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Autore: Erica Igu    03/02/2014    1 recensioni
Noi esseri umani siamo così strani..
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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Respiro Gli esseri umani sono così strani. Vivono in preda a passioni talmente tanto violente da dirottare le loro vite in percorsi di distruzione e follia. Impegnano la propria anima per soddisfare desideri tormentosi, in cui la carne brucia in fiamme inestinguibili. Smarriscono il tempo che hanno a disposizione per conquistare un potere che non può essergli di utilità alcuna, quando il loro corpo sarà tumulato nella fredda terra e di loro non resterà che una lapide troppo presto dimenticata. Gli esseri umani sono così fortunati. Vibrano, sentono, vivono. Perfino un sussurro di vento sulla loro pelle può essere fonte di emozioni intense. Afferrano l'istante della gioia e ne custodiscono gelosamente il ricordo fino a quando non esalano l'ultimo respiro. La loro esistenza è così piena di possibilità, di percorsi, di grandezza. Di amore. Nonostante tutti i miei buoni propositi sono di nuovo da lei, steso nel suo letto perennemente sfatto. Dorme. Nella pesante immobilità del sonno, il suo viso sembra cesellato nella porcellana più sottile. Una ciocca di capelli le è scivolata sulla tempia, arricciandosi dolcemente e finendole vicino alle labbra leggermente socchiuse. Con gentilezza sussurro il suo nome ed è come se una magia le facesse tremare gentilmente le palpebre e la riportasse a me. Apre lentamente gli occhi,mi guarda con dolcezza e la sua bocca accenna ad un sorriso. -Ciao. Sussurra piano. Le sorrido a mia volta e rimango immobile a guardare lei che guarda me. -Ti stavo sognando, sai? Sussurra ancora. Allungo una mano e con delicatezza le sposto quella ciocca di capelli dal viso. Ogni mia mossa è misurata,sto sempre molto attento a non toccarla. -Era un bel sogno? Le chiedo imitando il suo stesso sussurro ed avvicinandomi piano piano a lei, con discrezione,fino a quando il mio braccio non si trova a pochi centimetri dal suo che spunta dalle coperte ed è ripiegato sotto il cuscino. -Era triste...e comunque...sto dormendo ancora... tu sei qui, come potrebbe non essere un sogno? Le sorrido e adeguo il movimento del mio petto al lento e regolare alzarsi ed abbassarsi delle sue spalle. -Pensi che io sia un sogno? Domando mentre nel mio petto si agita qualcosa che non so riconoscere, che non so spiegare. -Lo sei? Bisbiglia con un sospiro che mi fa pensare alla luna che si riflette sul mare ed alle piccole ond eche ne increspano la superficie, come tante pennellate di bianco e argento su di un nero mobile e vivo. -Lo vorrei. Rispondo con sincerità e lentamente vedo le sue palpebre socchiudersi nuovamente. Il sonno la reclama ed io non posso trattenerla. -Posso rimanere e guardarti dormire? Le chiedo pensando che il sonno l'ha ghermita troppo profondamente e non mi risponderà. -Si... non te ne andare... Poi la stanchezza la porta via, lontano ed io rimango lì, ad osservare il tenue movimento della vita sul suo viso. Il sole sorge troppo presto e a me non resta che scivolare via, lentamente, custodendo l'immagine di lei che, indifesa, si lascia guardare
  
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