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Autore: New Red Eyes    05/02/2014    3 recensioni
Sette chiavi planetarie.
Sette nuove guerriere.
Sette nemici da sconfiggere.
Una nuova storia sta per cominciare; la Terra è nuovamente in pericolo e solo Lei può salvarla. Ma per risvegliarla dal suo sonno millenario serviranno tutto il coraggio, la forza d'animo, la scaltrezza, lo spirito di sacrificio, la pazienza, l'abilità e la testardaggine delle nuove Sailor.
Un ringraziamento speciale a PinkPhanterLady, per la sua pazienza, i suoi consigli e l'aiuto, ma soprattutto per l' idea dei Vizi Capitali.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Nuovo personaggio | Coppie: Chibiusa/Helios
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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-Caroline, ti spiacerebbe portare i compiti a Rin  Shirogane?-
La ragazza si avvicinò alla donna, rispondendo, seppur perplessa :-Certo, professoressa.-
L’anziana insegnante le allungò un fascicolo con degli appunti e alcune schede, spiegando :-Ecco, qui c’è tutto il materiale di Tecnologia, Scienze, Letteratura e Storia, più i compiti assegnati per domani.-. La giovane annuì e  prese il pacco di fogli che la donna le porgeva, dicendo:-Glielo porterò oggi stesso.-, quindi ripose il fascicolo nella borsa, uscì velocemente dalla classe e raggiunse Miruno e Melissa.
–Mi ha dato i compiti per Rin. A quanto pare, devo portaglieli io.- rispose la mora agli sguardi curiosi delle due ragazze, dirigendosi verso l’uscita della scuola.
-Ma…se appartieni ad un’altra sezione! Come mai?- chiese stupita Miru, ottenendo come risposta un cenno negativo dalla quindicenne :-Non lo so, precisamente. Forse perchè sono una dei pochi che sa con sicurezza dove abita.-.
-Ok, abbiamo capito, ti hanno incastrata.- commentò  la rossa, con l’aria di chi la sa lunga.
-Che ne dite se andiamo tutte e tre? Di certo le farà piacere un po’ di compagnia, e per noi sarà un buon motivo per fare un giro nella Cittadella!- propose all’improvviso Melania. -Ottima idea!- concordò istantaneamente Caroline, felice di avere un po’ di compagnia per il lungo tragitto che la separava dall’abitazione di Rin. –E tu, Miruno? Perché non vieni? E’ un’otima occasione per dare un’occhiata alla Città Alta. Scommetto che non ci sei mai stata!-  continuò la mora, di buon umore.
–No, in effetti non ho mai avuto la possibilità di entrare nella Cittadella…e va bene, mi avete convinto, verrò anch’io!- rispose la rossa, prima titubante e poi sempre più convinta.
-Però aspettate un attimo, prima è meglio che avvisi mia sorella, non vorrei che si preoccupasse.- aggiunse, estraendo da una tasca della tracolla il cellulare e mandando un veloce messaggio alla maggiore.
-Bene, possiamo andare!- esclamò appena finito, seguendo Caroline verso l’ Arco di Giove, l’entrata  più vicina alla  loro scuola.
Per accedere alla parte più interna della città, la Cittadella o Città Alta, bisognava passare per uno dei quattro Archi, ognuno dedicato ad una Senshi del Sistema Solare Interno, in ‘servizio’ durante la costruzione della città. 
L’ Arco di Giove, era, per l’appunto, dedicato alla guerriere di quel pianeta, il cui nome era stato perso nelle nebbie del tempo. Si trattava del più grande  arco della cinta muraria interna, interamente realizzato legno di quercia e intagliato a motivi floreali. Al  centro, tra fiori e foglie intrecciati, spuntava  il simbolo di Sailor Jupier.
Più a est si trovava l’ Arco di Venere, chiamato anche ‘Arco d’oro’ a causa della lucentezza del  metallo in cui era stato realizzato; a sud quello di Marte, in elegante ferro battuto;  e a nord quello di Mercurio, il più piccolo.
