Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: MystOfTheStars    12/06/2008    5 recensioni
..un'altra mia allucinazione mentale su cosa potrebbe essere di Kurogane e Fay dopo un ipotetico finale di TRC. Ma stavolta è triste.
Quel Kurogane e quel Fay sono davvero anime gemelle? O forse...?
In ogni caso, sempre KuroXFay.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ashura Oh , Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Hyuu ^^/
Ciao a tutti.

...sì lo so che avevo detto che ho esami fino a luglio e invece eccomi qui che parto con questa nuova fiction a capitoli... (invece di continuare quella già in corso...)

Ma questa cosa richiedeva di essere scritta.. perchè manca ancora molto all'uscita del prossimo capitolo di Tsubasa e, anche se questo significa un po' riposo dalle assurdità ecc, per me significa ricominciare a pensare CON TERRORE a cosa potrebbere succedere alla fine della storia... soprattutto a Kurogane e Fay...
Eccomi quindi con una what IF...? che più IF non si può - speriamo che non accada nulla del genere - basata inoltre su un mio trip mentale... e cioè:
Sappiamo tutti la storia delle anime gemelle, no? Abbiamo visto che Touya e Yukito stanno assieme in tutte le dimensioni, Ashura e Yasha anche, Arashi e Sorata pure... ma.... Kurogane e Fay provengono da mondi diversi! Da qui, mi chedo se forse nel loro incontro non ci sia qualcosa di "sbagliato"... il Fay/Yuui che conosciamo noi è davvero quello destinato a Kurogane, e viceversa?

(Nota: cercherò di parlare il meno possibile di Sakura e Shaoran in questa fiction... non perchè li voglia ignorare, ma perchè con tutti i misteri irrisolti ancora in sospeso, non ho davvero la forza di pensare a qualche ipotesi assurda a loro proposito... non vogliatemene...)

Per la serie: come potrebbe andare a finire...? Myst&TrenItalia production presenta...






*…L’incantatore…*





La morte si impossessò di Yuui troppo velocemente perché lui potesse prendere coscienza di qualcosa di più delle tenebre che improvvisamente seguirono allo scoppio di luce dell’incantesimo.

Tuttavia, se avesse potuto provare qualcosa, sicuramente gli sarebbe dispiaciuto di essere costretto ad abbandonare quella vita che aveva imparato ad amare da così breve tempo… ma solo un poco. Dare quella vita per lui – che così tante volte gliel’aveva salvata – era l’unica scelta che poteva fare in quel momento. E l’aveva fatta… Fay sarebbe stato fiero di lui.


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Tomoyo passeggiava lungo il ponte di legno dipinto, nel giardino del suo palazzo a Nihon. La primavera aveva lasciato il posto all’inizio dell’estate, ma quel giorno l’afa era attenuata da una brezza gentile, che spandeva intorno il profumo dei fiori che coloravano le aiuole e incorniciavano i vialetti ghiaiosi.
La principessa osservò la sua immagine nell’acqua del laghetto: il cielo blu circondava il suo viso increspato da piccole onde, e pesci esotici e multicolori nuotavano fuori e dentro una piccola nuvola bianco latte.
Diversi metri dietro di lei, veniva Kurogane. Bardato della sua armatura e del suo mantello nero, il ninja non sembrava affatto risentire della temperatura. A dire il vero, da quando era tornato a Nihon dal suo viaggio nelle dimensioni, sembrava che nulla potesse toccarlo: non il freddo dell’inverno, non il calore del sole estivo, non le gemme primaverili ed i boccioli che nascevano in quel giardino… non le battaglie con i nemici, che un tempo lo animavano tanto, né il conforto delle persone intorno a lui.
Quel giorno, in quella dimensione lontana, qualcosa era andato male: la fatica, forse un guasto… il suo braccio meccanico non aveva risposto bene, e il ninja si era ritrovato inerme di fronte al nemico.
Yuui gli aveva fatto da scudo con il suo corpo, ma l’incantesimo era stato troppo potente per il suo sangue di vampiro, e il suo corpo senza vita era caduto a terra, sotto lo sguardo impotente di Kurogane.
Ciò che era successo dopo, non aveva importanza. Sembrava che per lui il tempo si fosse fermato in quell’istante.

