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Autore: Vivy93    12/06/2008    8 recensioni
Kelsie Nelson ha un'esperienza alle spalle che molti altri adolescenti passano, da quando l'adolescenza esiste: un rifiuto. Capita a tutti, non è vero? E allora perché non sembra così normale, questo dolore che le impedisce di buttarsi di nuovo?
Forse, tutto ciò che le serve, è un pianoforte, la sua voce, e il fratello della sua migliore amica...
Una shot per le Disneyane, in particolare per la mia mogliettina Aqua!! xD Buona Lettura, Vivy.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kelsi Nielsen, Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Right in front of you

Proprio davanti a te

 

Dov’è l’amore, quello vero, quando noi cadiamo? Non dovrebbe rialzarci in piedi? Una domanda a cui tutti noi vorremmo apporre una risposta, anzi, vorremmo che qualcun altro lo facesse per noi. Non sappiamo che è nostro compito cercarlo, e non sappiamo nemmeno che esso, meraviglia!, è sempre stato davanti a noi.

Dedicato alle Disneyane, specialmente ad Aqua, che credo ne abbia bisogno.

Buona lettura!

 

Kelsie entrò nel giardino degli Evans, poi si diresse a passo sicuro verso una bella dependance dalle mura bianche, attorniata da candide peonie. Sembrava proprio una casetta incantata, pensò con un sorriso. La voce della madre la obbligò a voltarsi verso l’imponente cancello, metri addietro.

-Tesoro, passo a prenderti verso le sette, d’accordo? Divertiti con Sharpay!

-D’accordo, ciao!- si girò sbuffando. Divertirsi con Sharpay? Se quella era una casetta incantata, lei non era affatto la principessa buona e bella, ma un potente dragone dalla fiamma facile.

Eppure, per la signora Nelson, le cose non stavano così. Far giocare insieme le due bambine le pareva un’ottima idea. Illusa.

Di colpo, la voce squillante della signorina Evans le accoltellò le orecchie, mentre la chiamava sgarbatamente:

-KELSIEEEEEEEE!! Dai, non posso stare ad aspettarti tutto il giorno! Muoviti!!

-Sì, come no. Arrivo.- borbottò l’altra, affrettandosi verso la compagna di giochi. Le sarebbe toccato un’altra volta il ruolo del bambolotto che s’innamora della tenera bambola di porcellana, e che le ubbidisce sempre. Cos’altro poteva fare, chiunque, con Sharpay Evans?

 

Kelsie Nelson, timida sedicenne, aprì la porta facendo scattare le chiavi ed entrò nella dependance degli Evans con un sorriso, ricordando quell’infanzia in cui nessuno conosceva bene la sua migliore amica, Pay, nemmeno lei stessa. Ma finalmente avevano legato, e da quel momento era molto raro che non passassero una sera o un pomeriggio insieme, a chiacchierare, cantare, ridere, piangere. Per questo possedeva persino le chiavi della dependance, dove Sharpay si dedicava al canto e ospitava lei e le altre. Certo, a volte Pay si concedeva del tempo con Zeke, il suo ragazzo, ma questo Kelsie lo capiva benissimo.

 

Peccato che lei non avesse quella fortuna.

 

La relazione con Jason Cross, giocatore dei Wildcats, si era conclusa prima di iniziare: certo, durante quella festa dopo la vittoria ai Play Off si erano divertiti, avevano ballato, avevano fatto un canestro insieme … molto romantico, come no!, pensò la ragazza con una smorfia di disappunto.

Lei si era presa una cotta. Immensa. Abnorme. Camminava a due metri da terra solo se lui le sorrideva, lo pedinava, diceva alle amiche di amarlo … si era completamente persa in quel nuovo sentimento. Non dava più importanza a qualunque cosa, perché qualunque cosa non era Jason. E cosa c’era di più importante, rispetto a quegli occhi dolci, a quel viso ammaliante, a quella voce calda?

Sospirò sedendosi su una poltroncina, mentre aspettava la sua Pay. Era andata a trovare Zeke, che si era fratturato una caviglia giocando a basket.

Basket. Jason.

Cavolo!

 

Beh, insomma, ma qual era stato il problema?

