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Autore: CathLan    04/02/2014    2 recensioni
Fem!Ziall - Zaya and Naill.
E allora lei vive di quest’amicizia fatta di baci rubati e succhiotti rumorosi. Mani congelate e abbracci che sanno di casa, ma a casa non c’è. E il mondo non sa.
Non crede sia poi così tanto male, amare in questo modo è okay, ma Dio solo sa quanto le piacerebbe sentire la voce di Zaya darle conforto, o la sua risata scoppiare nel bel mezzo di una chiacchierata che è sempre e solo a senso unico.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A world alone
 
Adesso se fossimo in un telefilm ti dicevo che ti amavo. Così, coniugando anche male i verbi.
E noi siamo meglio di un telefilm, e infatti non ci diciamo niente.

 

 
Naill e Zaya sono migliori amiche, solo che fanno sesso.
E la gente sembra saperlo e parla, parla sempre. Ma Zaya no, lei è silenziosa.
Sembra che a parlare, più delle sue labbra, siano i suoi tatuaggi. Naill se non tenesse il conto sulla sua agenda si sarebbe sicuramente persa al sedicesimo disegno d’inchiostro.
Il diciottesimo parla di loro, ma non lo sa nessuno. Si vede a volte quando Zaya alza le braccia magre per legarsi i capelli e dalla maglietta corta saltano fuori l’ombelico e le costole.
Nessuno sa che significato abbia, forse neanche loro due, eppure tutti ne parlano.
Naill a volte si sente persa, un treno che si sta per schiantare, ma che non arriva mai addosso a niente. E’ sull’orlo delle rotaie, aspetta che qualcuno la spinga giù, ma non arriva mai il vento.
Non la tocca mai nessuno.
Si sente di ballare immobile come una foglia autunnale in questo mondo che è sempre più solo e non capisce troppe cose.
Non capire la confonde, la fa sentire strana, sbagliata.
Non sa perché si senta cresciuta nella macchina di Zaya anche se hanno cominciato ad usarla quando ormai avevano entrambe diciannove anni e non comprende perché si trucchi sempre troppo anche se poi la sera tardi non ha voglia di struccarsi e deve cambiare la federa del cuscino ogni mattina.
Lo fa e basta, si mette il rossetto col pennellino, sfuma l’ombretto e poi esce. Zaya è acqua e sapone perché è bella anche con i capelli spettinati, la camicia di jeans al rovescio e l’alito che sa di fumo e tequila.
Sono diverse, su questo la gente ci azzecca, eppure va bene così.
Insomma, è che capita, no? Capita di ritrovare l’emozione giusta nella persona sbagliata.
E allora che fai? La ignori? Fingi di non-conoscerla?
Non si può.
E’ che va bene anche uscire per non andare da nessuna parte, anche se si finisce a sedersi sul marciapiede a parlare del niente. Anche se si finisce a fare l’amore in posizioni scomode nei sedili posteriori di una Jeep perché le coinquiline sono chiuse e non accettano.
Naill però pensava – sperava – che le cose sarebbero cambiate con l’andare avanti del tempo.
Tuttavia adesso ha ventitré anni ed è rimasto tutto uguale. Nelle rare occasioni in cui non è con Zaya, è da sola. E’ così da quando aveva sedici anni e all’inizio andava bene, il silenzio sistemava tutto al posto giusto, ma ora non fa altro che creare domande. Domande e pretese a cui nessuno sembra saper trovare rimedio.
Neanche Zaya.
Naill si è chiesta dove fosse il mutamento che i genitori ti dicono che arriverà. Si è chiesta dove fosse la gente, perché non la vedesse appassire dietro troppo rimmel e rossetto. Si è chiesta chi e cosa fosse, e non lo sa, ma conosce Zaya.
Solo che non basta.
E allora lei vive di quest’amicizia fatta di baci rubati e succhiotti rumorosi. Mani congelate e abbracci che sanno di casa, ma a casa non c’è. E il mondo non sa.
Non crede sia poi così tanto male, amare in questo modo è okay, ma Dio solo sa quanto le piacerebbe sentire la voce di Zaya darle conforto, o la sua risata scoppiare nel bel mezzo di una chiacchierata che è sempre e solo a senso unico.
E allora si chiede ancora che cosa sia la sua vita. E non sa neanche questo, non se lo sa dire cosa sia la loro vita, ma sa che se stanno insieme allora non cambierà niente.
Forse è tutto dovuto al fatto che Zaya ha Drake, un Pitbull grigio, e Naill invece non ha nessuno perché se n’è andata dall’Irlanda troppo presto e si sa che quando si scappa da un luogo senza averci pensato davvero poi ci si pente di tutto, anche di non aver fatto le valigie tempo prima.
Abitano nella stessa palazzina, in due appartamenti diversi perché vivere insieme sembra come oltrepassare linee di fuoco. E Zaya delle fiamme ha paura, quando si fa accendere le sigarette da Naill le labbra le tremano sempre un po’.
Naill se ne accorge, ma non dice niente. Drake piange e lei gli gratta le orecchie mentre Zaya aspira la prima boccata di fumo.
E forse Naill ama un po’ entrambi, ma più che sfiorarli con le unghie mangiucchiate non sa che fare.
E’ che Zaya ingoia pure le parole che Naill vorrebbe dire, ma la lascia vivere la loro storia nei sedili posteriori della sua macchina.
Per questo Naill questa mattina si è svegliata, ha bussato alla porta di Zaya e le ha detto «dobbiamo parlare.»
E Zaya, coi capelli spettinati perché d’altronde erano solo le sette, ha tentennato.
«Dopo vieni da me?»
Zaya ha disteso le labbra piene in una linea dritta e si è sistemata una spallina del reggiseno. «Te ne vai?»
A Naill è parso di tornare a casa sua, a Mullingar, quando ha rivelato ai suoi di essere omosessuale. Solo che Zaya non apre mai bocca, mentre i suoi genitori quel giorno hanno gridato. «Resto.»
Gli occhi di Zaya si sono fatti liquidi come il cioccolato fuso e si sono soffermati sul pavimento. A volte Naill l’ha presa in giro dicendole che se la gente studia economia, loro studiano le piastrelle, ma Zaya non ha riso. Non ha riso neanche questa volta. Si è grattata una clavicola sporgente e ha sbattuto le ciglia nere per scacciare via le lacrime.
Zaya piange sempre, ma non lo ammette mai. «Okay.»
«Non stai bene?»
«Perché tu?»
E Naill non ha capito, ma ha annuito ed è tornata nel suo appartamento.
Non ha pianto perché ha preferito ascoltare la musica, ma le è sembrato di sentire i singhiozzi di Zaya squarciare la parete e arrivarle addosso come tanti piccoli e sadici proiettili.
Alla fine si è addormentata con le guance umide e la musica che suonava troppo alta, ma non le importava.

