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Autore: BellaGold99    05/02/2014    2 recensioni
La storia narra di Katniss Everdee, abitante del distretto 12. Lei ama andare a caccia, e passare del tempo con il suo migliore amico Gale. Un giorno incontra Peeta Mellark, per il quale prova dei sentimenti mai provati prima. Così Katniss si ritroverà per la prima volta innamorata, ma quando si accorge che Gale prova qualcosa per lei, tutto cambia: dovrà prendere una decisione
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero nei boschi, stavo mirando ad un tacchino: ero pronta, quel tacchino sarebbe stato mio, avrebbe sfamato la famiglia per circa una settimana, il vento soffiava forte, il clima era gelido, tutto taceva. Improvvisamente, sento un rumore, si stava avvicinando qualcuno: forse un pacificatore, dovevo andare via. Proprio quando stavo per andar via, intravedo la figura di Gale: alto, pelle olivastra, capelli scuri, è molto simile a me per questo tutti ci scambiano per cugini, ma in realtà siamo migliori amici. Per colpa sua avevo perso il pasto di una settimana così, anche con un po’ d’ironia grido: “Va al diavolo Gale!”. Lo vedo ridere, ma in realtà sono un po’ frustata dal fatto che ho perso il tacchino. Lui si avvicina e mi sussurra: “Hey non è colpa mia se non hai un’ottima mira!” Questo mi fa davvero infuriare così lo spingo a terra, ma poi, non riuscendo ad essere seria, ridacchio. Passiamo il resto della giornata a cacciare, non ci scambiamo neanche una parola. Ormai il sole è quasi tramontato, così decido di fare ritorno a casa. Dopo aver superato il recinto, non elettrificato, arrivo a casa. Stanchissima mi poggio sul letto, mi sfilo gli scarponi quando: “Katniss, mi accompagni a vedere le torte del panettiere?” Era Prim, la mia dolce sorellina. Nonostante la mia stanchezza, decido di accontentarla. Non so perché, ma la accompagno spesso a vedere quelle torte. Forse perché ne vorrebbe una, ma sa che non possiamo permettercene neanche una fetta. Prima di uscire, lego i capelli in una treccia, come è mio solito fare, lavo il viso, indosso il cappotto e vado. Prim mi tiene stretta la mano finchè non arriviamo alla panetteria, dove si distrae ammirando lo splendore di quelle torte; in effetti erano davvero bellissime: c’era una tutta verde, con decorazioni rosa. Per ammirarla meglio, mi avvicino alla vetrina, dove noto un ragazzo. Era abbastanza grosso di statura, biondo, occhi azzurri, quel viso non mi era nuovo, mi era familiare, eppure non ricordavo dove lo avevo già visto. Era la prima volta che lo notavo, ma di certo non era la prima volta che passavo di lì. Per un momento un ricordo: era qualche anno fa, non avevamo abbastanza cibo così io andai in città e arrivai fino alla panetteria, c’era un odore così saporito, ero disposta anche a prendere gli avanzi nell’immondizia e così avevo intenzione di fare. Però, la moglie del panettiere, una signora davvero antipatica, mi cacciò via. D’untratto uscì un ragazzo, lo stesso che avevo appena visto, con una pagnotta in mano, all’estremità bruciata. Credo fosse per i maiali. Il suo sguardo incontrò il mio: si accorse che stavo morendo di fame. Temevo davvero il peggio, quando mi lanciò quella pagnotta. Fu un gesto di estrema bontà: mi salvò la vita, ora sono in debito con lui. Una cosa che odio è essere in debito con qualcuno. Mentre pensavo a ritroso, una voce mi riportò alla realtà : “Katniss, dobbiamo andare” Era Prim ed aveva ragione, così lentamente, c’incamminiamo verso casa. Una volta arrivata trovo mio padre sull’ uscio della porta, corsi verso di lui ad abbracciarlo. Senza lui, io non vivrei, è una delle persone più importanti della mia vita: è lui che mi ha insegnato a tirare con l’arco. Subito dopo, andiamo a cena: formaggio, ottenuto dalla capra di Prim, Lady, latte, un coniglio, portato da mio padre, e pane…pane..pane, non smettevo di pensare di essere in debito con una persona che neanche conoscevo. Dopo cena vado subito a dormire, anche se non dormo per niente. Inoltre Prim, a causa di un incubo, è venuta a dormire assieme a me.
Peeta’s pov
Un altro giorno di lavoro, un altro giorno picchiato da mia madre. Non è per niente una novità che mi picchi, mi picchia per qualunque cosa: se brucio il pane, se non glasso bene le torte.. PER TUTTO! Quanto vorrei andare solo un secondo fuori a respirare un po’ d’aria ma so benissimo che verrei picchiato anche per questo. Mentre sollevavo un sacco di farina, vidi una bambina bionda arrivare, forse voleva una torta. Dietro di lei s’intravedeva un’altra figura, era lei: Katniss Everdeen. Non appena notai che si avvicinò alla vetrina mi nascosi dietro un angolo, per non far vedere il mio rossore. Era la prima volta che mi aveva notato, ma di certo non è la prima volta che veniva qui. Posai il sacco per terra, e dall’angolo, vidi Katniss: era bellissima, il tramonto illuminava il suo viso e i suoi occhi, aveva i capelli scuri legati in una treccia. Sono sempre stato innamorato di lei, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo, ho cercato d’interessarmi ad altre, ma nessuna mi ha mai colpito come lei. Rimango quasi ipnotizzato dalla sua bellezza, quando sento la voce squillante di mia madre: “Perché hai messo giù il sacco?” Sbuffando, ritorno a lavorare. Finalmente, dopo ore c’è la cena: pane secco, un po’di carne e del latte. Tutti credono che io mangi da re, ma in realtà magio solo ciò che le persone non comprano. La cena non è piacevole, ovviamente mia madre ha da ridire sul mio modo di lavorare: “Oggi ha messo giù il sacco, non ha glassato le torte…” Mio padre le fa la predica, ma nonostante ciò, decido di andarmene da tavola. Dopo la doccia mi infilo a letto e ripenso a quel momento: il momento in cui diedi del pane a Katniss, stava morendo di fame, non sopportavo vederla così, dovevo fare qualcosa, avevo una pagnotta in mano che lanciai subito a terra. Dovevo andare personalmente a dargliela.. chissà se si ricorda di quel momento. Dopo questo flashback mi addormento.
  
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