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Autore: Yennefer    03/02/2014    5 recensioni
[Sheriarty] Finale alternativo della seconda stagione.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Potresti darmi un minuto? Per me stesso. Ti prego." Sherlock Holmes, consulente investigativo, era in piedi sul muretto del tetto del Bart's Hospital. Davanti a sè un volo a destinazione unica, dietro di sè un uomo dalla mente criminale più brillante di tutta Londra; pericoloso e psicopatico, egli aveva rovinato la sua reputazione rendendolo colpevole del rapimento di due bambini e lo aveva messo nella condizione di scegliere tra la sua vita e quella dei suoi unici amici, minacciati da ben camuffati assassini. Nessuno sapeva bene come si erano ficcati in quella situazione, tutto ciò che sapevano era di avere a che fare con un disturbato mentale e un sociopatico.
Jim Moriarty alzò le spalle acconsentendo alle sue richieste e si diresse a passo lento verso le scale, sicuro di averlo battuto una volta per tutte e di essersi liberato di parte delle sue ossessioni. Sherlock guardò giù, osservando le persone che trascorrevano la loro giornata ordinaria: tutte quelle menti inferiori, inconsapevoli di ciò che stava accadendo sopra il loro naso. E d'un tratto cominciò a ridere.

Jim si fermò confuso e si voltò di scatto "Cosa?" chiese con rabbia e insicurezza.
"Cosa c'è?"
"Cosa non ho considerato?!" Un velo di paura riusciva a leggersi nei suoi occhi. Sherlock continuò a ridere ignorandolo, poi si girò e scese dal muretto con un balzo, camminando verso di lui e ripensando ai suoi amici, ignari di star rischiando la vita in quell'esatto momento. "Non hai intenzione di fermarli." Jim lo guardava con aria confusa "Certo! Gli assassini possono essere fermati, c'è un codice di richiamo o una parola o un numero." Fece una pausa per girargli attorno "Non c'è bisogno che io muoia...se ho te!" Sorrise beffardamente, Jim capì le sue intenzioni e rispondendo al sorriso si fece tranquillo "Oh, quindi pensi di riuscire a farmi annullare l'ordine?" Sherlock annuì e Jim scosse la testa in segno di disapprovazione.
"Sherlock, nemmeno tuo fratello o tutti i cavalli del re riuscirebbero  a farmi fare qualcosa che non voglio."
"Si, ma io non sono mio fratello ricordi? Io sono te. Pronto a fare qualunque cosa, pronto a bruciare. Pronto a fare ciò che le persone comuni non farebbero. Vuoi che ti stringa la mano all'inferno? Allora non rimarrai deluso."
Jim aggrottò le sopracciglia fissandolo negli occhi "Nah, non ti credo." disse "Sei una persona comune. Nah, fai solo lo spaccone. Tu stai dalla parte degli angeli."
Sherlock sostenne il suo sguardo "Oh, sarò pure dalla parte degli angeli... ma non pensare neanche per un secondo che io sia uno di loro." senza dargli il tempo di rispondere si sistemò la sciarpa blu sotto al colletto e continuò il discorso "E ti dirò di più. Tu vuoi vedermi morire perchè sei ossessionato da me, ossessionato che ci sia una mente brillante come la tua in giro e per questo vuoi eliminarmi. Ma come mi dicesti tu stesso un tempo: Tu hai bisogno di me o non sei niente." Jim lo guardò, nuovamente con aria confusa, passando lo sguardo da un occhio all'altro. Un senso di imbarazzo lo assalì, come se una delle cose più banali gli fosse sfuggita da sotto al naso per tutto quel tempo. Sherlock aveva ragione: aveva bisogno di lui.
Un tremito di paura lo attraversò, era stato colto impreparato e non sapeva cosa rispondere.

