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Autore: Larry91    03/02/2014    3 recensioni
Harry sparisce per tre mesi lasciando la sua famiglia, i suoi amici, ma in particolare Louis.
Il motivo? Si è innamorato del suo migliore amico, ed è deciso a farsi passare questa cotta. Al suo ritorno però, parecchie cose saranno cambiate.
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( Tratto da un capitolo)
-dimmi la verità perchè sei andato via da Londra? - chiese prendendomi le mani
- Lou, io non posso.. -una lacrima rigò il mio viso - sei felice, perchè vuoi rovinare tutto?
- qui l'unica felicità di cui mi importa è la tua!
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Larry con accenni Ziam
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14. Strong

Più i giorni scorrevano veloci, più Louis riusciva a rendersi conto degli strani comportamenti di Harry.
Era da un po’ che lo vedeva strano, ogni volta che si vedevano tra una lezione e l’altra sfuggiva per chissà quale motivo. Le uscite segrete di ore si erano ridotte a malapena dieci minuti di conversazioni imbarazzanti. Anche i messaggi, non erano più quelli sdolcinati in cui si prendevano in giro a vicenda, erano semplici testi che ci si scrive tra conoscenti.
Non riusciva a capire da dove derivasse questo leggero distacco da parte sua. Anche in quel momento, gli sedeva accanto, mentre sfogliava passivamente il libro di Arte. Lo osservò mentre si riavviava i capelli indietro, mentre sbuffava, stropicciava un occhio con le sua dita lunghe e affusolate, mordeva il labbro inferiore ticchettando un piede sul pavimento freddo della mensa.  Silenziosamente, avvicinò la sedia alla sua e cercò la mano del più piccolo sotto il tavolo. Il riccio sussultò al contatto della pelle dell’altro e senza fiatare gli accennò un mezzo sorriso. C’è qualcosa che non va. Pensò ancora Louis.
“Tommo!” lo riprese Niall lanciandogli una pallina di carta.
“cosa?” scosse la testa per concedergli attenzione
“ti ho chiesto se ci vieni stasera“ rise il biondo attaccandosi al braccio di Josh “ la smetti di fingere che questo tavolo sia una batteria?” lo ammonì con tono finto severo. Quello in risposta gli fece la linguaccia e lasciò andare le posate sul tavolo.
“dove?” chiese Louis, ancora confuso.
“oddio” esclamò sbuffando Niall
“alla festa di Andy”  intervenne Liam ridendo.
“ehm non so…tu ci vai?” chiese in direzione di Harry. Il riccio allontanò la mano da quella di Louis e si alzò riprendendo la sua cartella.
“non mi va” rispose prima di andarsene.
“tutto ok?” chiese Zayn a Louis preoccupato. Il ragazzo annuì non molto convinto e con un salutò affrettato seguì Harry.
“Harry aspetta!” gli urlò con il fiatone.
“dimmi” gli disse il riccio aprendo l’armadietto e lasciando alcuni libri.
“è successo qualcosa?” l’altro scosse la testa ”sicuro?” continuò poggiandosi alla schiera di armadietti accanto al suo.
“si Louis” sospirò il riccio.
“il problema sono io?” chiese intimorito Louis abbassando lo sguardo. Harry lo osservò, aveva un’ espressione da cucciolo bastonato e pensò che lo avrebbe preso lì all’istante. Chiuse l’anta di metallo e avvicinandosi al ragazzo, gli accarezzò una guancia.
“certo che no” assunse un tono dolce “perchè lo pensi?” chiese osservando le sue iridi azzurre.
“ultimamente sei strano” ammise e abbassando la voce brontolò “può sembrare stupido, ma oggi non mi hai dato neanche un bacio” Harry sorrise scompigliandogli i capelli.
“scusami, rimediamo” lo preso per un braccio e lo trascinò nella prima aula libera. Louis, capendo le intenzioni sorrise eccitato e si lasciò spingere contro il muro, mentre le mani dell’altro gli stringevano i fianchi e la bocca fu subito a contatto con la sua. Quando ebbero bisogno entrambi di respirare si staccarono malcontenti.
