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Autore: Icanfly_    02/02/2014    4 recensioni
Si trova bene quando è con lui, quando passa del tempo insieme a Liam ed Harry non pensa ad altro, ogni cosa brutta nella sua vita scompare e si sente una persona normale e felice; poi però loro se ne vanno e l’effetto finisce -come ogni cosa bella- e al suo posto torna quel freddo che appartiene alla sua anima, al posto di quella piccola felicità tornano le sue paure.
Zayn però non poteva lamentarsi, quella settimana è stata la miglior cosa che gli è successa in quei due anni, quella settimana si è sentito bene, si è sentito quasi felice. Quella mattina però la felicità che ha provato si sgretolata sulle sue mani ed è volata via come un pezzo di carta che viene spazzato via dal vento freddo, vola, va lontano e tutto quello che rimane è il suo ricordo doloroso.
[Ziam con accenni Larry]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Metto prima le mie note autore perchè alla fine rovinerei l'atmosfera della storia e non mi piace. 
Non sono molte le cose che devo dirvi. Questa è nata come una One shot ma poi è cominciata ad essere 
troppo lunga quindi ho deciso di scriverla come mini long di massimo 4 capitoli. Sono 26 painge word.
Spero vi piaccia il mio lavoro e che lasciate una piccola recensione. 


Ringrazio Elisa per il banner, ti voglio bene gnappa.

 
Cinquanta chili.
Ecco il numero che appare davanti ai suoi occhi quando monta sulla bilancia. Sta peggiorando. Ma non può farci nulla. Zayn ci prova a non pensarci, ma, ogni volta che sale lì sopra,  gli insulti cominciano a prendere forma nella sua testa.

“Pakistano di merda muori”

“Sei un terrorista non meriti di vivere”

“Oltre che pakistano anche anoressico?”

“Ecco l’anoressico”

“Adesso anche frocio sei diventato?”

“State lontani potrebbe avere rare malattie”

“Uccidi non mancheresti neanche a tua madre”

“Ei frocio ieri mi sono scopato tua sorella, forse voi arabi non siete tutti uguali.”

“Anoressico perché non muori? Che ci fai ancora qui?”

E, purtroppo, non sono nemmeno la metà degli insulti che riceve ogni giorno, tutti i giorni.
E’ stanco  di venire umiliato, è stanco di non essere capace a difendersi, è stanco di sentirsi solo.
Sta male eppure nessuno sembra vederlo, le sue braccia sono piene di tagli, i suoi occhi sono pieni di dolore e la sua anima è crollata a pezzi, ha toccato il fondo.
Maledice il giorno in cui si sono trasferiti in Australia, il giorno in cui ha dovuto lasciare Dan solo in Inghilterra promettendogli sempre il contrario, maledice quel giorno di due anni prima quando appena trasferito ha incrociato quegli occhi marroni.
Sono due anni che ormai abita a Sidney  eppure Zayn non ha fatto amicizia con nessuno, l’unico amico che ha è il professore di letteratura inglese e questo non lo rende di certo il più figo della scuola; non è che non ha amici perché non vuole semplicemente lo evitano tutti come la peste, solo perché la sua carnagione non è così chiara, il suo accento è diverso e invece che andare alle feste preferisce leggere. Lui non è mai stato un tipo in carne ma non era nemmeno arrivato all’anoressia eppure da quando sono cominciati gli insulti ha smesso di mangiare, schifa ogni tipo di cibo e quello che mangia la maggior parte delle volte lo rimette. All’inizio nessuno si è accorto di nulla, poi però ha cominciato a dimagrire a vista d’occhio, ogni mese portava quasi una taglia in meno e Trisha cominciava a preoccuparsi. Lo hanno portato da diversi dottori e alla fine gli hanno detto che soffriva di anoressia*. In forma lieve ma che con il tempo sarebbe potuta peggiorare.

Così quel giorno di Maggio di un anno prima ha scoperto di essere anoressico, adesso non sa se è peggiorato, non sa come vanno le analisi è stanco anche di prendersi cura della sua salute. Sa che è sbagliato, i dottori glielo hanno detto che se la sua diventa un anoressia nervosa le cose si metteranno male, ma lui è stanco di lottare, non ha nessun motivo per farlo. Per questo Zayn non è stato solo dai dottori è anche andato da una psicologa, Prim, dove ancora è in seduta. Prim glielo dice sempre per poter guarire deve prima imparare ad amarsi, deve conoscere  nuovi amici e cercare di dimenticare il passato. Fosse facile lui lo farebbe subito ma come si può dimenticare qualcosa che ti ha distrutto per sempre? Come si può anche solo credere di amarsi quando provi solo pena per te stesso? Ma i mostri che nasconde nell’armadio non sono solo questi, c’è qualcosa che nessuno sa, qualcosa nascosto su quei polsi coperti durante tutto l’anno.
 Zayn ancora non si capacita di come nessuno gli abbia chiesto come mai li ha sempre coperti, Sidney non è famosa per il freddo anzi è famosa per le giornate calde anche in pieno Febbraio.  Su quei polsi c’è scritta la sua storia, c’è scritto quanto soffre e quelle cicatrici sono la prova del suo odio verso se stesso, sono la prova della battaglia che vive ogni giorno e che perde miseramente; ma lui non si arrende perché quando sta per farlo le parole di Prim gli ritornano in mente “ Ricorda caro Zayn l’importante non è vincere una battaglia, l’importante è vincere la guerra.”  Le ricorda a memoria, quelle parole, le ha scritte anche sulla porta della sua camera; quella frase gli ricorda quello che vive ogni giorno e ogni vota che la legge acquista un po’ di fiducia. Alla fine quelle cicatrici non gli fanno nemmeno poi così schifo, perché più le guarda più si convince che quando vincerà questa guerra quelle saranno solo lì per ricordargli che, anche se è stato ferito tantissime volte, alla fine ha vinto lui, saranno lì per ricordargli che il dolore, la fatica, ogni piccola cosa, sono state ripagate. Aspetta quel giorno con ansia, vuole che tutto il dolore finisca perché le persone non si rendono conto di come faccia male un insulto, non si rendono conto che gli insulti distruggono le persone.
Un'altra cosa di cui Zayn si pente è di essersi innamorato, si se ne pente perché il suo è un amore malsano, ma non può farci nulla lui per quegli occhi marroni darebbe la vita. Non si sono mai parlati, lo vede tutte le mattine sulla metro che prendono insieme, ha scoperto che lavora per il giornale locale, l’ufficio del castano si trova due palazzi prima della scuola del moro, che tutte le mattine fa colazione da Woody , che ha 28 anni e si chiama Liam, Liam Payne. Come ha scoperto tutto questo? Grazie ad Erik il ragazzo che canta in metropolitana, ecco lui è l’unico amico che ha, non sono molto intimi ma quando è parecchio solo e si sente molto a pezzi va da Erik e cantano insieme, parlano e poi lui gli compra la cioccolata calda o magari gli porta una bella coperta per la notte. Erik è un senza tetto vive sempre lì alla stazione e Zayn la trova una cosa affascinante perché lui ama la stazione della metropolitana, se ignora l’odore forte di pipì, le scritte che imbrattano i muri e il caos delle persone che vanno di fretta, diventa un posto perfetto. Non lo sa perché gli piace così tanto, forse per il fatto che ama osservare le persone, capire i loro sguardi e poi provare a disegnarli. Se c’è una cosa che il moro ama da morire infatti è proprio disegnare, lo rilassa e lo rende felice, quando disegna non pensa ad altro; non a caso infatti studia all’accademia d’arte.
In questo momento Zayn è seduto sulla solita panchina con Erik, sta fumando la sua sigaretta mentre quello gli parla di cosa  è accaduto la sera prima.

«Hai presente l’amico Liam? Quello biondo che lavora con lui.» Erik lo guarda e aspetta che Zayn gli risponda.

