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Autore: SapphireLily    12/06/2008    2 recensioni
E finalmente arriva la morte di Naraku. O forse no. Perchè i nemici, per i nostri eroi, non finiscono mai. E uno potente, forse perfino più di Naraku, riporterà il gruppo di Inuyasha a rivivere gli incubi del passato.
Tratto dal 1° capitolo:Nessuno capì cosa successe quella notte.
Nessuno seppe come il piccolo frammento puro della Sfera era riuscito a purificarla.
Ma dopo quella notte tutto tornò alla normalità.
O quasi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Questo è solo il prologo di una long-fic che voglio realizzare. Essendo la prima che scrivo su Inuyasha, potrei aver commesso degli errori, quindi mi scuso in anticipo. Questa è la fine di Naraku, come la immagino io, ma non è la vera fine. Perchè niente è come appare, e un nuovo nemico si prospetta all'orizzonte...


Prologo- A mysterious night


L'aria, quella notte, era gelida.

Strano, in estate.

Ma quella notte, in Giappone, il vento freddo sferzava i visi dei pochi sventurati che erano fuori.

Una ragazza con i capelli scuri era appoggiata per terra, i grandi occhi neri che guardavano in alto.

Era vestita con un grande kimono rosso, che di tanto in tanto si sistemava e sotto il quale si nascondeva un piccolo kitsune, mentre allungava il braccio destro fino a toccare, con la punta delle dita, un arco lasciato per terra.

Al suo fianco, in piedi, immobile, un ragazzo.

No, non un semplice ragazzo.

Un hanyou.

Si notava dalle piccole orecchie canine a punta bianche che spuntavano dai lunghi capelli d'avorio.

I suoi piccoli occhi gialli mostravano un certo odio e, come quelli della ragazza, puntavano verso il cielo.

In mano teneva una grossa spada simile ad una zanna, che di tanto in tanto pulsava.

Si, pulsava.

Ansimava, come se avesse corso.

Lunghi artigli affilati stringevano l'arma.

Più in là, alla loro sinistra, c'era un giovane uomo.

Il vestito, lungo e blu,diceva già a che classe sociale apparteneva: un monaco.

I capelli neri erano legati in un codino, sulla nuca.

Poco lontano, per terra, c'era il suo bastone.

Attorno alla mano destra era arrotolata una collana a grani, e intorno al dito medio aveva una specie di anello.

Abbracciava una ragazza dai lunghi capelli neri, vestita con una tuta scura, simile ad un'armatura.

La ragazza aveva una mano sulla spalla del monaco, mentre con l'altra teneva un grande boomerang.

Anche la testa era appoggiata al monaco.

Piangeva.

Le sue lacrime avevano bagnato l'abito del monaco.

Sul tetto di un tempio lì vicino stava uno youkai.

Assomigliava vagamente al giovane hanyou, soprattutto per i lunghi capelli d'argento e i piccoli occhi gialli.

Tuttavia questi ultimi differivano da quelli dell'hanyou perchè più profondi.

Indossava un lungo abito di seta bianca con ricami rossi a forma di fiori sulle spalle e sulle maniche.

Sopra l'abito aveva una specie di armatura, e una pelliccia ricopriva la spalla sinistra, dalla quale non pendeva alcun braccio.

No, non era una pelliccia.

Quella era la sua coda.

Al fianco aveva due katane.

Il viso era attraversato da quattro segni, due per guancia, e sulla fronte vi era una mezzaluna.

C'era una sola parola per definirlo: nobile.

Vicino a lui vi era uno piccolo youkai verde con una tunica marroncina e un lungo bastone a due teste.

Sdraiata su un grosso youkai verdognolo a due teste, al suo fianco, c'era una bambina dai capelli scuri, raccolti in un codino.

Era svenuta.

Lo youkai portava le briglie e la sella.

Guardavano tutti verso la luna piena di quella sera d'estate.

Perchè il satellite della terra quella sera era coperto.

E non da una nuvola, ma da un grosso youkai.

No, non da uno youkai.

Da un hanyou, della peggior specie.

Aveva un aspetto orribile, come se fosse l'insieme di diversi demoni.

E aveva in braccio un bambino svenuto.

L'hanyou, senza alcun preavviso, strappò la carne della spalla del ragazzo, estraendone qualcosa.

E fu evidente a tutti che estraendolo aveva posto fine alla vita del bambino, che impallidì, mentre il sangue iniziava a coprirgli la schiena.

E l'hanyou lo lasciò cadere.

-NO!- l'urlo arrivava dalla ragazza appoggiata alle spalle del monaco.

Un nekomata, simile a un gatto, ma molto più grande, si precipitò verso il ragazzo, afferrandolo al volo.

Inutile.

Perchè quando la ragazza lo prese in braccio, mentre sussurrava continuamente -Kohaku...-, era ormai troppo tardi.

E lo youkai rideva.

Non una semplice risata, ma una risata maligna, che prendeva tutto il suo essere, compresi gli occhi.

Piccoli occhi, rossi e maligni.

Occhi di sangue.

E l'hanyou prese il piccolo cristallo che aveva estratto dal corpo di Kohaku e lo aggiunse ad un altro cristallo, che diventò così una sfera.

-Maledetto Naraku!- ringhiò l'hanyou dagli occhi gialli in direzione di quello che si stagliava contro la luna.

E Naraku ingoiò la Shikon no Tama.

All'inizio non successe niente.

Poi, l'aria intorno all'hanyou si cristallizzò e si infranse.

-Ma cosa...?- protestò Naraku mentre il suo corpo si illuminava di una luce strana.

Una luce viola e bianca, che fece splendere la notte giapponese.

E Naraku cadde.

O meglio, Onigumo cadde.

Perchè la Shikon no Tama si era infranta ed era scomparsa e, così facendo, aveva purificato anche il corpo demoniaco di Naraku, che era tornato ad essere un uomo.

Nessuno capì cosa successe quella notte.

Nessuno seppe come il piccolo frammento puro della Sfera era riuscito a purificarla.

Ma dopo quella notte tutto tornò alla normalità.

O quasi.

  
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