Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
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Autore: Hyles    02/02/2014    2 recensioni
[...] 'Non è vero che ti odio', gli diede un bacio sulla guancia, 'non ho mai pensato questo', le sorrise scompigliandole i capelli. 'Ti voglio bene papà' lo abbracciò forte [...]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Altri, Nuovo personaggio, Sauli Koskinen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Sarà meglio che tu vada a casa,per oggi hai bevuto abbastanza'.Il barista prese la bottiglia e la chiuse riponendo la nello scaffale. ‘Va a casa’ripeté; ‘Ti chiamo un taxi, in queste condizioni non puoi guidare' aggiunse. Il ragazzo chino sul bancone mugugnò qualcosa; si alzò prese dalla tasca una banconota da 100 e la sbatté sul bancone 'Carl tieni il resto'. Il barista prese in mano i soldi e lo guardò allontanarsi in silenzio.
Una forte bufera di neve lo travolse non appena uscì dal locale,consueto freddo di una serata di dicembre;alzò il collo del suo giubbotto e si incamminò verso il vicoletto buio delle strade di New York per raggiungere il suo appartamento. Camminava barcollando, il forte vento oltre ad impedirgli di camminare non permetteva di respirare. Arrivò a casa, si fiondò a peso morto sul letto rimanendo addosso gli abiti. Il cellulare cominciò a squillare più e più volte invano senza ricevere una sua risposta.
 
'Addy,svegliati'. Una voce di donna lo svegliò rubandolo dalle braccia di Morfeo. 'Che vuoi? Anzi che ci fai tu qui.' si coprì il viso con il lenzuolo. La ragazza dai lungi capelli biondi si sedette accanto a lui accarezzandogli i capelli. 'Devi tenere Annie questo mese. Ho un incarico importante' . Il moro la guardò 'Ti ricordi di me solo quando ne hai bisogno' si alzò dal letto ed aprì le persiane del balcone  facendosi travolgere dai tiepidi raggi mattutini. ‘Non pensavo avessi ancora le mie chiavi’ si voltò verso di lei ancora scosso dal suo arrivo. ‘Per emergenze’ rispose la ragazza avvicinandosi a lui. ‘Dov’è?’ chiese, ‘In cucina con Brian’, il moro la sorpassò, e scese al piano di sotto, ‘Ad, ancora non mi hai risposto’ aggiunse, lui la guardò soltanto non rispose.
 
Ed eccola, sentì la sua dolce risata, quella dolce vocina che non avrebbe mai potuto dimenticare. Fece un respiro ed entrò in cucina dove trovò la sua piccola tra le braccia di Brian. Tossì per richiamare la sua attenzione ‘Oh guarda chi c’è Annie’ esclamò Brian, un uomo dalla carnagione scura dai capelli biondo platino, muscoloso, di bell’aspetto, un uomo affidabile, o almeno era quello che pensava, padrone di un’importante casa d’abbigliamento. ‘Ciao Annie’ il moro si avvicinò alla piccola che ancora si teneva stretta al collo di Brian che non tentava di lasciarla, la piccola gli sorrise ‘Ciao’ sussurrò.
 
 
 
***
 
 
 
 
Sono incinta,quelle parole risuonarono nella sua testa, opprimendolo, occultando tutto i resto. ‘Incinta’ ripeté, ‘Si hai capito bene, stamattina ho fatto le analisi e questi sono i risultati, se non ci credi’ gli sbatté i fogli sul tavolo, li raccolse e li lesse. ‘Non è possibile’ sussurrò. La ragazza lo guardò con impazienza prima di sbottare ‘Beh se non mi avessi portato a letto ora non saremo qui a risolvere questo problema, dovevi stare più attento.’ alzò la voce. Rise, ‘Io attento, e tu? Eh, io ti ho portata a letto ma tu ti sei concessa a me con piacere se non ricordo male.’. ‘Ora cosa vuoi fare?’ domandò cercando di calmarsi. ‘Non voglio tenerlo, non mi sento pronta, la mia carriera andrebbe in fumo, poi la tua popolarità verrebbe intaccata, immagino già i titoli dei giornali “Adam Lambert mette incinta una ballerina, anzi la ballerina della sua crew”. Sarà bello da spiegare a tutti come tu, artista mondiale gay affermato stia per diventare padre’ rise. ‘Stronza’ disse digrignando i denti. ‘Cosa dirai al tuo ragazzo, pensi che la prenderà bene? Mentre lui è lontano tu te la spassi con le giovani ragazze del tuo gruppo, potrebbe arrabbiarsi molto’. Sono capace di assumermi le mie responsabilità’ la guardò, ‘Non so come tu possa pensare ad abortire, con quale coraggio vorresti uccidere una creatura che nemmeno a visto al luce del mondo. Pensare alla carriera e da egoisti’, fece una pausa per riflettere, ‘Sarei capace di abbandonare la carriera per potermi occupare ti di e del bambino in tutto’ aggiunse. Rise ‘non posso crederci, tu che vorresti rinunciare alla gloria’. ‘Dico sul serio' si poggiò al muro portando le mani al viso ‘posso farlo’ sussurrò.
 
