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Autore: NightWatcher96    04/02/2014    2 recensioni
Io non riesco ad amare nessuno. Solo affetto ma nulla di più. Perché ho questa cicatrice? Perché mi ammalo in continuazione? E quella strana ragazza lolita, che diavolo vuole da me? Aspetta, che missione?
Oh, ragazzi, aiutatemi, perché non ho alcuna voglia di un'avventura mostruosamente romantica!
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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-Sono stufo del tuo egoismo, Leo! Non puoi sempre essere tu a dominare!- ringhiò Raphael, furioso: -Diamine, credevo che stare con te avrebbe risolto anche i nostri disaccordi!-.

L'azzurro fissò il fratello a cui aveva negato un'altra notte di tocca-tocca nel letto ancora disfatto e sospirò frustrato. Lui e Raph si erano avvicinati quasi un anno fa, ma il loro rapporto non era mai stato amoroso. Solo di rabbia e frustrazione.

-Vuoi che chiudiamo qui, allora?- chiese seccato l'azzurro: -Dammi una sola risposta e tutto questo finirà-.

Raph si ritrasse un po', dall'essere tanto vicino al fratello. Ultimamente, lui e Leo non erano riusciti a condividere un bacio anche perché il rosso aveva notato che il caro Fearless spendeva parecchio tempo con Donatello.

-Mettiti con chi cazzo vuoi tu, adesso- rispose freddamente Raph: -Tra noi è finita, chiaro? Abbiamo sbagliato a rendere la fratellanza in sentimenti! Nemmeno sono reciproci! Non so quante volte mi eviti o non mi parli quando dormiamo insieme. Ma a che razza di rapporto miri, tu?-

-Non parlarmi così irrispettosamente, Raphael. Ora esci da questa stanza!- gridò Leonardo, avendo ormai perso le staffe.

L'altro scoppiò a ridere amaramente e uscì, sbattendo rumorosamente la porta. Frustrato ma in parte anche felice di non essere più il fidanzato di Leo, si ritirò in camera sua, ignaro che un paio di occhi bordeaux avevano fatto capolino dalla porta del laboratorio.

Donnie non aveva potuto fare a meno di ascoltare i furiosi litigi dei fratelli maggiori, i cui picchi più intensi si erano uditi nei giorni precedenti. Erano stati dapprima sguardi silenziosi ma rabbiosi, poi feroci combattimenti e infine calci e pugni a non finire. 

Splinter sapeva che questa era un crisi conosciuta meglio come "stagione degli amori" e che colpiva soprattutto gli esemplari unici, rendendoli più aggressivi e animaleschi del normale. In questo caso, i quattro fratelli si sarebbero accoppiati una volta trovato la loro metà complementare.

Donnie chiuse la porta del laboratorio, grattandosi distrattamente la nuca. C'era troppa tensione nell'aria e conoscendo soprattutto Raph, scatti di ira e una scarica di parolacce su una vittima che non c'entrava niente sarebbero comparsi di lì a poco.

-Litigio?- chiese una debole voce.

Donnie guardò Mikey seduto sul lettino del laboratorio con una coperta gialla addosso. I suoi occhi azzurri vitri mostravano chiaramente che era febbricitante... come al solito, poi. 

-A quanto pare sì, fratellino- sospirò il genio, avvicinatosi per palpargli la fronte: -E tu hai la febbre meno alta. Meno male-.

Mikey tossì e si strinse le ginocchia al petto, avvolgendosi completamente dentro la coperta. Davvero non riusciva a comprendere per quale ragione era il più incline ad ammalarsi e come tale, perché termometro e coperta erano sempre pronti per lui.

Bastava un semplice cambio d'aria per spedire Mikey al riposo. E questo, insieme a una dieta del tutto particolare, un diverso sistema di allenamento e uscire in superficie sempre coperto infastidiva il diretto interessato.

L'arancione di anni quindici, rispetto ai diciassette degli altri tre fratelli, fissò il pavimento verde acqua del laboratorio, dondolandosi un po'. Odiava anche tutta la tensione negativa che galleggiava nella tana. Erano già abbastanza i nemici che mai imparavano la lezione di non sfidare il tornado verde delle tartarughe, figuriamoci poi se tali scontri avvenivano anche a casa!

-Leo e Raph non erano fatti l'uno per l'altro- aggiunse Donnie, dopo una lunga pausa: -Strano. Avrei giurato il contrario quando li vedevo così appiccicati, innamorati o tutto il resto-.

Mikey annuì e guardò il fratello: -Donnie, che problema ho io? Non mi riferisco alla mia salute cagionevole, bensì l'altro. Perché non riesco a relazionarmi con nessuno? Perché l'affetto non può diventare amore?-.

