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Autore: happysheep    02/02/2014    0 recensioni
Laon si nasconde, in fuga dal suo popolo, in fuga da sua padre, in fuga da se stesso. Cerca di dimenticare chi è realmente, sperando di cambiare. Purtroppo però ciò che ci lasciamo alle spalle molto spesso torna a bussare alla nostra porta e difficilmente possiamo ignorarlo... soprattutto se si tratta della persona più pericolosa al servizio di suo padre.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

Voglio ringraziare di cuore detectiveknight, non soltanto per il fantastico banner che ha creato, ma anche per avermi fatto riprendere a scrivere questa storia; per essersi appassionata ai suoi personaggi (apprezzandoli molto più di me); per averli disegnati dando vita a quelle che erano soltanto parole; ma soprattutto per avermi sopportato e supportato continuamente, tra una risata e l’altra, nella creazione del mondo di Laon.
A tutti quelli che scrivono fa piacere che le loro opere interessano, li spinge a continuare, a non mollare. Senza la sua presenza probabilmente “Wind Wander” sarebbe rimasto soltanto un progetto, scarabocchiato in un quaderno e dimenticato.

Prologo

La giornata si prospettava noiosa come al solito, una cappa di stanchezza pesava sulle mie spalle soffocandomi. Mi diressi, quasi trascinando i piedi, verso la scrivania sperando che il direttore Bane mi lasciasse in pace almeno per qualche minuto.
La fortuna non sembrava essere dalla mia oggi: non appena accesi il computer sentii la voce baritonale del capo chiamarmi dall’interfono:
“Grayson, vieni immediatamente.”
Sospirando mi diressi verso il suo ufficio chiedendomi cosa volesse questa volta.
“Buongiorno signor Bane, mi ha chiamato?”
Il capo mi lanciò uno sguardo penetrante, restando un momento in silenzio.
Pur avendo ormai abbandonato gli sport da molto tempo, riusciva ancora a mantenersi in forma; il suo viso squadrato, abbastanza piccolo rispetto corpo, gli dava un aspetto divertente. Nel momento stesso in cui si fissavano i sui occhi però si perdeva ogni accenno di riso. Due pozze grigio chiaro, quasi bianco, colmi di disprezzo, privi di pietà per chicchessia.
“Vedo che anche oggi hai deciso di ignorare i miei consigli; se non vai in palestra avrai sempre l’aspetto di un ragazzino” esclamò con un ombra di disprezzo sul volto.
Ormai capace di nascondere il mio fastidio ai suoi consueti insulti sotto una maschera di indifferenza mi sedetti in una delle due scomodissime poltrone dell’ufficio (ero sicuro che servissero per mettere a disagio qualsiasi visitatore) e lo maledissi per quelle stupide battute che sentivo ormai da tempo.
Pur essendo ormai ventiquattrenne sembro ancora un ragazzino di diciotto anni: mangio molto ma resto sempre magro, inoltre anche l’altezza non mi aiutava, essendo piuttosto basso. L’unico tratto apprezzabile sono i miei occhi, di un colore verde prato.
Mi trovo perfettamente a mio agio con il mio fisico, ma odio che qualcuno ci faccia battute sopra, qualcosa che Bane sapeva bene, così come era ben conscio della mia incapacità di ribattere (privo dell’appoggio genitoriale e con un curriculum abbastanza scarno, dovevo mantenermi stretto il lavoro, soprattutto se non volevo perdere l’appartamento ed iniziare a vivere per strada).
Restando impassibile aspettai, curioso di sapere perché mi dovesse infastidire di prima mattina.
“Bene bene, ottimo autocontrollo come sempre vedo!” disse sghignazzando. “Ascoltami bene perché non voglio ripetermi. Si è liberato il posto di segretario, la ragazzina che avevo prima ha deciso di licenziarsi. Sappiamo benissimo che tra noi non scorre buon sangue, ma conosco bene e apprezzo le tue abilità lavorative, dunque ho deciso di offrirti la possibilità di assumerlo.”