«Ma chi Niall? Parli di quel tipo? Quello che se lo mangia con gli occhi?» Zayn tira un'altra boccata di fumo e poi spegne la sigaretta sotto la sua scarpa  riponendo il pacchetto nella tracolla.

«Si lui! Ecco ieri quando sono arrivati erano insieme e stavano discutendo, Liam deve ospitare in casa sua un certo Louis e quindi Niall deve tornare a casa dai genitori ma, quest’ultimo, non vuole e quindi discutevano. Poi Niall ha cercato di baciarlo e ci è riuscito e Liam è andato su tutte le furie.» Erik quando finisce di parlare ha un sorrisetto sulle labbra e guarda Zayn che in quel momento sta morendo di gelosia.

«Quindi quel biondino lo ha baciato? Cazzo lo sapevo che gli piaceva! Però Liam lo ha rifiutato siamo un passo avanti. Dio ma perché deve piacermi così tanto?» Zayn tira un sospiro è stanco di amare sempre le persone sbagliate, è stanco di sentirsi solo.

«Zayn mi chiedo solo quando farai il primo passo, ormai sono due anni che sei innamorato di lui se non lo fai tu lui non lo farà. Domani perché non vai da Woody, lo aspetti e fai che il vostro incontro sia casuale. Poi come premio mi porti una ciambella.» Erik scoppia a ridere seguito da Zayn che lo guarda con un sopracciglio alzato.

«Di che vuoi una ciambella e facciamo prima.» dice ridendo e facendo ridere anche il piccolo rosso.

«Comunque ci penserò, adesso devo andare o faccio tardi. Ci vediamo, ciao rosso.» Zayn afferra la sua tracolla e poi si avvicina ad Erik lasciandogli un bacio sulla guancia.

«Sei schifosamente gay quando fai così Zayn!.» Erik ride e grida contro il moro che si gira verso di lui.

«E a te piace schifosamente tanto quando lo faccio Erik.» gli fa l’occhiolino e scoppia a ridere prima di entrare nel suo vagone.
Si siede sulla solita sedia scomoda in fondo alla metropolitana. Si infila le cuffie e lascia che la musica lo porti in un altro mondo, un mondo dove non ci sono pregiudizi, un mondo dove lui è felice e non si vergogna di quello che è. Mentre è perso nel suo mondo però non si rende conto che un Liam Payne vestito in giacca e cravatta è appena entrato e si è seduto davanti a lui. Poi però accade: alza gli occhi e quello che si ritrova davanti gli fa battere il cuore a mille. Non era pronto per ritrovarsi davanti Liam, mentre sorride e parla animatamente al telefono. Lo guarda per minuti interi abbassando lo sguardo quando quello si gira verso di lui e, ogni volta che lo fa, Zayn perde un battito. Lo guarda e alla fine decide di dare ascolto a quel prurito che ha alle mani, tira fuori dalla tracolla il suo blocco da disegno, prende la sua matita e comincia a disegnare. I suoi occhi si spostano dal foglio alla sua figura è così preso dal suo disegno che quasi non si accorge di essere arrivato. Quando la metropolitana si ferma la sua tracolla cade rovinosamente a terra, si sbriga a raccoglierla e infila tutto dentro prendendo solo il pacchetto di sigarette. A testa bassa si alza e, mentre sta per uscire dal vagone, per sbaglio urta qualcuno.

«Oh mi scusi non l’ho fatto a posta, mi spiace avergli fatto male.» Zayn alza lentamente i suoi occhi marroni e continua a scusarsi con la persona che ha colpito.

«Non preoccuparti ragazzo, è tutto ok è stata colpa mia.» Liam lo guarda e sorride e quando quello alza gli occhi su di lui non può non pensare a quanto sia bello. Quando Zayn alza gli occhi e si rende conto che è Liam quello con cui sta parlando cerca di ignorare il battito accelerato del suo cuore, cerca di fingere che sia uno come tutti gli altri quello con cui sta parlando, ma non è così.

Gli lascia un sorriso e poi si avvia velocemente verso l’uscita, non perché ha voglia di arrivare in accademia ma perché quella situazione gli sta scomoda. Come esce afferra il pacchetto di sigarette che ha in tasca e ne estrae una, afferra l’accendino e poi lascia che il fumo gli bruci in gola, lo assapora lentamente e infine si calma, si rilassa come ogni volta che fuma eppure stavolta quegli occhi nocciola non lasciamo la sua mente, rimangono li e chiedono solo di essere disegnati.
Arriva in accademia correndo, sta facendo tardi e la signora Miller non glielo perdonerà un’altra volta. Nella fretta di correre e di arrivare nella sua classe non si accorge di chi ha davanti e così sbatte contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

«Che cazzo oggi non è giornata!» impreca Zayn raccogliendo la sua tracolla da terra e pronto a beccarsi qualche insulto da chi è stato colpito. Ma quando alza gli occhi tutto quello che vede sono dei ricci e due occhi verdi da far girare la testa.

«Scusami andavo di fretta non ti ho visto. » il riccio apre bocca e aiuta Zayn a raccogliere le sue cose mentre gli sorride.

«Scusami tu sto facendo tardi a lezione.» il moro gli lascia un sorriso tirato e si volta per andare via.

«Aspetta prima che vai mi diresti dove è la mia classe? Comunque io sono Harry.» Harry gli sorride di nuovo mentre gli passa il foglio. A Zayn già non piace sorride troppo, è troppo positivo.

« Seguimi sei nella mia classe. E non ti dirò il mio nome, noi non saremo amici chiaro?» Zayn lo guarda e nota come il suo sguardo si rattrista ma non perde comunque quella luce che li fa brillare.

«Ok scusami io volevo solo essere gentile, mi sono trasferito da due giorni e non conosco nessuno, scusami. Comunque scoprirò il tuo nome non sono uno che si arrende.» Harry sembra tornare di buon umore e questo lascia Zayn perplesso eppure non può far a meno di sorridere per la stranezza di quel ragazzo.
Senza parlare prende Harry per la manica della giacca e se lo tira dietro mentre avanza verso la sua classe. La porta è chiusa così bussa e si prepara ad una sfuriata della Miller.

«Avanti, tanto lo so che sei tu Malik.» la Miller parla scocciata e Zayn ne è sicuro ha alzato gli occhi al cielo.

«Mi scusi ma ho incontrato Harry mentre venivo, è nuovo e non so se sa che starà nella nostra classe.» Zayn parla timido e fa un live sorriso verso la professoressa, alla fine lo sa che lui è il suo preferito.

«Non fa niente Zayn, anzi grazie per avermi ricordato dell’arrivo di Harry. Bene sedetevi in fondo sono gli unici due posti rimasti.» la Miller sorride a Zayn e lancia uno sguardo positivo ad Harry. Insieme si dirigono verso la fine della classe e poi si siedono contemporaneamente.

«Allora è così che ti chiami. Bel nome davvero.» il riccio gli sorride e il suo sguardo s’illumina mentre nota il disegno sul blocco del moro.

«Felice di averlo scoperto? Non saremo comunque amici.» il moro non lo guarda troppo preso dallo sfilare il necessario per disegnare dalla sua tracolla.

«Dio amo i tuoi disegni, chi è lui? Lo disegni molto spesso è la tua musa vero? Sai io vorrei fare il tatuatore una volta finita l’accademia.» Harry parla mentre sfoglia i disegni di Zayn e lo fa con l’innocenza di un bambino non sapendo quanto il moro si arrabbi se qualcuno tocca il suo blocco.

«Chi ti ha dato il permesso di guardarlo? Comunque è un po’ più complicato di così. Anche io vorrei fare il tatuatore, non so se si capisce che amo i tatuaggi.»  Zayn sorride sarcastico mentre gli toglie il blocco e poi indica i suoi tatuaggi.

