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Autore: berenis    03/02/2014    1 recensioni
Prima che la sua mente si svuotasse, pensò che non avrebbe mai dovuto accettare di andare in quel posto con gli altri, e prima di perdere completamente i sensi, percepì due braccia stringerla forte.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 The savior



A Chiara, senza la quale
questa one shot non avrebbe preso vita.

 



“Oggi ti porto al lago. Mettiti un costume, passo a prenderti alle tre.”
Chiara sorrise leggendo il messaggio che comparì sullo schermo del suo cellulare. Era Harry.
Capitava spesso che tornassero lì; era il luogo dove si erano incontrati per la prima volta.
Quando Chiara ci pensava, le sembrava ogni volta di rivivere quella scena come se fosse sempre la prima.
 

Era un caldo giorno d’estate e la sua compagnia aveva proposto di fare una gita al lago per svagarsi un po’. Chiara aveva accettato perché le sembrava brutto dire di no, ma di voglia non ne aveva proprio.
Inoltre, c’era uno cosa che non aveva mai detto ai suoi amici: non sapeva nuotare.
Partecipò comunque e, in fin dei conti, non se ne pentì: il posto era bellissimo, con un prato verde attorno a un lago dall’acqua limpida – che non era facile da trovare – e grandi alberi che facevano ombra.
Era un sollievo riposarsi sotto di essi, poiché creavano quel lieve freschetto che la giornata fin troppo calda non concedeva.
Il picnic fu probabilmente il momento più bello, durante il quale mangiarono insieme cibi e panini da loro preparati, chiacchierarono e risero.
Chiara era contenta dell’andamento della giornata, fin quando gli altri sei – quattro ragazzi e due ragazze – non decisero di fare il bagno.
Vide i suoi amici svestirsi in fretta, pronti per buttarsi in acqua. Sperava che non si accorgessero di lei che, al contrario, si allontanava sempre più dalla riva e si stringeva nelle spalle. Purtroppo però non fu così.
«Oh, Chiara! Avanti, vieni con noi!» le urlò qualcuno, ma lei scosse la testa e non si mosse.
I suoi amici cominciarono a chiederle spiegazioni e lei usò tutte le scuse che le venivano in mente.
«Mi dispiace, ho il ciclo!» esclamò, ma Sybil la corresse dicendo: «Ti è finito la settimana scorsa.»
«Beh non mi sento tanto bene» rispose Chiara.
«Dai Chia, si vede che stai benissimo» osservò Simon.
«Abbiamo appena mangiato, rischio di fare indigestione!» provò ancora.
«Sono passate due ore, Chia» sbuffò Marysol.
Chiara non sapeva più cosa dire, e mentre cercava di elaborare un’altra scusa plausibile, senza neanche avere il tempo di realizzare la situazione, si ritrovò Chris che l’afferrava per le braccia e Jonathan per le gambe e la buttarono in acqua, ma loro rimasero sulla riva a ridere.
La paura invase Chiara che cominciò ad ansimare e a muoversi in qualsiasi modo per cercare di stare a galla, ma più lo faceva, più si sentiva trascinare verso il fondo.
Andava con la testa sott’acqua e poi tornava in superficie e vedeva i suoi amici continuare a sghignazzare senza rendersi conto che lei stava annegando.
Gridava aiuto ma nessuno l’ascoltava.
Agli altri pareva tutto un buffo gioco, mentre lei stava vivendo un terribile incubo.
Si sentiva sfinita, e quando le forze le vennero a mancare, chiuse gli occhi e si lasciò andare.
Prima che la sua mente si svuotasse, pensò che non avrebbe mai dovuto accettare di andare in quel posto con gli altri, e prima di perdere completamente i sensi, percepì due braccia stringerla forte.
 