Straordinario, il problema aveva anche un nome. Femminile. Meredith. La bionda, formosa, bellissima, altissima Meredith. Come resisterle?, sembravano dire gli occhi avidi che Jason avrebbe dovuto destinare solo e soltanto a Kelsie. Così, quando i due erano stati trovati a baciarsi prima delle lezioni, il primo giorno di scuola dopo quella magica estate, lo scalpore era stato grande, ma non la sorpresa, da parte della brunetta.

Appoggiò una cartellina piena di spartiti e un quaderno di appunti sul tavolo di vetro, alzandosi.

Non sapeva che qualcuno era nella cucina, lì dietro, a sgranocchiare ciliegie.

Con un sorriso triste, raggiunse il pianoforte, si sedette e rifletté.

Una nuova canzone … com’erano le parole della Darbus? Iniziate con le strofe, e poi completate il tutto con un ritornello. Dovete sentire le parole dentro di voi. Lasciate che ogni parola sia l’istante successivo al battito del vostro cuore. Che ogni parola, dunque, dipenda dal cuore.

Prima che se ne accorgesse, stava pigiando i tasti del pianoforte bianco e a coda che aveva sempre invidiato a Pay, sussurrando a mezza voce le parole che pulsavano da tempo nelle sue vene.

 

Life. It can twist your heart

Put you in the dark

I was cold and lonely

 

La vita. Era un po’ presto per porsi la domanda: Che cosa ho fatto della mia vita negli ultimi sedici anni?, eppure essa sorgeva spontanea. La verità era che si era solo attorcigliata in mille pasticci, e ancor peggio, nel vuoto della solitudine. Anche ora, che aveva scoperto le sue magiche compagne, sentiva che le mancava qualcosa. Qualcuno. Entrambi.

 

Doubt. It can close you in

Builds the walls within

I let fear control me

I let go

Didn’t know

Where the answer would be

 

E anche il dubbio. Come si poteva pensare che la timida e tranquilla Kelsie sapesse capire, scegliere, riflettere senza lasciarsi andare ad una marea di scrupoli, dubbi, incertezze? Lei ci conviveva da sempre, con quelli.

Perché ormai, per quanto avesse praticamente scordato Cross e la sua faccia da babbeo, lasciandolo alle sue opere di esplorazione della bocca di Meredith, ciò che più la stringeva in una morsa era quella schifosissima paura. Che succedesse di nuovo. Di aprirsi. Di lasciarsi andare. Di provare amore.

Chi meritava tutti quei suoi rischi?

Una risposta che non aveva nome, né soluzione, né parole.

 

Si fermò un secondo, ansante. Si stava esponendo troppo. Era solo una canzone, cavolo! Una canzone, niente di più.

-Solo una canzone.

Chiuse gli occhi, e d’un tratto una voce le gelò il sangue.

-Solo una canzone? Pensavo valesse di più per te, la tua musica.

Si girò di scatto, e trovò Ryan Evans appoggiato al muro.

-Ehi!- tentò di essere naturale. Quei due erano buoni amici, no? Amici.

Ma lui pareva serissimo.

 

Prima che Ryan aprisse bocca, Kelsie ripensò in breve a quanto stava accadendo tra loro. Che lui fosse molto bello e affascinante nessuno lo metteva in dubbio, e nemmeno riguardo la sua dolcezza e simpatia aveva dubbi (almeno su quello …). Così, quando aveva iniziato a parlare troppo spesso di lui, Taylor le aveva fatto notare:

-Non è che hai una bella e profonda cotta?

Oh, no. Non doveva assolutamente andare così. Non poteva permettere che si sporgesse ancora così tanto.

-Guarda che nemmeno tu gli sei indifferente, sai?

Certo. Dicevano così anche di Jason, e com’era andata a finire?

 

Finalmente parlò.

-Allora? La tua musica conta così poco? Le canzoni sono solo canzoni?

Pareva arrabbiato, quasi deluso. Kelsie si stupì di quella reazione.

-Non ti pare eccessivo reagire così?- chiese squadrandolo da dietro gli occhiali.

-No. A me invece pare strano che tu dica questo delle tue canzoni.