“ora va decisamente meglio!” esclamò il castano abbracciandolo. “ ora vuoi venire alla festa?” gli chiese guardandolo in viso mentre allacciava le mani dietro il suo collo.
“ho già detto che non mi va” sorrise Harry” pensavi che dopo questo, avrei cambiato idea?” l’altro annuì. ”tu ci vai?”
“non so” mormorò baciandogli una guancia “ potremmo stare insieme” continuò ed Harry vide i suoi occhi illuminarsi.
“ma questa non è la settimana in cui sei da tuo padre?” Louis annuì noncurante “ non credo sia il caso” disse scostandosi e aggiustando il cappotto.
“perché no? Harry, mio padre ha superato quel periodo, non glielo avrò detto chiaramente, ma sa che sono felice con te” provò avvicinandosi.
“Lou non esserne così sicuro” quando notò il volto sorpreso dell’altro, aggiunse “ non avete mai affrontato l’argomento, quindi non puoi saperlo” sospirò abbracciandolo “facciamo un altro giorno, ok?” l’altro annuì, anche se non convinto.
“prendiamo la metro insieme?” il riccio gli sorrise affermativo.    
 Quando lasciarono l’aula si trovarono in mezzo ai vari studenti che si avviavano all’uscita.
“la prossima volta fa attenzione” gli disse mostrandogli una macchia violacea alla base del collo. Il riccio rise e gli diede una spallata affettuosa.
“Louis!” entrambi si voltarono, trovandosi il Signor Tomlinson accanto alla sua auto.
"Papà!" lo salutò contento suo figlio" non mi aspettavo che venissi a prendermi" ammise sorpreso
“avevo qualche ora libera” gli sorrise, poi si voltò verso il riccio “ Harry” mormorò.
Ma chi vuoi prendere in giro stronzo?, voleva dirgli invece mormorò un semplice “signor Tomlinson” nascose le mani in tasca. Li stava già salutando quando Louis lo fermò.
“possiamo darti un passaggio” annuì felice e prima che il ragazzo potesse rispondere con un secco ma anche no, l’uomo lo fece per lui.
“Louis pensavo di soffermarmi nella caffetteria qui all’angolo” guardò di sottecchi Harry, invitandolo ad andarsene.
“Lou, fa niente davvero, ci sentiamo” gli sorrise e non potendosi concedere smancerie varie Louis gli sorrise di rimando.
Harry si allontanò in fretta dai due. Prese la metro, vuota a quell’ora e aspettò la sua fermata. Quando le porte della metropolitana si chiusero dietro di se, si strinse nel cappotto e amareggiato tornò a casa.
“sono tornato” mormorò entrando e togliendosi le scarpe. Passò accanto alla cucina per salire le scale, quando Gemma lo fermò.
“Harry non ti ho sentito arrivare” gli disse raccogliendo i lunghi capelli in una coda.
“mamma?” chiese già sul primo scalino
“ a lavoro” il fratello annuì e fece per andarsene “ come è andata a scuola?” Harry alzò le spalle
“il solito, vado in camera” avvisò prima che la sorella potesse chiedergli altro.
Si lasciò cadere svogliatamente sul letto. Non poteva più continuare in questo modo. Innanzitutto doveva chiarire le cose nella sua testa, e poi doveva farlo con Louis. Questo è un gran problema. Sentì bussare leggermente alla porta, scosse la testa per poi nasconderla sotto il cuscino.
“Harry” sussurrò la voce femminile di sua sorella. “magari non sono la miglior sorella che si possa desiderare, ma io voglio esserci per te. Vorrei poter fare qualcosa e non starmene con le mani in mano in un angolino, guardandoti in questo modo. Non ce la faccio. Ti prego parlami, non farmi sentire inutile. Cosa ti succede?” gli si sedette accanto, incrociando le mani. Il ragazzo scosse la testa e tirandosi a sedere sospirò.
