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Autore: Erina91    02/02/2014    4 recensioni
Si stava avvicinando con la sua camminata sensuale al loro tavolo da Poker, la vide chinare lentamente la testa e posare i suoi occhi provocatrici e accattivanti sui suoi, scrutandolo con intensità, per poi indugiare sul resto dei giocatori e chiedere:
-potrei unirvi a voi al prossimo giro?-
L'uomo sconosciuto, sulla quarantina, sorrise malizioso:
-ma certo, signorina, può prendere pure il mio posto. Questo è il mio ultimo giro!-
-la ringrazio molto!- rispose lei, con la sua calda voce.
Lui continuava a fissarla in modo insistente, ma lei non sembrava dare molto peso al suo sguardo.
Era rimasto colpito da quella ragazza fin dalla prima volta che l'aveva vista: sfuggente e affascinante, in qualche modo misteriosa, e i suoi "occhi da gatta" lo avevano incatenato subito.
Comunque, lui aveva un caso da risolvere e non poteva farsi sollazzare da una donna che nemmeno conosceva...
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karin, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Karin, Shikamaru/Ino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Ciao a tutti ragazzi!! ecco il capitolo di febbraio!^^ ho trovato un pochino di tempo per pubblicarlo. Spero vi piaccia!
Ringrazio tanto Kushina Namikaze, Auron, Lita e Tappe per le recensioni!! Grazie davvero! *-*
E ringrazio tanto anche chi mi ha aggiunto agli autori preferiti. E anche chi ha messo la mia storia tra le seguite e le preferite! *-*
Vi avviso che anche questo capitolo fa un po' di introduzione, sebbene presento già alcuni personaggi... (non tutti, però eh, ce ne sono altri...).
Inoltre_prima di postare il capitolo_per darvi un'immagine più chiara della struttura della "Celebrity Eclipse" vi posto come me la sono immaginata prendendo esempio da alcune navi ma regalandole un spunto tutto mio (i nomi dei locali sono inventati da me (non l'ho dato a tutti il nome, ma solo a quelli che "diciamo" avranno rilevanza per il "tema" principale della fanfic...):

Struttura della nave
1°ponte: Hall, 14 ascensori, un paio di bar.
Accesso alla piscina e al bar-gelateria della piscina. Panificio e pizzeria all'aperto.
2° ponte: cabine interne; dalla num. 1 alla 200
3° ponte: cabine interne; dalla num. 201 alla 300
4° ponte: birreria “Fiamma”, American Bar “Genesi”.
5° ponte: Caffetteria italiana, pasticceria francese, sala da thé Giapponese, sala da thé inglese, cioccolateria, cinema, piccolo centro commerciale “Azaleo”.
6° ponte: pub, discoteca “Tornado”, Nightclub.
7° ponte: InternetPoint, centro benessere, palestra, biblioteca, ludoteca, lavanderia.
8° ponte: cabine vista mare, camere normali; dalla num. 301 alla 466
9° ponte: Cabine vista mare, cabine normali; dalla num. 467 alla 574
10° ponte: Camere con balcone sul mare, cabine normali; dalla num. 575 alla 658
11° ponte: Camere con balcone sul mare, cabine normali; dalla num. 659 alla 772
12° ponte: Camere con balcone sul mare, cabine normali; dalla num 773 alla 840
13° Ponte: Ristorante cucina internazionale. Ristoranti etnici (giapponese, cinese)
Ristorante colazione internazionale, enoteca, ristorante vegetariano, pizzeria, panificio.
14° ponte: Teatro, bar, boutique e un altro punto shopping, libreria, Salone di bellezza
15° ponte: Casinò “Royal”, sala giochi videogame“Inox”, Piano bar, Apertiv Bar e American Bar.
16° ponte: Camere con balcone sul mare, cabine normali; dalla num. 841 alla 976
17° Ponte: Suites; dalla num. 977 alla 1020


-Scusate! xD dovevo farlo, perché in seguito (non vi dico il motivo :P...) servirà per il "tema" di base della storia; visto che ci sarà, appunto, un caso da risolvere! ;D
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!!

Incontri disastrosi... o forse no?

