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Autore: Deademia    03/02/2014    2 recensioni
L’ombra è una conseguenza naturale della luce. Senza essa neanche esisterebbe.
Spesso tendiamo a dimenticarci di questo particolare e per noi l’ombra non è altro che questo, un'ombra.
Pochi invece capiscono che ne esistono diversi tipi, quella più densa e oscura e quella più flebile, e che questi diversi tipi d’ombra dipendo dall'intensità della luce da cui sono generati.
Lord Voldemort è un’ombra, delle più nere che possano esistere.
Eppure nessuno si è mai chiesto quale sia stata la luce che l’ha creata, che forma avesse, quale fosse il suo nome.
Per scoprirlo bisogna andare indietro di molti anni, quando il Signore Oscuro non esisteva ancora ed al suo posto c’era un ragazzo senza famiglia, con tante ambizioni e pochi limiti, che rispondeva all'appellativo di Tom Riddle.
E' qui che troviamo lei. Purosangue sfrontata, Serpeverde irriverente. Daiana Rosier.
Un nome dimenticato da tutti tranne che da lui, un volto gentile che nasconde un carattere caparbio, sbiadito dal tempo ma impresso a fuoco nell'animo frantumato del Lord.
E qui ci fermiamo. Perché se per capire un'ombra bisogna prima conoscerne la luce, per capire un grande uomo bisogna sempre conoscere la donna che vi è dietro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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“Non provare pietà per i morti Harry, provala per i vivi. E soprattutto per coloro che vivono senza amore.”

-Albus Silente-

 

Dietro ogni grande uomo, si nasconde sempre una grande storia. Che l’uomo in questione abbia plasmato la sua grandezza dall’oscurità e dal sangue non costituisce un ostacolo per tale affermazione. Rimarrà comunque  un grande uomo, malvagio, certo, ma grande.

La storia di Voldemort, però, pochi possono dire di conoscerla. Certo le abbiamo dato un volto ed un nome ben precisi: Tom Orvoloson Riddle. Ed è una storia tetra quanto chi la possiede, è oscura, priva di luce.

E’ la storia di un uomo debole che si è eretto sopra i forti.

E la storia di un mago forte che si è inabissato sotto i deboli.

Ma siamo sicuri che sia solo questo? Un nome, il suo nome?

Harry Potter ne è convinto,  persino i suoi fidati Mangiamorte ne hanno la certezza assoluta: il passato di Voldemort ha un solo nome, il suo, perché nessuno è mai stato abbastanza coraggioso o meritevole da poterlo avvicinare realmente.

Eppure vi stupireste nel sapere che così non fu. Che tutti si sbagliarono e continuano a farlo tutt’ora.

Perché il passato di Voldemort  non si chiama solamente Tom Orvoloson Riddle, un nome carico di disgusto, talmente detestato e disprezzato dal Lord da essere finito nel dimenticatoio , con suo sommo godimento e spietato orgoglio, assieme alle sue sporche origini di Mezzosangue e a quel lato umano frantumato e perduto esattamente come la sua anima.

 No. Il suo passato si chiama anche Daiana Isobel Rosier, ed è il più doloroso incubo del Signore Oscuro.

 

 

 

 

PROLOGO

Albus Silente è seduto alla scrivania del suo ufficio, immobile, mentre flebili candele illuminano la stanza e un vento irascibile percuote ripetutamente i vetri delle finestre, facendole traballare pericolosamente sui cardini arrugginiti. Il freddo umido, tipico di un temporale simile, filtra tra gli anfratti e striscia in ogni dove, combattendo col tiepido calore irradiato dal camino acceso.

Ma il Preside non sembra curarsene più di tanto. La sua attenzione è interamente rivolta ad un grosso libro, un album più precisamente, che funge da annuario scolastico. L’ha ritrovato poco prima tra i vecchi scaffali della biblioteca. Non che lo stesse cercando, ma mentre scorreva con la mano i dorsi polverosi delle copertine, si è imbattuto in quel cimelio non proprio recente, e un sorriso nostalgico gli ha increspato involontariamente le labbra. D’altronde si sa, ha sempre avuto un debole per i sentimentalismi e i vecchi ricordi lui. E’ stato automatico quindi prenderlo e rifugiarsi nella sua torre, immergendosi in memorie perdute e volti conosciuti che avevano calpestato quegli stessi corridoi decine e decine di anni prima. Eppure, mentre lo sfoglia con lentezza, accarezzando con lo sguardo ogni singola foto, per poco non sussulta nel trovarsi di fronte due occhi scuri e gelidi che è certo non potrebbe mai dimenticare: un Tom Riddle undicenne lo fissa dalla foto magica senza realmente vederlo, la posa rigida a renderlo più severo di come già appare e nessun sorriso su quel volto pallido ed incredibilmente bello, mentre attorno a lui i suoi compagni si spintonano per trovare la giusta postazione.