Camminarono a lungo per le stradine della Cittadella, fino a raggiungere il quartiere più antico della città; cuore pulsante della cultura giapponese, che ospitava la maggior parte dei musei, dei teatri, delle biblioteche e delle sale per concerti, finchè Caroline non annunciò :-Siamo arrivate!-, fermandosi davanti ad un’ antico palazzo in pietra grigia, che Melania riconobbe subito :-Ma…questo è il Teatro Hanza!-. –Sei sicura che abiti qui?- chiese dubbiosa Miru, guardandosi attorno: quell’edificio era immenso, e a giudicare dall’architettura, sembrava risalire al medioevo.  Al centro spiccava un maestoso portone in legno,  mentre ai lati esterni dell’edificio vi erano due  porte, più piccole e semplici.
–Certo! So per certo che suo padre è il gestore, mentre sua madre è una famosa attrice che lavora proprio qui. Su, venite!- rispose la mora, dirigendosi a passo sicuro verso la porta dell’ ala destra e suonando il campanello.
Una donna in kimono giallo pallido venne ad aprire :-Buongiorno. Desiderate?-
-Siamo venute  a portare i compiti di scuola a Rin Shirogane.- disse la quindicenne, dopo aver accennato un inchino. –Oh, certamente…entrate!- sorrise di rimando quella, facendo loro strada  in un lungo corridoio, ornato  da alcuni dipinti  e illuminato da lampade a parete.
-Prego, la signora vi attende.- spiegò la domestica, facendole entrare  in un’ enorme salotto dove le attendeva una donna con indosso un’ elaborato kimono rosso e oro dalle maniche lunghe.
Era ben truccata  e portava un paio di  orecchini dorati,  i suoi lunghi capelli neri erano legati in una elaborata acconciatura, tutto ciò  le conferiva un’aria aristocratica.
-Grazie, Sakura.- La donna si inchinò per poi sparire lungo il corridoio.
–Benvenute! Io sono Isako, la madre di Rin. In questo momento sta provando…vi prego di avere pazienza, arriverà tra poco.-  spiegò la donna, facendo loro cenno di accomodarsi sul divano
-Piacere…Io sono Miruno Hase, mentre queste sono  Melania Lambert e Caroline O’Brien.- si presentò la rossa, seppur un po’ intimidita, parlando anche a nome  delle amiche.
-Compagne di classe di mia figlia, immagino.- disse la donna, mentre Melania non riusciva a staccare gli occhi dal suo meraviglioso abito. –Questo? Oh, è solo il costume di scena della principessa Yukino. Normalmente, indosso abiti molto più pratici.- aggiunse, facendole l’occhiolino. La ragazzina arrossì d’imbarazzo, scusandosi :-E’ un bellissimo kimono! Non ne avevo mai visto uno così decorato!-
-Mi scusi, ma Rin sta…provando?- chiese Caroline incuriosita, mentre una cameriera serviva del tè verde e offriva un vassoio di pasticcini assortiti. –Sì, oggi ha saltato le lezioni per esercitarsi nell’interpretazione del ruolo della Principessa Kaguya. Sapete, oggi ci sarà il suo debutto sul palco, è terribilmente nervosa…ha passato l’intera mattinata a provare e riprovare le sequenze più importanti.- raccontò Isako, mentre le ragazzine ascoltavano interessate. –Rin ha sempre amato moltissimo quel ruolo ed ha insistito molto per poter finalmente recitare davvero, davanti al pubblico, in una rappresentazione ufficiale.-
-Quindi  stasera interpreterà il personaggio centrale dell’opera davanti a tutte quelle persone? Che coraggio; io sarei terrorizzata!- commentò Caroline, prendendo una pasta alla marmellata di more.