 
***

Naill e Zaya sono migliori amiche, solo che fanno sesso.
Ma la realtà è che Zaya non ha mai pensato di essere amica di Naill, nemmeno per un secondo. Nemmeno quando si erano appena scambiate i numeri di telefono e l’idea di baciarsi era semplicemente sfocata dalla nebbia.
Però non l’ha mai ammesso.
Ha continuato a inscenare questa cosa delle amiche che si baciano e si mordono perché sembrava fare meno male.
Coi sentimenti scritti nei messaggi e le relazioni definite dalla convivenza sarebbe stato tutto più complicato.
Le complicanze fanno paura.
Adesso, mentre aspetta che Naill apra questa stramaledetta porta si rende conto che non è vero.
Perché i capelli biondi di Naill raccolti dalla bandana rossa che le ha regalato il Natale scorso non fanno paura, solo male.
Un male piacevole, che questa volta però non fa risvegliare le farfalle perché lo sa che loro due si stanno comportando come quegli estranei che si sono conosciuti da qualche minuto e non sanno come spezzare il silenzio.
Ma loro si conoscono da anni. E di solito Naill lo sa sempre cosa deve dire.
Invece ora sta immobile, sull’uscio, e ha la bocca chiusa. Ha pianto, perché ha i contorni degli occhi blu arrossati e le guance bordeaux.
«Naill» cominciare dal suo nome è una partenza sicura. Uno sfiorare con la punta della scarpa il gradino successivo. C’è? Sì, lo sente. E allora scende. «Stai bene?»
Naill prende un profondo respiro, negli occhi ha il mare d’inverno. «Non vuoi entrare?» chiede, senza spostarsi dallo stipite marrone.
«No.»
Naill annuisce e si rigira tra le mani un filo del maglione che ha addosso. «Penso che forse dovremmo finirla qui.»
Zaya aspetta che continui. Non sa esattamente cosa, sa solo che non può essere finita così la frase. Deve esserci un però, un ma. Un perché, magari. Altrimenti, se non c’è, l’aspetterà comunque. Su quel pezzetto di piastrella. Può aspettare, per Naill.
«Non mi dici niente?»
E’ che Zaya con le parole non ci sa fare, le opprimono la gola. Le comprimono le emozioni.
Le parole rimpiccioliscono, deludono, aprono e poi chiudono.
Fa spallucce perché no, non sa proprio cosa dire.
«Io non riesco a convivere coi tuoi vuoti» dice Naill. Le sue mani lasciano perdere il filo e si chiudono a pugno lungo i suoi fianchi stretti. «Non riesco a conviverci.»
«Lo so.»
La prima volta che qualcuno le ha perforato cranio e petto con una frase aveva dodici anni e pensava di essere circondata da amiche a cui importava qualcosa.
«A te sta bene così?» chiede secca, con le labbra gonfie e rosse, Naill.
Zaya una volta ha preso diverse citazioni e le ha segnate tutte su un quaderno rosa. E’ rimasta sveglia fino alle quattro per segnarle tutte, per scrivere con l’inchiostro ciò che non riusciva a dire, ma che avrebbe voluto far sapere.
Il giorno dopo lei e Naill hanno litigato e quel quaderno non è mai uscito dalla sua camera. Se ne sta sotto al materasso a prendere polvere da due anni e tre mesi.
Ci sono cose che non si possono dire, si devono sentire e basta.
«No.»
«E allora?»
«Aspetta» dice, sentendo il peso dell’universo sulle scapole sporgenti. Quando corre indietro verso la sua camera è quasi sicura che Naill non l’aspetterà, ma non si ferma comunque.
Ci sono cose che non si possono dire, ma per questo esistono le biro e gli aghi.