 
***
 
 
‘Non mi saluti?’ protese le braccia per intarla da se, Brian lasciò che la piccola andasse tra le braccia del moro che la strinse e se riempiendola di baci ‘Sei cresciuta piccolina, sei anche pesante’ rise, ‘Voglio mamma’ la piccola si dimenò tra le sue braccia correndo verso la madre che era appena entrata in cucina ‘Che c’è amore?’ le chiese, si avvicinò al’orecchio della madre ‘Non voglio stare con papà’ sussurrò, ma quel sussurro arrivo anche ai due uomini che non erano molto lontani dalle due. Quelle parole gli fecero male, l’eccessiva lontananza da sua figlia ha solo permesso che il loro rapporto già molto complicato peggiorasse notevolmente, lui amava sua figlia più di se stesso, ma i continui litigi con la madre di sua figlia hanno solo tenuto i due lontani; solo pochi contatti, qualche telefonata, qualche breve visita. Il primo anno della piccola trascorse nei migliori dei modi, i tre vivevano insieme, lui si occupava delle sue donne, aveva lasciato il suo ragazzo, eretto un muro contro la società che lo criticò, abbandonò la sua carriera; l’unico suo pensiero al mattina appena sveglio era la sua piccola Annie. Tutto cambiò quando Karim decise di andar via, accettare il suo nuovo lavoro in Europa e portò Annie via con se, senza dir nulla. A poco valsero i tentativi giudiziari.
Ed ora dopo tre anni rieccola nella sua casa, una piccola principessina dai capelli biondi e due occhi azzurri glaciali, come i suoi. Sua madre voleva lasciarla lì con lui, sapeva che sarebbe stato difficile, non sapeva come comportarsi, come agire, come vivere con colei che non voleva star con lui. Forse questo sarebbe stato il momento opportuno per far si che instaurasse un bel rapporto con sua figlia.
 
‘Ne abbiamo già parlato a casa Annie, la mamma ha del lavoro da fare e non può portarti con se. Vorrei tanto ma non me lo lascerebbero fare. Starai bene con papà, te l’assicuro’ le diede un leggero bacio sulla fronte, la piccola socchiuse gli occhi e strinse la mamma in un forte abbraccio ‘Ti voglio bene mamma’ singhiozzò, ‘Te ne voglio tanto anch’io’ rispose. La prese in braccio e la portò dal padre che l’accolse tra le sue braccia ‘Dalle tempo, deve abituarsi alla tua figura. E’ tutto nuovo per lei, sentirti da telefono non è la stessa cosa’ , ‘peccato che la colpa non sia la mia, tu ci hai tenuti lontani’ rispose, ‘Adam, ora non voglio proprio discuterne, io e Brian dobbiamo andare, perderemo l’aereo’, prese la valigia della piccola e gliela porse, ‘qui c’è tutto quello che le serve, anche il suo peluche Joe, senza di lui non può dormire, ricordatelo, è importante; ti ho lasciato una lista sulle cose che mangia, quello che ama fare e tutto il resto, almeno sei già preparato’ , Adam prese la lista e la strinse nella mano, ‘Ora andiamo’, Karim prese tra le braccia Annie stringendola a se, ‘Mi mancherai tanto amore, ti chiamerò ogni giorno’ le diede un bacio,Annie saltò tra le braccia di Brian che con affetto la strinse a se, dopodiché si rivolse verso Adam e lo salutò con un semplice ‘Ciao’.
I due ospiti chiusero la porta alle loro spalle lasciando Adam ed Annie seduti sul divano, uno accanto all’altra in un silenzio glaciale.






SPAZIO AUTRICE

Era da un pò che avevo questa storia nella cartella di word a fare la muffa, stasera l ho ripresa e continuata. Spero che questo capitolo abbia stuzzicato la vostra curiosità, è molto corto come capitolo, non mi andava di inserire tutto quì. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Baci Hyles_Jonas
   
 
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