Cadde il silenzio, morbido e pesante al contempo.

 Alla fine lui accennò a un sorriso.

-Posso sentire il resto almeno?

Lei arrossì, abbassando lo sguardo.

-Ti prego.

Due parole, anche piuttosto corte, che però produssero un effetto inaspettato su di lei. Sentì un brivido scorrerle per la schiena, forse per quel tono talmente suadente con cui Ryan le aveva pronunciate.

Ed ecco che di nuovo non si sentiva padrona di se stessa; le sue mani scivolavano sul pianoforte, la sua bocca si apriva senza che lei potesse bloccarla.

Un burattino nelle sue mani.

 

Faith

It can lift you up

And if got enough

To reach a new beginning

 

Poteva riporre quelle sue piccole speranze in lui? Il fratello di Pay? O ancora meglio, Ryan?!

La speranza ormai era tutto ciò che le rimaneva. Se avesse di nuovo sbagliato, tutte le sue difese sarebbero cadute per sempre.

Per questo cantava quei versi.

Certo, essa è la molla per un nuovo inizio. Ma se la molla in questione è troppo fragile. Se la logica che tutto può rompersi è permanentemente dentro di noi, allora come si fa?

 

-Suona ancora il ritmo, per favore!- gridò Ryan, agitato. Faceva così solo quand’era ispirato.

 

Love

Can withstand a storm

In the final hour

We’ll find the joy in living

Don’t let go

‘cause that I know

Pretty soon you will see

 

Il trasporto con cui le aveva cantato l’ultima strofa era incredibile. Come se il messaggio non fosse per un pubblico immaginario. Ma solo per lei.

Kelsie arrossì ancora, mentre rimaneva catturata dagli occhi azzurri che la fissavano.

Che si avvicinavano.

Che si abbassavano.

Che si chiudevano.

Gli occhi di Kelsie li imitarono. E un dolcissimo bacio divenne protagonista del momento.

 

-È ancora solo una canzone?- mormorò sorridendo Ryan, mentre riaprivano le palpebre.

-No.- rispose in fretta la ragazza, senza sapere cos’altro dire; voleva solo tornare da quelle labbra.

 

You are my tomorrow, there’s a safety in your arms. Where you’ll go, I’ll follow. ‘Cause you’re the world where I belong.

 

Ormai Kelsie aveva trovato un motive valido per fidarsi di lui; mano per mano, potevano costruire qualcosa, un domani, e poi il giorno dopo ancora, e quello seguente …

Poteva salvarsi dalla solitudine.

Poteva seguire Ryan, e ancor più importante il suo cuore.

Finalmente sentiva di appartenere ad un mondo solo loro.

 

La segreteria telefonica nella dependance si attivò: c’era un nuovo messaggio, poiché lo squillo dell’apparecchio era stato sovrastato dalla musica.

-Tesoro sono Pay! Zeke non vuole proprio lasciarmi tornare! Amore fermo! Senti, oggi pomeriggio rimango qui in ospedale. Facciamo un altro pomeriggio? Chiudi bene la porta, ci vediamo a scuola! Bacio tesoro!

 

I due scoppiarono a ridere. In quel momento nessuno voleva la cara Sharpay tra i piedi.

Si baciarono ancora, poi tornarono al lavoro.

C’era un ritornello da scrivere.

 

Right in front of you

Right in front of me

We were looking

but somehow, some way we couldn't see

That the love was always there

It's been around us everywhere

I had to fall to finally see

That you were right in front of me.

-Kels … io aspettavo solo te.

-Tu eri proprio davanti a me …

-Già.

-E io non vedevo nulla.

-Non importa.

-Sì invece! Tu mi hai aspettato, e io fuggivo da te e da me stessa.

-Ma l’amore è sempre stato qui, Kels. IO sono sempre stato qui.

Proprio davanti a me.

 

 

Spero che la ff sia piaciuta a tutti voi, cari lettori di EFP.

La canzone, se volete ascoltarla, è Right in front of you di Celine Dion.

L’amore, invece … cercatelo voi. Come spero avrete afferrato, non è poi così lontano.

Con affetto, Vivy93.

  
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