«Sei peggio di una donna mestruata Zayn. Comunque mi piaccio i tuoi tatuaggi, un giorno mi racconterai il significato di essi e io ti racconterò il significato dei miei, già so che saremo grandi amici brontolo.» Harry ride e Zayn sta per rispondergli che non accadrà ma la Miller li riprende chiamandoli e dicendo loro di portare attenzione alla lezione.
Passa quelle ore di scuola seduto su quel banco a sentire la professoressa che parla mentre il riccio lo stuzzica. Non vuole diventare suo amico non perché vuole rimanere nella sua solitudine ma perché non vuole che lo prendano di mira. Non lo conosce e potrebbe benissimo fregarsene eppure Zayn mette ancora una volta prima gli altri di se stesso perché lo sa, sa che Harry potrebbe aiutarlo a guarire ma è certo che se ne andrebbe una volta scoperti tutti i suoi segreti, chi rimarrebbe con uno come lui? Non vuole nemmeno rischiare di rovinare anche la vita del riccio. 

«Ciao anoressico di merda. Ancora non sei tornato nel tuo paese mh?» Brian spinge Zayn contro il primo muro che trova e fa cadere il suo blocco a terra.

«Ti prego Brian lasciami in pace ok? Sono stanco dei tuoi continui insulti, lasciami andare.» Zayn ci prova a ribellarsi, ad essere quello tosto ma la sua voce che trema lo tradisce.

«Tu dici a me quello che devo fare stronzetto? Non se ne parla proprio. Tu te li cerchi i guai pakistano di merda.» Brian stringe la presa sul collo di Zayn e quello sente di non avere più aria nei polmoni, le lacrime premono per uscire dai suoi occhi e cerca di non farle uscire  vuole che la sua dignità, almeno, gli rimanga.

«Ti prego Brian.» Zayn si trova a pregarlo silenziosamente con quel poco di aria che entra nei suoi polmoni, sente le sue palpebre appesantirsi e pensa che se la sua fine è vicina almeno non soffrirà più.

«Cosa cazzo stai facendo è stronzo? Lascialo in pace.» Harry corre verso di loro e stacca Zayn dalla presa di quel colosso senza cervello. Poi si inchina e raccoglie tutta la roba di Zayn e corre via prendendolo per mano per evitare qualche lite.

«Adesso capisci perché non possiamo essere amici Harry? Qui mi odiano tutti se diventassi mio amico odierebbero anche te.» Zayn prende parola una volta che sono lontani dall’edificio e lo guarda afflitto perché lo sa se ne andrà anche lui, lo lascerà solo come fanno tutti.

«Non m’importa Zayn, voglio proteggerti, voglio essere tuo amico; che prendessero di mira anche me non ti lascio solo.» Harry si ferma e poi senza nessun preavviso lo abbraccia. Gli dona uno di quegli abbracci che ha sempre sognato, che non riceve da anni, un abbraccio pieno d’amore e che dona calore, non freddo come gli abbracci di Erik, solo calore.

«Perché Harry?» sussurra Zayn sul suo collo mente ispira il suo odore dolce.

«Perché scommetto che i tuoi occhi non sono sempre stati oscurati dal dolore e io voglio farli tornare come erano prima.» Harry glielo sussurra in un orecchio e poi bacia dolcemente i suoi capelli neri. Lo stacca dal suo corpo e lo guarda negli occhi prima di intrecciare le loro dita e dirigersi verso la metropolitana.

Una volta che sono sulla metro cominciano a parlare per conoscersi un po’ e ridono, ridono tanto quei due insieme.

«Allora cosa mi racconti di te Harry, stupiscimi.» Zayn sorride per la prima volta sinceramente da quando conosce il riccio.

«Be la mia vita è piuttosto noiosa abitavo in Inghilterra ad Holmes Chapel, poi mia madre ha trovato un lavoro migliore qui e ci siamo trasferiti io e lei. Siamo sempre stati solo noi due e anche se l’idea di cambiare vita mi spaventava, in realtà mi spaventa ancora, non avrei mai lasciato che venisse sola e mai lo farei.» Harry parla guardandolo negli occhi e li abbassa come finisce di parlare, sta parlando così tanto di lui con uno sconosciuto e non sa nemmeno il motivo.

«Non sei obbligato a continuare e dirmi ogni cosa comunque, quando vorrai parlarmi di altre cose che riguardano te io sarò qui, lo hai detto tu che non mi lascerai.» Zayn sorride all’amico perché si può definirlo amico e quando fa questo pensiero nel suo stomaco sente una strana sensazione forse è la felicità ma non lo sa, è una cosa che non prova da troppo tempo.

«Be una cosa posso dirtela, io scendo qui.» Harry scoppia a ridere e Zayn lo segue mentre gli lascia un piccolo schiaffo dietro la testa. Chi li vede direbbe che sono due amici di vecchia data eppure si conoscono da meno di ventiquattro ore.

«Allora ci vediamo domani testone?» Zayn lo guarda sorridendo mentre quello mette il finto broncio.

«Si brontolo, ci vediamo in metro.» Harry gli sorride e poi gli scocca un bacio sulla guancia mentre la metro si ferma alla sua fermata e lui è pronto per scendere.
Quando Zayn rimane solo con i suoi pensieri sorride e non può farne a meno perché già vuole bene ad Harry e si sente ridicolo nel pensarlo, eppure è così perché nessuno, da troppo tempo, si preoccupava per lui in quel modo.
Quando la metro si ferma alla sua fermata Zayn riesce a vedere da dentro la figura esile di Erik, e sorride quando lo vede ringraziare una signora per il pezzo di pane che gli ha lasciato. Scende e velocemente raggiunge Erik saltandogli al collo.

«Ei scimmia, come mai così felice?» Erik ride mentre si scrolla Zayn di dosso e si siede sulla panchina.

«Be perché oggi è venuto un ragazzo nuovo. Devi vederlo Erik è bellissimo. Ha gli occhi verdi, verdissimi. Un sorriso che è la fine del mondo e delle labbra rosee sembrano ciliegie e ha un dolce colorito sulle guance che lo rende adorabile. Ha dei capelli ricci che sono morbidissimi. E’ dolcissimo e mi ha abbracciato oggi ti rendi conto? Sono anni che qualcuno non mi abbracciava così.» quando Zayn parla i suoi occhi brillano e sorride solo ricordando quello che è successo poco prima.

«Oh Zayn sono così felice per te. Ma non ti piacerà questo ragazzo vero? Liam dove lo hai lasciato?» Erik gli sorride mentre poggia una mano sulla sua guancia.

«No Erik lui è sempre nei miei pensieri. Liam è quella persona che mi aiuta ad andare avanti non importa se non mi conosce. Comunque Harry, si chiama Harry.» Zayn sorride malinconico mentre sposta la mano di Erik dalla sua faccia per stingerla tra le sue.

«Zayn ci sono io qui con te. Domani vai da Woody e lo incontri non ti potrà resistere sei bellissimo.» Erik lo guarda e sorride mentre cerca di incoraggiarlo perché non sa dimostrarlo ma il bene che vuole a Zayn è immenso.

«Erik stai diventando una piccola checca smielata.» Zayn lo prende in giro mentre quello si stringe nella coperta che Zayn gli ha portato mesi prima. Il moro lo avvicina a se e lo stringe in un abbraccio per poi «andiamo a casa mia? Ti fai una doccia, ti do un cambio pulito e ti metti qualcosa sotto i denti i miei oggi tornano tardi ma tanto lo sai non ti direbbero nulla comunque.» continuare mentre fa alzare il rosso dalla panchina e prendendolo per mano si dirigono verso casa sua.

«Grazie Zayn. Ti devo tutto.» Erik stringe la sua mano e insieme si dirigono a passo svelto – per il freddo- verso casa Malik.
Arrivano sotto casa e Zayn infila le mani nella tracolla cercando le chiavi, come le trova le infila nella toppa e apre la porta.

