Serie TV > Star Trek
Ricorda la storia  |      
Autore: Shetani Bonaparte    03/02/2014    3 recensioni
Ispirata alla fan fiction "A Kind Of Miracle", un missing moment by me ambientato in quel difficile periodo nel quale Spock se ne è andato.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Allora, sappiate che io NON sono una fan della triade Kirk/Spock/McCoy, tifo solo Spirk!!! Ma mi è capitata per mano, tre giorni fa, la fic “A Kind Of Moracle”, subito non m’ispirava ma poi, man mano che leggevo, che vedevo questa famiglia crescere un bimbo… beh, Sam mi è entrato nel cuore, con la sua arguzia, la sua dolcezza… la sua unicità.
Ho letto la fic in una notte – e al diavolo la febbre e il mal di testa! – sul cellulare, il giorno dopo ho letto “Miracle Reprise” e ho amato tutto. E non ho potuto fare a meno di scriverci qualcosina.
I personaggi appartengono a chi di dovere e ringrazio MkBDiapason e Rei Hino per aver creato quel ‘cucciolo biondo’ che mi sono scoperta ad amare quasi come fosse un fratellino.
Piccola domandina per le ‘mamme’ di Sam: a me è parso di capire che Spock e Jim si amassero più di chiunque altro, nonostante Bones, perché sono t’hy’la, invece che solo compagni. Giusto? Avvertitemi se sbaglio!
Ah, come personaggi, nella “descrizione” non sapevo come indicare Sam, quindi ho messo solo Jim. Scusate il lapsus. E ora, dopo un’infinita premessa…


A Kind Of Miracle – Mi manca papà Spock

Sam si chiuse nella propria stanzetta, in quella casa dove abitava da anni.
Dio… quasi faticava a ricordare il volto di quella figura avvolta nel mistero, nella serietà e nella rigidezza.
Eppure gli mancava, gli mancava l’uomo – anzi no, il vulcaniano – che era stato il primo a sentirsi chiamare papà da lui. Lo rivoleva accanto a se, lo bramava enormemente, voleva imparare nuovamente a conoscerlo.
Certo, papà Len e papà Jim erano dei genitori fantastici, anche se ultimamente il loro rapporto sembrava un poco freddato, ma gli mancava quel tassello fondamentale per completare il puzzle della sua vita famigliare.
Quel tassello che era riuscito a dire addio in faccia a papà Len ma non a papà Jim, che li aveva abbandonati totalmente – perché, un poco, lo aveva già fatto tempo prima, privandoli dei suoi rari accenni di sorrisi, della sua presenza spirituale. Quel tassello che quasi odiava per tutto il dolore che aveva recato agli altri due papà e a lui, il suo stesso figlio, ma che al contempo rivoleva abbracciare.
Il bimbo aveva i biondi capelli spettinati, gli occhi azzurri minacciavano di straripare lacrime, il suo viso era arrossato dal pianto imminente. Con le dita si sfiorò una delle sue orecchie a punta e allora non ce la fece più perché… perché anche quel tassello che gli mancava, facendolo sentire incompleto, aveva le orecchie così. Questo lo sapeva con sicurezza. Lo ricordava ed era una logica deduzione. In fondo, come negli anni addietro sentiva dire a papà Len, lui era vulcaniano per un sesto.
Strinse a se un peluche. E non uno qualsiasi, il suo preferito, quello dal quale non si sarebbe mai separato. Nascose il visino nel petto di quel finto gattone nero, cercando di soffocare i singhiozzi che lo facevano tremare dentro al suo pigiamino blu. Non voleva fare rumore, non voleva svegliare i papà – quelli che ancora non lo avevano abbandonato e che, ne era certo, non lo avrebbero mai fatto – e farli preoccupare.
Ma i genitori, di sa, hanno un sesto senso. Oppure era stata una coincidenza.
Resta il fatto che papà Jim stesse andando a prepararsi il suo famoso spuntino di mezzanotte – poco efficacemente vietato dal papà dagli occhi azzurri – e fosse entrato nella stanza del figlio, percependo forse qualche singhiozzo.
Accese la luce e si avvicinò al piccoletto.
“Ehi, Sammy, che hai?” chiese, carezzandogli la schiena con premura.
Il piccolo tacque, poi puntò lo sguardo arrossato il quello castano del padre.
“Papà, mi hai mai mentito?”
Jim lo guardò.
“No, tesoro. Perché mi chiedi questo?” chiese. Ma un sospetto già lo aveva.
“Perché… perché mi manca papà Spock e tu mi dici sempre che tornerà però io non… non riesco quasi a ricordare la sua voce, la sua faccia… io…”
L’adulto sentì il proprio sguardo appannarsi: Spock era ancora un ferita aperta nel suo cuore e nella sua anima. Una ferita che sanguinava ancora, che pulsava in un dolore cieco e sordo, che a volte lo faceva perfino litigare con Bones. Perché Spock era importante. Lui e il vulcaniano si erano amati con così tanta devozione… senza limiti…come non avevano amato nessun altro. Erano t’hy’la, un tempo. E forse lo erano ancora adesso, perché il Legame che li univa era indebolito un poco, ma c’era.
“Sam…”
“Mi manca papà Spock” pianse il piccolo, gettandosi tra le braccia del padre biondo.
“Manca anche a me… manca a tutti noi, tesoro, ma vedrai che quando guarirà tornerà da noi”

‘Mi manca papà Spock’
Quattro parole che avevano notevolmente infierito sul cuore di Jim.
Ma non lo avrebbe dato a vedere. Nemmeno a Bones. A nessuno.
‘Papà, mi hai mai mentito?’
No. Mai. Eppure, mentre stringeva il figlio che gli dormiva affianco in quel piccolo lettuccio, Jim si chiese se Spock sarebbe mai tornato.
Sospirò, guardando quella piccola e fragile creatura, privata di una delle presenze più importanti della sua vita da quella stessa presenza.
‘Mi manca papà Spock’
Jim si chiese, anche, se a Spock mancasse almeno suo figlio.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Star Trek / Vai alla pagina dell'autore: Shetani Bonaparte