Silente reprime un brivido.

 E’ solo una foto, e lui è solamente un bambino, ma pensare a quanto sangue macchierà quelle mani linde e apparentemente innocenti non può che fargli rizzare i capelli sulla nuca, mentre un senso di nausea e malinconia prende il posto della precedente euforia attanagliandogli le viscere. Con la lentezza esasperante di chi non è certo di star facendo qualcosa di giusto, continua quell’osservazione quasi morbosa, una tortura per lui che si ricorda fin troppo bene di quel ragazzino misterioso e adorato dai molti, che non è altro che la parte più umana e ormai volutamente dimenticata del Signore Oscuro.

Primo anno, secondo, terzo, quarto…

Le sfoglia una ad una, cercando in quei pozzi neri un brandello della sua anima ancora integra, sperando di cogliere da misere foto il cambiamento che stava lentamente avvenendo dentro di lui, una malattia, un morbo senza cura che lo stava portando alla dannazione, consumandolo,  attanagliando il suo stesso essere come un parassita pronto a cibarsi del dolore per trasformarlo in rabbia e odio. In oscurità.

Poi, come folgorato da un ricordo che riteneva perduto, si blocca su un’altra foto. E’ più movimentata, più dinamica.

Non è la classe di Tom, ma fa parte della medesima Casa.

Guarda la data: anno 1943-1944.

Ritorna a osservarla.

C’è una ragazza, Lucretia Black, che ride abbracciata a quello che gli pare il giovane Prewett, il quale continua a farle il solletico nonostante gli schiaffetti ammonitori di lei. C’è un gruppo di ragazzetti, Grifondoro del primo o del secondo anno ad occhio, che proprio in quel momento sfilano veloci davanti all’obbiettivo, schiamazzando sguaiati e attirandosi le ingiurie dei Serpeverde, e ci sono due ragazzi, Travers e Rockwood, che lanciano di nascosto una fattura a dei Tassorosso sullo sfondo, facendoli cadere rovinosamente a terra e provocando l’ilarità di gran parte della classe.
Ma non sono queste bravate da Serpeverde ad attirare la sua attenzione.
E’ una ragazza in piedi, un po’ a margine, che ride guardando la giovane Black, a farlo.
E’ minuta e la divisa della scuola sembra andarle larga su quel corpo snello e sottile. Ha i capelli biondi raccolti in una coda alta e gli occhi, di un verde chiaro che nella foto in bianco e nero non si distingue granché ma che il Preside ricorda bene, brillano allegri.

Poi è un attimo.

Una figura spunta al suo fianco, sorprendendola, e prima ancora che questa possa rendersi conto di chi sia, il ragazzo la afferra sveltamente per mano e la trascina via, dove la foto non può mostrare più nulla.

Ma Silente non ha bisogni di vedere altro.

Ha capito chi era quel ragazzo dagli occhi neri e la pelle lattea, ed ha riconosciuto alla perfezione anche lei, Daiana Rosier, l’unica persona, l’unica donna, ad aver saputo toccare il cuore di Voldemort quando questi era solo Tom, ed un cuore ancora lo possedeva.

Ora ricorda.

In effetti, si era sempre chiesto all’epoca come quella creatura sottile, apparentemente fragile, ma dall’animo schietto e testardo fin tanto da renderla fuori dagli schemi persino per una Serpeverde Purosangue quale era, potesse essersi avvicinata all’ombroso Tom, schivo e diffidente ma bravo a mostrarsi agli altri nel modo esatto in cui lui voleva essere visto. Era come un gioco, per lui, un passatempo a suo favore che gli risultava dannatamente facile compiere. Silente l’aveva intuito da subito e mai si era fatto abbindolare dalle sue doti persuasive e le sue capacità ammaliatrici. E forse, si disse, forse l’aveva compreso anche Daiana. Forse per questo non era semplicemente rimasta nelle file dei suoi ammiratori, seguaci all’ombra di uno studente che si circondava di persone ma non di amici, e aveva allungato una mano verso di lui.