“non è esatto”, Gemma lo guardò confusa “ sei la migliore tra tutte le sorelle, non lo dico per compassione eh” scherzò ricevendosi un buffetto sulla nuca “ no a parte gli scherzi, non potrei desiderare di meglio. Il problema sono io” sua sorella gli accarezzò dolcemente il braccio, senza dire nulla. “va bene, penso sia ora di raccontarti tutto” la ragazza annuì. Le raccontò tutto nei minimi particolari, del viaggio lontano da Londra, del concerto, del bacio, della sua relazione con Louis contrastata dal padre.
“che figlio di..” sbottò la ragazza.
“Gemma” la riprese ridendo.
“si scusa, hai ragione, ma rimane tale! Cosa diavolo vuole? Non gli è importato di suo figlio per anni, e ora? Non sai quanto mi faccia rabbia questa situazione! Cavolo Harry devi lottare, Louis ti appartiene, non lasciarlo andare” Gemma si alzò nervosamente puntando i piedi sul pavimento con fare severo.
“io non so più che fare. Voglio solo che sia felice, e mettendomi tra lui e suo padre non farò che peggiorare la situazione” nascose il viso tra le mani.
“sai come la penso. Voi siete destinati a stare insieme” annuì convinta “ e non so perché mi fai uscire questo lato sdolcinato che odio tanto” Harry rise. “solo non fare qualcosa di cui potresti pentirtene”.
Il riccio fu interrotto ma venne interrotto dalla vibrazione del suo telefono.

Cenetta solo noi due? Tranquillo non cucino io, ti prego dimmi di si x L.

“è lui vero?” chiese Gemma notando l’espressione affranta del fratello. Il ragazzo annuì.
“ lo amo troppo per fargli una cosa del genere” ammise mordendosi l’interno guancia.

Si, ci sarò, H.

Poche ore più tardi Harry si era fatto accompagnare da Gemma a casa di Louis. Aveva accettato il buona fortuna di sua sorella e si era preparato il discorso con cui avrebbe lasciato Louis. Fece grandi respiri per poi suonare il campanello. Si osservò le scarpe nell’attesa fin quando un Louis in camicia, skinny jeans e un grande sorriso, non gli aprì.
“ciao” lo salutò baciandolo.
“cavolo” rispose ingoiando grosse quantità di saliva.
“cosa?” rise l’altro tirandogli un pizzicotto sulla guancia.
“non ero pronto a questo” mormorò sotto lo sguardo divertito del castano. Si stampò una mano in faccia, maledicendosi per il suo testosterone. Non sarebbe mai riuscito a lasciarlo in quelle condizioni. Si trattenne tantissimi per non saltargli addosso.
“che fai entri o rimani lì?” lo prese in giro Louis facendogli spazio per entrare. Harry annuì ed entrò in casa. Louis lo baciò ancora, come se non si vedessero da chissà quanto. Al diavolo tutto, pensò Harry, non ci sarebbe riuscito mai, Louis era suo, punto.
“come mai tutta questa dolcezza?” chiese sorridendo Harry.
“non vedevo l’ora di passare un po’ di tempo insieme” gli sorrise felice “ e proprio per questo devo dirti una cosa” mormorò appendendo la giacca di Harry. E se fosse stato Louis a lasciarlo? Certo, perché non lo aveva considerato? Magari si era stancato di lui.
“cosa devi dirmi?” balbettò in preda ad una crisi di panico.
“non ti arrabbiare però” gli si avvicinò, circondandogli i fianchi “ a cena, saremo noi due e mio padre” nascose il viso sul petto del riccio. “ti pregò non arrabbiarti” Harry si morse forte il labbro inferiore, ma vedendolo preoccupato con lo sguardo da bimbo indifeso non potette fare a meno di stringerlo e sussurrargli che tutto andava bene.
“tranquillo, dai non facciamo aspettare tuo padre” mormorò ancora non convinto di quello che stava per accadere.
“papà Harry è arrivato, possiamo iniziare se vuoi” i due fecero l’entrata in cucina camminando fin troppo vicini.
“ciao Harry, è un piacere averti tra noi” sorrise falsamente il grande.
“posso dire lo stesso” rispose a tono strizzando l’occhio.