Ciò che Chiara vide non appena riprese conoscenza furono due meravigliosi occhi verdi che la guardavano preoccupati, ed era certa che non appartenessero né a Simon, né a Chris, né a Jonathan, né ad Andres.
Chiara cominciò a tossire buttando fuori l’acqua che aveva bevuto e tastò il terreno accanto a sé e poi il suo corpo, per poi fare un sospiro di sollievo.
“Sono viva”, pensò.
Volse lo sguardo nella direzione del ragazzo che le sedeva accanto e che le stava sorridendo.
Chiara fece per alzarsi e lui prontamente le mise una mano sotto la testa e una sotto le spalle e la aiutò a mettersi seduta.
Lei rimase qualche altro secondo a guardare il viso sconosciuto del suo salvatore e poi sussurrò un lievissimo “grazie”.
Proprio quando lui stava per rispondere, gli altri membri della compagnia di Chiara le si accalcarono attorno abbracciandola contenti che fosse salva e facendole un’infinità di domande riguardo a come stesse e altre inutili cose che non le importavano affatto.
Chiara non aprì bocca e guardò il ragazzo che si stava allontanando. Spinse via tutti, si alzò, gli corse incontro e gli afferrò il braccio per fermarlo.
«Ehi, aspetta. – sussurrò – Grazie. Ti devo la vita.»
«Non c’è bisogno di ringraziarmi» disse lui.
«Sì, invece. Sarei affogata se non fosse stato per te» continuò lei.
«Sono felice di averlo fatto – rispose accennando un sorriso – Forse però la prossima volta ti conviene dire ai tuoi amici che non sai nuotare. In ogni caso, se posso permettermi, sono stati dei veri stronzi. Ho assistito a tutta la scena.»
Mentre Chiara pensava a quanto meravigliosa fosse la sua voce, il ragazzo si scosse i ricci castani con la mano lasciando che qualche goccia d’acqua gli rigasse il viso e il petto.
Non aveva mai visto nessuno così bello.
«Già. – rispose amareggiata, dopo essersi ripresa – Non credevo avrebbero fatto così. Non voglio più avere niente a che fare con loro.»
«Mi dispiace.»
«No, va bene così.»
Chiara abbassò lo sguardo senza sapere cos’altro aggiungere.
Una ventata d’aria fresca le arrivò addosso e cominciò a tremare, anche se la giornata era calda.
Il ragazzo le poggiò una mano sul braccio e la guardò incerto sul da farsi.
«Vieni con me» disse poi, trascinandola sotto un albero dove c’era un borsone da cui tirò fuori un asciugamano e con cui avvolse Chiara che subito si sentì meno infreddolita.
«Va meglio?» le domandò premuroso.
Lei annuì sorridendo.
«Posso… posso sapere il tuo nome?» chiese timida.
«Mi chiamo Harry – rispose lui dolcemente – E tu?»
«Chiara» sussurrò.
«Chiara. – ripeté lui, quasi a volerselo imprimere bene nella testa, e a lei il suo nome non sembrò mai così bello – Ti va di unirti a noi, Chiara? Non voglio lasciarti da sola» disse indicando un gruppo di ragazzi dietro di sé.
Lei si sporse un poco per guardare meglio, poi spostò di nuovo lo sguardo su Harry.
«Dici davvero? Non voglio dare fastidio.»
«Nessun disturbo, Chiara. Resta pure con me» disse, e le sorrise di nuovo, lasciando che due adorabili fossette comparissero sulle sue guance.
 