Naruto Uzumaki si trovava assieme a sua cugina davanti alla “Celebrity Eclipse” ad aspettare che controllassero i loro documenti e li facessero imbarcare.
All'inizio era stato parecchio restio ad accettare l'offerta di Karin, ma alla fine aveva ceduto.
Era convinto che quel viaggio in Crociera gli avrebbe riservato sorprese inaspettate; era sempre stato un tipo positivo e allegro, e qualsiasi proposta interessante l'accettava con piacere. Faceva amicizia con semplicità ed era difficile che un soggetto gli stesse particolarmente antipatico: rispettava i lati positivi e negativi di tutti, perché lui per primo era consapevole di averli e gradiva essere accettato per come era.
Non aveva una vasta lista di amicizie, ma quelle poche che aveva erano sicuramente dei legami sinceri.
Un suo grande amico era Kiba Inuzuka, vecchio amico dell'università e adesso fidato collega di lavoro; poi c'era Tenten, la migliore amica di Karin, fin dall'inizio avevano stretto subito un bel rapporto e infine c'era Karin, sua cugina: erano cresciuti praticamente insieme, dato che la madre di Karin, sua zia, era morta quando lei era molto piccola e il padre della ragazza era spesso fuori per lavoro: per questo lei veniva accudita e curata soprattutto dai suoi genitori, Minato e Kushina.
Karin gli aveva rivelato, una volta, di sentirsi quasi più legata agli zii che al suo stesso padre.
Naruto la conosceva bene e non poteva negare che fosse una persona molto in gamba oltre che estremamente bella.
Karin aveva un carattere difficile, spesso scontroso e scostante, ma anche solitario e capriccioso: questo dipendeva più che altro dal poco amore che aveva ricevuto da parte dei suoi genitori. Se ci fosse stata almeno sua zia, a quest'ora Karin non farebbe così fatica a stringere rapporti sociali o a fidarsi delle persone.
Era una ragazza molto orgogliosa e cercava di nascondere le sue debolezze dietro un'apparente arroganza e schiettezza.
Non si ricordava l'ultima volta che l'aveva vista piangere, perché quando era triste o depressa ricacciava le lacrime dentro e sfogava la frustrazione con atteggiamenti apparentemente inflessibili, come a volersi rimproverare lei stessa per essersi fatta prendere dall'amarezza.
Anche le relazioni sentimentali in cui era stata coinvolta non erano delle migliori, perché spesso finiva per mettersi con dei delinquenti che stavano con lei solo per farci sesso o per la sua inconfondibile bellezza: snella, dai lineamenti proporzionati e fini, ciocche scarlatte e lisce, e due profondi occhi magnetici. Saltava all'occhio, insomma, e per questo i ragazzi si erano sempre approfittati di lei, ma venivano puntualmente scaricati dalla ragazza quando eccedevano in spregevoli comportamenti.
Lui, personalmente, riteneva di conoscerla molto bene e forse_presuntuosamente_credeva di comprenderla meglio di chiunque altro.
Certo... non che le sue relazioni fossero state tanto migliori di quelle di Karin, ma questo non perché si cercava delle “cattive ragazze”; diciamo che con nessuna aveva trovato la sintonia e la pace interiore di cui necessitava.
Tra i pensieri, non si era neanche accorto che erano saliti sulla nave.
-incredibile...- fu la sua esclamazione quando arrivò nella Hall della nave.
Si guardò intorno estasiato: il tema della nave era sicuramente il “fascino” da come era ornata elegantemente.
La hall era immensa e piena di luci che partivano dal blu profondo, al rosso, all'arancione acceso. Gli ascensori scorrevano su e giù per i diciassette ponti, erano vetrati e illuminati dalle stesse luci che si alternavano ritmicamente, e infatti era possibile contare la quantità di persone al loro interno.
Nel salone della Hall c'erano diverse colonne sparse e vari divanetti e poltrone dal tessuto rosso e blu, con cuscini bianchi a palline rosse.
C'erano di diverse forme, a bracciolo, a cuore o a cilindro. In molti punti si estendevano dei tappeti con riportate sopra delle figure astratte e artistiche; al centro si ergeva il lungo bancone della reception illuminato anch'esso da luci gialle e bianche che ne esaltavano il marmo.
Le pareti erano arredate da pannelli, quadri e fotografie ufficiali di personaggi molto conosciuti: Marilyn Monroe era decisamente colei che spiccava di più, ma c'erano anche Audrey Hepburn, Elvis Presley: erano le personificazioni più esplicite dell'idea del “fascino”.
Poi vi erano quadri artistici che raffiguravano delle labbra rosse e carnose, o iridi con ciglia nere e allungate che saltavano all'occhio per la sensualità che esprimevano.
Il tutto era completato da una lucentezza omogenea e accecante, quasi fantasiosa.
Naruto, dopo essersi guardato intorno ancora meravigliato, adocchiò due receptionist e si mise in coda per prendere la tessera della cabina prenotata da loro.
-hai visto che meraviglia, Karin?- chiese tutto eccitato -sembra quasi surreale...-
-già...- concordò lei -te l'avevo detto che mi avresti ringrazio appena saremo saliti sopra!-
-e va beh...- si grattò la nuca impacciato -dettagli...-
-quanto sarai scemo...- commentò lei sconsolata.
-comunque...- cominciò incerto -...Karin non sarebbe il caso andassi avanti tu? Io non so parlare troppo bene l'inglese!- confessò intimorito dalla reazione che poteva avere sua cugina. Quest'ultima sbuffò seccata.
-spostati, impiastro...- lo invitò -vado avanti io...-
Detto questo, Karin si portò un passo avanti a lui.