«Bene i miei non sono in casa e nemmeno le mie sorelle –come immaingavo-. Tornano stasera tardi sono a casa della nonna.» Zayn sorride e riposa il biglietto giallo che ha trovato sul porta oggetti.
Zayn porta Erik al piano di sopra anche se conosce già la strada e lo porta nel bagno della sua camera. Gli da il necessario per lavarsi e prende anche un cambio che possa stargli bene. Quando il moro è sicuro che Erik sia sotto la doccia tira fuori il suo diario e anche se non ha tempo per scrivere una nuova pagina fissa quella scritta la sera prima che non ha terminato a causa delle lacrime che scendevano dai suoi occhi. Sente gli occhi pizzicare e improvvisamente si ricorda che nemmeno a mangiato e non ha ancora fame. Sta per cedere alle lacrime ma la porta della doccia che viene aperta lo fa ritornare alla realtà. Si asciuga velocemente quelle poche lacrime bastarde che non è riuscito a controllare, inforca gli occhiali da vista e prende il libro dalla scrivania.

«Ei bel moro che leggi?» Erik esce dal bagno con la sua tuta addosso e i capelli ancora un po’ arruffati.

«Il ritratto di Dorian Gray è il mio libro preferito, non mi stanco mai di leggerlo.» Zayn posa il libro sulla pancia sulla sua pancia mentre fa spazio ad Erik nel letto.

«Allora un giorno lo leggerò, adesso ho sonno. Posso dormire?» il rosso guarda il moro negli occhi e fa saettare i suoi occhi ghiaccio in quelli scuri e profondi del moro.

«Certo, poi se hai fame ti preparo qualcosa.» il moro gli sorride mentre Erik si allunga e lo stringe leggermente.

«Solo se mangi con me.» sussurra accovacciandosi vicino al suo petto.

«Ci proverò Erik, ci proverò.» sussurra Zayn guardandolo e poi accade lentamente il rosso si allunga e fa scontrare le loro labbra, posa le labbra fredde su quelle calde del moro e quel bacio suona tanto come un grazie per aiutarmi a vivere. Suona come una richiesta d’aiuto. Eppure a quel contatto Zayn tutto quello che sente è freddo, nient’altro che freddo.

Il moro si sveglia di soprassalto e si ritrova ancora stretto tra le braccia di Erik guarda verso il comodino e l’orologio segna l’una di notte. Non si è nemmeno accorto del rientro dei suoi eppure è strano la notte non dorme mai, forse la vicinanza di Erik gli fa bene. 

“ Si ritrova in una stanza buia solo, senza nessuno vicino a lui. Comincia a respirare affannosamente la sua paura per il buio non lo abbandona mai. Si sente male e vuole gridare ma quando prova a farlo dalla sua bocca non esce alcun suono. Vuole scappare eppure le sue gambe sono immobili, sembra quasi siano state attaccate al pavimento. Prova a fare qualche passo comunque con tutta la forza che riesce a tirar fuori dal suo gracile corpo, ma invano. Il panico si impossessa di lui quando non sente più la stabilità sulle gambe e si sente come sospeso nel vuoto e tutto quel buio intorno a lui non lo aiuta. Chiude  gli occhi come se potesse realmente servire a qualcosa; tiene ancora gli occhi chiusi quando sente un singhiozzo alle sue spalle si gira e come per magia il buio è sparito e a posto di tutta quell’oscurità ora c’è solo una grande luce che illumina un luogo anonimo, completamente grigio e pieno di scatole. E’ malinconico e quasi può sentire l’eco del suo respiro. Poi di nuovo sente quel singhiozzo e abbasso lo sguardo e la scena che gli si presenta davanti gli occhi lo fa sussultare. C’è un ragazzo in ginocchio con un corpo tra le braccia inerme,  freddo. Non smette di piangere e gridare il dolore che prova quel ragazzo è così forte che riesce a sentirlo anche lui sulla sua pelle; Si avvicina per vedere meglio i volti di due ragazzi, quello stravolto dal dolore non riesce a vederlo è come se un ombra nera fosse sopra quel viso. Quando si avvicina ancora, incuriosito, vorrebbe non averlo fatto però perché il corpo, che quello stringe tra le braccia, senza vita è il suo.”

«Zayn ti prego smettila, svegliati ti prego.» Erik lo scuote con potenza e Zayn solo in quel momento si rende conto di star stringendo le coperte tra le dita e sicuramente stava anche gridando.

«Io.. Scusami Erik.» Zayn abbassa lo sguardo è sicuro che ora Erik non gli voglia più parlare ma quello si sporge e lo abbraccia mentre la porta della sua camera viene aperta.

«Zayn stai bene? Dio vieni qui piccolo mio.» Trisha entra in camera e ignora la presenza di Erik. Si avvicina al letto e apre le braccia aspettando che Zayn si butti tra di esse. Non importa se gli altri pensano lui sia un mammone, senza sua mamma non saprebbe come fare, lei è la sua migliore amica.

«Sto bene mamma, Erik mi ha svegliato, è tutto ok. Dov’è papà?» Zayn chiede preoccupato, di solito quando ha gli incubi non è mai in lui e il padre non manda mai la madre da sola a svegliarlo.

«Non si è voluto alzare ma non pensiamoci ok? Io devo prendermi cura di te piccolo.» Trisha lo stringe e le lacrime premono per uscire dai suoi occhi mentre Zayn la stringe.

«Mamma lo so che le cose non vanno bene tra voi, è colpa mia perdonami io non volevo essere così sbagliato. Scusami.» il moro si lascia cadere una lacrima perché lo vede come è distante il padre, come il loro rapporto è cambiato.

«No Zayn non è colpa tua, non pensarci ora e grazie Erik per essere stato qui, domani mattina ti riaccompagno a casa e cerca di dormire, la vuoi una tisana?» Zayn pensa che sua madre sia la dolcezza e sia troppo premurosa con lui ma la ama anche per questo. La stringe tra le braccia e pensa che ogni tanto anche lui dovrebbe proteggere lei.

«Signora andrò con Zayn non si preoccupi, ora la tisana gliela preparo io lei torni a dormire.» Erik le sorride e Zayn pensa abbia capito che sua madre sia stanca per questo si propone lui, o semplicemente non vuole farle capire che è un senzatetto.

«Grazie ragazzo sei gentilissimo. Oh Zayn ricorda che tu non sei sbagliato, sei la cosa più bella che potesse capitarmi nella vita.» risponde Trisha sorridendo al figlio e baciandolo sulla fronte per poi uscire dalla stanza.

«Vuoi parlarmi del tuo incubo?» sussurra Erik mentre lo prende per mano e lo porta al piano di sotto pronto per preparargli qualcosa di caldo e sperando di mettere a tacere i suoi demoni.
 
La sveglia lo fa sussultare  e allunga un braccio verso il comodino per spegnerla, affondando Erik nelle coperte e ricordandosi solo dopo della sua presenza. Quando quello comincia a tossicchiare e ad imprecare diversi “ma tu sei scemo” “cazzo, dillo che volevi uccidermi” “ non dormo più con te, dormire con il cane è meglio” Zayn scoppia a ridere e prova anche a trattenersi ma la faccia del rosso è così esilarante che non può farne a meno.

«Coglione smettila di ridere, mi hai quasi ucciso realmente!» Erik sussurra indignato ma cercando di nascondere quel sorriso divertito che è spuntato anche a lui.

«Ma zitto che stai ridendo anche tu! Adesso forza alziamoci che devo incontrarmi con Harry per poi andare in accademia.» Zayn esce fuori dl letto e si dirige davanti l’armadio, cercando il suo cambio.

«E devi incontrare Liam da Woody» Erik gli fa l’eco sotto mimando il verbo tra le virgolette.