“ sai Louis, mi sono permesso di invitare qualcun altro” sorrise ancora mentre poggiava l’arrosto sul tavolo.
“oh davvero? E chi?” Harry stava per sentirsi male. Qualcosa non andava, ne era sicuro. Proprio quando il signor Tomlinson fece per rispondere, il suono del campanello lo interruppe. Allargò le braccia invitandolo ad aprire. Louis curioso aprì la porta. Non si aspettava certo di trovarsi Eleanor Calder in persona.
“El, che-che ci fai qui?”. La ragazza in tutta risposta gli baciò una guancia e non si preoccupò di entrare e fare come se fosse a casa tua.
“tuo padre sciocco, ha organizzato una cena e mi ha invitato” Louis la guardò scioccato “sapevi di me, giusto?” la ragazza lo osservò scuotere la testa “cavolo Lou, pensavo lo sapessi”
“tranquilla” disse solo facendosi seguire. Harry ringraziò che Louis fosse stato via solo qualche secondo, ma si rimangiò la parola quando lo vide tornare con la sua ex fidanzata.
“Harry?” chiese sorpresa la ragazza. Harry le fece un cenno del capo e guardò in cagnesco l’uomo che la salutava abbracciandola.
“bene, ora che ci siamo tutti, possiamo iniziare” I quattro presero posto a tavola, Louis ovviamente si ritrovò tra il suo ragazzo e la sua ex. Perché diavolo suo padre aveva invitato Eleanor a quella che doveva essere una cena di famiglia? Sbuffò porgendo il piatto di patate ad Harry.
“tutto ok?” gli chiese preoccupato. Il riccio annuì.
“allora El, hai già scelto cosa fare  dopo scuola?” chiese Tomlinson senior passandosi il tovagliolo sulle labbra.
“penso di frequentare l’Università di Manchester” sorrise fiera.
“uh, ottima idea. Penso che sia la scelta giusta anche per Louis, non è vero?” si rivolse al figlio.
“ non so ancora cosa fare” mormorò giocando con i piselli nel suo piatto.
“ e tu Harry?” chiese curioso l’uomo.
“pensavo di lavorare, l’Università non fa per me” sussurrò impacciato.
“e che futuro pensi di poter avere? Magari finirai a lavorare in un panificio, come qualche anno fa” rise facendo innervosire il figlio.
“a lui piace quel lavoro papà, è una scelta sua” si intromise Louis. Harry lo ringraziò con lo sguardo.
“ El cara, ho saputo che domani la tua famiglia ha organizzato una festa nell’albergo di tuo nonno”
“oh si, certo” sorrise imbarazzata “devo ancora trovare il mio accompagnatore” sorrise questa volta verso i ragazzi.
“penso che Louis sia felicissimo di accompagnarti” Harry e la ragazza fissarono Louis.
“ehm.. se a lui fa piacere, certo” mormorò schiarendosi la voce
“certo che si, non penso abbia di meglio da fare” l’uomo si alzò porgendo i piatti nel lavabo.
“ a dire il vero ho da fare, mi spiace El”
“oh no tranq..” fece per rispondere la ragazza
“Louis smettila! Avresti un’ ottima opportunità di conoscere persone di alto livello. Cosa pensi di fare? Rimanere a casa con quei stupidi videogiochi o fare festa con i tuoi amici? Quando pensi di crescere?” intervenne suo padre.
“papà non penso dobbiamo parlarne ora” mormorò arrabbiato il castano incrociando le braccia.
“hai ragione” si scusò “El devi perdonarmi” Harry scosse la testa ormai abituato a quel comportamento. “chi vuole il dolce?”
“per me signor Tomlinson” sorrise la ragazza ravviandosi i capelli.
“tesoro chiamami Mark, non farmi sentire vecchio” El avvampò “e poi, un giorno potremmo essere parenti” i tre ragazzi per poco non soffocarono ascoltando quelle parole.
“non credo signor.. cioè Mark” spiegò Eleanor.