                                                                                            ****************

Sasuke e Suigetsu avevano appena raggiunto la loro cabina, che pareva più un appartamento per la grandezza e l'ampiezza che la caratterizzava: era una camera con balcone sul mare, sui piani del decimo ponte.
La grande stanza era in moquette rossa e possedeva una lunga scrivania in mogano chiaro, due letti a una piazza e mezza separati da un vasto corridoio.
Entrambi i letti avevano un bordo beige in pelle, con un materasso abbastanza rialzato e coperto da un piumino bianco leggero ornato da spirali che si incastravano insieme dai colori sempre rossi e blu, con tripli cuscini: uno più piccolo, uno più grande e morbido e un altro più duro, a scelta secondo la comodità del cliente.
Il tutto con delle tende di lino bianco che facevano da tettino del letto.
Affisso al muro, sopra al letto, si estendeva un quadro astratto che riprendeva i colori del piumino.
Due comodini, sempre in mogano chiaro, ai lati di ambedue i letti.
I due spazi letto erano appunto divisi da un ingresso che faceva da “salottino”, riempito da un divano a tre posti, in pelle beige_che riprendeva i bordi dei letti_e un televisore satellitare grande e a schermo piatto. La cassaforte, l'immenso guardaroba e un piccolo frigo bar a colmare tutto.
In fondo si trovava una porta finestra con delle tende di lino che portavano al balcone sul mare.
Il bagno invece, era uno solo, ma era così grande che faceva per due: aveva una vasca idromassaggio larga e spaziosa, dall'idea confortevole.
L'arredo era tutto in marmo bianco e grigio, illuminato dalle luci che non facevano altro che risaltarne il materiale.
-niente male, eh!- commento Suigetsu -ho fatto proprio bene ad imbucarmi! Tuo fratello è stato proprio gentilissimo a darmi questa possibilità...- continuò ironico e soddisfatto.
-diciamo che lo hai un po' costretto...- lo ammonì l'altro.
-ne è la valsa la pena, comunque!- ignorò deliberatamente il suo commento irritato.
Sasuke decise di mettere fine a quell'inutile dibattito, tanto ormai era andata come era andata e non poteva farci nulla: il suo compito sarebbe stato quello di controllare che non si immischiasse troppo nei suoi affari di lavoro.
La loro camera era la 581 e si trovava praticamente tra i ponti centrali della nave.
-poi ci sono diverse ragazze stuzzicanti!- proseguiva Suigetsu ghignando -tu per caso ne hai vista qualcuna interessante, Sasuke?- chiese.
-non sono qui per rimorchiare ragazze, Suigetsu, bensì per lavoro. È bene che tu te lo metta in testa!- ribatté.
-certo...- sussurrò l'altro -come vuoi...-
Aveva dato un'altra occhiata alla foto di Deidara Onoki che gli aveva passato Itachi: il volto lo conosceva perché a volte l'aveva visto sui giornali giapponesi negli articoli dedicati alla moda, ma da quando era salito sulla “Celebrity Eclipse” non l'aveva ancora incontrato.
Doveva avere il minimo contatto con il suo cliente, perché altrimenti poteva destare sospetti e la sua copertura sarebbe andata in fumo.
Sapeva che l'assassino sarebbe uscito a breve allo scoperto e per questo, le persone che aveva incontrato nel tragitto tra la Hall e il ponte dove si trovava la sua cabina, l'aveva osservate e studiate come meglio poteva.
In ogni caso, l'ora dei pasti, era l'occasione migliore per analizzare tutte le persone attorno al suo cliente e stava aspettando con ansia solo quel momento.


                                                        *******************


Ormai la nave era salpata da un paio d'ore e tra poco sarebbe arrivata l'ora di pranzo.
Karin aveva appurato che il momento migliore per scorgere tra i passeggeri Deidara Onoki era durante l'ora dei pasti.
La nave era parecchio grande e sarebbe stato difficile adocchiarlo subito. Attendeva con ansia il momento più appropriato per scorgere dal vivo il Sig.Onoki nella sala ristorante che era, appunto, la destinazione che un pezzo grosso della società avrebbe preferito per gustarsi un pasto consistente.
Lei e Naruto avevano la cabina al nono ponte, che era la numero 560.
La loro camera era decisamente spaziosa e confortante, c'entravano benissimo in due.
Dopo aver posato e svuotato le valigie nel grandissimo guardaroba a loro disposizione, aveva deciso di farsi un giro al centro benessere e adesso si trovava distesa su un lettino con un asciugamano bianco, a farsi massaggiare la schiena e le gambe da un abile e giovane massaggiatrice.
Il centro benessere si trovava al settimo ponte, assieme alla palestra, la biblioteca, Internet Point e altre luoghi e attività possibilmente tranquille.
Accanto al suo lettino, ce n'era un altro che ospitava una giovane ragazza di più o meno la sua età. Sembrava rilassata e beata.
Era indubbiamente una bellissima ragazza: snella, carnagione nivea, i capelli dorati e probabilmente molto lunghi, erano legati in una crocchia alta e vigorosa.
Karin suppose che stesse sonnecchiando visto che non si muoveva quasi, nonostante la massaggiatrice le scuotesse tutti i muscoli con quel massaggio prorompente.
Ad un attratto, visto che il suo volto era girato di profilo dalla parte del suo lettino, la vide aprire gli occhi turchesi e vivaci e sorriderle gentilmente:
-piacere!- la salutò in tono amichevole -Ino Yamanaka! Mi dispiace non poterti stringere la mano, ma come vedi sono un po' bloccata...- ridacchiò.
-sono nelle tue stesse condizioni...- affermò disinteressata.
-anche tu a goderti un bel messaggio, vedo eh?- le fece un occhiolino.
-già.- rispose atona.
-sei in vacanza con il tuo compagno?-
Karin le lanciò un'occhiata stizzita per quella domanda inappropriata e un “tantino” invadente per i suo gusti.
Ino sembrò notare quel cambio d'umore:
-oh! Mi dispiace, non volevo essere invadente. È solo che ho pensato, visto che siamo entrambe bloccate e incapaci di fare qualsiasi movimento, fosse carino parlare un po'.
In fondo... abbiamo più o meno la stessa età, sbaglio?-
Karin rifletté un attimo e decise che quella ragazza non sembrava poi così male.
-ho 27 anni...- confessò -e mi chiamo Karin Uzumaki...- si strinse in un mezzo sorriso.
-oh! Allora siamo proprio coetanee, io ne ho 28!- sorrise allegra.
-sono in vacanza con mio marito, ci siamo sposati da un anno. Lui in realtà è qui per affari di lavoro dell'azienda con cui collabora.
Comunque, sono venuta con lui perché volevamo anche festeggiare il nostro primo anniversario di matrimonio...-
“Ok... Ino era decisamente una chiassosa chiacchierona” pensò Karin.
Però, tutto sommato, sembrava una tipa simpatica e semplice.
-la sua azienda, dici?- chiese.
-sì, l'azienda di moda “Konohara”! Di sicuro la conosci...-
-sì, direi che la conosco! È tra le più famose aziende di moda del Giappone...-
-esatto! Lui si occupa della gestione amministrativa...- aggiunse.
-capisco...- asserì pensierosa.
Perché alcuni dipendenti dell'azienda “Konohara” si trovavano su una Crociera per affari?
-qualcosa non va?- domandò premurosa, Ino.
-no, niente in particolare...- affermò bonaria.
Poi tornò all'attacco:
-scusa se sono indiscreta. Per quale motivo alcuni dipendenti dell'azienda si trovano su una Crociera per affari e non per farsi semplicemente una vacanza?-
C'era qualcosa di strano in questa storia e voleva arrivare a delle risposte.
-non lo so. Shikamaru non mi racconta spesso del suo lavoro...- rivelò tristemente.
-Shikamaru è tuo marito, giusto?- domandò per avere la certezza.
Ino annuì sorridendo.
-non importa. Era solo per curiosità!- fece vagamente.
-comunque, io ti ho parlato un po' di me; quindi, che ne dici di raccontarmi qualcosa di te?-
Lo sapeva che alla fine le sarebbe toccato parlare, ma le domande che le aveva posto potevano essere utili per il caso e non poteva farne a meno.
-sono in vacanza con mio cugino...-
-siete molto legati, allora, tu e tuo cugino...-
-diciamo che ci “sopportiamo”.- borbottò.
Ino scoppiò a ridere.
-devo dire che sei proprio una tipa simpatica e strana! Mi ha fatto piacere conoscerti...-
Era davvero sincera e si vedeva dalla sua espressione solare e sorridente.
-grazie.- disse solo.
Karin non ringraziava spesso, ma in quel momento le era venuto spontaneo e naturale.
In ogni caso, poteva essere remunerativo per il suo lavoro approfondire la conoscenza con la ragazza che aveva appena incontrato.