Io rimasi a bocca aperta, l’offerta era decisamente allettante. Pur odiando profondamente quell’uomo, la nuova carica mi avrebbe assicurato una vita più sicura.
Quasi leggendomi la mente Bane disse:
“Ovviamente il tuo stipendio aumenterà sensibilmente, riceverai quasi il doppio del tuo attuale salario. So che è una situazione difficile e per questo posso voglio lasciarti tutta la giornata per rifletterci, domani mi darai una risposta. Puoi andare.”
Uscito dall’ufficio mi incamminai verso il mio cubicolo come stordito, non riuscivo a credere alla discussione appena finita.
Il resto della mattinata passò quasi senza che me ne accorgessi, perso nei miei pensieri: avevo bisogno del denaro extra, ma la continua compagnia di Bane era un problema.
Improvvisamente alzai gli occhi e notai che gli uffici erano quasi completamente vuoti. Capii stupito che era arrivata l’ora di pranzo; mi alzai accorgendomi di essere davvero affamato.
Scesi al bar, senza sorprendermi di trovare tutti i tavoli pieni, avrei dovuto mangiare in ufficio: “Fantastico” mormorai.
“Se vuoi ti puoi sedere con noi, i miei amici hanno tenuto alcuni posti liberi al tavolo” sentii da dietro di me. Mi voltai e vidi la persona che mi aveva appena salvato da un pranzo penoso: sempre alto e sorridente Samuel mi salutò.
Non sembrava stanco nonostante il lavoro al reparto della contabilità non fosse mai facile. Sorrisi timidamente e ringraziai “Grazie Sam, mi hai appena salvato da un pranzo solitario in ufficio”
“Tranquillo, spero soltanto che non ti sentirai a disagio tra noi giganti” non sapendo bene cosa dire gli sorrisi di nuovo. Samuel era una delle poche persone con cui avevo iniziato a chiacchierare a lavoro; avevo sempre evitato qualsiasi tipo di contatto temendo le reazioni degli altri: nonostante non avessi mai apertamente divulgato la mia omosessualità temevo che comunque qualcuno la potesse notare e iniziasse a causarmi problemi. Questo era uno dei tanti motivi per cui in ufficio andavo con i piedi di piombo. Il gigante al mio fianco era però un eccezione: aveva mostrato immediatamente simpatia nei miei confronti, senza che ne sapessi bene il motivo, e da allora non aveva mai smesso di parlare. Nonostante sapesse della mia antipatia verso le battute sul mio fisico, non sembrava preoccuparsene, e anzi era una delle poche persone che poteva prendermi in giro senza che mi facesse arrabbiare… non troppo almeno.
Forse c’entrava il fatto che mi abbagliava ad ogni nostro incontro: alto e muscoloso, riusciva a non far pesare il suo fisico facendoti sentire a tuo agio; nonostante il viso fosse abbastanza comune, nel momento in cui sorrideva cambiava completamente illuminandosi di una luce nuova, che faceva risplendere i suoi occhi castani.
Pur avendolo notato dal mio primo giorno di lavoro, per le mie paure mi ero sempre limitato a guardarlo da lontano; dopo averlo conosciuto meglio poi, nel timore di perdere la sua amicizia, avevo fatto di tutto per nascondere le mie preferenze.
Ero abbastanza sicuro di essere riuscito a non farlo notare, ma penso che qualcosa avesse capito: inizialmente mi aveva sempre proposto di conoscere qualche sua amica, ma da qualche tempo aveva smesso, dopo aver visto il mio rossore nel rifiutare le sue proposte. Nonostante tutto però non aveva cambiato atteggiamento nei miei confronti restando sempre molto espansivo, non aveva mai chiesto spiegazioni, e io non avevo osato parlarne, ma per ora tutto sembrava andare bene.
