Problemi
quotidiani
Bill
Kaulitz si era appena svegliato. La sbornia
della sera prima gli aveva procurato un forte mal di testa, che nemmeno
con i
medicinali voleva accennare a passare. Della sera prima ricordava solo
una
festa di compleanno e un indistinto schiamazzo di gente. E non sapere
cosa
aveva fatto lo irritava, perché voleva dire che non sapeva
nemmeno se era il
caso di nascondersi o di traslocare direttamente in un altro stato.
Seduto
sul letto, teneva le mani sulle tempie, in
modo da non pensare a niente e a nessuno, quando qualcuno
bussò alla porta.
Bill
sospirò e girò la chiave nella serratura.
David,
il manager della band, guardava il vocalist
con una faccia strana, sostituita immediatamente da un sorriso.
-
Buon giorno Bill! Ben alzato, come ti senti?-
-
Uno schifo.-
-
Beh, è il minimo dopo il casino che avete fatto
ieri sera…- disse prendendo dei fogli e porgendoli al
vocalist.
-
Ecco gli accordi per i due concerti della prossima
settimana. Quando hai tempo devi firmarli.-
-
Non puoi farlo tu?- chiese, risedendosi sul letto
e mettendosi gli anfibi della sera prima.
-
Beh… fino a prova contraria sei tu il membro
principale della band e…- disse togliendogli i pantaloni
dalle mani:-… sarebbe
meglio se firmassi tu.-
-
David, fammi vestire.-
-
Prima togliti le scarpe, poi magari ti togli anche
quell’indumento che penso tu chiami pigiama e ti cambi la
biancheria. Poi
magari ti infili i pantaloni e gli anfibi. E, per l’amor del
cielo, sistemati un po’.-
-
Ok… ma allora esci.- disse, togliendosi a
malavoglia le scarpe.
L’uomo
uscì e chiuse la porta alle sue spalle con un
grande tonfo. Bill pensò che David era
l’incarnazione della persona sadica. In
effetti, dopo tutto quello che lui e il gemello gli facevano passare,
era
strano che non sputasse in faccia al primo che gli capitasse sotto tiro.
Sospirò
una seconda volta e poi si vestì.
Dopo
qualche minuto entrò nella sala da pranzo
dell’hotel e si accomodò vicino ai suoi tre amici,
che avevano già iniziato la
colazione e discutevano animatamente.
-…comunque
quella moto è fantastica. La voglio
assolutamente, e non me ne frega niente se è un rischio. Chi
se ne frega!-
disse Tom, sorridendo.
-
Certo, scommetto che se poi ti sfracellassi contro
un muro, milioni di fan ci mutilerebbero. Per non paralre di David, se
ti
rompessi una gamba quello ti rompe anche l’altra…-
disse Georg, mangiando
l’ultimo pezzo di uovo.
-
Pessimista. Ecco cosa sei. Un fottuto pessimista,
tu vuoi
che mi sfracelli contro un muro, dì
la verità!-
-
Certo che lo voglio, almeno divento io il
chitarrista…- sorrise il bruno.
-
Bill, cos’hai sul labbro?- chiese d’un tratto
Gustav, guardando il nero schifato.
Tom
guardò il gemello e fece una faccia ancor più
schifata di quella dell’amico, mentre Georg sbarrò
gli occhi.
-
Che c’è?- chiese il vocalist, con il mal di testa
sempre alle stelle.
-
Ma ti sei visto allo specchio, stamattina?- chiese
Tom.
-
Si, però ho fatto tutto di fretta… - chiese,
sempre distratto. Si
era messo dei grandi
occhiali neri e i capelli tenuti sciolti con un cappello, per cui non
si era
preso nemmeno la briga di truccarsi. Ci mancava solo che quello.
-
Beh, allora forse è meglio se ti guardi.- disse
Gustav.
Bill,
che nel frattempo era spazientito dal suo
continuo mal di testa, uscì dal salone e si
ritrovò nella hall dell’Hotel dove
si guardò ad uno specchio delle pareti.
Non
lo avesse mai fatto.
Un
urlo si alzò per tutto l’edifico, e molta gente,
spaventata dall’accaduto, chiese se qualcuno non fosse morto.