                                                          *****************


Naruto, dopo aver svuotato le valigie, si era diretto al quinto ponte attraversando dei corridoi lunghi, illuminati e arredati con le solite sculture e quadri artistici prettamente sullo stile “fascinoso”. Al sesto ponte si trovavano il centro commerciale “Azaleo” con vari negozi di marche estremamente conosciute, il cinema, la cioccolateria, la sala da thè in stile Giapponese; una pasticceria francese e una caffetteria italiana, e tanto altro.
Era entrato nella caffetteria italiana per potersi gustare un bel cappuccino tradizionalmente italiano.
A Tokyo c'erano alcune caffetterie italiane, ma nessuna lo aveva entusiasmato troppo e così aveva tentato con questa caffetteria.
Aveva ordinato al bancone del bar il cappuccino tanto desiderato e nel frattempo si era guardato intorno: il locale sembrava molto sereno e accogliente.
I colori che facevano da arredo erano caldi. Vi erano diversi tavolini a quattro con sedie imbottite di cuscini molti simili a quelli nella Hall: bianchi e a pallini rossi.
Sopra ai tavolini si trovava una lista con tutte le specialità della caffetteria italiana e le pareti erano arredate_come sempre_ con fotografie e quadri particolari: labbra, occhi, ciglia di diverse forme, e figure di cappelli ricamati. Insomma... era una stile semplice e nel contempo riprendeva il fascino della quale l'intera nave era dotata.
Non c'erano tanti clienti, solo qualcuno, ma una in particolare aveva attirato la sua attenzione: era una ragazza seduta ad un tavolo all'angolo, intenta a bere il suo espresso lentamente e ogni tanto sfogliava le pagine di un libro. Sembrava molto interessata, talmente assorta da non accorgersi con quanto interesse lui la stava osservando.
Era una bella ragazza. Su per giù doveva avere la sua età.
I lineamenti del volto erano graziosi, quasi perfetti; il naso all'insù, le ciocche di un vivace e insolito rosa arrivavano poco più sotto delle spalle. Ma ciò che lo colpì maggiormente furono le sue iridi di uno splendido e incantevole smeraldo, così espressivi, così sinceri ma in contemporanea decisi e determinati, e la sua fronte teneramente spaziosa.
Mentre la guardava, avvertì il suo cuore fare un piccolo salto inaspettato. Lì per lì si spaventò, dato che non gli era mai successo, ma fu questione di pochi secondi.
Fu il cameriere a distrarlo e a obbligarlo a portare lo sguardo sulla tazza fumante e dall'inebriante aroma del caffè.
“Questo sì che era caffè di alta qualità!” pensò assaporando il suo profumo, e sorridendo compiaciuto.
Prese la tazza tra la mani e continuò ad ispirare quella fragranza tanto attraente; però, impegnato com'era a sentire il profumo di quel cappuccino, non si accorse di scontrarsi con qualcuno e sentì prima un tonfo improvviso e poi un'imprecazione:
-accidenti!!- esclamò una voce di ragazza.
Quella persona si chinò in terra a raccogliere un libro.
Poi vide che la camicetta aderente, rosa a quadretti bianchi, che indossava la sua povera vittima era completamente macchiata di cappuccino: sbiancò preoccupato, quando si rese conto del danno che aveva combinato.
Lentamente alzò lo sguardo e si stupì di incontrare i grandi occhi della ragazza che si era incantato a guardare. Che figura.
Proprio con lei doveva scontrarsi?
Le aveva anche macchiato la camicetta per la sua sbadataggine.
-mi dispiace un sacco, signorina!!- cercò di correre presto ai ripari -è colpa mia! Ero impegnato a bere il cappuccino e non mi sono accorto che stava venendo dalla mia parte.-
-di solito si guarda quando si cammina, biondino.- rispose piatta, lei.
Il suo sguardo era furente.
Si mise la mano dietro la nuca e arrossì leggermente.
-mi dispiace davvero...- si scusò nuovamente, sinceramente dispiaciuto.
La ragazza sembrò allentare la rabbia e sospirò stancante.
-ah, lasciamo perdere...- soffiò arresa -non importa! Provo a lavarla per bene, tanto era vecchia.-
Naruto avvertì che la ragazza stava provando ad auto consolarsi.
-se vuole il lavaggio glielo pago io!- provò sorridendo e cercando di alzarle il morale.
-non importa...- sorrise. Un sorriso acceso e dolce.
Quel sorriso meraviglioso fu il colpo di grazia per Naruto: si scoprì improvvisamente attratto e incuriosito da quella ragazza.
L'aveva solo incontrata pochi minuti fa, eppure si sentiva così strano in sua presenza e non se ne spiegava il motivo.
-se vuoi ti offro anche qualcosa da bere_anche se so che sarà impossibile ripagare il danno che ho fatto_- la invitò.
Quella richiesta gli era uscita in modo così irrazionale che non era stato capace di frenarla; inoltre, da darle del “lei” era passato a darle del “tu” inconsciamente.
La ragazza aggrottò la fronte divertita.