«Oh me ne ero dimenticato è vero.» il moro sente l’ansia salirgli nelle vene mentre si chiude in bagno pronto per vestirsi.
Dopo mezz’ora sono fuori da casa del moro e già sono in cammino verso la metropolitana. Non parlano molto, Zayn è troppo agitato per farlo. Quando arrivano alla metro Zayn è tentato di tornare indietro o far finta di niente e non andare da Woody ma ha promesso ad Erik che sarebbe andato. Prima di andare da Woody lascia ad Erik un sonoro bacio sulla guancia e gli promette di portargli una ciambella; cammina con la testa bassa, pensa a così tante cose che quasi non si accorge di essere di fronte il piccolo bar.

-Ok Zayn adesso entri dentro ti siedi e inventi qualcosa per poterci parlare, avanti non fare il codardo. Puoi farcela. Puoi farcela. Entriamo.-

La vocina nella sua testa continua a parlare ed è sempre più convinto di non farcela perché, lo sa, si bloccherà quando se lo ritroverà davanti.
Alla fine si decide ed apre la porta che emette un leggero suono quando entra, intercetta un piccolo tavolo vicino la finestra e si siede lì tirando fuori anche il suo blocco da disegno. Sa che non è andato lì per disegnare ma avere il suo blocco tra le mani lo rilassa, sapere che può disegnare in qualunque momento lo rende calmo e sicuro. È perso nei suoi pensieri quando, una ragazza bionda e un po’ bassa, gli chiede cosa vuole ordinare.

«Un cappuccino al caramello e una brioche al cioccolato grazie emh.» il moro le sorrise gentile attendendo che quella le dicesse il suo nome.

«Perrie. Comunque arrivano subito.» la ragazza sorride dolcemente e le sue guance si arrossano improvvisamente.

«Certo Perrie e grazie di nuovo.» il moro le sorride e lo nota dal modo in cui quella ragazza si sistema i capelli e il suo sorriso si allarga che prova attrazione per lui; Zayn vorrebbe dirglielo che sta sprecando tempo, che è così bella che se non gli fossero sempre piaciuti gli uomini magari le chiederebbe di uscire, vorrebbe dirglielo di non perdere tempo con lui ma è un tipo a cui non piace ferire le persone e sa che illuderle è peggio ma è più forte di lui.
Mentre è intento a scrutare ogni persona che siede in quel bar, dalla signora grassoccia nell’angolo che si guarda intorno sperando che nessuno la noti, scruta il signore anziano che guarda attentamente ogni donna lì dentro, come ogni mattina, sperando di trovare di nuovo quell’amore che la vita gli ha tolto, continua a guardare e il suo sguardo si posa su un ragazzo che sorride. È seduto due tavoli più avanti a lui e sta ordinando la sua colazione. Lo guarda e rimane abbagliato dalla bellezza del suo sorriso, notando  anche il suo abbigliamento che non è dei più comodi: vestito elegante con la giacca nera ed una valigetta blu posata sul tavolo. Sposta il suo sguardo su quei grandi occhi marroni e si sente morire, sente le gambe molli perché tutto quello che ha sempre sognato da due anni è a pochi passi da lui e non ha il coraggio di andargli a parlare. A distrarlo dai suoi pensieri è Perrie che posa la sua colazione sul tavolo e gli fa un dolce sorriso e il moro ricambia facendogli un occhiolino per poi tornare a guardare Liam che è intento a bere il suo caffè.

-Dai Zayn non è difficile ti ricordi come facevi in Inghilterra? Era facile uscire con un uomo, era facile andarci a letto insieme, baciarli e parlarci forza e
coraggio Zayn forza e coraggio
.- la voce nella sua testa non smette di incoraggiarlo e il moro vorrebbe che per un secondo stesse zitta, vorrebbe farcela da solo. Afferra il cappuccino e lo manda giù permettendo al liquido caldo di calmarlo un po’, prende la brioche e la infila nella borsa, la porterà ad Erik.
Si alza.
Una parte di se –quella razionale e anche spaventata- vorrebbe uscire da quel bar e fingere che non ci sia mai entrato; l’altra parte invece –quella innamorata e coraggiosa- vorrebbe correre da Liam e parlarci inventando una scusa sul momento.      
Prende la tracolla –insieme al coraggio- e decide di farlo, di andare da Liam e rischiare perché quella è la sua unica opportunità. Comincia a camminare lentamente e quando si ritrova davanti a quel tavolino e sente lo sguardo di Liam addosso l’ansia torna ad assalirlo.

«C-ciao.» il moro sussurra impacciato e se non fosse perché Liam lo ha sentito se ne andrebbe fingendo di non aver mai parlato.

«Ciao, ci conosciamo per caso?» Liam fa un sorriso e guarda Zayn interrogativo.
Zayn è quasi tentato di rispondere che lo ha scambiato per un'altra persona ma poi se ne esce con un «Tu sei il giornalista del Times vero? Ho visto la tua foto su-sul giornale e volevo dirti che mi piacciono i tuoi articoli.» e alla fine è vero perché Zayn li legge davvero i suoi articoli e sul serio li trova bellissimi.

«Si sono io, beh grazie. Dio non so casa dire è la prima volta che qualcuno mi ferma ci credi che sono emozionato? Già sai il mio nome ma mi presento comunque, sono Liam tu sei?» il castano sorride di nuovo e Zayn sente le gambe tremolanti.

«Sono Zayn piacere. Comunque posso sedermi?» Zayn vorrebbe darsi del coglione da solo una volta non era così rammollito, una volta era un tipo sfacciato.

«Oddio sono un maleducato, certo! Zayn è un bel nome da dove vieni?» Liam comincia a fare domande e Zayn trova che il suo carattere sia come lo ha sempre immaginato.

«Beh sono inglese anche se mio padre è pakistano. Tu sei di qui vero?» Zayn sorride e per la prima volta, anche se su cose banali, non si sente a disagio a parlare di se.

«Io si sono di qui anche se i miei genitori sono inglesi ma io sono nato qui. Dove lavori Zayn?» Liam sorride, lo fa con naturalezza, che Zayn quasi vorrebbe chiederli se il suo sorriso è sincero oppure se è finto come fa a fingere così bene.

«Emh beh ecco io… si io ancora vado a scuola. Vado all’accademia d’arte ho 19 anni.» Le guance del moro s’imporporano quando un espressione stupefatta si dipinge sul volto del maggiore.

«Oh beh ma sei ancora un cucciolo, dici quella che è dietro gli uffici del Times?» Liam gli sorride mentre gli pizzica una guancia. Zayn sente di andare a fuoco per quel “cucciolo” che sarà capace di non farlo dormire per due giorni.

«Ei non sono mica così piccolo! Comunque si è due vie dopo, strano che non ci siamo mai incontrati.» il più piccolo svaga mentre incrocia le braccia al petto, fingendosi offeso per le prese in giro sulla sua età.

«E’ l’accademia migliore di tutta Sidney. E’ strano si, magari prendiamo anche la stessa metro. Comunque io ho 28 anni sei piccolo rispetto a me e la tua altezza non aiuta.» Liam ride vedendolo di nuovo imbarazzato

«Smettila di farmi sempre arrossire, lo odio. Sicuramente prendiamo la stessa solo quella ferma lì.
Mi dipingi come un nano mentre io sono alto 1.76 non sono mica così basso.» il piccolo ride e prende il telefono dalla tracolla per controllare l’orario. Strabuzza gli occhi e riponendo tutto nella borsa velocemente si alza.

«Dove vai?» Liam domanda incuriosito e senza rendersene conto è in piedi pronto a seguirlo.

«La metro passa tra poco non posso fare tardi a lezione. Ci vediamo in giro.» il piccolo saluta ma con la mano ma il più grande lo ferma «vengo con te, oggi attacco prima.» esordisce seguendolo fuori, non prima di aver lasciato una mancia sul tavolino.