-Tu sì, ma lei è abituata.- intervenne saggiamente Melissa, tra un sorso e l’altro di tè. –Ha già avuto ruoli minori in alcune opere teatrali.-
-Ma…come lo sai?- chiese Miruno, un po’ stupita, lasciando a metà il cannolo che stava azzannando. L’altra sorrise :-Beh, sono  venuta diverse  volte in questo  teatro, e in un paio di occasioni l’ho vista recitare.-
-Già, ma come hai detto tu erano solo delle comparse presenti in poche scene. In questo caso è diverso….-  disse Isako con un filo di apprensione nella voce. –E’ il suo debutto ufficiale, l’inizio della sua carriera. Niente deve andare storto, o sarà la fine.-
In quel momento Rin entrò nella sala, scusandosi per il ritardo :-Perdonatemi, ho preferito finire l’atto prima di presentarmi. Spero di non avervi fatto attendere troppo!-
A differenza della madre era vestita abbastanza semplicemente;  portava una  maglietta bianca dallo scollo a barca con le maniche corte,  un paio di jeans e una bandana rosso vivo al collo. Ai polsi le tintinnavano dei bracciali dorati, e aveva raccolto i capelli blu scuro in una coda bassa.
-Ah, grazie per i compiti, non avrei saputo a chi chiedere!- aggiunse, afferrando al volo un pasticcino e addentandolo con gusto.
-Di niente, figurati.- si affrettò a dire Melania, anche a nome delle altre.
-Scusatemi, ma ora devo ritornare sulla scena.- le interruppe Isako, accennando un sorriso ed uscendo, seguita dagli sguardi delle ragazze.
-Hai una casa davvero enorme!- commentò Miruno, tentando di abbozzare una conversazione.
-Già…ma non ti senti mai sola, in questo paazzo così grande?- chiese Caroline un po’ a bruciapelo dopo qualche minuto di silenzio. Melania le scoccò un’occhiataccia, ma lei non ci fece caso.
-A volte sì…ma in quei momenti impersono i miei personaggi preferiti, e la malinconia passa. Come avrete capito, recitare è la mia grande passione!- rispose la quindicenne, scrollando le spalle come per allontanare il ricordo di quei momenti.
-A proposito! Non avete mai visto la mia camera, vero? Che ne dite di darci un’occhiata? Vi piacerà! – propose, alzandosi. Le tre amiche accettarono volentieri, curiose di vedere la stanza della giovane attrice. La quindicenne  le guidò  su per le scale, fino ad una porta sulla sinistra, su cui spiccava la scritta ‘Rin Shirogane’.
Aprì con un’ ampio gesto la porta, rivelando una grande stanza dalle pareti color panna, ravvivata dalla coperta patchwork sopra il letto e dal coloratissimo tappeto indiano al centro del pavimento.
-Wow! La mia camera è la metà della tua!- esclamò Miruno, un po’ gelosa, guardandosi attorno : una parete era interamente rivestita di manga, mentre di lato, sotto la finestra, era stata appoggiata una scrivania in legno abbinata ad un elegante poltroncina.
Sopra il tappeto erano stati disposti  svariati cuscini  a formare un cerchio attorno ad un basso tavolino, su cui si notavano alcuni numeri di One Piece e Bleach.
-E questi?- chiese Caroline, indicando i manifesti che tappezzavano una parete.
-Sono tutte le locandine dei miei film preferiti : quello lassù in cima, ad esempio, è del ‘Signore degli Anelli’, più precisamente de ‘Il ritorno del Re’. Questo qui, invece, è di ‘Via col Vento’ del 1937, e quello è del celebre film ‘Titanic’.- spiegò Rin orgogliosa.
-Hai davvero una bella collezione.- si complimentò Melissa, osservando alcune delle locandine indicate dalla corvina.