Dopo avermi aspettato durante l’ordinazione, e preso il vassoio, ci dirigemmo verso il suo tavolo; in quel momento capii che Sam non aveva esagerato parlando di giganti: erano tutti sopra il metro e novanta di altezza. Parlandogli senza farmi notare chiesi “ Per caso prendete tutti gli stessi anabolizzanti? Potresti vendermene qualcuno se te ne sono rimasti.”
E lui ridendo:  “Mi dispiace ma li abbiamo finiti, se vuoi però li posso riordinare.” “ Perfetto, però voglio lo sconto.”
Prendendo il coraggio a due mani e scartando perché ormai impossibile l’idea della fuga rapida mi sedetti. Immediatamente tutti gli sguardi si spostarono su di me, arrossii violentemente e ripresi in considerazione l’idea della fuga. Sam allora, sedutosi, ridendo richiamò all’ordine i suoi amici
“Su ragazzi, non fissatelo così! Lui è Matt, forse lo avete già incontrato, lavora su agli uffici.” Mormorato un ciao quasi inudibile mi concentrai sul piatto, cercando di non pensare agli sguardi che sentivo ancora addosso. A poco a poco i ragazzi sembrarono riprendersi e dopo avermi salutato con un sorriso ripresero la conversazione “Hai sentito che Pitt del quinto piano è stato licenziato?” “si mi hanno detto che…” le voci andarono dissolvendosi, man mano che la mia attenzione scivolava via.
Passata circa mezz’ora mi alzai da tavola con il vassoio vuoto. I ragazzi mi guardarono in maniera strana (finora non avevo parlato, forse mi era stata fatta anche qualche domanda, ma non ne ero molto sicuro). Sam come se niente fosse sorrise, ormai abituato ai miei momenti di silenzio.
Un poco imbarazzato salutai tutti “grazie per la compagnia ma adesso devo tornare a lavoro, è stato un piacere conoscervi”. Mi diressi verso la spazzatura per buttare i resti e appoggiare il vassoio, quando sentii una presenza estranea , decisamente troppo forte per appartenere a chiunque in quell’edificio. Alzai gli occhi temendo di scoprire chi fosse. Rimasi molto sorpreso nel trovarmi di fronte Dan, cavaliere personale di re Oberon, sicario di fiducia di mio padre.
Evitando di far trasparire la mia ansia sorrisi educatamente, e senza staccargli gli occhi di dosso cercai di allontanarmi sperando che la folla lo trattenesse dall’agire. Pronto ad aspettarmi qualsiasi cosa, rimasi decisamente sorpreso quando sorridendo mi chiamò ad alta voce dall’altra parte della sala “Hey, è da molto tempo che non ci vediamo, posso parlarti un attimo?”
Congelato capii immediatamente il motivo di quel comportamento anomali: molti in sala avevano alzato lo sguardo, attirati dalla voce alta; sarebbe apparso sospetto se mi fossi allontanato dopo una cosa del genere.
Con un sorriso teso risposi al saluto, mentre il killer si avvicinava, gli occhi luccicanti di divertimento per la piccola vittoria. “Sai speravo di poterti parlare in privato, è una questione importante.”
Il sorriso vacillò un poco, ma riuscii a rispondere con voce ferma “Certo, vieni” uscendo dalla sala notai lo sguardo preoccupato di Sam, aveva visto la mia reazione e mi fissava chiedendosi se andasse tutto bene. Gli sorrisi per tranquillizzarlo e lo salutai con la mano prima di andarmene.
Scendendo le scale la mia mente iniziò a lavorare a pieno regime, cercando una via d’uscita da quella spinosa situazione. Dan nel tentativo di non farsi sentire dai passanti mormorò “Principe Laon, non dovrebbe cercare una via di fuga, se l’avessi voluto morto, non avrei attirato così la sua attenzione, ma sarei stato molto più silenzioso. Certo sono rimasto molto sorpreso di scoprire i suoi poteri sigillati, così è praticamente inerme.” 1
Io immediatamente risposi “se non lo avessi fatto, mi avreste trovato molto prima, sbaglio?” “Vero, però così è alla mia mercé.”  Nel tentativo di nascondere la tensione risi, nel portarlo verso il mio cubicolo, mi girai affrontando il suo sguardo di ghiaccio “Vedi Dan, temo che tu mi stia sottovalutando, volendo potrei sciogliere il sigillo, ucciderti, e scappare prima che mi possano rintracciare.” Dalla tranquillità negli occhi dell’uomo capii che la minaccia non aveva avuto effetto quindi sospirai e continuai a camminare.