Come escono fuori il moro allunga una mano nella tracolla e tira fuori il pacchetto di sigarette estraendone una e offrendone una anche a Liam che accetta volentieri. Nel cammino fino alla metropolitana non parlano molto un po’ per la sigaretta che stanno fumando, un po’ perché entrambi non sanno cosa dire.

«Mi aspetti un attimo Liam? Devo portare il mio cornetto ad Erik.» Zayn sorride in direzione di Liam mentre quello gli dice che lo avrebbe aspettato lì.

«Sbaglio o quello che vedo con te è Liam Payne!» trilla eccitato Erik come Zayn arriva vicino a lui.

«Non sbagli! Dio e lui è venuto con me ci credi? Ok non sento le gambe, non so che fare aiutami.» Zayn è nervoso e arrossisce quando Erik scoppia a ridere e addenta la brioche.

«Corri da lui coglione. Quando torni da scuola mi racconti tutto.» il rosso lo spintona via felice e continua a mangiare il cornetto mentre il moro torna da Liam.

«Se posso saperlo... chi è quello?» chiede Liam una volta che sono saliti in metro.

«E’ un senzatetto lui “abita” qui e io lo aiuto, gli porto cibo, coperte, a volte anche vestiti.» il moro parla con una punta di orgoglio nella voce, quando aiuta qualcuno è sempre orgoglioso.

«Zayn è una cosa bellissima quella che fai, tutti dovrebbero essere come te.» il castano gli sorride sincero e il moro scopre di amare il modo in cui il suo nome esce da quelle labbra.

«Oh grazie Liam.» arrossisce di nuovo e cerca di nasconderlo ma invano.

«Quindi l’arte è la tua passione?» il castano si mostra interessato e Zayn decide di rispondere sinceramente mentre la metro fischia segnando di essere arrivata alla prima fermata, quella di Harry.

«Be vorrei farei il tatuatore come esco dall’accademia.» il moro sorride e con lo sguardo cerca il riccio che entra poco dopo e gli si butta a dosso gridando un
«brontolo» e scoppiando a ridere subito dopo prima di scoccargli un bacio sulla guancia e sedersi sulle sue gambe.

«Liam lui è Harry, un mio amico. Harry lui è Liam.» il moro li presenta e spera vivamente che il riccio non si accorga che è lui il ragazzo dei disegni.

«Comunque Zayn dici davvero? Allora quando sarai un tatuatore voglio essere il primo a cui farai un tatuaggio. Posso vedere il tuo blocco?» Liam chiede curioso e allegro.

«Emh no scusami ma sono un po’ geloso dei miei disegni e poi non sono così bravo.» mente un po’ Zayn il fatto è che non vuole che il castano si accorga della sua faccia.

«Oh beh quando vorrai io sono pronto per vederli.» gli fa un sorriso di incoraggiamento e poi sposta i suoi occhi marroni su Harry che prende parola.

«Credimi questo nano disegna da Dio. Io gli ho fregato il blocco ed è fantastico, andrà lontano.» Harry lusinga il suo amico facendolo arrossire per la centesima volta.

«Harry esagera lui è molto più bravo. Comunque alzati culone che questa è la nostra fermata.» ride Zayn per la prima volta durante la mattinata e Liam si ritrova a ridere con lui perché la sua risata è contagiosa. Scendono tutti e tre alla loro fermata e continuano a parlare separandosi solo quando Liam arriva al suo palazzo. Si salutano con la promessa di vedersi il giorno dopo e Zayn, per la prima volto dopo anni, si sente quasi bene.
 
 
E’ passata una settimana dall’incontro di Zayn e Liam. Adesso si vedono ogni mattina e come sempre Zayn prende una brioche, finge di mangiarla e la porta ad Erik. Prendono la metro insieme e aspettano che salga anche Harry. Spesso Liam li accompagna fino in accademia prima di andare a lavoro. Si trova bene quando è con lui, quando passa del tempo insieme a Liam ed Harry non pensa ad altro, ogni cosa brutta nella sua vita scompare e si sente una persona normale e felice; poi però loro se ne vanno e l’effetto finisce -come ogni cosa bella- e al suo posto torna quel freddo che appartiene alla sua anima, al posto di quella piccola felicità tornano le sue paure.
Zayn però non poteva lamentarsi, quella settimana era stata la miglior cosa che gli fosse successa in quei due anni, quella settimana si era sentito bene, si è sentito quasi felice. Quella mattina però la felicità che aveva provato si sgretola sulle sue mani e vola via come un pezzo di carta che viene spazzato via dal vento freddo, vola, va lontano e tutto quello che rimane è il suo ricordo doloroso.
Quando Brian si avvicina al suo banco sa che qualcosa andrà storto, quando guarda lui e Harry con un ghigno sa che deve aver paura ed è quando
«Stronzetto ma il tuo amico lo sa che sei un anoressico complessato? Non credo o non passerebbe tutto questo tempo con te.» lo insulta che Zayn sente crollarsi il mondo a dosso. Si gira di scatto e vede lo sguardo sorpreso di Harry, adesso anche lui lo abbandonerà come tutti.

«Che c’è non rispondi piccolo bastardo?» Brian sorride sadico mentre vede gli occhi del moro riempirsi di lacrime. Quest’ultimo non risponde semplicemente si alza e scappa fuori dalla classe. Scappa perché non è forte e mai lo sarà, scappa perché quegli sguardi sono troppo, scappa perché è più facile scappare che accettare quell’odio. Corre e sente la sua testa pesare, continua a correre finché non si ritrova a piangere in un bagno con la testa china sulle ginocchia. Non sa che ha fatto di male per ricevere tutto quell’odio, non sa perché è così sbagliato, tutto quello che vorrebbe è smettere di pensare, smettere di sentire tutto quel dolore nel petto. Ed è quando alza di poco la testa che nota a terra una lima, una di quelle di ferro che usano le ragazze. Si allunga raccogliendola da terra e lentamente tira su la manica della felpa scoprendo il suo braccio pieno di cicatrici. Non si preoccupa di sapere se quella lametta è sporca, non si preoccupa dell’infezione che potrebbe venirgli semplicemente poggia la punta fredda sulla sua pelle e affonda la piccola lima di metallo nella sua pelle.

Un taglio perché è anoressico.

Un taglio perché la gente lo odia.

Un taglio perché alla fine lo abbandonano tutti.

Un taglio perché non è forte come vorrebbe.

Se il suo corpo non fosse così debole premerebbe quella lama sulla sua pelle ancora e ancora e ancora finché il dolore non sparirebbe, finché il buio non si impossesserebbe di lui. Eppure è costretto ad alzarsi perché il suo corpo non regge, perché non mangia e le forze non le ha. Si avvicina al lavandino strusciando i piedi, le forze sono pari a zero ma lava via il sangue dal suo braccio comunque e si abbassa la manica uscendo da quel bagno come se non fosse accaduto nulla. Vuole andare a casa e dimenticare tutto, disinfettarsi le ferite e poi andare alla sua seduta con Prim. Lo farebbe se non dovesse tornare in classe per prendere la tracolla che ha lasciato lì con dentro anche il cellulare e le sigarette. Torna indietro e quando è davanti la porta della sua classe si arma di coraggio ed entra chiedendo scusa alla professoressa, dicendole che non si sentiva poco per questo era uscito dalla classe e adesso doveva andare a casa. Lei semplicemente annuisce stanca dopo quelle ore passate con degli adolescenti e gli da il permesso per andare. Si avvicina al suo banco sentendo lo sguardo di tutti addosso. Raccoglie da terra la sua tracolla infilandoci i libri in assoluto silenzio, la chiude con uno scatto veloce e poi alza i suoi occhi su Harry che lo guarda con quei fari verdi velati di tristezza. Non dice niente, resta lì a guardarlo e tutto quello che il moro riesce a dire prima di uscire da lì è un semplice «Scusami.» sussurrato vicino al suo orecchio.
 
