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Autore: xingchan    03/02/2014    5 recensioni
“Il sole stava lentamente morendo sull’orizzonte marino quando Frodo, affacciato sul parapetto di poppa della nave che lo avrebbe condotto a Valinor con la testa raccolta fra le mani, fissava la scia bianca serpeggiante che pian piano si stava lasciando alle spalle. Voltò gli occhi verso l’orizzonte screziato di nuvole color pesca, pensando alla faccia sconvolta di Samvise al momento dell’addio e a quelle rigate di lacrime di Merry e Pipino.”
[Semi song-fic]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo, Elrond, Frodo, Galadriel, Gandalf
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Concerning hobbits'
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Broken



Il sole stava lentamente morendo sull’orizzonte marino quando Frodo, affacciato sul parapetto di poppa della nave che lo avrebbe condotto a Valinor con la testa raccolta fra le mani, fissava la scia bianca serpeggiante che pian piano si stava lasciando alle spalle. Voltò gli occhi verso l’orizzonte screziato di nuvole color pesca, pensando alla faccia sconvolta di Samvise al momento dell’addio e a quelle rigate di lacrime di Merry e Pipino.
Non riusciva a mettere da parte quelle immagini, e più cercava di distogliere il pensiero da esse, più lo assaliva una malinconia più forte di quelle che già prima lo aveva colto. Consapevole di questo, dai suoi occhi cominciarono a sgorgare lacrime calde e salate che sembravano bruciargli la pelle del volto. Scesero sempre più numerose ad ogni secondo che passava, andandosi a perdere ed affondare nel tessuto caldo dei suoi vestiti; ed anche se provava ad asciugarsele strofinandosi gli occhi con le maniche, quelle si ripresentavano ancora più copiose e più grandi che mai.
Credeva di trovare la serenità grazie alla consapevolezza di essersi ricongiunto a Bilbo, ma il dolore che gli stava dilaniando il petto non gli concedeva la tregua che giustamente gli spettava.  Si chiese se i suoi amici sarebbero stati con l’animo a pezzi per sempre, specie Samvise. Si chiese come avrebbe fatto a vivere al di fuori della Contea, con la sua vegetazione rigogliosa e la sua tipica calma fiabesca.
Singhiozzando, ripensò al largo e dolce sorriso che aveva rivolto ai suoi amici. Nonostante il momento delicato, aveva fatto tutto ciò ch’era in suo potere per poterli lasciare serenamente.
Ma quando poi la nave partì, gli salì un groppo in gola difficile da sopportare.
Avrebbe voluto gridare agli Elfi di fermarsi e scendere dall’imbarcazione, ora terribilmente piccola persino per lui, e correre verso Sam e i suoi congiunti ed abbracciarli, e promettere loro di non abbandonarli mai.
Nascose il viso fra le mani, stando attento a non farsi sfuggire i gemiti che ne derivavano. Non voleva che qualcuno si accorgesse di quel velo d’ombra che ora copriva il suo cuore. Ma inaspettatamente, sentì una mano leggera che gli sfiorò la spalla come una piuma smossa da una brezza estiva e sobbalzò, timoroso di farsi scoprire addolorato da qualcuno.
Specie da Gandalf. Egli non credeva affatto che le lacrime fossero soltanto sinonimo d’infelicità e sofferenza, ma Frodo sentiva che avrebbe sofferto se l’avesse visto con un’espressione tormentata in viso. Troppe volte lo stregone aveva dato loro coraggio, affermando di averne trovato molto in creature poco adatte alle avventure come lo erano gli Hobbit, ed altrettante volte Frodo aveva dimostrato di essere all’altezza delle sue aspettative, anche delle proprie. Deluderlo in questa era l’ultima cosa che Frodo Baggins, figlio di Drogo, voleva.
Le dita soffici ed affusolate allo stesso tempo che sentiva però appartenevano a qualcun altro.
Premendo lievemente le dita sul suo piccolo braccio, Galadriel si prostrò davanti a lui in modo tale da arrivare ad essere faccia a faccia. I due si guardarono per istanti che sembravano non finire mai; occhi dolci, comprensivi e sorridenti della Dama contro quelli dolenti, stanchi ed offuscati del Mezzuomo. Per un attimo il pianto di Frodo sembrò scemare, confortato da quello sguardo colmo di amore, ma poco dopo le sue stille salate ritornarono a scivolare via dalle sue guance arrossate più impetuosamente. Distrutto, si aggrappò a Galadriel stringendo i lembi delle sue vesti con le manine chiuse a pugno, mentre lei lo assecondò cingendolo teneramente.