 
***

Naill resta lì perché glielo deve.
Anche se potrebbe voltarsi, chiudere la porta a chiave e fingere di non sentire il campanello, non lo fa.
Zaya è l’emozione che le serve e allora l’aspetta.
Ha il cuore che le brucia tra le costole e un fastidioso prurito alle dita, ma va bene così.
E’ l’emozione che le mancava.
Quando Zaya torna con un quadernino tra le mani color caffè-latte e i tatuaggi che spiccano sulla pelle mulatta completamente scoperta Naill non capisce, ma sorride.
Zaya indossa solo il reggiseno e gli slip, è bellissima.
Naill prende il quaderno rosa e lo apre.
Zaya trema e quasi può sentire il profumo della sua paura perforarle le narici, ma scorre le pagine come se non sapesse.
Su ogni foglio ci sono diverse frasi, qualcuna triste e qualcuna felice. Ce ne sono alcune rabbiose, altre dolci. E in cima, verso la parte destra, c’è una data.
Naill non può riconoscerle tutte, ma la maggior parte non le è sconosciuta. Ha una buona memoria.  
Alla prima pagina, accanto alla data in cui si sono baciate per una notte intera, c’è una frase che trova bellissima.
E la guardai, la guardai.
E seppi con chiarezza, come so di dover morire,
che l’amavo più di qualunque cosa avessi mai visto o immaginato sulla terra,
più di qualunque cosa avessi sperato in un'altra vita.

«L’ultima pagina.»
Naill fa sì con la testa e sfoglia il quaderno a righe rapidamente.
Quando trova la data che è segnata pure sul suo orologio si ferma. C’è una sola citazione e probabilmente è rubata da un qualche film di cui non ricorda bene il titolo, ma che ha visto.
So che possiamo continuare con le nostre vite, ce la caveremmo benissimo lo stesso.
Ma io ho visto quello che potremmo essere insieme, e scelgo noi.

«Mi dispiace Zay» sussurrarlo non sembra bastare, così Naill lo ripete altre due volte. E poi ancora una.
Finché Zaya non si mette a piangere, con le mani premute sul viso talmente forte che le nocche si sbiancano. Sembra che non respiri neanche.
«Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente, l’incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po’ di sé, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene, ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute. O forse accade perché doveva accadere. Perché le anime sono destinate a trovarsi, prima o poi» lo dice lentamente, leggendo alla quinta pagina come se di quelle parole ne andasse della sua intera esistenza.
Cerca di fare capire a Zaya che per lei è lo stesso e che si è sbagliata.
Non serve che il mondo sappia di loro, che le persone stiano zitte e che loro invece parlino.
Possono stare sdraiate da qualche parte con le bocche cucite insieme e le mani incollate, da sole, in pace. Può bastare anche quello.
Se sono insieme va bene tutto, anche loro due e il mondo solo.

Note autore: le avevo dimenticate XDDD
Niente, non so cosa dire. Questa fan fiction è nata da un discorso strano con Sara e vabbuò. Non è proprio bella, ma avevo voglia di scriverla.
Viva Drake TvvT
E grazie a valigie per restare per il banner.
Luv ya guys! <333
  
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