-sei già passato a darmi del “tu”? Accidenti che velocità!- lo prese in giro.
-se vuoi continuo a darti del “lei”...- l'assecondò scherzoso.
-sei proprio un autentico baka!- sbottò l'altra, ridendo -che tipo strano sei. Comunque, per l'invito... vedremo! Tanto abbiamo 25 giorni a disposizione, no?-
Se non tanto aveva declinato l'invito con un certo stile.
“È proprio una ragazza interessante” pensò consolandosi.
-bene! Ora dovrei proprio andare a portare a lavare questa camicetta!- annunciò superandolo.
Doveva fermarla. Doveva assolutamente sapere il suo nome o sennò le sarebbe sfuggita da sotto gli occhi.
-aspetta!- la richiamò prima che uscisse dal bar.
-dimmi...- si bloccò lei.
-posso sapere il tuo nome? Sai, no... per portarti i soldi della lavanderia!- aggiunse impacciato -io mi chiamo Naruto Uzumaki!-
La misteriosa ragazza sorrise.
-Mi chiamo Sakura, Sakura Haruno!- gli rispose in lontananza -ricordatelo, Sig.baka!-
Detto questo gli diede le spalle e lui la seguì con lo sguardo finché non scomparì completamente.
Era messa bene anche fisicamente: magra e con un bel fondo schiena.
-grazie...- sussurrò più a se stesso che a lei, dato che era già sparita dalla sua vista.
Era contento, già il primo giorno aveva fatto un incontro brillante.
Tuttavia... non si sarebbe fatto sfuggire l'occasione di conoscerla meglio, Sakura lo intrigava parecchio. In tutti i sensi.


                                                                                       ******************


Sakura Haruno era appena rientrata nella sua camera, che si trovava all'ottavo ponte, la numero 331.
Si era immediatamente tolta la camicetta macchiata di caffè che sarebbe finita nel giro di poche ore in lavanderia.
Un po' era scocciata che si fosse sporcata, ma dall'altra parte l'aveva aiutata ad incontrare un ragazzo davvero piacevole: Naruto Uzumaki.
Di certo era un bel ragazzo, non poteva negarlo, e ciò che l'aveva colpita maggiormente erano i suo occhi azzurri incoraggianti e luminosi; e il suo sorriso decisamente incantevole. Credeva di non aver mai visto un ragazzo con un sorriso così splendido e le era bastato quello per far accendere il suo cuore in battiti più accelerati.
Certo... fosse meno imbranato sarebbe stato perfetto, ma quello non aveva molta importanza, dato che le era subito sembrato un ragazzo valente e dotato.
D'altra parte, nessuno era perfetto, neanche lei lo era.
Comunque, era inutile continuare a negarlo: quel ragazzo l'aveva affascinata e incuriosita parecchio, e si era ritrovata a desiderare di volerlo conoscere meglio.
Da un lato sperava davvero che lui tornasse a cercarla per darle quei soldi che le aveva promesso, per pagare la lavanderia; soldi che probabilmente non avrebbe mai accettato, visto che era stato un incidente e lei non era assolutamente una che se ne approfittava.
Addirittura, tanto per far capire quanto quel ragazzo l'aveva catturata, si era “quasi” pentita di non aver accettato il suo invito: non l'aveva accettato subito perché le era sembrato troppo eccessivo ed affrettato, quando a disposizione_e di sicuro si sarebbero incontrati di nuovo nei prossimi giorni e forse anche quella stessa sera a cena_avevano 25 giorni per conoscersi e prendere qualcosa insieme.
Inoltre, voleva affrontare il nuovo incontro in modo graduale e tranquillo; ne aveva abbastanza di scegliersi gli uomini sbagliati.
Aveva avuto poche relazioni e tutte si erano rivelate un disastro, adesso preferiva andarci con i piedi per terra.
A parte questo... Sakura lavorava come medico privato del suo capo, Kakashi Hatake, il direttore dell'azienda “Konohara”. Lui, solo due settimane fa, l'aveva avvisata che sarebbe partito per una Crociera, per occuparsi di affari di lavoro che ancora non gli era concesso rivelare. Lei non si era permessa di chiedergli di approfondire l'argomento, dato che non faceva parte dell'azienda, però il Sig.Hatake le aveva chiesto di andare con lui perché non poteva partire senza un medico privato che sarebbe intervenuto in caso di bisogno; e così era stata costretta a scombinare i suoi “piani vacanze” per seguire il suo paziente privato.
Tutto sommato, comunque, l'avrebbe pagata bene e il viaggio non era cominciato male_a parte la camicetta macchiata di caffè, s'intende_pensò ridacchiando fra sé e sé.
In più, non le era costato tanto andare: la sua migliore amica Ino Yamanaka si trovava sulla stessa Crociera con suo marito Shikamaru Nara, impiegato nella gestione amministrativa dell'azienda “Konohara”, per festeggiare il suo primo anniversario di matrimonio.
Questo la tranquillizzava molto. Aveva la possibilità di divertirsi e rilassarsi con lei.
Sorrise e decise di passare a prendere Ino per andare a pranzo.