 
***
 
Galadriel accarezzò con dolcezza e cura i capelli di Frodo, rannicchiato a guisa di riccio e poggiato la testa sulla spalla della Dama. Addormentandosi, aveva pian piano assopito anche le angustie della sua mente.
L’Hobbit aveva pianto per lungo tempo, in silenzio, con delicatezza, sperando che nessuno oltre l’Elfa l’ascoltasse. Quest’ultima lo aveva infine preso in braccio, sedendosi appena fuori dalla piccola cabina dove Bilbo si era rintanato. Ma poi, quando la bellissima ed eterea Dama cominciò a cantare, ogni cupa emozione svanì con il disco solare che fino a quegli istanti aveva illuminato la loro traversata.
 
Lay down
Your sweet and weary head
Night is falling
You’ve come to journey’s end
Sleep now
And dreams of the ones who came before
They are calling
From across the distant shore
 
Why do you weep?
What are these tears upon your face? 
Soon you will see
All of your fears will pass away
Safe in my arms
You’re only sleeping
 
Gli parve un’eternità dall’ultima volta in cui sentì la voce di una creatura che non fosse Hobbit. Una canzone della Gente Piccola differiva da quelle elfiche per la giovialità mondana che sprigionava, ed era spesso accompagnata da allegria, risate e buffi balletti eseguiti sui tavoli principali per attirare l’attenzione e regalare momenti ancor più spensierati di quelli che già la razza Hobbit offriva.
Questo canto intonato dalla splendida Dama Elfica era tenue e venerando come il vento dell’Ovest, e fresco e confortante come l’ala di una colomba, da far invidia al più bello e affascinante poema degli Elfi.
Gandalf arrivò e, scambiando un’occhiata fugace con Galadriel, si sedette accanto a lei, fissando la sua capigliatura riccioluta.
“Anche Bilbo sta dormendo, ormai. Ha composto tante bellissime poesie e non vede l’ora di poterle recitare davanti a tutti.”
Il vecchio Baggins si era improvvisamente sentito ispirato, subito dopo esser salpati, ed aveva cominciato a comporre versi migliori di quelli espressi fino a quel momento. Tutto merito della presenza di Galadriel ed Elrond che stimolavano, con la loro bellezza elfica, la sua poetica fantasia.
Ma tutti, su quella nave, appurarono che ci fosse un’altra ragione per cui Bilbo aveva voluto dar prova un’ennesima volta del suo genio. Ossia il desio fremente di arrivare alle terre immortali, immaginandole senza aver mai la certezza di essere in grado di darsi un’immagine degna di loro.
“Sarò felice di ascoltare.” esclamò Galadriel calibrando bene il suo entusiasmo. Si accorse poi che Gandalf osservava impensierito l’Hobbit fra le sue braccia. “Le sue lacrime sono state calde e amare.”
“Il suo momento prima o poi sarebbe arrivato.” gli ricordò Elrond fermandosi in piedi davanti a loro. “Come Portatore dell’Anello non poteva sfuggire al suo destino, né lui aveva intenzione di farlo davvero. Ha avuto dei tentennamenti in principio, ma avrà di che confortarsi.”
Anche il Mezzoelfo diresse lo sguardo su Frodo, accennando un sorriso carico di orgoglio e comprensione.
“Mi chiedo se riuscirà a dare un senso alla sua esistenza al di fuori della Contea. Al di fuori della Terra di Mezzo.” precisò Gandalf. “Dovrà fare a meno di molte cose cui era abituato, e della compagnia dei suoi amici.”
“Lo so bene, Gandalf. Ma per lui è essenziale intraprendere questo viaggio senza ritorno. Primi motivi fra tutti, la ferita dello Stregone di Angmar e il fatto stesso di aver avuto l’Anello. Dove siamo diretti il tempo non ha più alcuna importanza, né come a Lorien né come a Gran Burrone. La lontananza sarà compensata dalla sensazione di eterno presente che avrà modo di vivere. Si sentirà a casa come mai gli sarà parso.”
Gravemente, il dubbio di Gandalf dovette cedere alla saggezza di Elrond. Annuendo debolmente, aveva constatato quanto Elrond avesse ragione: quella terra benedetta era in grado di curare qualsiasi ferita, alleviato le sue sofferenze sia fisiche sia mentali. Sicuramente l’Hobbit non avrebbe mai dimenticato la Compagnia e l’amore che la univa, ma avrebbe tollerato la distanza fra tutti i membri in modo abbastanza serenamente.
Con il Mare placido come uno specchio ed il cielo ormai screziato di uno scurissimo arancio, la nave oscillava in modo impercettibile, consentendo così all’equipaggio di aver l’impressione di essere sulla terraferma.