Non teme il mio potere, e questo è un male, ma non credo che sia riuscito ad uguagliarmi anche se è passato un po’ di tempo; se fosse diventato così potente, ad una distanza simile lo avrei avvertito anche con i miei poteri sigillati pensai.
Liberare i miei poteri avrebbe richiesto tempo, e anche se ci fossi riuscito l’intera guardia reale mi avrebbe immediatamente individuato; non avevo confidenza sufficiente a credere che sarei riuscito a battere il signore del fuoco prima del loro arrivo.
 Non avevo altra scelta, perciò iniziai a sciogliere il sigillo sperando che non se ne accorgesse. Purtroppo però fu tutto vano, infatti resosi conto delle miei azioni alzò immediatamente le mani, cercando di tranquillizzarmi
“Un momento, non sono venuto per combattere, inoltre vorrei tornare a casa tutto d’un pezzo! Per oggi sono solo un messaggero.” Rivolgendogli un sguardo sospettoso, indeciso se credergli o meno, pensai velocemente: Se dice la verità potrò evitare lo scontro, inoltre dato che lui è l’unico che si è presentato presumo che sia stato il primo a scoprirmi e abbia informato immediatamente mio padre; mi è difficile credere che avrebbe mandato solo lui in caso contrario. Se invece deve uccidermi in maniera discreta, devo tenerlo sempre davanti agli occhi, per cercare di anticiparlo.
“Grazie per avermi creduto” disse, un poco più rilassato dopo che mi sentì sospirare “Le reco un messaggio di sua maestà il re, gli chiede di tornare immediatamente.” “Non ci penso nemmeno” lo interruppi alzando la voce; immediatamente vidi numerose teste girarsi dalla mia parte, quindi abbassai il tono e ripresi “mi ci sono voluti anni per riuscire a scappare da quel posto, non ho certo intenzione di tornarci adesso per continuare a combattere.”
Vidi la frustrazione nel volto del cavaliere, che infine si decise a parlare “Il re mi aveva chiesto di non parlarne, ma temo di non avere scelta; mi duole informarla mio principe che la regina Amelia ha ormai poco da vivere. Il re desiderava che lei tornasse per vederla un’ultima volta. Inoltre se dopo le esequie volesse comunque andarsene, il re ha acconsentito ha lasciarla tornare qui.”
A quelle parole mi irrigidii. Non riuscendo a chiedere altro chiesi con voce debole “Quanto le manca?” “Poco mio principe” rispose lui “da settimane la cerchiamo con grande intensità poiché la regina spera di rivederla un ultima volta prima di tornare all’Infinito2.”
Nel sentirlo non riuscii a trattenere un sorriso di disprezzo “l’Infinito è una favola per sciocchi che non accettano la verità. Dopo la morte resta solo polvere.”
“Mio principe..” tentò il cavaliere ma lo interruppi immediatamente
“Silenzio, mi sono stancato di sentirti parlare, comunica a mia madre che pur desiderando tornare, non mi farò nuovamente incatenare da quell’uomo. Dille che accenderò una candela per lei. E ora vattene, interrompi immediatamente qualsiasi ricerca, altrimenti affronterò il rischio di farmi catturare e vi ucciderò tutti.”
Vidi la sconfitta nello sguardo di Dan, che inchinando leggermente il capo si allontanò, probabilmente cercando un luogo tranquillo dove saltare verso l’altro piano3. Non appena sparì dalla vista, una singola lacrima mi sfuggì.