Tomoyo riprese a camminare, diretta verso il padiglione centrale, per incontrare la sorella.
Nessuno avrebbe potuto restituire Yuui a Kurogane, nessuno. E purtroppo lui lo sapeva bene.


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I punti da discutere quel giorno erano un po’ noiosi, e nel padiglione chiuso l’aria era pesante e calda. Tomoyo si ravviò i capelli e agitò il suo ventaglio colorato.
“…infine, dobbiamo pensare a cominciare i preparativi per la festa di mezza estate.” Disse il segretario, un ometto anziano e minuto vestito di uno yukata chiaro.
“Avevamo già compilato una lista con gli artisti da mandare a chiamare, se non erro.” Commentò Amaterasu, con tono vagamente annoiato.
“A questo proposito, Imperatrice, mi è giunta voce che nel nord di Nihon è arrivata una compagnia da oltreoceano. Pare sia composta da artisti incredibilmente bravi, mia Signora… prestigiatori, acrobati… stanno spopolando, al nord.”
“Davvero? – fece Amaterasu, che sembrava voler tagliare corto – Beh, allora lascio a te il compito di decidere se si tratta di artisti validi, segretario. Se ritieni che lo siano, chiamali, e sarà bello vedere uno spettacolo nuovo a palazzo, quest’anno.”
L’omino capì che quello era un congedo, si inchinò rispettosamente e uscì dal padiglione.
“Hai già deciso che cosa suonerai la sera della festa, sorella?” chiese Tomoyo all’imperatrice.
Era ormai tradizione che Amaterasu, durante i festeggiamenti, si esibisse davanti al suo popolo con la sua arpa… la bellezza del suo suono era tale, che quello era uno dei momenti più attesi della festa.
“Quasi. Mi hanno scritto una nuova melodia, e sono impaziente di provarla.” Rispose lei alzandosi. Salutò la sorella ed uscì anche lei dal padiglione.
Tomoyo si alzò a sua volta. La festa di quell’anno sarebbe stata sontuosa come al solito, ricca di musiche, danze, spettacoli e banchetti. La parte che lei apprezzava di più, personalmente, era quella dei fuochi d’artificio… e poi, era anche vagamente curiosa di vedere cosa sapevano fare questi nuovi artisti su cui si era diffusa la voce.
Sperava vivamente che una serata di gioia e festeggiamenti avrebbe potuto donare un po’ di sollievo al cuore ferito del ninja.


>>> <<<

Kurogane osservava il tramonto mentre tornava a casa.
Uno stormo di corvi si era alzato in volo e le loro ali si agitavano contro la luce rossa del sole morente, mentre le prime stelle cominciavano a splendere nel cielo ancora azzurro.
Tornava a casa, come faceva sempre. Ma non che avesse molto senso tornare a casa, per lui.
Aveva voluto fare ritorno a Nihon, con tutto se stesso, l’aveva giurato a Tomoyo ed aveva mantenuto il giuramento.
Ma tornare a casa non l’aveva mai fatto sentire così vuoto.
A che serve guadagnare qualcosa e tentare di conservarla con tutta la nostra forza, se poi ci viene strappata senza che noi possiamo fare nulla?

Si chiuse la porta alle spalle, si tolse i pesanti stivali che portava e si slacciò il mantello. Prese a togliersi l’armatura, e imprecò quando quella ferraglia spigolosa si impigliò nella stoffa nera che portava legata al polso sinistro. Tenendo su alla bell’e meglio l’armatura, per evitare che strappasse il tessuto cadendo a terra, armeggiò con la mano destra per sciogliere il nodo – era molto stretto, d’altronde, non correva certo il pericolo di bloccare la circolazione del sangue nel braccio.
Non c’era luce, nella stanza – il sole era ormai tramontato – e Kurogane si affidò al tatto per districare lentamente la stoffa dalle maglie dell’armatura.
Questa cadde a terra, ignorata, mentre Kurogane stringeva tra le dita quell’insolito bracciale.
Avrebbe dovuto prepararsi il futon, a questo punto…
Avrebbe dovuto essere felice di essere a Nihon, di nuovo…
Invece, si portò al viso la benda di Yuui. Quella benda che si era legato al polso dopo aver detto addio al suo cadavere.
All’inizio, la stoffa aveva addirittura conservato l’odore dei suoi capelli. Adesso, era logora… ma ancora legata al suo braccio.
Un improvviso dolore alla bocca dello stomaco lo costrinse a sedersi sul pavimento.
Crollò, più che sedersi.
Lo spasmo lo lasciò senza fiato, mentre un brivido gli percorreva la schiena.
Tremava, e i singhiozzi gli uscivano a stento, mentre le lacrime gli rigavano le guance.

