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Autore: jacopo ortis    02/02/2014    2 recensioni
Leggenda legata a un frutto di stagione. Si riferisce a un'antica leggenda che ho rielaborato con parole mie inventando il personaggio della piccola Sara.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA LEGGENDA DELLE ARANCE

La piccola Rosaria sta crescendo in fretta. Sembrava ieri vederla rincasare dai suoi giochi chiassosi, tutta sporca e con parte dei suoi abiti a brandelli. E che strilli quando la mamma disinfettava con l’alcool le sue ferite!
Oggi invece Rosaria non ha corso né si è fatta male. Si è semplicemente fermata a guardare le arance. E quando, verso sera, in stazione, attende il treno che per l’ennesima volta la riporterà via da quella sua bella terra dove il vento porta con sé il profumo delle arance, ha chiesto alla nonna che, silenziosa, sedeva sulla panca della sala d’aspetto: “Ma com’è, nonna, che gli aranci e tutti gli alberi di agrumi mantengono intatto il verde della loro chioma anche d’inverno?”.
La nonna aveva mandato un leggero sospiro e le aveva risposto che non solo gli aranci mantengono il loro colore nonostante il freddo dell’inverno, ma che, anzi, maturano i loro frutti proprio in questa stagione. Però hanno bisogno di un clima mite e di tanto sole. Per questo crescono bene al sud e lungo le riviere.
A Rosaria quella risposta era bastata per riportarla al silenzio dei suoi pensieri. Il treno, intanto, divorava le strade di quella sua Sicilia che, chilometro dopo chilometro, diventava sempre più lontana. Una volta tornata a Bologna, Rosaria avrebbe ripreso la vita di sempre, e prima di rivedere quella sua bella terra sarebbero dovuti passare dei mesi.
Ancora immersa nei suoi pensieri, Rosaria si sentì sfiorare dolcemente la mano.
Dormi?” chiese la nonna.
No! - rispose Rosaria – Cercavo nelle linee di questo finestrino e nell’oscurità i colori della mia terra”.


La nonna sorrise malinconica e disse: “Ascolta, piccola, voglio raccontarti una bella storia. Devi sapere che quando il buon Dio creò il mondo, fece gli alberi e ne coprì la terra. Creò pure l’arancio e lo mise là dove il cielo era più luminoso e il sole più caldo. Però l’arancio, così bello e verde, non aveva né fiori né frutta; gli altri alberi, invece, ne avevano in abbondanza.
Quando arrivò l’inverno, gli alberi da frutto rimasero spogli e non ebbero più nulla da offrire agli uomini. Gli umani, allora, si rivolsero al cielo e dissero: “Signore, tu ci hai lasciato intatto l’arancio; ma le sue foglie non possono sfamarci. Ti preghiamo: arricchiscilo di frutti!”.
E il Signore accolse quella preghiera. Soffiò nel cielo, dove a migliaia fiorivano le stelle, e queste piovvero sull’arancio. Così l’albero meraviglioso ebbe le stelle per fiori e maturò i suoi frutti d’oro al sole dell’inverno”.


Rosaria per tutto il viaggio continuò a pensare a quella bellissima leggenda. E così le arance sarebbero dorati frutti di stelle!
Il treno correva senza sosta, lontano dalla dolce casa della piccola Rosaria.
Le stelle nel cielo sembravano cullare i suoi pensieri.

 
  
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