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Autore: delilahs    04/02/2014    2 recensioni
One Shot, breve spaccato di vita di Talia, Jason e la loro innominata madre.
Si, perchè le scelte sono difficili e fare la madre non è sempre una passeggiata.
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jason Grace, Nuovo personaggio, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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That's how a good mother works.



"È TUO FIGLIO! NON PUOI PARLARNE COSÌ!" urlò Talia, esasperata.
La donna di fronte a lei sbuffò infastidita, anche se aveva gli occhi lucidi.
"Proprio perché è mio figlio, decido io come parlarne." la avvertì l'adulta, abbassando lo sguardo annoiato sul bicchiere semivuoto che teneva in una mano. Con l'altra si strofinava la fronte, avvilita.
"Ma t-tu non puoi!" protestò ancora Talia, i capelli neri sparati in tutte le direzioni. Uno zaino rosso fuoco le pendeva su una spalla, e con l'altro braccio teneva un bambino di un anno, due al massimo.
Era diversissimo da sua sorella. Capelli biondi, scalati e tagliuzzati dall'ultima volta che la donna si era impuntata a fare la parrucchiera, e occhi azzurri, accesi e sgargianti.
Al momento della discussione era molto impegnato a capire come la polvere facesse a volare, e cervava di afferrarla con le manine.
"Se voglio farlo, lo farò." replicò la donna, anche se con un tremito nella voce.
Talia era fumante di rabbia. Da una parte sapeva che, per il bene suo e di suo fratello, sarebbe stato meglio andarsene e non fiatare. Dall'altra, sapeva anche che se nom avesse almeno reagito simbolicamente, l'affare sarebbe stato concluso e nella storia avrebbero vinto i cattivi.
Perciò cercò di racimolare le ultime gocce di coraggio che le erano rimaste, si aggiustò meglio lo zaino sulla spalla esile e parlò, con tono di sfida.
"Aspetta. Adesso aspet-" non riuscì a finire la frase, perché un sonoro ceffone la colpì sull'orecchio destro. Guardò sua madre risentita, ma non sorpresa, mentre su un lato della sua faccia si rimarcava il solco lasciato dalle dita di sua madre. Accanto a lei, Jason scoppiò a piangere, e per un attimo terribile, Talia pensò che la donna lo avesse picchiato.
Poi però capì che stava piangendo per lei.
"No, ok. No. Com'era, Jax? Don't be afraid now, baby blue. It's all over now, baby blue..." sussurró. Il bambino si calmò, e appoggiò la mano sul viso della sorella. Talia sussultò. Bruciava ancora.
"Non sei sua madre!" continuò Talia, incurante del tremito nervoso che le mani di sua madre avevano assunto.
"Certo che lo sono, disgraziata! E io-" esitò, poi scosse la testa, come per darsi della stupida "Tu, piuttosto! Non scappi, bambina? Non è quello che fai sempre, tu?"
Talia non rispose, sempre più arrabiata.
"Disgraziata" continuò sua madre, posando il bicchiere sul tavolo da cucina e girando attorno al bancone, mentee borbottava "Sei solo una rovina, tu, e quel mostro di tuo fratello!"
"NON É VERO!" esplose alla fine la ragazzina. Una saetta entrò dalla finestra, mentre la porta sbatteva, portata dal vento. Una lampada si fulminò, sparando scintille ovunque.
La donna stava in piedi in mezzo a quel disastro, e fissava la figlia come non avrebbe fissato il più infimo dei barboni.
"Vuoi scappare? FALLO!" rispose l'adulta "VATTENE! IO NON HO BISOGNO DI TE!" e fece per prendere Jason.
Talia si ricordò troppo tardi di stringere la presa, e sua madre stava stringendo il bambino, avvicinandosi alla porta con un sorriso triste e folle in volto.
"VATTENE!" urlò un'ultima volta, prima di sbattere la porta, con Jason che piangeva. Talia rimase lì, in mezzo alla stanza, con una lampada fulminata e uno zaino semivuoto, a contemplare i resti della sua vita che prendevano fuoco.
   
 
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