“ma come? Louis non hai intenzione di riprenderti questa meraviglia?” chiese indicandola “mi chiedo ancora come tu abbia potuto lasciarla andare” Louis si passò una mano sul viso. Harry gli prese la mano sotto il tavolo, incoraggiandolo.
“è stata una decisione di entrambi” cercò di salvare la situazione El.
“va bene non sono affari miei” annuì Tomlinson senior sorridendo ai presenti. “se avete intenzione di ritornare insieme non fatelo segretamente, è così bello vedere una coppia come voi in giro, difficile al giorno d’oggi” disse guardando di sottecchi Harry.
“di che diavolo parli?” sbottò Louis sfinito.
“va bene” sospirò lasciando andare le posate e guardando fisso Louis “ questa cosa fra voi due, non è assolutamente normale” indicò suo figlio e il ragazzo accanto “non eri così, magari ti ha riempito di testa. Ragiona Louis, fra qualche mese, forse giorni, ti passerà questa infatuazione” Louis non potette credere alle sue orecchie. Fece per stringere la mano del riccio, ma quello la scansò, facendo strisciare rumorosamente la sedia sul pavimento.
“io.. devo.. devo andare. Mi spiace se pensa che non sia la persona giusta per suo figlio..”
“no aspetta Harry” Louis lo prese per un braccio
“no Louis! Ha ragione, non possiamo continuare così. Troverai sicuramente qualcuno meglio di me. Ora se volete scusarmi…” Eleanor saettava gli sguardi tra i presenti e si sentì un nodo alla gola quando vide andare via Harry.
“cosa hai fatto?” chiese furioso Louis.
“non poteva continuare questo teatrino Louis! Dannazione! Avevo detto di starti lontano e lui no, ha continuato! E’ colpa sua se adesso sei fuori di te, non è la persona adatta a te, capiscilo!” sbottò suo padre sbattendo i palmi sul tavolo. Eleanor sussultò. Silenziosamente prese la giacca e uscì dalla cucina.
“cosa significa che gli hai detto di starmi lontano?” Louis si avvicinò in fretta a suo padre.
“esattamente quello che ho detto, ma è testardo quel ragazzo, non capisco perché continui a venirti dietro”
“ perché mi ama papà, e lo amo anche io. Non è una stupida infatuazione di qualche giorno. Sono sempre stato innamorato di lui, anche quando non me ne rendevo conto. E ora capisco perché in alcuni momenti fosse strano, distaccato” serrò i pugni ormai al culmine della rabbia “ e mi dispiace, ma come hai potuto vedere neanche il grande Tomlinson è riuscito a dividerci” fece un grosso respiro, portando i capelli indietro e avvisandosi all’uscita.
“dove stai andando?” chiese alzando il tono suo padre.
“pensavo fossi cambiato. Le persone mi hanno sempre detto di stare attento a te, e io come uno stupido non ho seguito i loro consigli. Pensavo davvero che ce l’avremmo fatta insieme papà, mi sbagliavo. Per favore non cercarmi, stammi lontano. Lasciami vivere la mia vita, la mia papà.” Non aggiunse altro, uscì di casa sbattendo la porta e si lasciò andare sugli scalini.
“ne vuoi una? In certi casi aiuta” Louis alzò il viso trovando Eleanor che si accendeva una sigaretta.
“da quando fumi?” chiese sorpreso
“da un po’..” gliela passò silenziosamente.
“mi dispiace se hai dovuto assistere a questo scempio” ammise colpevole il ragazzo aspirando.
“ a me dispiace per te Louis. E’ vero non è andata bene tra noi, ma sei la persona migliore che abbia mai conosciuto e ti voglio bene”
“perché sei ancora qui?” chiese scalciando un sassolino.
“sapevo saresti uscito da quella porta” ammise francamente.
“no dico, perché aspettavi proprio me, dopo quello che è successo? Si insomma, lo hai capito, ci siamo lasciati perché io sono gay” gettò la sigaretta stringendosi nel giubbotto di jeans di Harry che gli aveva prestato.