…non ho chiesto io di incontrarti. Stavo bene anche senza di te. Ma avresti dovuto rimanere, dannazione, invece di andartene!

Strinse i pugni, le unghie gli penetrarono nella carne del palmo. Sofferenza fisica… un conforto rispetto al mostro che gli stava strappando via l’anima a morsi.

Lo stupido mago camminava accanto a lui col suo solito incedere felino, a passi lunghi e leggeri. La nebbia li circondava e la piccola polpettina bianca si divertiva alle sue spalle… “Brr.. che paura!” squittiva, imitando la sua voce. Yuui si voltava, sul suo viso compariva un sorriso rassicurante, caldo “Non temere…ci sono io vicino a te!”

Ora che non ci sei più che cosa dovrei fare, eh?!? BRUTTO IDIOTA!!!

Non doveva prendersela con lui… ma… avrebbe tanto voluto avere di fronte un’orda di oni da sterminare. Ma anche una volta sfogatosi così… sarebbe ritornato a dormire in una stanza vuota.

In quella stanza di Nihon… non ci sarebbe più stato Yuui a regalargli un pugno di buon risveglio ed un sorriso di gratitudine.

Smettila di piangere, idiota… ma i singhiozzi continuavano a scuoterlo. Kurogane si prese la testa tra le mani, mentre la stoffa dei pantaloni si intrideva delle sue lacrime.



>>> <<<


“…puoi ripetere, per favore?” la principessa non era sicura di aver sentito bene.
Il segretario la guardò e celò a malapena un sospiro. “Stavo dicendo, mia signora, che mi sono informato su quella compagnia di artisti di cui vi avevo parlato in precedenza. Pare che il loro punto forte siano i gemelli Fluorite, una coppia di giovani prestigiatori straordinari che si esibiscono in numeri che lasciano gli spettatori strabiliati. Me ne hanno parlato con così tanto entusiasmo, che ho deciso di chiamarli… Mia signora, so bene che vostra sorella l’Imperatrice è poco interessata a questi dettagli organizzativi, ma noto che anche voi non vi state porgendo attenzione… comprendo di annoiarvi con questi discorsi, ma avevo ritenuto che fosse mio dovere informarvi della mia decisione a riguardo e dei motivi che…”
“Ma certo, hai fatto benissimo, come sempre – lo interruppe Tomoyo con un cenno brusco della mano – Ora ti prego di scusarmi.”
Il segretario, rassegnato, chinò il capo in segno di deferenza, mentre la principessa spariva per i corridoi del palazzo.

Tomoyo si allontanò in fretta, ma poi rallentò il passo, mentre raggiungeva le sue stanze. Anche i pensieri che le invadevano la testa cominciarono a prendere una forma meglio definita.
… i gemelli Fluorite… Fay D Fluorite…Yuui, anzi… il mago biondo per cui Kurogane aveva perduto il braccio e… per fortuna che Kurogane era di guardia all’esterno del palazzo, adesso, e non poteva vedere il turbamento sul suo viso.
…che fosse una coincidenza…? Ma no… lo sapeva, non esistono coincidenze, a questo mondo. Solo l’INEVITABILE.

Le ancelle le servirono un calice colmo di una bevanda fresca e la osservarono preoccupate: forse la signora stava male a causa del caldo?
Tomoyo tentò di spiegare loro che era tutto a posto, e le ancelle, un po’ incerte, la lasciarono sola. Era raro vedere la principessa Tomoyo così turbata.

Si era più volte chiesta se non fosse inevitabile che Yuui morisse. Beh, era successo, e nulla poteva portare indietro il tempo e farlo tornare in vita… ma…
Chissà, forse quel mago, dopotutto, non era la persona destinata a Kurogane. Forse.
Forse… forse c’era un altro Yuui, che Kurogane avrebbe potuto incontrare, in quel mondo.
Chissà, forse il Kurogane di Yuui era morto a Valeria, ucciso dall’Imperatore folle… o da Ashura-o, a Celes.
E forse, lo Yuui destinato a Kurogane non era mai stato così distante come l’altro, che veniva da un’altra dimensione… ma aveva vissuto da qualche parte in quel mondo, ed ora era arrivato nel loro regno.

