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Autore: slytherin ele    05/02/2014    0 recensioni
Dal testo:"Un fulmine si schianta contro un albero, lo distrugge e io sorrido, da sotto la maschera blu e dorata che indosso, ghigno. Mi piace distruggere, mi è sempre piaciuto, mi da un senso di onnipotenza."
Storia partecipante al "Shopping di prompt e bonus contest" indetto da AllisonMonster.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nome su forum: slytherin ele
Nome su EFP: slytherin ele
Titolo: I Hate The Fate
Rating: Giallo
Tipologia di storia: (lunghezza) One Shot
Pacchetto: Gucci
Avvertimenti: Morte di un personaggio minore, Slash
Genere: Triste, Angst, Fantasy (ambiente ai giorni nostri)
Note Autore: Ammetto di essermi ispirata a “The Rise of the Guardians”( Le 5 leggende) che ho visto il week-end scorso, ma non credo possa essere considerato un plagio… i personaggi sono interamente inventati. ;)

 

 

 

I Hate The Fate

 

Un fulmine si schianta contro un albero, lo distrugge e io sorrido, da sotto la maschera blu e dorata che indosso. Mi piace distruggere, mi è sempre piaciuto, mi da un senso di onnipotenza.

Sono Thane Thunderist, ho sedici anni da ormai cinque secoli e sono quello che gli umani definirebbero una divinità minore: sono il dominatore dei fulmini, delle tempeste e dei temporali. Sono diverso dalle altre divinità, perché io odio gli esseri umani, non li aiuto a salvarsi dai cataclismi, io li provoco. Mi piacciono le urla di terrore e i pianti dei bambini.

Non sono l’unico. Che cosa credete che siano i dominatori del fuoco, delle valanghe, degli tsunami? Sono tutti come me: divinità poco considerate e solo in determinati periodi storici, che si divertono a veder soffrire, che odiano chi li ha messi in quel posto. Vi stupisce? Credete che abbia scelto io di creare lampi con uno schiocco di dita? Credete che Ware Watertoof volesse provocare onde anomale per l’intero globo, rischiando di uccidere la piccola umana di cui si è invaghito?

Povero stupido, io glielo avevo detto che non era il caso di andare in giro a mostrare i suoi poteri: gli umani non capiscono, gli umani urlano, scappano, ci additano e ci odiano. Vediamo un po’… dopo Ware, chi altro c’è? Ah, Sybil Sandloud, la ragazza che provoca le dune dei deserti, le tempeste di sabbia… credo che l’abbia creato lei il Deserto del Sahara, per ripicca, ma non potrei esserne certo. Poi c’è Elaine Earthquaket, una tipetta tutta strana che va in giro a parlare da sola e a creare terremoti. Ultimamente ha preso di mira il Giappone, chissà perché?! Bah, non vado troppo d’accordo con coloro che operano dal suolo in sù… beh, tranne che con colui che domina il fuoco: Fitzroy Fireter, per gli amici Fire, per gli amanti Fitz, che poi l’amante attuale sarei io, ma meglio che gli altri non lo sappiamo, soprattutto il Grande Capo lassù, che poi chi l’ha mai visto? Non sono neanche certo che esista, però so di odiarlo, come gli altri del resto… lui ci ha creato, distruggendo le nostre vite da umani, e poi ci ha detto: “andate e siate i cattivi!”. Perché? Mi chiedo. Perché io? Perché noi? Che abbiamo fatto di male per meritarci il ruolo di Cavalieri dell’Apocalisse alle prime armi?

L’ennesimo fulmine, l’ennesimo albero che con un tonfo cade, l’ennesimo grido di terrore. Che noia!

Che altro posso dire di me… vediamo… ah, ho i capelli biondi, beh non proprio… avete presente il colore dei fulmini, quando toccano il suolo, poco prima di incenerire quello che incontrano al loro arrivo… quel colore lì… strano, eh? Sì, sono d’accordo con voi. Che altro… gli occhi? I miei occhi credo siano grigio scuro come le tempeste che scateno ogni giorno nel mondo; nessuno me lo ha mai detto e preferisco non guardarmi allo specchio. Ho una cicatrice che mi prende metà del volto, forse una saetta rudimentale, per questo indosso una maschera, sempre la stessa… non la tolgo mai, beh, quasi… Fitz non la sopporta, quindi mi obbliga a toglierla, quando ci incontriamo; dice che tendo a mettere in risalto il danno, invece che a coprirlo, quasi che urlassi agli altri: “ehi, una cicatrice mi deforma, vi va di vederla!”. Sbuffo, pensando che me l’ha detto proprio così, per farmi capire che non la voleva più vedere. Il tatto non è mai stato il suo forte.

Guardo il cielo, mentre la mia opera sta andando avanti da sola, ormai neppure questo mi diverte più; mi sembra quasi una perdita di tempo… fulmini, fulmini e ancora fulmini… oggi, non mi andava di vedere grandine o pioggia, solo saette scintillanti. Ho sentito poco fa una donna parlare: si chiedeva come mai il cielo lampeggiasse a quel modo senza che ci fosse il temporale. Ghigno, di nuovo: adoro farli impazzire, perché li odio tutti, nessuno escluso.