 
Il clacson di una macchina riportò Chiara alla realtà.
Si sporse dalla finestra per guardare di chi si trattasse e vide Harry che la salutava dal finestrino.
Lei prese la sua borsa al volo e corse fuori di casa entrando altrettanto velocemente nella macchina del suo migliore amico.
Lasciò cadere la borsa ai suoi piedi e gettò le braccia al collo di Harry stringendolo con forza.
«Ehi, ehi, ehi! Piano! Così mi strozzi!» le disse lui ridendo, per poi ricambiare l’abbraccio.
«Grazie» sussurrò Chiara al suo orecchio.
«Grazie? Per cosa?» domandò lui allontanandosi leggermente per poterla guardare meglio.
«Per avermi salvata quel dodici luglio di tre anni fa» rispose lei.
“E anche perché continui a farlo ogni giorno”, avrebbe voluto aggiungere, ma rimase in silenzio.
«Ancora?! Non fai altro che ringraziarmi!» esclamò lui sorridendo.
«È che quando mi è arrivato il tuo messaggio non ho potuto fare a meno di ripensarci» spiegò Chiara.
«Beh, io piuttosto adesso ringrazierei i tuoi amici, perché se non fosse stato per loro noi non ci saremmo mai conosciuti!» disse mettendo in moto.
«Già. Una quasi tragedia che tutto sommato ha avuto i suoi lati positivi» aggiunse lei sorridendo.
Harry la guardò, ricambiò il sorriso e partì.
 
Nel giro di mezz’ora arrivarono al lago e senza perdere tempo si svestirono e si buttarono immediatamente in acqua, cominciando a giocare schizzandosi a vicenda e facendosi scherzi.
Harry si immerse scomparendo dalla vista di Chiara, per poi riemergere alcuni metri più in là.
«Dai, sirenetta, vieni da me!» disse ridendo, e lei lo raggiunse con facilità.
Harry le aveva insegnato a nuotare e Chiara non aveva più paura.
Tenendosi per mano andavano sott’acqua e quando riemergevano facevano una smorfia che puntualmente scatenava forti risate.
Harry ne fece una talmente buffa che Chiara buttò la testa indietro per quanto rideva e quando tornò a guardarlo, si accorse che un sorriso strano e diverso era comparso sul suo volto.
Chiara si fece silenziosa e istintivamente lo abbracciò forte.
Dopo un po’ si scostò, ma Harry non lasciò la presa e la tenne stretta a sé, con le mani sulla sua schiena e quelle di lei attorno al suo collo.
Lei si perse nei suoi occhi verdi che vide spostarsi spesso sulla sua bocca e si rese conto che quello non era esattamente il modo in cui si dovrebbe guardare un’amica.
Il suono delle loro risate che fino a poco prima echeggiava nell’aria venne sostituito da quello del battito accelerato dei loro cuori.
Harry le si avvicinò di più e il respiro di Chiara divenne irregolare.
Si sentì come annegare di nuovo, solo che quella volta a salvarla non furono le braccia di Harry, ma le sue labbra.
Si baciarono a lungo e entrambi si resero conto che da tempo non desideravano altro.
Quando quel bacio terminò, poggiarono le loro fronti una contro l’altra mentre riprendevano fiato.
Harry la guardava dritto negli occhi come la prima volta, con lo stesso accenno di preoccupazione che Chiara fece svanire dandogli un altro bacio, come a volerlo rassicurare, come per dirgli “lo volevo anch’io”.
Harry era il suo salvatore e stare con lui era come respirare di nuovo dopo un lungo periodo di apnea.
Era la sua aria.
E quel luogo che aveva visto nascere la loro amicizia, fu anche lo stesso che vide tramutare il loro sentimento in amore.


 

******
No, non ci riesco. Non sto starmene con le mani in mano.
Devo scrivere. Devo scrivere anche durante le ore di italiano, che con la supplente
di adesso sono terribilmente noiose.
Quindi ringrazio Chiara, una mia compagna di classe, che mi ha chiesto di scrivere di lei ed Harry,
e io ovviamente ho colto l'occasione al volo.
Credo di essere uscita un po' fuori dai miei soliti schemi, quindi sono abbastanza soddisfatta.
Il giudizio però spetta a voi, e mi piacerebbe moltissimo sapere cosa ne pensate.
Aspetto con ansia i vostri pareri e, perché no, anche critiche se sono necessarie, e purché siano costruttive.
Spero tanto che abbiate gradito!
Alla prossima,
v.
   
 
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