Il genio lo guardò addolorato, consapevole che il fratellino, stando a ciò che aveva narrato Splinter qualche tempo fa, aveva un errore genetico che gli impediva di provare attrazione per un sesso opposto o per un suo simile.

Era risaputo che le tartarughe dorso di diamante si accoppiassero anche con lo stesso sesso per soddisfare la disperata ricerca di un compagno nella fatidica stagione degli amori, che generalmente durava tre mesi.

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Splinter aveva messo un panno umido sulla fronte febbricitante di Mikey, mentre Leo e Raph amoreggiavano in privato. Donnie guardava il genitore, il cui volto mostrava esplicitamente tristezza.

Il viola sapeva che il sensei non aveva niente in contrario all'incesto e aveva spiegato sin dall'inizio della pubertà che avrebbe accettato qualsiasi relazione, al momento opportuno. 

-Sensei, perché Mikey non può innamorarsi?- chiese Don.

Splinter lo guardò incuriosito ma fornì una risposta: -Perché il suo DNA ha un errore genetico che gli impedisce di relazionarsi. Già con noi è difficile, sebbene tuo fratello abbia imparato a nasconderlo-.

-Non si può risolvere questo errore?-.

Il topo tornò a guardare la forma inconscia del minore: -Non so, figlio mio. Come dice il saggio, tempo al tempo...


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-Tu non sei innamorato di uno di noi tre, Don?- domandò, poi, l'arancione.

Il genio scattò dalla sua trance, farfugliando sottovoce per cercare disperatamente di non dimenticare immediatamente la domanda appena udita. Un po' sbalordito, il rossore dell'imbarazzo sfumò di una tonalità rosata le sue gote verde oliva.

-Ecco...- mormorò: -A dire il vero... c'è qualcuno che mi piace...-.

Mikey ridacchiò: -Scommetti che indovino colui che ha rubato il tuo cuore?-.

Il genio non poté fare a meno di sorridere e si sedette accanto al fratellino, dandogli uno sguardo piuttosto curioso. Mikey canticchiò brevemente e appoggiò la testa "pesante" sulla spalla dell'altro, chiudendo gli occhi.

-Diciamo che ho intuito per queste cose...- cominciò: -Tu ti sei innamorato di Leo. Vero? Sì, lo è. Ho notato che arrossisci sempre quando sei con lui e anche il nostro capo spende "mucho tiempo" con te!-.

Il viola aprì la bocca per pronunciare qualsiasi cosa ma il suo cervello aveva tolto ogni connessione con le corde vocali. Scioccato, meravigliato e stupito, Don non poté che arrossire maggiormente, picchiettando gli indici con fare puccioso.

-Risposta esatta- mormorò, guardando il fratellino stanco per aiutarlo a coricarlo nuovamente e lentamente: -Come hai fatto, Mikey?-.

-Sesto senso?- ridacchiò l'altro, tossendo e raggomitolandosi maggiormente a pallina: -Penso che anche Leo provi qualcosa per te. Però, non affidarti a quello che dico. Le false speranze sono l'ultima cosa che vorrei darti-.

Donnie lo baciò teneramente sulla testa: -Tu sei un grande consigliere, piccolo ninja. Non sai quanto mi sta facendo bene questa conversazione con te. So che mantieni anche i segreti-.

-Sì, me la cavo... ma figurati, Don- rispose l'altro, accarezzandosi la spessa cicatrice che capeggiava sul suo fianco sinistro: -Mi piacerebbe sapere perché ho questa cosa che ogni tanto fa male anche!-.

Donnie smise di arrossire e fissò il fratellino, facendo le spallucce: -Il sensei ha detto che quando avevi tre anni hai avuto un incidente... però non ci ha mai spiegato il motivo esatto-.

Proprio quando la conversazione fra i due fratelli stava per continuare, un bussare fuori la porta del laboratorio catturò la loro attenzione. Quando il genio andò ad aprire la maniglia che s'incastrava spesso dall'esterno, s'irrigidì alla vista di un paio di splendidi occhi cobalto nella penombra.

La sua maschera cobalto era inconfondibile e spiccava sul verde foresta della pelle liscia e pulita. Leonardo era proprio lì, dinanzi agli occhi spalancati del genio arrossito, con un sorriso sulle labbra.

-Posso parlarti un attimo?-.

Necessitarono alcuni secondi affinché Don uscisse dalla sua trance erotica circa il fratello leader e annuì freneticamente con il capo. Mikey, ridacchiando sotto i baffi, si alzò e con la coperta fece la sua strada verso l'uscita, lasciando appositamente i due nuovi piccioncini da soli.