-Ti ringrazio! Tra poco più di mezz’ora inizierà lo spettacolo della principessa Kaguya, potreste rimanere a vederlo, mi farebbe davvero piacere…se volete, certo!- aggiunse timidamente la ragazza.
-Sarebbe bellissimo! Possiamo davvero?- dissero in coro le due more, mentre Miru mormorò, scompigliandosi i ricci rossi :-Io…mi spiace, ma temo di non poter assistere allo spettacolo. Mia sorella si preoccuperà…-
-Ma non l’avevi avvisata con un messaggio?- s’informò Caroline, ottenendo risposta positiva.
–Allora non darti pensiero! Sa che sei con noi, e poi la rappresentazione durerà solo due ore. Non è poi  la fine del mondo!- la incoraggiò Rin, spalleggiata anche da Melissa :- Magari puoi chiamarla e dirle che ti trattieni più a lungo del previsto.-
La rossa annuì, ma dopo qualche minuto di vani tentativi si ritrovò costretta ad affermare :-Non so perché, ma non mi risponde. E’ molto strano…ma accetto comunque la proposta, sono davvero curiosa di vederti in scena.-
 
 
  Proprio durante la pausa pranzo mi doveva chiamare ?!
Sbuffò innervosita, abbassando gli occhi sulla città che stava sorvolando; scrutò distrattamente  il via vai di mezzi e persone lungo le strade. Lasciò vagare lo sguardo  sui volti dei passanti, finchè un luccichio cremisi non attirò la sua attenzione.
Forse ho trovato qualcosa di interessante…
Ghignò, stringendo le grasse dita ingioiellate attorno ai poggioli della poltrona e scendendo in picchiata verso il tenue bagliore che continuava a muoversi tra la folla.
-Eccola!- strillò, segnando con  l’ indice  la proprietaria della Chiave, una ragazza dai capelli castano chiaro raccolti in uno chignon che, sentite le grida,  si girò con lentezza per  puntarla con i suoi freddi occhi scuri. Vedendo la donna, non mostrò paura, né stupore o curiosità, solo un gelido distacco.
-Cosa vuoi, dèmonio? Non è troppo presto per l’inferno?- chiese con tono neutrale senza staccarle gli occhi di dosso, forte e perfetta come un pezzo di ghiaccio.
-Dammi la tua chiave, ragazzina, e ti lascerò qui dove sei.- disse Luhua, galleggiando verso di lei fino ad arrivare alla sua stessa altezza. Protese il palmo della mano, ma la sedicenne non accennò a muoversi. -Non ti temo: vattene.- si limitò a dire, quasi ignorandola.
La rigida perfezione della sua posa, unita al tono glaciale e all’ indifferenza del suo sguardo spiazzarono per qualche secondo la nemica, che però si ricompose subito, ordinando :-Mi costringi ad usare le maniere forti : demone della Gola, attacca!-. Stese un braccio davanti a sé : al suo comando, cibo di ogni sorta uscì  dai negozi delle vicinanze. Collane di salsicce strisciarono, scatolette di tonno saltellano ticchettando, mele e arance rotolano per unirsi in un unico grottesco essere che prendeva lentamente forma.
Senza scomporsi minimamente, Mari alzò la mano, portandosela sul viso a coprire l’occhio destro.
-Trasformazione.-
Il rubino incastonato nell’anello che portava  al mignolo iniziò a brillare di un rosso cangiante, mentre il completo camicia e pantaloni della bionda mutava in una Sailor fuku dai lunghi nastri viola e  gonna color del sangue, in pendant con gli stivali col tacco che le erano comparsi ai piedi.
Al collo portava un collarino bordeaux e alle orecchie lunghi orecchini dorati, una tiara d’oro le cingeva le tempie.
-Burning Sword…- nella sua mano destra apparve uno spadone interamente formato da fiamme vive e danzanti, che la ragazza si affrettò a impugnare a due mani -….colpisci!-
Un’ondata di fuoco puro seguì il suo fluido movimento dell’arma, e colpì precisamente il mostro, non ancora completamente formato,  come una frusta.