 
***

Frodo si svegliò in un letto delle sue dimensioni, su cui stancamente vegliavano Bilbo e Gandalf.
“Hai dormito parecchio, ragazzo.” disse lo stregone scompigliandogli i capelli. Al che l’Hobbit più anziano ridacchiò.
“Siamo arrivati?”
Lo chiese con disarmante innocenza, e con una leggerissima venatura di timore, di quello che si prova quando si arriva in un posto nuovo e sconosciuto ai più.
“Quasi, Frodo.” rispose Gandalf. Il suo sguardo diventò un po’ più lucido del solito quando gli rivolse, in un tono del tutto privo di sfumature, la domanda che voleva porgli. “Sei pronto?”
Frodo esitò un momento, incapace di decidere se dire o no. Ma poi venne investito da una folata di felicità maggiore a quella provata immediatamente dopo il suo risveglio. Era sicuro che non sarebbe più stato lacerato dal dolore.
Si sedette, ancora intontito dal sonno.
“Sì.”
E Gandalf ne fu completamente rasserenato.
 
 
 
 
 
 
 
NDA
Salve a tutti!
Sono praticamente un’estranea da queste parti, perciò non tedierò troppo a lungo quelle anime pie che hanno letto questa alquanto strana, stupida e banale ff ulteriormente (siccome penso che l’ultimo viaggio di Frodo sia stato oggetto di molte ff. Inizialmente non doveva essere su Frodo, ma poi era uscita così).
Come molti ragazzi amanti del fantasy, anch’io sono cresciuta vedendo la trilogia cinematografica giustamente pluripremiata, innamorandomene come pochi altri film sanno fare con me (sono un tipo difficile da accontentare in queste cose).
I libri li ho cominciati soltanto ora, forse per nostalgia, durante le vacanze natalizie, e riscoprirlo dopo 10/12 anni leggendoli è un’esperienza straordinaria per me. *^*
Sono alle primissime pagine de “Le Due Torri”, ma sapendone comunque la conclusione non ho potuto fare a meno di scrivere questa one-shot. Molto probabilmente è una sciocchezzuola, ma ci tenevo a pubblicarla.
E sì, fin da piccola considero Frodo e Galadriel due personaggi che hanno un debole l’uno nei confronti dell’altra e viceversa (non uccidetemi, ahahahah xD). Ma qui non sono intesi come pairing, perciò niente paura.
So che non è granché e scivola continuamente nell’OOC, ma io non sono Tolkien né i personaggi mi appartengono (sigh…). Vogliate scusare gli errori!
Come sicuramente sapete, le strofe citate fanno parte di quella meraviglia di canzone intitolata “Into The West” di Annie Lennox.
 

 
   
 
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