-Mikey, non dovresti stancarti!- rimproverò dolcemente Leonardo: -Dove stai andando?-.

-Una tartaruga non può sempre stare nello stesso posto. Ho fame e ho bisogno di sgranchirmi un po' le gambe-.

Leonardo avrebbe detto qualcos'altro, ma preferì entrare e parlare con il genio, lasciando Mikey dirigersi verso la cucina.

Non appena l'azzurro chiuse la porta dietro di sé non prese in considerazione che una familiare maschera rossa era appena sgattaiolata come un lampo esattamente nella stessa direzione del giovane e ingnaro Michelangelo...

**************************************

-Odio davvero essere malato!- sbottò Mikey, seduto sul divano e per niente affamato: -Fortuna che Leo non si accorto che stavo mentendo prima. Con tutto questo dolore, chi ha fame? L'ho fatto per dar loro un po' d'intimità-.

Sorridendo un po', annuì ma rapidamente il sorriso cadde quando i suoi occhi caddero sulla cicatrice datata di dodici anni sul fianco sinistro. Mikey non sapeva perché ma percepiva come un vuoto sotto la pelle. Ovviamente, più e più volte si era convinto che non era possibile qualcosa del genere. Anche se...

-In cerca di un letto migliore?-.

Mikey spalancò occhi e bocca e per vedere chi ci fosse alle sue spalle mise un piede in fallo e cadde pesantemente a terra, colpendo lievemente la testa contro il tavolino ligneo portariviste. In fretta si mise carponi ma sbuffò contrariato quando un paio di occhi miele lo fissavano divertiti ma anche preoccupati.

Detto fatto: Raph s'inginocchiò accanto al suo fratellino per studiarlo attentamente.

-Mikey, hai la faccia più cadaverica del fantasma del vero Shredder schiattato al Tribunale Ninja, lo sai?- disse, poggiandogli la mano sulla fronte: -E cazzo! Sta febbre non ti lascia mai!-.

Mikey si alzò in piedi, aiutato dal fratello e una volta seduto sul divano fece le spallucce. Che importanza aveva, dopotutto? Sin da bambino, Splinter gli aveva detto che non avrebbe mai potuto condurre una vita normale.

Due dita schioccarono dinanzi al suo visetto corrucciato. Mikey alzò dolcemente il capo, piegandolo. Raph sorrise angelicamente e prendendogli le tempie nelle mani, con immensa dolcezza, inclinò il capo solo per vedere la piccola macchia rossa dovuta alla botta. Niente di grave, per fortuna! Tempo un giorno e sarebbe sparita.

-Scusa se ti ho spaventato-.

-Nessun problema- rispose l'altro: -Piuttosto, mi hai seguito o avevi affari da sbrigare nella mia stessa direzione?- ridacchiò Mikey.

-Naaa, qualcosa di personale- mentì il rosso.

La piacevole chiacchierata dei due fratelli continuava, creando una piccola sfera di dolcezza fraterna niente male. Peccato che uno strano bagliore verde stesse crescendo da una piccola luce verde, che stava ingigantendosi alla dimensione di un portale.

-Hamato Michelangelo! La missione ti è appena stata affidata!-.

L'arancione scattò verso il portale esattamente al centro del dojo, raggelato da quel tono spettrale di voce. Strizzando gli occhi per vedere meglio quella luce intensa, notò una figura. Somigliava molto a una ragazza di anni diciassette, dai lunghi capelli bianchi, occhi neri, profondi e privi di iridi. Un rossetto era sulle sue labbra e la pazzia sul suo volto bianco.

Indossava un corpetto rosa pallido, completamente macchiato di sangue secco; la gonna con ricami svolazzanti come alle maniche e al colletto della camicia bianca e sanguigna era sporca di fango, polvere e spazzatura. In verità il suo profumo era proprio quello di una discarica, poi.

Non aveva scarpe. I suoi esili piedi erano inghiottiti da calze di una studentessa giapponese con macchie di sporcizia in generale e un fiocco rosso era proprio dietro la sua chioma. 
-Vieni con me- sorrise, allungando una mano.

Mikey tremò all'impazzata e cercò di scappare: ma ben presto il suo corpo esplose di fiamme e lentamente, con grida confuse di sottofondo, l'oscurità lo prese.

Con grande gioia di una Gothic Lolita...



Angolo dell'Autrice

Questa storia l'ho trovata stasera nel mio hard disk e francamente, non so proprio se devo continuarla, quindi vedremo per il capitolo uno, dato che è solo il prologo. Lolita... lolita... questa fic è una parodia di un manga che ho recentemente letto! Coppie varie, ma specialmente RxM e LxD universo 2012!
  
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