Nessun danno agli edifici circostanti, niente auto sfasciate, la gente incolume osservava la scena a metà tra lo stupito e lo spaventato.
L’ombra di un sorriso passò sul volto della diciassettenne, illuminandole lo sguardo.
Perfetta, semplicemente perfetta.
-Ti conviene ritirarti.- suggerì, caricandosi su una spalla lo spadone e facendo per andarsene, mentre Luhua strepitava, mentre la sua poltrona si alzava nuovamente in volo :-Ci…ci rivedremo ancora, e la pagherai! La pagherai!-
La ragazza continuò a fissarla finchè non svanì nel nulla, poi socchiuse gli occhi, mormorando qualcosa a mezzavoce, mentre la demone imprecava tra sé :-Ormai la giornata è rovinata! Mi sono rovinata il pranzo per nulla! Maledizione…-
Lo sguardo le cadde su un’imponente edificio sotto di lei, da cui proveniva un luccichìo tremolante, simile al riflesso dell’acqua in movimento.
Forse non tutto è perduto!
 
-Sei bellissima! Una vera principessa!- esclamò convinta Melissa, osservando Rin con ammirazione: indossava un complesso kimono verde acqua ricamato in oro e provvisto di un lungo strascico.
–Farai un figurone, vedrai!- aggiunse Miruno, facendole l’occhiolino e alzando in contemporanea il pollice.
-D-davvero? Siete sicure?- chiese la corvina, resa insicura dall’ agitazione per la sua prima comparsa in scena ‘ufficiale’.
-Certo. In bocca al lupo!- la incoraggiò Caroline, prima di  uscire da dietro le quinte dove si trovavano per andare a raggiungere i posti riservati in prima fila, accompagnata dalle altre due.
-Nel tempo delle favole, un povero tagliatore di bambù viveva assieme alla moglie nella sua piccola casa. Essi desideravano davvero un figlio, ma esso non arrivava.
Un giorno, però…-
La rossa si lasciò cullare dalle  magiche parole del narratore, abbandonando il corpo mortale sulla poltroncina ed entrando con la mente in scena, al fianco dei vari personaggi.
Esultò con il contadino quando iniziò a trovare le pepite d’oro,  rise con i mercanti cinesi, pianse con la madre del principe morto, sospirò con l’imperatore del Giappone…finchè qualcosa non spezzò la magia del teatro facendola ritornare in sé.
C’è qualcosa di strano che turba la quiete del momento…forse è solo un’ impressione, resa reale dal coinvolgimento emotivo dell’ opera….o forse no.
 Inquieta, si alzò e si aggirò per qualche minuto tra i posti a sedere, suscitando le proteste dei vicini.
-Miru! Dove stai andando?- bisbigliò Caroline accigliata, afferrandola per un braccio e tentando di fermarla. -Qualcosa non va. Non me lo so spiegare, ma lo sento, ne sono sicura…- affermò la rossa, osservando attentamente la sala.
-Ma cosa stai dice…-
Un rumore di legno sfasciato interruppe la quindicenne : parte del tetto era crollata, sotto il peso di una grassa donna  comodamente seduta su una poltrona, apparsa chissà come sulla copertura esterna dell’ edificio. Alle sue spalle, un’enorme golem di cibo tentava di aprirsi una strada e di raggiungere il palco sottostante, ubbidendo al comando della sua padrona : ‘Distruggi tutto ciò che ti ostacola, ma portami quella Chiave!’
-Ma cosa…? Perché?- chiese Melania, scattando in piedi.
-Temo di sapere il motivo della visita.- ringhiò Miru, salendo velocemente gli scalini che portavano al palco e gridando con tono fermo e deciso :-Signori, non c’è tempo per le spiegazioni: dirigetevi immediatamente verso le uscite di sicurezza, e appena all’ esterno, cercate di allontanarvi il più possibile dall’ edificio.-
La gente la osservò sconcertata per qualche secondo, poi qualcuno iniziò ad ubbidirle, sempre di più via via che la situazione si faceva  più seria.
