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Autore: ToraStrife    04/02/2014    4 recensioni
Storia di una donna interamente fatta di vetro.
Con un nome del tutto peculiare: Verità.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia di una donna di vetro.
Verità


Un pugno di sabbia, immutabile nonostante il tempo, e il fortissimo calore di una passione generarono un miracolo: una piccola donna fatta di vetro.
Le avevano dato anche un nome, alquanto strano: Verità.
E come da nome, lei girava sempre nuda e cruda.

Aveva il corpo completamente trasparente, tale che le si potevano vedere le interiora, soprattutto il cuore pulsante.
Molta gente inorridiva a vedere tale spettacolo.

- Per favore! Ci sono dei bambini, qui! Un po' di decenza!

Alcuni le suggerivano: - Copriti con qualche bugia! Ce ne sono tante, di tutti i tipi, e molte ti abbellirebbero davvero!

Ma lei rifiutava sempre, per tenere fede al suo nome.
Era come una bottiglia.
Spesso alcune persone, incuriosite, si avvicinavano per chiederle. - Di che colore sei? Preferisci il bianco o il nero? O forse il grigio.

- Né bianco, né nero, né grigio. Io non ho un colore: sono trasparente. - Rispondeva.

- Ah, che noia. - Le rispondevano, e se ne andavano delusi.

Come il nome che portava, Verità andava fiera della sua trasparenza.
Le emozioni le si potevano leggere nell'animo, cristallino come il corpo.

Ma nessuno si avvicinava a Verità.
I pochi che lo facevano, cercavano, guardandola, un riflesso per vedere sé stessi.
Ma lei era fatta di vetro, non di specchi, e quando la gente lo capiva, se ne andava delusa.

A volte capitava che qualche maleducato la feriva, a parole o con gesti, e il suo animo, anch'esso di vetro, si scheggiava, e lei si feriva.
E allora lei piangeva. L'effetto che dava era come di una finestra piena di gocce, martellata dalla pioggia.
Allora, qualcuno, mosso a pietà, le si avvicinava per tenderle una mano, poggiarle una mano per rincuorarla.
Ma un vetro rotto vuol dire schegge taglienti, e chi la toccava finiva per  ferirsi,  per poi scappare e lasciarla sola.
E chi voleva aiutarla solo a voce, era confuso dal fatto che con le lacrime, il vetro si appannava, e diventava impossibile leggerle l'animo.

Fu così che presto Verità divenne trasparente anche in un altro senso.
La gente guardava nella sua direzione, ma non la notava.
Forse fingevano di non vederla.

Verità divenne triste per la sua condizione.

Da nuda era scomoda a vedersi; era pura e semplice, ma la gente preferiva non guardarla, se non cercando di cammuffarla a suo piacimento; se toccata con mano, finiva per fare male.

Si avvicinò a guardare la sua immagine riflessa su un lago.
Un soffio di vento increspò l'acqua e spezzettò il riflesso della donna in tante piccole Verità.

- La verità ha mille sfaccettature? Qual'é quella vera?

E provò a toccare l'acqua, con il solo risultare di cancellare ogni sua immagine riflessa.
La ragazza si era sporta troppo in avanti, e il peso della testa trascinò il corpo in acqua.

Verità non sapeva nuotare, ma mentre si inabbisava sul fondo del lago, avvertì un senso di pace.

- Forse così nessuno mi odierà e vorrà evitarmi. Tutti vivranno più felici senza la mia scomoda presenza".

Ma il giorno dopo tutti quelli che avevano avuto a che fare con lei si accorsero del fatto che non ci fosse.

Allora cominciarono a cercarla, a chiamarla a gran voce.

- Verità, Verità dove sei?

Tutti la cercavano: chi l'aveva scansata per paura, chi l'aveva ignorata per comodità, chi l'aveva conosciuta e ne era rimasto ferito.

Le urla giunsero al lago, e le onde penetrarono nell'acqua, giungendo alle orecchie di Verità.

- Mi stanno cercando? Com'è possibile? - Si chiese.

Ma i richiami continuavano, e pronunciavano il suo nome.

Stavano cercando proprio lei!

Verità non era morta, lei che era fatta di vetro. Per un momento avrebbe voluto esserlo, ma ora che sapeva che la stavano chiamando non poteva ignorarli.

E fu così che finalmente Verità venne a galla.

Perché chi la conosce ed impara ad accettarla, alla fine vive più sereno che in una stanza imbottita di morbide menzogne.






FINE
  
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