                                                                                       *******************


-Suigetsu... vedi di muovere il sedere, dobbiamo andare a pranzo!- lo richiamò scocciato.
-ma scusa, Sasuke, non puoi andare da solo? Non vedi che sono impegnato nell'idromassaggio della vasca da bagno?- rispose, da dietro la porta della stanza.
-no. Sbaglio o mio fratello ti ha dato il permesso di venire con me solo perché mi avrebbe aiutato con la copertura? Dobbiamo fingere di essere due amici in vacanza.- ripeté irritato -vedi di fare come dico, sennò ti faccio rispedire in Giappone con un Jet privato. Non mi costa nulla, sappilo! Basta che chiami mio fratello e glielo chieda.-
Dall'altra porta, Sasuke avvertì uno sbuffo contrariato.
-che palle, però!- imprecò -va bene, mi sbrigo...- si arrese.
Sasuke sogghignò soddisfatto.
Dieci minuti dopo, ecco che Suigetsu uscì già vestito.
-era ora...- borbottò ironico.
Suigetsu gli lanciò un'occhiataccia che Sasuke ignorò.
Infine, i due chiusero la loro camera con la chiave-tessera e si diressero verso l'ascensore che l'avrebbe portati al ponte tredici, dove si trovavano tutti i ristoranti principali e anche quello della cucina internazionale, loro destinazione.
Quando arrivarono nel salone del ristorante internazionale, entrambi non riuscirono a trattenersi dal sgranare gli occhi: era vasto e maestoso, era cerchiato da vetrate illuminate e trasparenti in modo da garantire una visuale del mare.
I tavoli erano molti, alcuni anche di 20 posti, e apparecchiati con eleganza: la tovaglia di seta di colore beige; tre forchette, due coltelli, e una terza forchetta posta nello spazio sopra al posto del piatto, più piccola. Tutta l'argenteria era in oro bianco e risplendeva risaltata dalle brillanti e colorate luci.
Poi vi erano due bicchieri per ogni coperto, uno per l'acqua e l'altro per il vino bianco, rosso o rosato, in cristallo pregiato.
I tovaglioli accuratamente vistosi e sistemati in un manodopera di forme a fiore, tutte uguali. A completare i tavoli, delle comode sedie in pelle rossa e nera.
Le pareti non in vetro, erano ornati da quadri artefatti, astratti e “fascinosi”; che riprendevano le sfumature delle luci e regalavano un tocco moderno al salone.
Al centro, attorno ad una colonna bianca, il buffet composto da due tavoli rettangolari e uno quadrato: uno per i vari tipi di pane, schiacciate, grissini di diverso genere e sapore; un altro per il servizio degli antipasti più richiesti nel mondo; e l'ultimo, ma non meno evidente, un tavolo quadrato con sopra una composizione floreale sgargiante, profumata e minuziosamente curata a fare da ornamento per il buffet.
A concludere, in piedi si ergevano dei camerieri vestiti in una semplice divisa: camicia bianca, gilè nero unito da due bottoni, papillon legato al collo, pantaloni scuri e ai piedi un paio di mocassini del medesimo colore. In mano qualcuno aveva una bottiglia di vino, qualcun altro niente e alcuni un vassoio vuoto o mezzo pieno.
-che spettacolo, ragazzi!- esultò Suigetsu -non sono mai stato in un ristorante così lussuoso...- era estasiato.
-vedi di trattenerti, Suigetsu!- lo riproverò Sasuke, gelido -non ho intenzione di fare figuracce o di farmi notare più del dovuto...- aggiunse.
-mamma mia che noia che sei...- bofonchiò tediato.
Comunque, non c'era molta gente perché la maggior parte avevano preferito mangiare una pizza o un semplice panino a pranzo.
Anche Sasuke avrebbe preferito così, ma per questioni di lavoro si era sentito obbligato ad andare al ristorante internazionale, dato che era uno dei luoghi della Crociera dove poteva finalmente adocchiare il suo cliente.
Lui e Suigetsu si sedettero a un tavolo per due e attesero che il cameriere venisse ad ordinare.
Fu questione di pochi minuti quando Sasuke sussultò: nel salone era appena entrato Deidara Onoki, non poteva sbagliarsi.
Nonostante i cinquant'anni ormai raggiunti era ancora un uomo distinto e affascinante: i lunghi capelli biondi legati in un'elegante coda senza alcuna traccia di ciocche grigie, il ciuffo che dritto e liscio gli copriva gran parte dell'occhio di un celeste aggressivo.