Ah, se solo avesse posseduto ancora il potere di vedere nei sogni…certo, non si pentiva affatto di avervi rinunciato. Ma adesso era così confusa… Due gemelli con lo stesso nome…
Sapeva che le coincidenze non esistevano, ma… il fatto di aver perso i suoi poteri la rendeva incerta.
Mancava meno di un mese alla festa di mezza estate… e fino ad allora, fino a quando non avesse visto con i suoi occhi i due prestigiatori, non sarebbe stata sicura di nulla.
E non ne avrebbe fatto parola con Kurogane, naturalmente…
Perché turbarlo, farlo sperare, se poi si fosse rivelato un grande equivoco?


>>> <<<



Arrivò il tanto atteso giorno della festa.
Lanterne e festoni colorati erano appesi ovunque per le strade e sulle case, l’afa era terribile ma tutti guardavano con sollievo al cielo limpido e al sole accecante: un temporale avrebbe portato un po’ di fresco ma avrebbe rovinato i preparativi e reso impossibili i fuochi d’artificio!
A palazzo, i cuochi si affaccendavano nelle cucine, una serie di camerieri in livrea si rincorrevano nei corridoi portandosi appresso scale, chiodi e attrezzi vari, le ancelle correvano fuori e dentro gli appartamenti reali portando gioielli e nastri e tutti gli animi erano pervasi da un’allegra laboriosità.
Tomoyo trattenne un sospiro, mentre osservava come le venivano acconciati i capelli. Si sentiva impaziente, ma non poteva certo darlo a vedere. Avrebbe tanto voluto poter incontrare gli artisti appena arrivati… ma non ce n’era stato il tempo. E poi, una principessa che andava a incontrare degli artisti itineranti…?
Respirò profondamente. Perdere i suoi poteri sembrava averle fatto perdere anche la sua capacità di autocontrollo.