Mezzora
dopo Tom e David erano davanti alla porta
della camera di Bill. Aspettavano invano che lui uscisse.
Ogni
tanto bussavano e chiedevano al vocalist
spiegazioni, ma ogni volta erano zittiti da un urlo agonizzante seguito
da
alcune colorite imprecazioni.
David,
che del fatto non capiva niente, chiedeva
ogni tanto a Tom sull’accaduto, ma tutte le volte questo si
metteva a ridere
come un pazzo.
Rassegnato,
il manager fece un giro di telefonate e
annullò tutti gli appuntamenti della band della giornata,
chiedendosi se forse
era meglio cancellare anche quelli del giorno dopo.
-
Cavolo, Tom, vuoi spiegarmi perché quel cretino
che si spaccia per tua copia sta dentro al bagno da tre quarti
d’ora? Insomma non
può fare la reginetta del ballo!-
-
Reginetta del ballo? Perché non checca isterica?-
-…quello
che è… lo puoi far uscire?-
-
Negativo. È un problema suo e della sua igiene
facciale.-
-
Igiene? Tom,
non prendermi per il culo, Bill è quello che si cura
più di tutti!-
-
Beh, diciamo che se n’è dimenticato ieri sera,
mentre mangiava tutta quella torta al cioccolato…-
Il
biondo manager sbuffò di rabbia e poi diede di
nuovo un colpo alla porta.
-
Non è ancora uscito?- chiese Georg, accompagnato
da Gustav.
-
Oh, grazie al cielo due persone normali…- disse
David guardandoli e poi avvicinandosi ai due:-…sapete dirmi
quello che è
successo a Bill?-
Gustav
aprì bocca, ma Georg gli diede una gomitata.
-
Fa il bambino capriccioso. In fondo, a noi tre
queste cose succedono di continuo, come tutti gli altri adolescenti del
mondo.-
-
Ma cosa c’è che non va?!- chiese esasperato.
Georg
guardò Tom, che sorrise e poi guardò di nuovo
David.
-
Sai, stamattina la band è diventata più umana.
Abbiamo
scoperto un nuovo limite di
Bill…-
Qualche
ora dopo, mentre Tom, Georg e Gustav erano
nella camera del bassista, sentirono aprire la porta ed entrare Bill,
che aveva
gli occhi bassi.
-
Com’era la scommessa?- chiese Georg a Tom.
-
1000 € a testa. E, ovviamente, l’apparizione in
pubblico…- rispose, sorridendo.
Bill
chiuse i pugni e alzò lo sguardo verso di loro.
-
Ma non vi fate schifo? Giocate con i miei
sentimenti da Vocalist!-
-
No, bello, TU fai schifo con
quell’obrobrio sul labbro. È così
grosso che potrei
edificarci!- disse Tom , ridendo.
-
Secondo me sarebbe meglio dargli un nome, ormai
diventerà parte integrante della Band..-
-
Che ne dite di “Bill e il suo piccolo – grande
mondo”?-
disse Gustav.
Bill
uscì dalla stanza, infuriato.
Era
mattina, si era svegliato presto, aveva mal di
testa… e un enorme brufolo rosso spadroneggiava
sulla parte destra del suo labbro.
Qualche
mese prima.
-
Beh, c’è una cosa da dire, ragazzi. Da quando
siamo diventati “international”
non ho più avuto l’ombra di un brufolo…
invece voi ne venite ricoperti tutti i
giorni! Me lo dicono i truccatori, sapete? “Oh,
Bill… per fortuna che la tua
pella è così fresca! I tuoi amici hanno la pelle
così grassa che gli compaiono
foruncoli ovunque”!-
Tom
guardò Bill con aria di sfida e alzò la mano.
-
Scommettiamo…?-
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Questa
è la mia prima Fic sulla fantastica band dei
Tokio Hotel.
Mi
è venuta di getto, ma spero vi piaccia.
Sinceramente
non so se i Tokio Hotel abbiano o meno
dei brufoli, cioè non me ne importa un granchè
basta che suonino, però se ce li
hanno… beh mi dispiace per loro!^_^
Lasciate
tanti commenti!!!
Grazie
Kiss
Emily