Decisi di tornare a casa, anche restando in ufficio non sarei stato di nessun aiuto. Quando chiesi il permesso Bane mi guardò confuso, ma non si lamentò molto. Probabilmente pensava che fossi ancora preoccupato per la sua offerta, quanto si sbagliava.
Decisi di farmi il viaggio in taxi piuttosto che in metropolitana, in questo momento volevo stare tranquillo, e rimanere schiacciato tra decine di persone non mi avrebbe aiutato. Entrai in casa deciso a dimenticare la giornata trascorsa. Appeso il giubbotto chiamai il mio coinquilino, senza ricevere risposta. Preoccupato iniziai a cercarlo per la casa, a quell’ora sarebbe già dovuto essere tornato, e maldestro com’era non osavo immaginare cosa potesse essere successo. Bussai alla sua camera, e quando non ricevetti risposta l’aprii. Sospirai di sollievo, si era addormentato guardando la televisione. Mi allontanai piano; sapevo che odiava essere svegliato.
Mi diressi subito in cucina pensando di preparare un buon dolce, sperando di distrarmi un po’. Quasi a metà della preparazione sentii dei passi in soggiorno, e dissi “Andy sono in cucina! Ma è possibile che tu stia sempre dormendo? Mi devi ancora raccontare come è andata con Jill. Sai credo che avrebbe bisogno dei consigli di un amico gay, il suo gusto nel vestire lascia un po’ a desiderare. Se vuoi ci penso io!” Dissi ridendo, Andy era a conoscenza dei miei orientamenti, ma non sembrava farne un problema, anzi riusciva sempre a  trovarne un motivo per scherzare.
Mi voltai verso l’entrata con un sorriso, ma mi raggelai nel vedere chi era arrivato: mio fratello il principe, secondo in linea di successione “Vedo che non hai ancora rinunciato ai tuoi orribili gusti” disse con disprezzo.
Presi immediatamente dei coltelli da cucina, pronto a dare battaglia; speravo che il combattimento mi avrebbe permesso di rimuovere il sigillo abbastanza velocemente. Immediatamente nelle mani di mio fratello comparve una spada “Calma fratello non c’è bisogno di essere precipitosi, voglio solo parlare, inoltre se ti ferissi la mamma ne soffrirebbe.” “Parole grosse fratellino, sbaglio o hai sempre perso contro il tuo disgustoso fratello?” dissi con ironia, facendolo arrabbiare; il solo pensiero che avesse sempre perso contro qualcuno che lui considerava un depravato lo faceva arrabbiare, troppo conservatore per poter accettare un omosessuale come parente, e soprattutto come principe ereditario.
Intanto pensavo preoccupato ad una via di fuga per me e Andy; capii anche il motivo del pisolino pomeridiano, Mikhael era sempre stato bravo nelle magie che influenzano il corpo, più di una volta avevo dovuto liberare i servitori vittime dei suoi incantesimi paralizzanti, o peggio. Intanto il giovane sembrò riprendere il suo contegno e disse “Vedi fratello, la differenza che ricordi tra noi due è ormai scomparsa, mentre ti nascondevi in questo stupido mondo, io ho affinato le mie tecniche. Se ti supererò tutti si dimenticheranno di te e diventerò principe ereditario. In questo modo il popolo potrà vantare il proprio re, invece di doversene vergognare.”
“Sai, generalmente si ritiene che la forte omofobia, può essere sintomo di omosessualità repressa. Vuoi per caso confessare qualcosa al tuo fratellone?” dissi con ironia. Ero ben conscio del fatto che simili parole lo avrebbero fatto diventare furente, ma sinceramente ero stanco del suo continuo giudicare. Da quando ero stato scoperto in compagnia di un ragazzo qualche anno prima, ero stato al centro di continue offese. Nonostante tutti trattassero questo fatto come un piccolo sporco segreto, il mio caro fratellino non aveva mai perso occasione per aggredirmi.