Il banchetto si dipanò lungo la serata afosa – le portate venivano servite con una lentezza estenuante, e Tomoyo mangiava automaticamente, lo stomaco stretto dall’ansia.
La sala si fece silenziosa, mentre Amaterasu pizzicava le corde della sua arpa… ma nemmeno quelle melodie bellissime riuscirono a distrarla.
Gettava delle occhiate furtive a Kurogane, ogni tanto, ma il ninja si comportava come al solito. Al suo fianco, i suoi occhi scarlatti sondavano incessantemente la sala, tutti i suoi sensi tesi a catturare anche il minimo segnale di pericolo per l’incolumità della principessa.
Alla fine, venne il momento dello spettacolo. La sala venne sgombrata dai tavoli per fare spazio, e le persona si schierarono contro le pareti, curiose di assistervi.
Tomoyo era seduta sul suo scranno accanto a quello di Amaterasu; ai loro fianchi, entrambi vestititi di nero, stavano silenziosi Kurogane e Souma.
Il portone d’ingresso era spalancato, e da lì fece il suo ingresso un gruppo di giocolieri vestiti di colori sgargianti…
Tomoyo seguì con il cuore in gola le evoluzioni degli acrobati - non solo per il fatto di vederli eseguire numeri così difficili e potenzialmente pericolosi, ma soprattutto perché sapeva che, presto o tardi, sarebbero comparsi loro.
Ritrovò un po’ di serenità con l’incredibile esibizione di una bella ragazza che indossava una veste rosso fuoco... agitava degli enormi ventagli decorati con lingue di fuoco, da cui sprigionavano scintillanti miriadi di fiammelle. Una arrivò a posarsi sul suo kimono, ma la principessa constatò deliziata che non bruciava affatto.
Alla fine del numero, la ragazza fece esplodere il piccolo sole che aveva creato tra le mani, e scomparve in una nuvola di fumo profumato.
Il fumo azzurrino andò svanendo, e pian piano al centro della sala comparvero due figure.
Erano vestiti di seta viola scuro, un tessuto così brillante che il fuoco delle lanterne disegnava ricami cangianti sulle pieghe dei pantaloni e delle casacche dalle ampie maniche. I giovani si tenevano per mano, i capelli biondi sparsi sulle spalle, i loro occhi che scrutavano la folla… due gemelli identici.
I loro sguardi si incrociarono per un attimo, poi con le mani libere tracciarono velocemente un cerchio di luce attorno ai loro corpi.
Il cuore di Tomoyo saltò diversi battiti, ed immediatamente si voltò verso Kurogane. Il ninja era impietrito al suo posto, le pupille dilatate e il respiro accelerato. Accanto a lei, Amaterasu le diede un colpetto quanto più possibile discreto sul braccio… Tomoyo si ricompose immediatamente, ma impiegò un poco prima di riuscire a prestare davvero attenzioni all’esibizione dei gemelli… sentiva la folla scrosciare di applausi, e vedeva luci vorticanti sfiorare l’alto soffitto della sala.
I due tenevano in piedi un perfetto gioco di squadra: i loro incantesimi venivano generati insieme e in perfetta coordinazione.
Ad un tratto, dalle mani di uno di loro scaturì un denso fumo violaceo, che andò piano piano condensandosi in quello che alla fine divenne un uccello dal piumaggio rosso e blu. Aveva una lunga coda screziata ed una cresta di piume gli ornava il capo. Con il becco ricurvo posò un piccolo bacio sul naso del giovane che lo aveva creato, e poi planò graziosamente fino a posarsi sulla spalla dell’altro, che con un cenno del braccio lo incitò a volare in alto.
L’animale volteggiò fino al soffitto della sala, mentre i volti del pubblico lo seguivano estasiati, trattenendo il fiato… improvvisamente, spalancò le ali e sembrò ingrandirsi a dismisura… ali di fiamme fredde, trasparenti come il ghiaccio… e si gettò in picchiata verso gli scranni dell’imperatrice e della principessa.
Immediatamente, Kurogane fu di fronte a loro, la lama della Ginryu sguainata a proteggerle dall’incantesimo.
Un secondo dopo, l’uccello magico si arrestò improvvisamente di fronte alla spada: era tornato alle dimensioni normali, e sbatteva pigramente le ali mentre i suoi occhi neri osservavano curiosi l’acciaio.
“Kurogane, che ti salta in mente?” esclamò Tomoyo.
Ma il ninja non rinfoderò la lama. Tutto all’improvviso, nella sala era calato un silenzio teso.
A quel punto, il giovane dalle cui mani era scaturita la creatura alata fece alcuni passi in avanti.
“Sono estremamente rammaricato, vostre Maestà. – disse inchinandosi profondamente, mentre la sua voce rimbombava nella sala; una voce uguale a quella di Yuui… o di Fay, forse… - Non era mia intenzione minacciarvi… era solo un innocuo incantesimo.” Si giustificò rialzandosi.
Dall’altezza dello scranno, Kurogane fissò diritto in volto il mago. I suoi occhi blu ricambiarono lo sguardo, interrogativi, ma poi un sorriso scherzoso gli illuminò il volto.
Mosse piano le mani, e l’uccello si posò sulla lama della spada, ancora brandita. Osservò diritto negli occhi il ninja, e poi gli beccò dolcemente il naso. Kurogane inconsciamente agitò una mano per scacciare l’animale, che volò via in un frullo d’ali, tornando velocemente dal suo padrone.
Il ragazzo rise, e la bestia magica scomparve in una piccola esplosione.
Gli spettatori tornarono ad applaudire, divertiti, mentre i due prestigiatori si inchinavano di fronte alle loro maestà.
Kurogane tornò lentamente al proprio posto, senza smettere di fissare il giovane che aveva parlato. Quando questo si rialzò dopo l’inchino, i loro sguardi si incrociarono e il mago gli rivolse di nuovo un grande sorriso divertito.



To be continued...


Grazie per aver letto fin qui...

Commentate anche solo per dirmi che mi uccidereste per aver osato immaginare un tale scenario...

Ringrazio MUCHISSIMO Adrienne che si adoperata come beta anche stavolta, e SteelRose Alchemist caVa che al solito si è sorbita le mie allucinazioni mentali...

*fugge ad autopunirsi per la cosa che ha scritto*
  
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