Pentimento
Il mio corpo abbandonato sul tuo.
Le labbra follemente calde sulla tua pelle morbida.
Le mie mani strette tra le tue, le dita intrecciate.
Occhi brillanti in cui ho visto amore.
Ma ora?
Ora che nessuno ricambia il mio abbraccio, che non ho
più le tue labbra da baciare, che non ho più le tue dita
intrecciate con le mie, ora che nei tuoi occhi non riesco più a vedere l’amore...
Come farò ora che non ho più niente?
Tutto è scivolato via dalle mie dita, come perle d’acqua
sfuggenti, come granelli di sabbia che intraprendenti cavalcano il vento
crudele e violento.
Questo letto è così scomodo per me, come fosse fatto di
spine, di sterpi; così doloroso è questo giaciglio per me, abituato
ad addormentarmi tra le tue braccia di morbida seta
che mi cullavano dolci.
Misera la mia stirpe, misero il mio destino che io ora tento invano di mutare rinnegando il mio disgustoso
comportamento.
Se mi volto, se guardo indietro vedo solo sbagli, solo errori, ferite
che ho fatto con il mio esecrabile, schifoso egoismo, ferite cicatrizzate sulla
pelle altrui, ma sanguinanti e dolenti sulla mia, come
amaro castigo del rimorso.
Com’è amara l’esistenza di chi si pente, ma quanto
sarà grande la sua gloria quando tutto
sarà finito, se sarà sopravvissuto.
Questa sofferenza, questo dolore che sento dentro nel non sentirti
più in me è la giusta punizione per quello
che ho fatto.
Forse un giorno potrai tornare ad amarmi.
Forse.
Uno sclero di qualche tempo fa, scritto durante un rientro di matematica, se non sbaglio, durante il quale, forse, avrei fatto meglio a stare attenta...
E’ una flashfic senza alcuna pretesa, ma gradirei i vostri commenti, tanto per sapere che ne pensate...
Grazie mille e ciao ciao dalla vostra Isi.