..:*°Prólogo//Пролог°*:..
-Io
esco,ci vediamo!-
-Aspetta
sorellina,vengo anch'io!-
-Non se
ne parla neanche!-
-Perché?!-
-Perché,se
non vado errando,qualcuno dovrebbe avere un appuntamento con una
graziosa ragazza..correggimi
se sbaglio!-
-Whaa,è
vero!!-
-Bene,allora
io vado!-
-Sorellina,non
lasciarmi da solo!-
-Ma
insomma Raul,sei una vera piaga!Andrà tutto bene,non stare a
preoccuparti come
tuo solito!Inoltre Matilda è una ragazza talmente dolce..-
-Ma è il
mio primo appuntamento!Non so che fare!-
-Prima o
poi si deve pur cominciare,no?Bonne chanche,fratellino!-
-Sorellina,aspett..-
Si chiuse
prontamente la porta alle spalle per poi sgattaiolare giù
per la rampa di
scale..Raul era veramente incorreggibile,alla fin fine neanche il
campionato
mondiale era riuscito a guarirlo completamente dalla sua
insicurezza..bhe,però
come dargli torto,era al suo primo appuntamento,per di più
con la ragazza dei
suoi sogni..
"No,no
e no.Non sacrificherai il tuo UNICO pomeriggio libero per correre in
soccorso
di quel pasticcione.Che provi a cavarsela da solo,una volta tanto!"
Appena
uscita dall'edificio trovò ad accoglierla il tiepido sole di
un Maggio giapponese
appena inoltrato.Fece una piroetta allargando le esili braccia bronzate
come a
voler rapire quel tepore,quella luce,quella brezza leggera che
già sapeva di
mare,che già sapeva d'estate.
Estate!
Come
piccolo folletto impazzito,o forse più come fata
dorata,spiegò le ali in un
volo leggero come il suo piccolo cuore che fremeva e batteva veloce nel
petto
scandendo i passi di quella breve corsa d'estate.
Ninfa
lucente,spiritello infuocato..questa era Julia Fernandez,microcosmo
incandescente pronto a risvegliarsi e a bruciare sotto il delicato
tocco di
quei raggi solari tanto amati.
Si,Julia
amava l'estate la dolce brezza,la pigra calura,le cicale nei pomeriggi
afosi,la
tenue luce dorata che il sole spargeva sulla città donando a
tutto uno
splendore ed una luminosità accecante e sonnacchiosa.Si
poteva anche dire che
Julia fosse lo spirito stesso dell'estate:per i suoi capelli castani
spruzzati
d'oro che le vorticavano attorno al viso sconvolti dal dolce tocco di
un venticello
dispettoso,per i bei occhi macchiati di prato e smeraldo,per le dolci
labbra
rosee simili ad un cuore sulle quali vi era sempre dipinto un
sorriso..per
quella pelle liscia come pesca,levigata dal sole e dalla salsedine,per
quella
meravigliosa e incontenibile voglia di vivere che la sua luminosa
terra,la
Spagna,le aveva donato…..per queste e per molte altre
piccole cose che chiunque
poteva scorgere a colpo d'occhio,come lo scintillio di una gemma
preziosa,solo
osservando la graziosa ragazza correre sospinta dal vento per le
candide strade
di Tokio.
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-Dio,tutto
questo caldo è insopportabile!-
-Cosa
c'è,Huznestov?Paura
che ti si fonda il cervello?-
-A te
invece il sole deve aver sciolto la lingua,Hiwatari,non è da
te essere così
loquaci!Come mai ancora fra i piedi?-
-Tranquillo,microcefalo,nessuna
visita di cortesia.A dire il vero pensavo aveste già levato
le tende..-mormorò
tra sé il giovane meticcio osservando l'appartamento
semispoglio che lo aveva
ospitato per la finale.Per tutta risposta il russo
sospirò,buttandosi su di una
poltrona.
-Sinceramente,speravo
di farlo il prima possibile..prima di essere ucciso da questa dannata
afa!-
-Il
solito esagerato-s’intromise Sergej facendo il suo ingresso
nella stanza-in
realtà non vuole ammettere di essersi affezionato al caldo e
accogliente suolo
giapponese..-
-Si,come
un condannato al suo boia,Ser-sbuffò sudato e accaldato il
Falborgblader-a dir
la verità qui dentro non sono certo io quello che indugia a
partire..-lasciò
cadere la frase scoccando un’occhiata eloquente al corridoio
alle sue spalle da
cui era appena arrivato il biondo.In quello stesso istante,quasi fosse
stato richiamato
dalle parole del giovane,fece la sua comparsa la figura dritta e severa
dell’soggetto
sottointeso del discorso.
-Ma
guarda chi è riemerso
dall’Ade..-sogghignò Boris asciugandosi la fronte
madida
di sudore.L’altro non lo degnò di uno
sguardo,intento ad armeggiare con la zip
di una felpa grigia.Mormorò solo un telegrafico-Esco-per poi
aggiungere un
distratto-ciao,Kai.-scorgendo per caso le scarpe del giovane sul
pavimento del
salotto.Questi lo ricambiò con un ignorato cenno del capo e
con un cipiglio
scuro degli occhi ametista.
-Dove vai
oggi?-miagolò Boris con la soddisfazione di veder
riconosciuto quanto appena dichiarato.Dall’altro
non venne alcuna risposta.
-Attento
a non essiccarti,comunque-lo stuzzicò con una punta di
acidità-fa davvero
troppo caldo per i tuoi standard.-un sorriso appena accennato.Subito
congelato
da una gelida occhiata fuori stagione.