Vidi il suo viso diventare rosso dall’ira e all’urlo “come osi!” alzò la spada come se mi volesse attaccare. Io mi preparai a ricevere il colpo, ma allo stesso tempo incontravo molte difficoltà: il mana si faceva sempre più denso e senza i miei poteri mi avrebbe presto soffocato. Per distrarlo cercai di attirare la sua attenzione parlando d’altro “Dimmi, perché sei venuto a cercarmi? Pensavo che senza di me ti saresti divertito di più, e non ti saresti dovuto più preoccupare di quella vergogna di fratello.”
“Vero, questi pochi anni senza di te sono stati magnifici, ma in questi giorni la mamma chiede costantemente di te. Non sopporto che soffra, quindi verrai con me, volente o nolente.” Rispose l’altro aggrottando le sopracciglia, probabilmente cercando di calmarsi per tener fede al suo obbiettivo.
 Io sospirai, sapevo che sarebbe successo: Mikhael era sempre stato particolarmente attaccato alla mamma, e aveva sempre cercato di soddisfare ogni sua richiesta. “Non tornerò, mi dispiace, ma come ho già detto a Dan non rinuncerò alla mia libertà.” “Non mi lasci scelta fratello.” Mikhael alzò la spada, mentre il suo mana si intensificava. Immediatamente presi la carta imperiale, e bloccai l’incantesimo che si apprestava a lanciare.4
Stetti ben attento ad assimilare il mana appena rilasciato, non volevo certo ucciderlo; mi dava fastidio, ma non fino a questo punto
 “Cosa mi hai fatto? Perché non sento più il mio mana?” chiese impaurito, forse temendo per il suo corpo. “Calma non ti succederà niente, ti ho solo bloccato per un po’, a breve permetterò nuovamente al tuo mana di fluire, così da permetterti di saltare” dissi.
Finalmente tranquillo potei osservare più attentamente il volto di mio fratello. I capelli biondo cenere adesso erano più lunghi, e legati da una fascia di cuoio, differentemente dai miei, non più così lunghi. Inoltre sembrava aver preso qualche centimetro in più rispetto all’ultima volta che lo avevo visto. Ormai non saremmo potuti essere più diversi; l’unica elemento in comune erano gli occhi, uguali a quelli di nostra madre; per il resto saremmo potuti essere degli estranei.
“Sai fratellino sei cresciuto parecchio rispetto a come ti ricordavo.” “Disgustoso, non guardarmi con quegli occhi, non sono interessato alle tue perversioni; ora preferirei andarmene, quindi libera il mio mana.” Contento che si fosse arreso così velocemente lo liberai; ma con mio disappunto non si mosse di un centimetro. “La mamma mi ha chiesto di darti questa. Anche se non ne avevo parlato, sapeva che sarei venuto a prenderti.” Non appena finì di parlare svanì immediatamente.
Per terra, dove prima si trovava il giovane c’era una lettera; pur sapendo a chi apparteneva dovette aspettare, dovevo prima controllare che Andy stesse bene.
Entrato in camera notai che stava ancora dormendo, tranquillizzato chiusi la porta e tornai giù. In cucina mi accorsi che c’era un disastro data la mia interrotta preparazione del dolce, quindi misi tutto apposto e mi sedetti per leggere la lettera.
“Caro Laon, spero che tu stia bene. Sono passati alcuni anni dall’ultima volta che ti ho visto, e sempre più spesso mi sono ritrovata a riflettere su particolari sciocchi: i tuoi capelli sono ancora lunghi? Hai cambiato il loro colore? Se cresciuto un pochino? Ricordo ancora che da piccolo controllavi ogni giorno nella speranza di crescere in fretta; ma soprattutto hai trovato un bel ragazzo? Sai bene che deve essere carino, devo rifarmi gli occhi anche io dopotutto!!”
A questo punto non potei fare a meno di ridere, la mamma era stata una delle poche che aveva saputo di me fin dall’inizio e mi aveva appoggiato apertamente dopo che la notizia si era diffusa; credeva fermamente nel fatto che mi dovessi scegliere un ragazzo bello così che lei lo potesse ammirare. Ancora ridendo ripresi a leggere.