-Tu! Scorta fuori di qui tutti gli attori, musicisti, costumisti eccetera che si trovano dietro le quinte.-
ordinò perentoria ad una delle comparse, la più vicina. Il ragazzo si affrettò a sparire dietro le pesanti tende di velluto bordeaux, spaventato.
Caroline e Melania la raggiunsero, facendosi strada a fatica tra le persone che cercavano di uscire il più velocemente possibile.
-Che attitudine al comando!- commentò la prima, affiancando la rossa che ribattè, alzando un sopraciglio  :-Sarebbe  un complimento? Piuttosto: sono quasi certa che quella donna lassù voglia la tua Chiave o quel che è, il suo modus operandi è troppo simile a quello di Avarizia.-
-Potere di Giove, vieni a me!- esclamò la mora, mentre Melania diceva, trafelata :-La gente comune ha lasciato il teatro, ma la maggior parte dei teatranti no! Che facciamo?-
-Dì loro di darsi una mossa!- rispose secca la sedicenne arretrando fino al muro portante.
-Il golem sta distruggendo il tetto dell’ edificio, che temo non reggerà ancora per molto!-
-Ragazze! Cosa…Perché…cos’è quell’ essere?- chiese Rin, giungendo sul posto solo in quel momento, impacciata dal lungo vestito e dalla folla che spingeva per uscire di lì. Ottenne risposta dalla mora :-Te lo spiegherò con calma appena possibile. Per ora, pensa a metterti in salvo!-
La corvina scosse decisa la testa :-No! Questo teatro è stato costruito dai miei antenati pietra per pietra, la mia bisnonna e sua madre prima di lei vi recitavano, io ci vivo! Non lo abbandonerò  mai, per nessun motivo! Anche se non ne capisco il perché, quel mostro lo sta distruggendo, ed è mio dovere fermarlo!-
Perfino Caroline, impegnata nel combattimento, si girò a guardarla, attratta irresistibilmente dalle  sue parole cariche di passione.
-Non ti permetterò di distruggere questo teatro e tutto ciò che rappresenta per me e per la mia famiglia!-
Una luce verdazzurra sbocciò dal petto della giovane, come un fiore fatto di pura energia.
Ai piedi della ragazza comparvero un paio di ballerine blu ottanio, legate da un nastro all’altezza della caviglia, un paio di guanti bianchi le coprirono le braccia.
Una divisa Sailor dalla gonna color acquamarina e dai nastri color blu petrolio la fasciò, mentre la tiara dorata le abbracciava le tempie con eleganza.
Un lungo bastone d’oro, con due ali bianche sulla sommità e  due serpenti, uno rosso e l’altro blu,  che lo avvolgevano in una spirale, le comparve nella mano destra.
-Snow Mirror, azione!- disse la ragazza, mentre lo impugnava con forza, alzandolo davanti a sé.
Subito nove sue copie comparvero attorno al golem, formando un cerchio e imprigionandolo al centro di esso.
- Mercury Thunder, azione!- urlò, piantando lo scettro con forza nel pavimento; da esso si dipartì una saetta verdeacqua che attraversò il mostro da parte da parte, scomponendolo in semplici cibi ormai innocui.
Luhua strillò di rabbia, livida in volto :-E due! Ma non temere, mi vendicherò anche di te!-, e sparì con la sua poltrona volante.
-Ma…come ho fatto?- chiese stupita Rin, osservandosi gli abiti, mentre Miruno e Melania  le si avvicinavano, complimentandosi :-Bravissima! Ottimo lavoro!-
Caroline finse di essersi offesa e disse :-Mi hai rubato la scena, eh?-, poi però le raggiunse abbozzando un sorriso compiaciuto.