-A
stasera-sentenziò voltandosi-ci si vede,Kai-uscì
chiudendosi la porta alle
spalle,lasciandosi dietro i visi di tre ragazzi preoccupati e perplessi.
‘Preoccupati..e
per cosa,poi?!’questo pensò mentre,con un gesto
brusco,richiamava l’ascensore
al piano.
Certo,doveva
ammettere che non era da lui un comportamento simile:cosa lo spingeva
ad uscire
tutti i pomeriggi e a vagare senza meta con quel caldo abbacinante,lui
che aveva
sempre odiato il sole,l’estate e via dicendo?E poi
cos’era quella riluttanza a
partire,quell’improvviso
attaccamento a quel luogo a lui così insopportabile ed
estraneo?Non ne aveva la
minima idea,ecco la risposta,ma da quando il campionato era terminato
in quel modo
tanto inconcludente,dentro di sé aveva sentito nascere
l’esigenza di ottenere qualcosa
da tutto quello che era successo,un senso di incompletezza che andava
immediatamente
riparato..altro comportamento fuori dalla norma per lui che mai si era
affidato
a delle semplici sensazioni,basandosi sempre e solo esclusivamente sul
ragionamento
e su azioni programmate a tavolino..una delle tante novità
che lo avevano sorpreso
come l’afa improvvisa di Tokio ma che tuttavia non lo avevano
fatto desistere dal
perseguire il suo irragionevole obiettivo.
Ebbe un
ripensamento
solo quando si ritrovò fuori,nell’ampio parcheggio
dell’albergo,appena dopo essere
stato investito da un’inaspettata ondata di
caldo.Annaspò per qualche secondo,rimpiangendo
la fresca penombra della stanza climatizzata..davvero,cosa si era messo
in testa?
Si concedette
un debole sorrisetto,forse Boris ci aveva preso:sarebbe morto essiccato
prima di
avere la possibilità di lasciare lo spiazzo asfaltato..
………….o
forse
no?Si ricompose,cercando di riaversi dalla nausea e dal
capogiro che lo avevano
colto poco prima:socchiuse gli occhi feriti e abbagliati
dall’inaspettata luminosità
e si tirò il cappuccio della felpa sulla testa;dunque
abbassò la zip di quest’ultima
e infilò le mani nelle tasche dei jeans scuri.Quando
finalmente riuscì a mettere
a fuoco l’ambiente dalle tinte giallognole attorno a
lui,lanciò un’ultima occhiata
alla finestra della sua stanza,dalla quale un’accaldata
sagoma dai capelli violetti
si era appena allontanata,colta sul fatto.Scosse il capo quasi
divertito e si incamminò
col passo lungo e impeccabile che lo contraddistingueva per quella che
sembrava
una comune stradina secondaria.
Magro,estremamente
longilineo,figura
elegante e composta dall’incedere
impeccabile…inesorabile.
Inesorabile,già..quasi come l’inverno
delle sue amate steppe russe che,correndo su pianure e
città,su colline e su coste,avvince
nelle sue gelide spire tutto ciò che incontra,rendendo
sterile ogni cosa su cui
si posa..
Una descrizione
perfetta di ciò che Ivanov
effettivamente era:una personalità fredda e razionale,un
cinismo senza pari intrappolati
in un corpo sottile ma fin troppo resistente,celati dietro un volto
affilato ed
efebico dalle guance strette da nordico,impreziosito da inquietanti
laghi di zaffiro
che nulla lasciavano trapelare della spaventosa tempesta interiore del
loro proprietario.Questi,a
loro volta,con il loro scintillio severo e le sopracciglia perennemente
aggrottate,esprimevano
il loro completo e totale disprezzo per tutto ciò su cui si
andavano a posare,accentuato
da una piega sottile e dura delle labbra d’avorio che,su quel
volto quasi femmineo
e dal pallore malato,somigliavano all’errore di un pittore,al
crudele squarcio su
di una bella tela.
Socchiudendo le palpebre
contro un odiato sole straniero a cui contrapponeva lo sterile battito
di un cuore
avvinto dal ghiaccio,si limitava ad
avanzare,l’inesorabilità di un fantasma,sferzata
gelida nella calura estiva.
“Che
bizzarra casualità!
Se
Julia è l’estate,Ivanov è il
più cupo
inverno.
Se la
fanciulla è un saettante folletto,Yuriy
è certo uno spettro.
Se ella
regala un battito
vivo a chi la osserva,egli subito lo
smorza,come soffio gelato su di una debole fiammella.
Buffo
che due simili entità,due così
contrastanti esistenze guidino i loro passi sulla medesima strada,in un
identico
giorno di estate di una stessa città..ma anche il Fato ha i
suoi limiti e non si
limiterà che a questo..o forse no?
Egli
è dispettoso e burlone ma anche
crudele e impietoso,ama giocare col cuore degli uomini,annientare le
loro certezze..già
ma per quanto insistente egli possa essere,non può neanche
sperare di riuscire ad
avvicinare due universi così lontani,due creature
così differenti..e se invece vi
riusciste,vi chiedete?Quesito più che lecito!
Bhe,signori
miei,non riesco davvero ad
immaginare cosa potrebbe accadere in una simile
eventualità,anzi preferirei di gran
lunga dileguarmi,piuttosto!..ma voi,voi rimanete pure se vi va,pazienti
spettatori
degli eventi;qualunque cosa ci riservi il Destino,siamo sicuri si
tratterà di una
rappresentazione impeccabile che speriamo avrete la bontà di
cogliere per quella
sua sottile burla qual è.
Buona-mi
auguro-lettura.”