Sasuke pensò che si tingesse i capelli, perché non era possibile che alla sua età non avesse neppure un capello bianco.
Tuttavia, l'uomo si presentava con in sorriso provocatore e arrogante. Non era sicuramente un tipo raccomandabile.
Affianco a lui, un altro uomo dai capelli di uno sbarazzino rosso e gli occhi del stesso colore, lo stava ascoltando e assecondando come un “fidato” compagno farebbe.
Ma la differenza tra i due elementi, era che il secondo era costantemente attraversato da un'espressione spenta e quasi assente, paragonabile a una marionetta finita nelle mani sbagliate. Dietro di loro erano apparsi altri due soggetti: un uomo e una donna, probabilmente molto intimi dati i sorrisi che si scambiavano.
Lei era una bella donna, probabilmente aveva poco più di trent'anni: ciocche lisce di un blu cobalto, che arrivavano poco più sotto della schiena, con una molletta ornata da una finta orchidea bianca, incastrata tra i capelli. Due occhi dello stesso colore.
L'uomo accanto a lei, era anch'egli un tipo interessante: capelli di un castano chiaro, e occhi penetranti e color castagna.
Dopo di loro, non apparì più nessuno.
-Sasuke...- intervenne Suigetsu -quello non è Deidara Onoki?-
L'altro lo incenerì.
-l'avevo già notato. Sai che è lui il nostro cliente! Stavo studiando i suoi “tirapiedi” e mi domandavo cosa diavolo ci fanno qui con lui. Non so perché, ma ho la sensazione che gli “amichetti” che si è portato dietro non siano finiti qui! Tra loro ci potrebbe essere benissimo chi sta pianificando il suo assassinio...- rifletté ad alta voce.
-bella domanda. Tuttavia, non mi interessa immischiarmi nel tuo lavoro!- dichiarò sbrigativo, l'altro.
-oh! guarda! Certo che la ragazza che è appena entrata è proprio un bel bocconcino, non credi Sasuke?- cambiò discorso, leccandosi i baffi deliziato.
Lui, poco interessato a chi stavolta Suigetsu aveva notato, portò comunque lo sguardo sulla ragazza da lui intravista solo per assecondarlo una volta ogni tanto; e, in effetti, dovette ammettere che era proprio una bella ragazza: aveva lunghi capelli scarlatti e due occhi del medesimo colore arguti e intelligenti.
Il fisico era assolutamente proporzionato, anche se peccava nel seno, che era piccolo. “Forse aveva una prima scarsa” suppose Sasuke.
Si stava guardando frenetica intorno e poi le sue iridi si fermarono su un obiettivo in particolare: Deidara Onoki.
Si sorprese: quel gesto e quell'espressione analizzatrice aveva attirato la sua attenzione.
Che quella ragazza fosse con loro?
No, non poteva essere.
Altrimenti, perché studiarlo in quel modo?
Che fosse lei che stava pianificando il suo assassinio?
Doveva approfondire la conoscenza con quella ragazza.
Poteva aiutarlo a portare avanti, almeno un po', le sue indagini.
-devo conoscerla...- affermò convinto, senza pensarci.
-non ci credo, Sasuke...- cominciò sorpreso l'altro -è la prima volta che ti vedo così interessato ad una ragazza!-
Suigetsu non riusciva a credere alle sue orecchie.
-sono interessato a lei perché mi sembra sospetta, idiota! Non vedi come guarda Deidara Onoki?- replicò seccato.
-però non puoi negare che è proprio una bella ragazza...- insisté l'altro.
Sasuke non rispose. Eccome se lo era: questo era quello che pensò la sua testa, ma scacciò subito quel pensiero molesto.
Anche se era una bella ragazza e aveva degli occhi attrattivi e un bel viso, lui voleva conoscerla solo perché doveva fare il suo lavoro, non per altri motivi.
Non le interessavano le ragazze. Doveva risolvere il caso.
-inoltre, sembra in compagnia di quel biondino dal sorriso idiota..- notò, il suo "amico".
Indicò un ragazzo che le stava facendo un cenno vicino al buffet e le sorrideva allegro.
La ragazza, forse scocciata per essere stata interrotta dalla sua analisi, fece una smorfia contrariata al suo accompagnatore.
Eppure, guardando meglio quel ragazzo, gli sembrava di conoscerlo.
Dove l'aveva già visto?
Non era un viso nuovo, anche se lui aveva un ricordo vago di quel volto e al momento non riusciva a ricordare dove potevano essersi incontrati.