"I-io..." Jim fece un passo indietro poi si voltò, dandogli le spalle. Dopo qualche secondo estrasse il cellulare dalla tasca e mandò un messaggio a qualcuno, fissando il pavimento una volta che lo ebbe inviato "Hai ragione, Sherlock. Ho bisogno di te." disse "Ma non pensare che sia finita qui, sai benissimo che anche tu non puoi fare a meno di me." si voltò nuovamente per ritornare faccia a faccia con lui "E poi ammettilo che questa sfida tra noi ti stava piacendo, è questo quello che cercavi! Aiuti la polizia a risolvere i casi solo per sentirti soddisfatto e intelligente, io ti stavo solo dando una mano a trovare un caso che non ti annoiasse, oltre che ovviamente cercare di eliminarti, credevo ci fosse posto per un solo cervellone in questa città. Ma per tua fortuna non ho più intenzione di ucciderti, nè di bruciarti. Perchè infondo siamo uguali io e te, la gente ci è inferiore ed è noiosa e noi abbiamo bisogno di uno sfogo." Jim Moriarty gli porse la mano, Sherlock era evidentemente sorpreso dalle sue parole e stava analizzando la situazione con attenzione, lasciando che la mano del suo acerrimo nemico rimanesse al vento "Oh, andiamo! Solo una stretta di mano! Da buoni rivali..." Sherlock lo squadrò e infine gli strinse la mano. Jim gli diede uno strattone tirandolo a sè e con uno scatto premette le labbra sulle sue per qualche secondo. Poi tornò a guardarlo negli occhi con aria seria e folle, sussurrando "Torna pure alla tua vita di investigatore e ci rivedremo presto...Sherlock Holmes."egli cominciò a ridere dirigendosi verso le scale, poi richiuse la porta alle sue spalle facendo un gran rumore. Sherlock prese a respirare velocemente, riflettendo su quell'ultimo discorso. Cominciava a dubitare su quello che gli aveva detto, se Jim aveva ammesso di essere ossessionato da lui, doveva ammetterlo anche lui? Per un attimo fu preso dal panico e restò in piedi dov'era, vedendosi crollare addosso le sue convinzioni. Forse era solo una verità scomoda da digerire, per questo rifiutava di credere alle parole di Moriarty. Prese quel dubbio che aveva iniziato a crescere dentro di sè dal momento che lo aveva lasciato da solo sul tetto, lo prese e lo nascose nel suo profondo. Sherlock Holmes non ha sentimenti, essi sono solo una limitazione per sè e per il suo lavoro. Il sole cominciava a essere già abbastanza alto nel cielo e il vento aveva cominciato a tirare, facendogli svolazzare il cappotto. Ne aveva abbastanza di quel tetto e aveva bisogno di pensare.



Una settimana più tardi i giornali riportavano ancora le notizie riguardanti l'abbaglio che la polizia aveva preso sulla sua colpevolezza nel rapimento dei bambini: "qualcuno" aveva rilasciato informazioni.
Sherlock Holmes innocente. Cosa combina la polizia?

Sherlock abbassò il giornale portandosi una mano alla fronte, era seduto con le gambe accavallate sulla sua poltrona preferita. John Watson salì le scale del loro appartamento con un altro giornale in mano e si diresse verso di lui porgendoglielo  "Leggi la prima pagina" 
"Lo so già." Rispose lui freddamente.
"Richard Brook inventato da Jim Moriarty "l'Intoccabile" per screditare l'eroe del Reichenbach." Citò John con aria interrogativa "Sherlock sono giorni che te ne stai seduto su quella poltrona a riflettere. Si può sapere che gli hai detto per fargli cambiare idea così?" Chiese invano "Me ne sono andato credendo che Mrs. Hudson stesse per morire e quando sono tornato mi hai semplicemente detto che avevi sistemato le cose. Come hai fatto?" Sherlock rimase seduto con le gambe accavallate, ignorando le domande quanto John ignorava che egli avesse rischiato la vita su quel tetto. John sbuffò annoiato e si diresse in cucina, aprì il frigorifero per nervosismo ma non vi trovò nulla quindi lo richiuse immediatamente.

Mrs. Hudson comparve dal nulla alle sue spalle, facendolo sussultare "Qualcosa la affligge, caro?" chiese con il suo solito tono di voce gentile e disponibile. "Oh, no. Grazie per averlo chiesto, sono solo un po'... preoccupato."
Mrs. Hudson abbassò la voce per non farsi sentire "E' per Sherlock, vero? E' sempre per lui." John si passò una mano tra i capelli abbassando anch'esso la voce "Da giorni se ne sta seduto su quella poltrona, il massimo che fa è suonare il violino. Non cerca casi, non parla. E' successo qualcosa di grave,lo sento. A parte per i giornali è tutto troppo tranquillo là fuori." Sherlock aveva cominciato a suonare, ignorandoli completamente. Poteva essere che Jim stesse ossessionando anche lui? E perchè mai? Fece una smorfia per aver sbagliato una nota, riprendendo subito la melodia "Lo guardi, ha in mente qualcosa e non vuole parlarmene." ripetè indicandolo. Mrs. Hudon lo guardò con un'espressione materna e comprensiva "E' fatto così quando ha bisogno di riflettere, ormai dovrebbe saperlo. Ma spesso fa arrabbiare anche me con quei suoi modi rudi." disse annuendo "Vedrà che quando avrà pensato abbastanza le racconterà tutto! Nelle coppie a volte è così!" gli fece un sorriso di incoraggiamento con qualche pacca sulla spalla e tornò nelle sue faccende. John aggrottò le sopracciglia "Mrs. Hudson, per l'ultima volta...  non siamo una coppia..." sospirando si girò, restando in cucina a fissare Sherlock con preoccupazione mentre questi suonava. Sapeva bene che egli non era un tipo facile da affliggere. E sapeva bene che di lì a poco sarebbe successo qualcosa, doveva solo capire in che genere di situazione si sarebbe cacciato.



 
  
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