche la morte. E tutto per quella guerra millenaria che dilaniava i loro spiriti da millenni.
Quella guerra infinita fra Elfi e Ligoom.
Fatemi sapere che cosa ne pensate, anche se è ben poco. Spero di aver suscitato la vostra curiosità.