                                                          *****************


Karin aveva finalmente avvistato Deidara Onoki con altre tre persone e, mentre lo osservava di soppiatto, si stava chiedendo come mai fosse in compagnia di quei tre individui e chi potevano essere.
Forse colleghi della azienda “Akatsuki”? Amici? Parenti?
No. Quel tavolo non sembrava proprio composto da un gruppo di amici, tenevano tutti degli atteggiamenti distaccati fra loro, tranne l'unica coppia del gruppo che si guardava con dolcezza e a volte si prendeva la mano.
Forse il gruppo non era finito lì?
Karin suppose che tra loro poteva esserci chi stava pianificando l'assassinio del Sig.Onoki e decise che avrebbe indagato cercando di avvicinarsi al gruppo.
Deidara Onoki non era a conoscenza di chi era il detective privato che si trovava sulla nave, sapeva solo che c'era qualcuno a proteggerlo e a scoprire per lui l'identità di chi stava pianificando di farlo fuori.
Detective e cliente non potevano scambiarsi opinioni o avere un rapporto normale da comuni conoscenti, dovevano comportarsi da veri e propri sconosciuti.
Quale era il modo migliore per evitare contatti fra loro?
Ovvio, non conoscersi proprio se non alla fine delle indagini.
La missione doveva essere svolta tutta in incognito, oppure colui che aveva nei suoi pieni di uccidere il cliente avrebbe sospettato di essere ricercato e non sarebbe mai uscito allo scoperto. Avrebbe reso il suo lavoro ancora più difficoltoso e pesante.
Naruto, inoltre, aveva interrotto le sue ipotesi già un paio di volte; e, come se non bastasse, si sentiva uno sguardo sconosciuto e insistente addosso.
Che stessero pianificando di fare fuori anche lei?  Pensò divertita.
Alla fine era abituata a ricevere occhiate dato che, secondo l'opinione pubblica, era considerata una ragazza piacente e molto bella.
Non che a lei importasse dell'opinione pubblica, precisiamo, tutt'altro... le era totalmente indifferente.
Tuttavia, era rimasta sorpresa da quello sguardo penetrante che le trapassava “quasi” le spalle; così, incuriosita, si girò per scoprire chi era il suo ammiratore e rimase meravigliata dall'impeccabile bellezza dello sconosciuto: un viso allungato, dalla carnagione pallida, i capelli lisci e neri come l'inchiostro che gli incorniciavano elegantemente il viso e due occhi scuri magnetici e intriganti.
Anche fisicamente sembrava perfetto: la camicia nera a fini righe bianche, sganciata in cima da tre bottoncini, mostrava leggermente il suo fisico e gli donava un'aria ancora più virile. Si sentì arrossire miseramente, e si stupì, dato che non le succedeva spesso: ne aveva conosciuti pochi di ragazzi così attraenti e dall'aria enigmatica e tenebrosa.
Cosa aveva da fissarla?
Quando si fu ripresa dalla contemplazione del ragazzo, fu quella la domanda che attraversò la sua mente.
Di certo, comunque, quello non era uno sguardo interessato semplicemente al suo fisico o alla sua conosciuta bellezza, anzi... era uno sguardo glaciale e impassibile, sembrava che stesse solo... “scrutandola”, ma senza alcune emozione o sentimento tipico degli uomini pronti ad andare alla “caccia” e alla conquista delle donne puntate.
La sua era un'espressione indefinibile, assolutamente passiva e incomprensibile.
“che tipo notevole” pensò maliziosa.
Non le era mai successo di incontrare un uomo così, le sarebbe piaciuto conoscerlo.
Improvvisamente, vide suo cugino avvicinarsi al tavolo dello strano sconosciuto e del suo amico.
Che diavolo combinava suo cugino?
Scocciata e pronta a rimediare alla figuraccia di Naruto, lo seguì.
Poteva anche essere un'occasione per conoscere quel ragazzo, però. Scacciò immediatamente quel pensiero inadeguato e inaccettabile per concentrarsi sul compito affidato.
-ma noi ci conosciamo, per caso?- sentì domandare da Naruto, al bel moro.
-vi conoscete?- ripeté l'altro ragazzo dai capelli di un azzurrino-grigio, passando con i suoi occhi chiari_freneticamente_ da Naruto a Sasuke.
-non lo so...- fu la risposta dell'altro -non sei un viso sconosciuto, ma non credo di aver mai avuto a che fare con un idiota simile nel corso della mia vita...- appurò.
Karin si irritò a quel commento:
-guarda che mio cugino non è un'idiota!- lo difese -so che può sembrarlo, ma in realtà non lo è affatto.
E ti assicuro che ha una memoria molto sviluppata: se dice di averti già incontrato ci sarà un motivo, no?- proseguì acidamente, e incrociando le braccia offesa.
Sasuke la fulminò.
Come si permetteva di rivolgersi così a lui, quando nemmeno lo conosceva?
-tranquilla, Karin...- cercò di calmarla Naruto -forse mi sono davvero sbagliato, questa volta.- ridacchiò.
-wow!- esultò Suigetsu -certo che la ragazza se la cava con le parole, eh, Sasuke? È difficile che una donna non si intimorisca in tua presenza...-
Sasuke non ebbe il tempo di aggiungere altro, che Naruto esclamò:
-ma certo!!- gridò in mezzo alla sala e facendo girare i presenti -tu sei Sasuke Uchiha! quando ho sentito il tuo nome, mi è venuto in mente.-







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So che mi ucciderete per aver lasciato il finale del capitolo a metà, ma non potevo farne a meno! XD spero possiate perdonarmi! :P
Grazie ancora a chi mi ha recensito, a chi legge e mi segue! :) alla prossima!! ;D


  
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