Sono quasi le due quando Zayn entra in casa, ha passato tutto il tempo in stazione, disegnando i mosti che circondano la gente sul suo foglio bianco. Se ne è stato solo su quella panchina con il braccio dolorante finché non si è reso conto che a breve sarebbe arrivata la metro di Liam e lui non voleva incontrarlo perché Liam è una di quelle persone che guardandoti negli occhi ti legge dentro e lui di raccontare dei suoi mostri non ne aveva voglia.

Sa perfettamente che è ora di pranzo ma lui in cucina non ci mette piede, sale direttamente in camera e si butta sul letto, recupera l’ipod sul comodino e lascia che la musica lo porti in un mondo dove può essere felice mentre chiude gli occhi e il sonno ha la meglio su di lui.
 
«Zayn, amore andiamo devi andare da Prim.» Trisha scuote il figlio per le spalle, svegliandolo dal suo sonno e ricordandogli i piano che ha quel pomeriggio.

«Mamma lasciami dormire, tra poco vado.» Zayn si rigira tra le coperte già pronto a rimettersi a dormire.

«Dai Zayn, hai mangiato oggi?» chiede Trisha levandogli le coperte di dosso.

«Si ho preso un panino prima di venire.» mente Zayn a Trisha con tono annoiato prima di alzarsi e darsi una sistemata infilandosi le scarpe.

«Ti aspetto di sotto.» la madre gli sorride prima di uscire dalla stanza. Zayn si sente in colpa a mentirle così ma non può farne a meno. Prende le sigarette, il telefono e infila tutto in tasca mettendosi il giacchetto e poi scende.

«Bene mamma io vado.» Zayn gli sorride pronto a salutarla quando «Ti accompagno io.» esulta lei già pronta sulla soglia. Escono di casa ed entrano in macchina, il viaggio è breve e silenzioso e in poco tempo Zayn è già sotto lo studio di Prim. Scende dalla macchina e saluta Trisha con un cenno della mano e si gira pronto a raccontare all’unica persona di cui si fida quello che è successo poche ore prima.

«Ciao Zayn.» come entra Prim lo saluta cordiale e gli fa un grande sorriso che si spegne quando nota la sua espressione.

«Ei Prim.» la saluta il moro mettendosi comodo sulla poltrona.

«Che succede ragazzo mio? Stai mangiando un po’?» chiede premurosa la donna.

«Sembri mia mamma P. Comunque non molto non ho fame. Sono successe un po’ di cose a dire il vero.» Zayn le sorride perché sa che non può avere figli e lui lo tratta come tale è il suo paziente speciale.

«Zayn devi cominciare a mangiare, peggiorerai se non cominci a mangiare. Non sembro tua mamma solo mi preoccupo per te. Ti va di raccontarmi cosa è successo?» la donna lo guarda premurosa e sorride quando Zayn annuisce intimandolo a cominciare a raccontare. Il moro comincia a parlare cominciando con Erik  e raccontando nei dettagli il suo incontro con Harry, poi passa a parlargli di Brian e dei continui insulti, che anche dopo due anni non cessano e infine racconta di come ha conosciuto finalmente Liam e di come il ricordo di Dan sia sparito dalla sua testa quando passava il tempo con Liam. Poi, con le lacrime che premono per uscire dai suoi occhi, gli racconta di quello che è accaduto quella mattina. Non parla semplicemente alza la manica mostrando quei tagli ancora freschi e sente una lacrima calda cadere sul suo braccio.

«Oh Zayn perché lo hai fatto?» Prim si alza dalla sua poltrona sedendosi sul bracciolo di quella di Zayn.

«Prim io non volevo cadere di nuovo solo che Brian ha cominciato a deridermi davanti a tutti, ha detto ad Harry che sono anoressico e io non ce l’ho fatta sono crollato, non valgo nulla.» il moro lascia che un singhiozzo lasci le sue labbra e stringe le mani sulle sue gambe troppo magre.

«Tesoro capita a tutti di essere deboli ma tu devi imparare a non farti male, se ti deridono e ti senti orribile con te stesso non rimanere solo parlane con qualcuno, con me, con Harry e perché no con Liam. Stai con qualcuno non permettere a te stesso di distruggerti. Lo so che la tua ancora prima era Dan ma sono due anni che non lo senti più Zayn devi fartene una ragione, sii l’ancora di te stesso finché non troverai qualcuno degno di esserla.» Prim gli parla come una madre, come un’amica che non ha mai avuto e Zayn la ringrazia rifugiandosi tra le sue braccia e continuando a piangere. Si lascia andare, fa crollare quel muro che ha con tutti perché lei lo conosce da due anni e sa che non lo giudicherà. Perché Prim è la sua migliore amica e Zayn lo sa che non è normale ma in fin dei conti niente nella sua vita lo è, lui non lo è e se per avere Prim deve essere pazzo allora lo sarà, perché lo sa che una come lei vale la pena averla vicino.

Quando esce dallo studio di Prim la prima cosa che fa è cercare la macchina di sua madre,  la cerca con lo sguardo in lontananza ma invano.
«Cerchi qualcuno?» una voce roca fa sobbalzare il moro che per poco non fa cadere il telefono dalle sue mani.

«Dio Harry mi hai fatto prendere un colpo. Comunque si mia mamma, quindi vai via.»

«Non voglio lasciarti solo e Trisha non verrà.» sussurra il riccio con un ghigno sulle sue labbra.

«E tu che ne sai?!» grida indignato il moro mentre osserva il cielo che si fa sempre più cupo.

«Potrei averla incontrata qui fuori mentre tu eri dentro e potrei averle detto che ti accompagnavo io a casa.» il riccio sorride ancora mentre capisce che il moro si sta irritando.

«Come sapevi che sarei stato qui? Mi spii per caso?» il moro sbotta acido, vuole allontanarsi da Harry adesso che lui sa il suo segreto.

«Zayn semplicemente sono sceso alla tua fermata e ho notato un ragazzo dai capelli rossi mi sono seduto con lui e ho chiesto se ti conoscesse mi ha detto di si e anche molto bene. Dal suo sguardo sembrava che mi conoscesse già così gli ho chiesto dove abitassi e sono andato a casa tua. C’era tua sorella alla porta le ho detto di essere tuo amico e lei mi ha detto che eri qui.» Il riccio lo guarda negli occhi mentre gli parla e sposta lo sguardo solo per alzarlo verso il cielo.

«Ok. Non mi interessa comunque, vai via. Non voglio parlare con te, non voglio la tua pietà.» il moro si allontana dal riccio mentre sente una goccia cadergli sul naso.

«Zayn non sono qui perché mi fai pena! Io voglio essere tuo amico e non riuscirai a mandarmi via.» il riccio lo insegue non curandosi delle goccioline che cominciano a cadere sulle sue spalle.

«Ma sono un fottuto problema chi mi vorrebbe come amico?» Zayn smette di camminare e si gira indignato mentre il riccio lo guarda e «Io.» sussurra dolcemente. Allora Zayn alza lo sguardo e lo punta in quello verde dell’amico e non si preoccupa della pioggia che cade sempre più forte sopra di loro, non si preoccupa della febbre che potrà venirgli semplicemente si lascia andare e stringe Harry tra le sue braccia e per una volta si sente al posto giusto.

«Ti va di spiegarmi un po’ di cose Zayn? Io sono qui per te.» il riccio lo guarda e si scosta dal loro abbraccio un po’ goffo ma perfetto.

«Si certo che mi va. Ma se scapperai via dopo il mio racconto non è colpa mia.» e Zayn sorride perché per una volta in vita sua vuole fidarsi, vuole farsi aiutare. Non si muovono da sotto l’acqua perché a Zayn piangere da solo non è mai piaciuto e sotto l’acqua gli sembra che il cielo pianga con lui. Comincia a raccontargli ogni cosa, della sua anoressia, di essere omosessuale, dei suoi incubi e anche della sua famiglia. Gli racconta di Erik e di come lo aiuta, gli racconta ogni cosa anche di Prim tranne dei tagli sulle sue braccia e di Dan.