“non mi sono mai comportata bene con te, Harry. Ho sempre pensato che la vostra amicizia superava qualsiasi cosa, anche la nostra relazione. Ho sempre avuto paura che ti portasse lontano da me” sospirò. Louis la affiancò accanto alla macchina “poi ho capito che la vera intrusa fossi io. Vedevo il modo come lo guardavi, i sorrisi, i gesti nascosti. Non avete mai avuto bisogno di parlare, ve lo si leggeva in faccia ciò che provavate e provate tutt’ora. Penso che sarei dovuta farmi da parte tempo fa” sorrise amaramente “ voglio rimediare Louis, davvero” abbassò il viso e si sorprese quando due braccia leggermente muscolose l’avvolsero, facendola sentire protetta. Come sempre.
“ a volte sei una rompiscatole, ma sappi che ti voglio bene” le sussurrò stringendola
“come una sorella?” chiese speranzosa.
“come una sorella” ammise sorridendole.
“domani è domenica!” constatò la ragazza.
“ e quindi?” chiese Louis confuso
“noi due abbiamo da fare” annuì battendo le mani
“no Eleanor, devo parlare con Harry, devo riprendermelo”
“esatto Louis!” gli stritolò le guance “proprio per questo ti darò una mano” Louis scosse la testa ridendo.
“agli ordini, ora però portami a casa” disse prendendola sotto braccio.
Il giorno dopo, quando Louis si avviava a casa Styles aveva un enorme sorriso stampato sul viso. Ancora non si rendeva conto di ciò che aveva fatto quella mattina. Quella ragazza riusciva a convincere anche i peggiori. Ma ne era fiero. Si toccò il polso sorridendo e facendosi coraggio suonò.
Gemma gli si presentò con un lungo maglione e i capelli tutti colorati.
“che hai fatto ai capelli?” rise Louis toccandoli.
“non toccarli idiota, fatti gli affari tuoi” lo riprese scacciando via la sua mano
“sono molto carini, sembri una di quelle fatine..”
“stai zitto!” scalciò i piedi sul pavimento innervosita “mi stai antipatico” fece il broncio
“non è vero, e tu sei bellissima” si sporse in avanti per abbracciarla “ a dire il vero tutta la famiglia Styles lo è” sorrise come un ebete.
“che ci fai qui alle otto di sera?” gli chiese la ragazza ancora sorpresa dell’abbraccio.
“sono venuto a riprendermi il mio fidanzato” disse con occhi lucidi.
“se non fossi venuto, sarei venuta io stesso a prenderti dalle orecchie, ti avrei trascinato nel cantiere qui accanto e ti avrei seppellito vivo sotto il cemento”
“cazzo, ricordami di non farti mai un torto!” piagnucolò. Gemma rimase seria per qualche secondo, non riuscendosi più a trattenere, scoppiò a ridere.
“razza di idiota, sarai pure il mio cognatino preferito, ma resti comunque tale” gli diede un buffetto sulla testa.
“ma sono anche l’unico” le fece notare.
“aah sta zitto” lo spinse giocosamente “è di sopra, in camera sua” Louis la ringraziò e dopo aver salutato frettolosamente Anne e Robin salì le scale.
Non si preoccupò di bussare, anche perché Harry non lo avrebbe mai fatto entrare. Aprì la porta e sporse la testa.
“Gemma ho già detto a mamma che non voglio mangiare”
“bimbo cattivo” finse un tono autoritario il castano.
“Louis?” si agitò Harry tra le coperte.
“in tutto il mio splendore” si indicò e il riccio gli lanciò un cuscino “ehi, devi trattarmi bene”
“perché dovrei?” lo guardò incrociando le braccia.
“perché sono il tuo fidanzato” disse mordendosi il labbro.
“davvero?” gli rispose quello osservandolo. Louis si sedette all’angolo del suo letto incrociando mani e piedi.