Stavano ancora parlando tra loro, quando Diana fece la sua apparizione sulla soglia della sala ormai deserta. Con il suo solito tono gentile  si inserì nella conversazione, chiedendo alla corvina
:-Perdona la mia curiosità, se puoi : vorrei sapere….hai con te un ciondolo, una collana, qualcosa, insomma; in cui è incastonata una pietra dal taglio perfetto, scintillante come l’acqua di un lago, che ti è stata donata, o che hai trovato per caso, da poco tempo?-
La neo-Sailor rispose di getto, senza pensarci nemmeno per un istante :-Sì, certo, ho la catenina che mi ha regalato due settimane fa mia zia…ha un pendente a forma di rombo, proprio come lo ha descritto lei. Lo porto sempre al collo come portafortuna.-
La donna sorrise :-Bene. Continua a tenerlo con te, mi raccomando. Ora, che ne dite di lasciare questo posto?  Tra poco arriverà la polizia, e le loro domande potrebbero  rivelarsi fastidiose.- aggiunse con nonchalance, mentre le quattro si fiondavano verso l’uscita.
 
Gli occhi di una figura nel buio scintillarono: come sempre, aveva ragione.
 
 
 
 
*Mensola dell’ Autrice*
Scusate  il ritardo, ma come già detto,  la scuola mi impegna molto e, oltretutto, ho avuto alcuni problemi di connessione. Questo è comunque l’aggiornamento di Gennaio, quindi prima o poi ci sarà anche quello di Febbraio.
Scrivere questo capitolo è stato un po’ più impegnativo del solito, perché per scrivere la parte ambientata nel teatro, ho dovuto prima documentarmi. Per alcune scene  mi sono ispirata al libro ‘Banditi e marionette’ di Katherine Paterson.
Ringrazio le mie silenziose lettrici : vale_89 che ha inserito su ‘Ricordate’, ladysyria e voiceOFsoul che mi seguono, nonché Kelly Neidhart e Biambarossa che hanno recensito lo scorso capitolo.
 
 
La leggenda della Principessa Kaguya: è un’antica  leggenda giapponese : narra di un tagliatore di bambù  che trova all’ interno di una canna di bambù una bambina, grande come un pollice. L'uomo, che non ha figli, porta la bambina a casa dalla moglie, e i due la crescono come fosse loro figlia, dandole il nome Kaguya-hime (principessa della notte splendente). Da questo momento in poi ogni volta che l'uomo taglierà un bambù vi troverà all'interno una piccola pepita d'oro, e l'uomo capisce che questo fatto soprannaturale è merito di Kaguya. Kaguya-hime cresce felice nella sua famiglia adottiva e diventa una bellissima donna, e la famiglia, arricchitasi grazie a tutto l'oro trovato da Okina. L'eccezionale bellezza della donna  viaggia però di bocca in bocca, e presto  lo stesso imperatore del Giappone va a visitarla e se ne innamora; tuttavia la principessa rifiuta anche le sue proposte, e rifiuta di recarsi a palazzo con lui. Sopraggiunta l'estate, la principessa confessa di provenire dalla Luna, inoltre dice che a metà della stagione i suoi concittadini (gli esseri celestiali) della Capitale della luna la ricondurranno a casa sua dopo esserne stata lontana così tanti anni. Si capisce così perchè Kaguya-hime non poteva accettare neppure le proposte dell'imperatore: ella non era una terrestre ma bensì un essere di un altro mondo, il regno della Luna. Il giorno designato, l'imperatore innamorato invia molti soldati a impedirlo, ma questi sono tutti accecati dalla luce emanata dagli esseri celestiali; la principessa, prima di tornare sulla Luna, lascia una lunga lettera di scuse, la sua veste fatta di fili d'oro per i vecchi padre e madre adottivi e una goccia di elisir della vita per l’ Imperatore.
  
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