Quando Zayn, dopo aver finito il suo racconto, alza lo sguardo verso Harry è convinto che quello lo lasci lì da solo rendendosi conto di quanto problematico sia ma tutto quello che fa è abbracciarlo e «Adesso ci sono io Zayn, ti aiuterò con gli incubi e con l’anoressia. Non sarai più solo.» sussurrargli in un orecchio. Zayn sente le lacrime che premono per uscire dai suoi occhi e stavolta non sono di tristezza. Poi senza rendersene conto alza il viso e si ritrova a due centimetri dalle labbra di Harry. I loro respiri si mischiano e lentamente unisce le loro labbra. Cominciano a baciarsi lentamente assaporando uno il sapore dell’altro e Zayn non sente le farfalle nello stomaco, non sente il calore all’altezza del petto ma si sente giusto e tutto questo basta per farlo aggrappare alle spalle del riccio e approfondire quel bacio dato sotto la pioggia, dato sotto lo sguardo dei pochi passanti ancora lì.
Si stanno ancora baciando, quando sentono il rumore di un clacson e si girano entrambi verso quel rumore pronti a ricevere un insulto eppure Zayn trema leggermente notando la persona dentro la macchina.

«Ragazzi venite vi do un passaggio.» il castano sorride mentre li guarda un po’ scioccato.

«Grazie Liam possiamo andare a piedi non c’è problema.» mente il moro.

«Non dire sciocchezze Zayn stai tremando! Forza vi riporto a casa.» e lo dice con un tono al quale Zayn non sa resistere così tira Harry per la manica e montano in macchina lui davanti e il riccio dietro.

«Allora non sapevo stesse insieme.» il castano spezza il silenzio imbarazzante che si è creato in macchina girandosi per un attimo verso il moro.

«Infatti.» è il commento acido di Harry che fa notando il tremolio delle mani di Zayn

«Ma avrei giurato di avervi visto mentre vi baciavate poco fa.» Liam risponde ovvio e perplesso guardando il moro vicino a lui con la coda dell’occhio.

«Si ci stavamo baciando ma non stiamo insieme. Ero un attimo emotivamente instabile così ho baciato Harry e lui mi ha lasciato fare.» stavolta è il moro a prendere parola e la sua voce trema un po’ mentre guarda Liam. Non sa perché cerca una giustificazione al suo gesto sa solo che si sente in colpa e lui e Liam neanche sono grandi amici.

«Wow calmo Zayn non mi devi nessuna spiegazione, ero solo curioso.» Liam sorride e gli fa un occhiolino mentre le guance di Zayn vanno a fuoco.

«E non ti facciamo schifo?» è il commento sgradevole di Harry che pone senza problemi. Allora il castano ride lievemente per poi «Per quale motivo? Stai parlando con un ragazzo bisessuale.» rispondere aumentando le risate alla vista dei volti un po’ scioccati dei due ragazzi.

«Liam posso farti una domanda? Se hai la macchina perché prendi la metro ogni mattina?» Zayn cambia velocemente discorso guardandolo con un cipiglio.

«E’ più comodo, non devo trovare parcheggio e poi mi piacciono le metropolitane. Per uno scrittore come me andare in posti del genere è come riportare ad un pittore la sua musa dopo anni. Mi piace osservare tutte quelle persone e creare una storia per ognuno di loro.» il moro lo guarda ammaliato una volta che smette di parlare e poi «Dio Liam è la stessa cosa che penso io. Amo andare in metropolitana ci passerei le ore perché amo disegnare le persone, osservarle e capire le piccole cose che sfuggono agli altri.» dice sorridendo.

«Lo vedi non siamo poi così diversi io e te.» è tutto quello che gli dice il castano prima di giocherellare con le dita della sua mano e farsi spiegare la strada per arrivare a casa sua. Per un attimo in quell’auto non c’era nessun Harry, per un attimo erano soli loro due e quella voglia di scoprirsi che non si sarebbero mai confessati.

Una volta a casa Waliyha accoglie Zayn con un grande abbraccio, lo stringe forte perché sa che è quello di cui ha bisogno ogni volta che torna dalle sedute con Prim. Non c’è bisogno di parole tra di loro, si capiscono al volo. Sono sempre stati molto legati fin da quando erano piccoli lui le ha insegnato a camminare e continua a farlo preparandola per il mondo, vuole che sia forte e che nessuno le faccia del male perché lei è la sua principessa e deve proteggerla. Le lascia un dolce bacio tra i capelli mentre le sorride e poi le presenta Harry alle sue spalle. Lo porta in cucina dove ci sono Saafa e Doniya intente ad apparecchiare la tavola e poi c’è sua madre ai fornelli.

«Mamma lui è Harry. È un mio amico e si fermerà a mangiare da noi stasera.» Zayn sorride alla madre che si gira per presentarsi.

«Oh ma questo è il bel ragazzo che ho conosciuto prima. Hai avvertito tua mamma tesoro? Se vuoi puoi rimanere a dormire.» Trisha gli fa un caloroso sorriso mentre si rigira per controllare la cena.

«Adesso la chiamo subito sarà sicuramente preoccupata. Scusate torno un attimo di là.» Harry fa un grande sorriso e poi torna in salone già con il telefono poggiato sul suo orecchio.

«Mamma ma papà non c’è?» chiede Zayn notando la mancanza del capofamiglia in casa.

«Ecco Zayn lui stasera non penso che torni aveva molto lavoro arretrato da sbrigare. Sai con i giorni di permesso che si è preso per accompagnarci a farti fare le analisi e tutto il resto.» la mora non si gira continua a parlare con il viso rivolto verso le sue preziose pietanze.

«Si certo, capisco.» Zayn finge un sorriso e la loro conversazione viene interrotta da un Harry tutto sorridente che «Posso restare!» esclama contento.

Quando sono tutti a tavola Harry ha già fatto il giro della casa insieme a Waliyha e si è già ambientato nella loro famiglia. Saafa già lo adora e Doniya pende dalle sue labbra, Waliyha invece se lo studia un po’ cercando di capirlo, lo fa con chiunque si avvicina a suo fratello. Tutti iniziano a mangiare e Harry si complimenta per l’ottima cucina con la padrona di casa l’unico che ancora non ha toccato cibo è Zayn che si guarda quel piatto come se fosse pieno di strani insetti. Sente il suo stomaco fare strani lamenti e quando i suoi occhi intercettano due fari verdi che lo osservano si decide a prendere la forchetta e mettere in bocca un pezzo di pollo.  Ne mangia qualche pezzo e già alla quarta forchettata sente di poter vomitare ogni cosa messa in bocca così posa la forchetta e allontana il piatto da sotto il suo naso osservando come gli altri invece spazzolano via tutto quello che trovano.

«Zayn non mangi più nulla?» il commento preoccupato di Trisha fa voltare il moro perso nei suoi pensieri.

«No mamma, grazie ma sono pieno.» sorride dolcemente mentre sposta il suo sguardo su Harry.

«Ok.» è l’unica risposta che riceve dalla madre carica di tristezza.

Solo che Trisha non sa che quello per lui è un grande passo, non sa che non mangiava così tanto da almeno due giorni, non sa che tutto quello è grazie ad Harry che gli sta dando la forza necessaria per fare un passo avanti, uno piccolo ma è pur sempre un passo. 






* L'anoressia è la mancanza o riduzione dell'appetito. Si tratta di un sintomo che accompagna diverse malattie, ed è dovuto da diverse cause. Eventi emotivamente stressanti possono portare al disinteresse verso il cibo. Se volete documentarvi di più qui c'è il sito di Wikipedia ( 
http://it.wikipedia.org/wiki/Anoressia )

Un ultima cosa vi lascio il trailer se volete vederlo ** http://www.youtube.com/watch?v=Uh6VSXu5gDw
  
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