“parlo io ok? Tu ascolta solo” Harry annuì mettendosi comodo. “mi dispiace non averti dato retta fin da subito. Mi dispiace se possa aver messo mio padre prima di te, non volevo farlo, e ora me ne pento tantissimo. Qualsiasi cosa tu ci sei sempre stato. Mio padre ha cercato di allontanarti, ti avrà reso la vita un inferno, e mi dispiace anche per lui. Dovevo capirlo il perché dei tuoi strani atteggiamenti. Avevo continuamente la sensazione che mi avresti lasciato, penso che ci fossi quasi riuscito. Non so cosa ti ha fatto cambiare idea. Mi dispiace di non aver capito subito cosa provavi, perché dannazione, sono stato coglione da non rendermi conto che ti ho sempre amato. Credevo fosse un’amicizia speciale la nostra. No. E’ molto di più di tutto questo. Non c’è giorno in cui non pensi a te, a renderti felice, perché sei l’unica cosa che voglio” sorrise leggermente toccandosi il polso. Harry continuò a guardarlo. “ieri ho parlato con Eleanor, mi ha fatto capire molte cose. Ah già vorrebbe parlarti e chiederti scusa per i suoi comportamenti. Era solo gelosa di noi. Anche io lo sarei se fossi un estraneo. Non so neanche come sia riuscita a convincermi a fare questo” rise alzandosi la manica della felpa. Harry guardò confuso prima lui poi la benda avvolta attorno al polso. “ho sempre pensato a noi come qualcosa di forte, saldo. Come questa corda da marinaio stretta così forte, difficile da sciogliere” gli mostrò la corda ad infinito tatuata sulla sua pelle “Non so ancora cosa deciderai, per questo ho lasciato gli estremi aperti” spiegò voltando il polso e mostrando gli estremi della corda non legati “mi piace pensare che il restante di questa corda ce l’abbia tu, che solo tu possa decidere che ne sarà di noi. Perché io rimarrò sempre qui Harry, non andrò da nessuna parte, rimarrò fedele alla mia scelta. Quella di amarti. E se tu sarai contrario, non te ne darò una colpa. E’ stato bello comunque quello che abbiamo vissuto. Insieme.” Harry, con gli occhi pieni di lacrime fece per parlare ma Louis lo bloccò. “sai che altro mi ha detto Eleanor?” gli chiese scacciando via le lacrime. Il riccio scosse la testa “che noi non abbiamo mai avuto bisogno di parole, bastava solo guardarci negli occhi per capire.” Fissò le iridi verdi del ragazze si avvicinò prendendo il suo viso con entrambi le mani. Soffiò un leggero bacio sulle labbra del riccio “non dire nulla, prenditi tutto il tempo che vuoi. Mi troverai sempre ad aspettarti” gli disse infine accarezzandogli una guancia alzandosi e lasciando la stanza.
In un primo momento Harry rimase sconvolto di quello che era appena accaduto. Per tutto il giorno non lo aveva sentito e aveva pensato subito che Louis volesse farla finita. Poi però se lo era ritrovato in camera, con i suoi capelli disordinati, tutto sorridente, quegli occhioni azzurri che emanavano gioia ovunque e quel tatuaggio sul polso. Quel tatuaggio che parlava di loro. Avrebbe voluto dargli la sua risposta all’istante. Non aveva neanche bisogno di sentirsi dire quelle parole, lo aveva convinto quando si era presentato a casa sua. Gemma era andato da lui subito dopo che Louis andò via. Le aveva raccontato tutto. Scoprì che parlarne con lei gli rendeva tutto più facile, come se vivessero in un mondo magico fatto di fatine e unicorni. Ovviamente tutti i riferimenti ai capelli di sua sorella erano puramente casuali. E sempre grazie a sua sorella e alle sue conoscenze che quella mattina si avviava spedito e felice a scuola. Quando attraversò il cancello, vide i suoi amici poco più distante da lui che  chiacchieravano tra loro. Altre persone che leggevano, chi si allenava, chi mostrava le unghia appena fatte, chi veniva spintonato dai popolari della scuola. Nessuno faceva caso a nessuno. Tranne lui. Louis. Lo osservava da lontano, senza muoversi. Nei suoi occhi poteva leggerci la felicità di vederlo. Quando lo vide abbassare lo sguardo imbarazzato e toccarsi il polso, diventata ormai un’abitudine, sorrise. Camminò lentamente fin quando non gli fu vicino.