“Ma sto divagando, sai bene perché ti scrivo, da quanto ho capito Dan te ne ha già parlato, ma ho saputo del tuo ritrovamento e della sua partenza solo dopo il suo salto. Ti conosco bene e sapevo che non avresti acconsentito a seguirlo. Allo stesso modo conosco tuo fratello, ero certo che dopo il fallimento di Dan sarebbe saltato lui stesso per portarti indietro, siete troppo prevedibili. Proprio perché ti conosco ho inoltre impedito che venisse mandato qualcun altro dopo Dan. Voglio che tu decida da solo cosa fare, ma prima ti voglio informare di alcune cose. Come avrai capito, ora che sei stato trovato non riuscirai ad evitarli tanto facilmente, sono riuscita ad impedire che mandassero un intero squadrone per il tuo recupero, ma è stato molto difficile. Ormai hai di fronte due scelte: scappare o tornare a casa. Se resti, quelli vicini a te saranno in pericolo. Nel caso in cui decidessi di tornare a casa stai attento, dopo la tua fuga molti nobili hanno deciso di appoggiare tuo fratello, perché credono che sarà un monarca più facilmente manovrabile. Nonostante ti conosca così bene, mi chiedo che decisione prenderai; sappi solo che qualunque essa sia io e tua sorella ti appoggeremo e ti vorremo sempre bene. Riguardo a tua sorella non era a palazzo quindi non ti ha potuto scrivere nemmeno una riga, in compenso ho trovato una sua immagine recente, spero che ti faccia piacere. Con affetto infinito. Tua madre”
Cercando nella busta effettivamente trovai una delle immagini che nel mio mondo avevano la stessa funzione delle foto, nonostante fossero molto più vivide di queste ultime grazie agli incantesimi. Il colore dei fiori sullo sfondo, esaltava fortemente la sua figura; i riccioli cadevano mollemente sui fianchi, e creavano dei riflessi ramati sui vestiti. Come al solito un sorriso ironico aleggiava sulle sue labbra, accompagnato dalla luce divertita degli occhi color smeraldo.
Iniziai a riflettere sulle possibilità che la mamma mi aveva posto davanti: tornare a casa significava stare sotto continuo attacco, nonostante la maggior parte dei nobili non destasse particolare preoccupazione, un attacco in massa sarebbe stato troppo persino per me. Riflettei a lungo, ma capii che vi era un'unica scelta possibile.
L’indomani Andy si alzò al suono della sveglia, era un poco indolenzito, forse perché aveva dormito vestito di tutto punto. “Matt” chiamò ancora mezzo addormentato “mi hai lasciato un po’ di caffe?” entrato in cucina rimase sorpreso di trovarla vuota, l’unica cosa fuori posto era un biglietto sul tavolo.
Mi dispiace di essermene andato così velocemente, mio madre sta male quindi sono dovuto partire immediatamente, i soldi per il prossimo mese sono sotto il materasso in camera mia. Appena possibile ti chiamerò. Matt
Finalmente arrivai fuori città, il viaggio in pullman sembrava essere durato un eternità. Ero dovuto andare in campagna perché solo con la tranquillità e la solitudine avrei potuto spezzare il sigillo, in caso contrario anche chi non aveva alcun potere si sarebbe potuto accorgere di qualcosa. Mi sedetti per terra, appoggiando schiena ad un albero del boschetto che avevo trovato dopo poco. Con molta calma iniziai ad aprire le varie serrature del mio sigillo. Dopo un po’ di tempo iniziai a sentire nuovamente il flusso del mana che scorreva in me. Era inebriante sentire un tale potere dopo gli anni in cui era stato soppresso al minimo, così che non sviluppassi problemi di salute, ma allo stesso tempo non potessi essere trovato.