Una bambina corre alla ricerca di sua madre, sta a pochi passi di distanza da lei, sono quasi tentato di lasciare che si incontrino, poi mi ricordo… e schiocco medio e pollice, basta una frazione di secondo e la madre muore sul colpo: io non sbaglio mai mira!

Sento qualcosa spingere per uscire dai miei occhi e una sensazione che non ricordo, che non provo da tempo… sembra angoscia… no, quella so com’è: la vedo negli occhi di alcuni di loro, mentre la piccola piange. Guardo i suoi occhi scuri, mi ci immergo e ritrovo in lei la medesima sensazione: tristezza, disperazione, morte. Non mi pento, non mi succede mai… solo, mi riconosco in lei. Mio padre morì così, davanti ai miei occhi secoli fa, poco prima della mia rinascita come dominatore.

“Per diventare dominatore bisogna soffrire!” Lo aveva detto Lui, una delle poche volte in cui ci aveva rivolto la parola in prima persona, da dietro il telo bianco che non ci ha mai permesso di vederlo. “Tutti allo stesso modo avete sofferto. Così arriva il potere, lo stesso che ha causato la vostra morte!”

Non fa differenza tra buono e cattivo, se sei stato scelto dal Fato avrai il potere. Non decidi come usarlo è già stato fatto anche quello. Sospiro, spostando lievemente la maschera blu, come il mantello, i pantaloni e le scarpe: sono un fan del blu? No, il Fato pensa che si addica al mio status: lavorare quando il cielo è terso, buio, pericoloso e spaventoso. Odio anche il Fato, delle volte… non sono sicuro che esistano persone che non detesto… forse i miei compagni di sventura, anche se... Ware mi fa infuriare con alcuni dei suoi atteggiamenti!

“Per tutti i roghi, stai sempre a pensare, tu? Il tuo cervello si fonderà, poverino!”

Non ho bisogno di girarmi, né di impegnarmi per riconoscere quella voce, quel tono, persino i suoi passi e la sua energia mi sono ormai familiari… troppo! Prima o poi dovrò staccarmi o soffrirò e non voglio…

“Fire... oggi lavoro io in questa zona, in California… Che ci fai qui?” gli chiedo senza voltarmi. Lo sento sedersi vicino a me, le nostre spalle cozzano e la sua mano raggiunge la mia maschera, la sfila veloce. Odio quando fa così, lo sa che mi da fastidio. Me la riprendo con stizza, pronto a rimetterla, ma le sue parole mi fermano.

“Gli altri lavorano ancora. Tutti, anche i bravi bambini…” sghignazza. “Non c'è bisogno che ti nascondi, Thane… ci sono solo io. Chiamami Fitz e non avere paura.” Mi sfiora i capelli, che sono tornati al loro posto, coprono la parte lesionata come la maschera faceva poco fa, ma lui non sopporta neppure quelli. Cerca il mio sguardo, ma scanso la sua mano, imponendomi di stare calmo. L’ultima cosa che voglio è che qualcuno mi veda piangere. Lo sento digrignare i denti e so che le due rotelle che si trova in testa stanno girando per capire la mia reazione. Sorrido, lievemente, rendendomi conto che non ci riuscirà… nessuno sa… mi rimetto la maschera e mi giro verso di lui, lo guardo: lui è bello, con i capelli rosso acceso, dello stesso colore del fuoco primordiale; gli occhi sono strani: gialli come quelli di un gatto. È vestito di rosso, come sempre, è un enorme chiazza rossa e solo a pensarlo rido, facendolo voltare. Sembra stupito, credo di non aver riso molte volte in sua presenza… o con qualcun altro. Non sono il tipo.

Sembra felice di vedermi così… naturale, forse, senza maschere interne a proteggermi. Mi tocca la mano, che non porta il solito guanto, che mi permette di non lanciare lampi senza volerlo.

Mi alzo come scottato dalla situazione. Mi guarda stranito e io ho solo il coraggio di scuotere la testa. Volo via, sentendo il mio nome, lo grida più volte per fermarmi. Non può seguirmi: si sposta fino a dove il fuoco gli concede e io potrò sempre andare più in alto.

Non vado a casa, quella dei dominatori s’intende, non voglio essere trovato.

Sta succedendo. Mi sto affezionando a lui e non posso permettermelo.

 “Il coinvolgimento emotivo ti conduce verso sentieri pericolosi.” Era stato Lui a dirmelo, in un giorno qualsiasi in cui gli dovevo essere sembrato un po’ meno incline a commiserarmi. Aveva distrutto l’ultimo frammento di speranza; gli erano bastate poche parole. “Siete qui per soffrire e per portare la sofferenza, non per innamorarvi o vivere felici, Thunderist! Non dimenticarlo!”

 

Penso avesse ragione. È dannoso affezionarsi agli altri, ti porta a distruggerti e poi… il mio unico scopo è l’odio, lo è da sempre e lo sarà sempre. Inutile dire che il disprezzo più profondo va verso il destino che non potrò cambiare, né combattere, ma non trasforma la situazione. Sono quello che ha subito di più! Almeno gli altro sono rinati migliori… io sarei disposto a dare tutti i miei poteri per riavere, anche solo per un giorno, il mio viso! Così, nello specchio, potrei rivedere mio padre, per una sola volta, senza malformazioni.

 

   
 
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