“non farò un monologo simile al tuo tranquillo” lo prese in giro e Louis mise il broncio. “scherzavo Boo” sorrise “sai, Eleanor ha ragione non abbiamo mai avuto bisogno di parole, perciò andrò dritto al sodo” si schiarì la voce un po’ impacciato “ieri mi hai detto che mi ami” Louis annuì mordendosi un labbro “hai abbandonato tuo padre, per me” Louis annuì ancora “ e hai fatto un tatuaggio” il ragazzo fece per annuire ancora ma l’altro lo bloccò “tu?” rise animatamente “eri contro anche ai tatuaggi delle patatine, dove hai trovato il coraggio di fartene uno vero?” Il ragazzo avvampò e incrociò le braccia.
“L’ho fatto per te” brontolò nascondendo il viso nel suo giubbotto, o meglio quello di Harry, ormai diventato suo. “non ti piace?” gli chiese.
“sai che dopo questo ti amo ancora di più?” Louis scattò con lo sguardo ed il riccio sorrise timidamente “mi fai sembrare una checca quando riesci a far uscire il mio lato dolce”
“se può consolarti, anche io lo sono” sorrise anche l’altro
“isterica” aggiunse il riccio ridendo
“che hai detto? Io isterica?” Harry annuì e gli strinse dolcemente un braccio “ehi ma che hai fatto qui?” gli chiese preoccupato il castano notando delle face sul suo polso sinistro.
“ecco, ci stavo arrivando. Hai detto che sarebbe dipeso solo da me come sarebbe andata tra noi. Avevi bisogno di qualcosa che reggesse la tua corda, che la rendesse forte, salda, utile” scoprì il polso togliendosi le bende e lasciando Louis di stucco “ per questo ho tatuato un’ancora, la mia ancora, tu” Louis non ebbe bisogno di sentire altro. Gli si gettò addosso abbracciandolo e con lo sguardo gli chiese il permesso che non gli fu negato. Lo baciò dolcemente attorcigliando le dita tra i suoi capelli. Quando ebbero bisogno di riprendere aria si staccarono sorridendosi e notando le loro mani unite. Nient altro. In quel momento tutti li stavano osservando, i loro amici, Eleanor e Lani, gli studenti, gli insegnanti. A loro non importava nulla.
“andiamo?” chiese Harry avvicinandosi al lato destro del ragazzo.
“andiamo” annuì prendendogli la mano sinistra.
 


Titolo della canzone: Strong/ One Direction --- >http://youtu.be/VW0vbdfjTho
ANGOLO AUTRICE: Salve!! Non sono morta! Tra problemi tecnici e varie preoccupazioni ho avuto problemi nel postare. Parto subito col dire che questo capitolo è una schifezza, lo so già. Ci ho messo quattro giorni per scriverlo, e alla fine è uscita questa merda qui. Quindi se non siete arrivate a leggere questo punto, vi capisco benissimo. Secondo punto che alla fine è quello principale. Ci ho pensato tantissimo. Di ispirazione non è più da un bel po’, e questa storia non è mai stata un granchè. Non ditemi di no. Sono consapevole delle cavolate che scrivo, e chiamarla storia è un parolone. Le vere storie sono altre, quelle che leggo, quelle che ti rapiscono, ti fanno piangere e anche soffrire. Quelle che lasciano un segno. La mia no, diciamocelo. Perciò ho deciso di ridurre la storia. Probabilmente, il prossimo capitolo, sarà l’ultimo, l’epilogo ecco. Ringrazio comunque chi ha deciso di sopportarmi fino ad oggi, ringrazio chi ha dovuto subirsi le mie paranoie e le mie ansie. Chi ha seguito, preferito, ricordato e recensito la storia. Mi dispiaceva troncare la storia così, senza una fine, soprattutto per chi ha creduto in me. Non so chi ve l’ha fatto fare. Ringrazierò ognuno di voi nel prossimo capitolo. Grazie di cuore, Fra.
 
  
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