Quando due anni prima avevo deciso di bloccare i miei poteri pensavo che sarebbe stato per sempre, e sentirlo nuovamente forte in me mi riportò le lacrime agli occhi. Saltai, pensando alla mia camera, sicuro che fosse vuota (molto tempo prima avevo intessuto le sue pareti con un incantesimo che mi permetteva di sapere se c’era qualcuno dentro). Ricomparvi nella stanza che per vent’anni mi aveva ospitato; subito abbassai il livello del mana, non volendo farmi scoprire da qualcuno e detti un’occhiata intorno. Non sembrava cambiato nulla, tutto era ancora al proprio posto come se non me ne fossi mai andato. Sentendo il profumo di Dawn per tutta la stanza, capii che la mia sorellina mi aveva aspettato, proprio come mi aveva detto.


Note dell’Autore
1: Da quando Laon si trova sulla Terra, per potersi nascondere dalle guardie reali ha dovuto sigillare i suoi poteri. Attraverso il sigillo, il mana che scorre nel corpo di ogni Homo Arcanus (la razza a cui appartengono Laon e Dan) e che permette di lanciare incantesimi viene nascosto. Più precisamente viene fatto in modo che nel corpo ne possa circolare soltanto una minima parte necessaria al corretto funzionamento degli organi. Il mana in eccesso viene solitamente espulso dal corpo, e in breve tempo si mescola al mana presente nell’atmosfera. Sulla terra dove la densità di mana è minima esso tende a svanire in poco tempo una volta espulso.
2: Sul Piano (luogo di provenienza di Laon e Dan) vi è una diffusa convinzione che dopo la morte, lo spirito e il mana dei defunti raggiunga un piano superiore dove possono ricongiungersi al flusso originario dal quale provengono. Questo flusso viene appunto definito Infinito.
3: Il salto è una forma di incantesimo che solo alcune persone sul piano possono lanciare, in quanto legata al sangue. Esso permette di trasferirsi dalla Terra al Piano. È una forma di magia superiore rispetto al trasporto, che permette esclusivamente di muoversi tra luoghi diversi del Piano. Non tutti possono lanciarlo in quanto è una forma di magia antica, creata  all’epoca della divisione del Pano e della Terra, dalle famiglie nobili del tempo. Chi è in grado di utilizzarlo è un discendente di coloro che la crearono milioni di anni fa.
4: Sul piano esistono luoghi antichissimi contenenti resti dell’antica civiltà magica andata distrutta milioni di anni fa, all’epoca della grande divisione. In quel periodo la civiltà magica, al culmine della sua potenza era lacerata da una guerra interna che sconvolgeva l’intero mondo. Col tempo si creò una divisione: alcuni ritenevano che la magia fosse la causa di tutto, perciò decisero di creare un grande incantesimo che divise il mondo in due piani differenti. Le persone che decisero di abbandonare la magia rimasero sulla Terra, i loro poteri sigillati per sempre dall’incantesimo, portando col tempo alla nascita della razza Homo Sapiens Sapiens. Gli Homini Arcani invece, ancora dotati di magia, continuarono a lottare tra di loro, causando la rovina dell’intero Piano e facendo regredire la civiltà a livelli infimi. La carta imperiale è un artefatto che Laon ha rinvenuto in una di queste rovine. Ha una forma simile ad una carta da gioco, sul dorso vi sono alcune scritte in una lingua morta del Piano. Il nome gli è stato dato dal giovane dopo aver scoperto che veniva usata dai sovrani di un tempo per punire i subordinati. Essa impedisce al mana di condensarsi in ogni forma di incantesimo, rendendo così temporaneamente impotente l’incantatore. Se utilizzata allo scopo di ferire può portare alla morte del nemico, infatti una volta che il mana viene liberato, non avendo un canale di sfogo tende a ritornare alla sua fonte d’origine: l’incantatore stesso; ciò può portare ad un sovraccarico nel corpo e dunque alla morte. Per funzionare però necessita di una grande quantità di mana. In questi anni di fuga la fonte è stato Laon stesso: la carta attinge al mana in eccesso che viene liberato da Laon attraverso il sigillo.

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