Per salvarlo dall’oscurità che aveva intorno.

Per salvarlo dall’oscurità che albergava nel profondo del suo animo.

Se solo i risvolti di quella storia non fossero stati così tristi…

Silente sospira.

Per quanto Voldemort sia malvagio e indegno del ben che minimo perdono, non può che provare pietà per quell’uomo la cui gioventù è stata costellata di delusioni e dolori.

Per anni è stato convinto che Voldemort non avesse mai conosciuto l’amore, l’avesse anzi rifugiato, odiato, disprezzato in ogni sua forma, ritenendolo una debolezza per sciocchi uomini indegni. E in un certo qual modo è così, si dice, Voldemort non ha mai amato.

Ma Tom…Tom si.

Tom ha amato, e poi ha perduto tutto.

Così, riflette il vecchio Preside, mentre la morte lo attanagliava coi suoi sporchi artigli neri, rendendolo il peggiore ed il più temuto tra i suoi seguaci, cibandosi della più feroce ed incontrollabile rabbia, del sordo dolore meschino che albergava in un singolo corpo, lui stesso ed il mondo intero si dimenticarono in fretta di quella fanciulla follemente ed ingenuamente temeraria, colei che prima ancora dell’incanto degli Horcrux fu in grado di brandire prima e frantumare poi quell’anima oscura. 

Una visione candida che fu inesorabilmente destinata a macchiarsi e perire sotto il nero futuro che la attendeva.

---Angolo dell'autrice---

Salve gente! Bene, finalmente eccoci qua con questo esperimento che tenevo in caldo già da un po'...ebbene si, una ff su Tom Riddle, sono sorpresa io stessa. Eh si perchè per quanto io abbia una tendenza preoccupante ad appassionarmi ai personaggi "malvagi" dei libri che leggo o dei film/telefilm che vedo, mai avrei pensato di poter scrivere qualcosa su Voldemort. Anche se, effettivamente, qui si sta parlando di Tom, ed è cosa ben diversa!
Comunque....fanciulle mie, già vi avverto, mi piace poco cambiare radicalmente i fatti di una storia quindi tenderò ad essere il più coerente possibile con le informazioni note del passato di Tom (anche se qualche modifica necessaria capiterà e vi verrà comunicata nelle note via via che procederemo coi capitoli). A questo proposito voglio spiegarvi una cosa: il futuro Voldemort sarà quello che noi ben conosciamo, compirà le stesse azioni, sarà identico in tutto e per tutto. Non ci sarà nessuna donna al suo fianco a placare le sue pazzie, a cambiarlo o chissà cosa. La mia protagonista fa parte del passato poco conosciuto del Signore Oscuro, e nel passato resterà.
Per quanto riguarda Tom, dato che ho parlato di cambiamenti, sappiamo che aprì la Camera dei Segreti e uccise Mirtilla (indirettamente) nel suo 5 anno e che uccise il padre e i nonni nel 6 anno, ma nella mia storia i fatti avvenuti nel 5 anno (cioe la Camera e l'uccisione di Mirtilla) non sono accaduti. In compenso l'uccisione dei familiariè avvenuta esattamente come la Rowling ha scritto. Ok, detto questo penso di aver concluso (anzi, ho spoilerato anche troppo per essere un semplice prologo!), vi lascio hai commenti (pechè si, anche se Natale è già passato da un mese bisogna comunque essere tutti più buoni e lasciare recensioni alle povere autrici di efp ù.ù)
Alla prossima, Deademia

ATTENZIONE: essendo totalmente negata, non ho neanche provato a creare un banner per questa storia, però mi piacerebbe metterne uno...se c'è qualche anima pia a cui piacerebbe cimentarsi per darmi una mano, basta farmelo sapere nei commenti così da metterci d'accordo, ve ne sarei grata a vita! (vi sponsorizzerei ;) ahaha)

  
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