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Autore: _volpettina_    06/02/2014    0 recensioni
cosa accadrebbe se i digispirit non fossero solo dieci, ma undici? cosa accadrebbe se un nemico vorrebbe impossessarsi dell'ultimo digispirit, il più potente?cosa accadrebbe se i nostri eroi dovessero tornare a digiword per salvarlo?cosa accadrebbe? beh, leggete e lo scoprirete!
dal capitolo 7
Nella notte si udì un gemito, che si zittì subito, quasi come avesse saputo cosa sarebbe accaduto, anche se ormai era troppo tardi per impedire quello che ormai era cominciato, e si poteva solo aspettarne la fine. Che sia buona o cattiva.
AVVISO:i primi capitoli sono una spece di prologo,vi conviene leggerli se volete capire poi, però non giudicate la storia solo su quelli, intendo, prima di dire che la storia non vi piace vi conviene leggere anche gli altri capitoli, ok?
ciao _volpettina_
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Koichi Kimura, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoe Ayamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La luce delle tre lune illuminava la stanza dove Kari si era addormentata quella notte. Non ne sapeva bene il perché, ma non aveva avuto la forza di salire sul Trailmon e tornare a casa. In realtà il motivo lo sapeva. Era quella strana luce che appariva nei suoi sogni a bloccarla. Percepiva qualcosa quando la sognava. O meglio, era lai che si intrufolava sempre nei suoi sogni, e le ordinava di svegliarsi non appena provava a sognare casa. Quando invece sognava qualcosa che aveva a che fare con digiworld, niente. Appariva, la guidava in mezzo ai paesaggi desolati o in mezzo alla foresta, ma si svegliava sempre per sua volontà.
Quella luce che le entrava nel petto e le parlava, aveva un’aria stranamente familiare, ma non avrebbe saputo dire dove l’avesse già vista.
Erano passati dei giorni da quando aveva abbandonato Koichi, e nel frattempo ne erano successe di cose!
La mattina dopo, si era svegliata col corpo tutto indolenzito, come se fosse punto da centinaia di spilli. Il bosco le sembrava stranamente più grande, e gli alberi molto più alti. Possibile che la foresta sia cambiata così in una sola notte, si chiese. Ma le sorprese non erano finite. Appena si alzò si accorse che il suo corpo era cambiato: le mani erano tozze, palmate, con tre lunghi artigli di colore viola, ed le braccia verde smeraldo erano talmente lunghe che toccavano terra, nonostante fosse in piedi. Le gambe erano tozze, e terminavano nettamente, senza piedi, solo con delle specie di radici intorno al polpaccio. Preoccupata, si è subito precipitata alla più vicina sorgente d’acqua, un piccolo laghetto che aveva visto il giorno prima, e che ora le sembrava enorme.
Rimase indecisa sulla sponda se sporgersi o no, ma alla fine la curiosità aveva avuto il sopravvento, ed era rimasta ancora più sorpresa. La testa era tonda, leggermente schiacciata ai lati, e sulla sommità si apriva un grande fiore fucsia, con l’interno di un bel giallo brillante: i suoi splendidi occhi verdi, avevano mantenuto la stessa tonalità,ma ora sembravano quelli di una bambola, senza pupille, mentre la bocca era più grande, e terminava con una coppia di piccoli denti appuntiti su ogni lato.
Si era subito ritratta spaventata. Cosa le era successo? Era digievoluta durante la notte? Tirò fuori il digivice verde, ma lo schermo era completamente nero, con l’impossibilità sia di digievolvere che di tornare normale.
Aveva maledetto quell’oggetto scagliandolo per terra, e si era messa a vagare per la foresta, senza una meta ben precisa. in fondo, dove poteva andare? Anche se fosse tornata nel mondo reale, non era sicura che avrebbe potuto riprendere la sua vita, di sicuro non come era conciata ora!
E poi non se la sentiva di tornare, non ancora...
Aveva deciso di dirigersi a casa di Sunflowmon, almeno lì avrebbe potuto riposarsi, e poi Tommy doveva essere ancora lì e lui avrebbe saputo per forza cosa fare!
Il problema si presentò quando si rese conto che non aveva la più pallida idea di come raggiungere il rifugio, ne tanto meno dove si trovasse la stazione della foresta! Il suo senso dell’orientamento aveva fatto tilt, e ora non avrebbe saputo nemmeno da dove era venute.
Alla fine, dopo aver chiesto informazioni numerose e numerose volte ai digimon del posto, che la chiamarono più volte Palmon, riuscì a trovare la stazione.
Da lì non fu difficile ritrovare anche il sentiero nascosto e percorrerlo, però più si avvicinava, più sentiva che qualcosa non andava...
Non appena arrivò ne ebbe la certezza: vide chiaramente la barriera verde, fortunatamente ancora integra, ma ai suoi piedi, come in tutta la radura davanti, erano presenti tracce di un combattimento.
C’erano pezzi di ghiaccio non ancora sciolti, e altri invece che galleggiavano i pozze d’acqua, qua e la si vedevano tracce di erba bruciata, e molti fiori, come gli alberi, avevano perso i loro petali e le foglie, che giacevano in mucchi più o meno grandi in giro. Infine su tutto il bordo della barriera, si poteva vedere l’erba completamente bruciata, e non ne rimaneva altro che un pezzo di terra largo almeno venti centimetri di terra arida.
Kari, o Palmon, si portò le mani alla bocca, spaventata, e le lacrime salirono velocemente agli occhi.
Erano venuti a prenderlo, avevano catturato Tommy! Si precipitò attraverso la barriera, ed entrò in casa.
- Sunflowmon! Sono io! Sono Kari!
Silenzio. La casa sembrava avvolta da una strana atmosfera che l’aveva immobilizzata , rendendo tutto più spettrale. Girò per le varie camerate, ma niente. Trovò i letti fatti e puliti, la dispensa piena, due tazze della colazione sul lavello, ma non c’era anima viva.
Automaticamente, si buttò sul letto dove aveva dormito, e si mise a piangere disperatamente.
- accidenti... dove siete tutti!
Le lacrime sgorgavano libere, non cercava neanche di trattenersi. In fondo, poteva permettersi di piangere, no? E poi non c’era nessuno che potesse vederla o giudicarla. Era sola.
Non seppe per quanto rimase lì a piangere, seppe solo che all’improvviso qualcosa dentro di lei la fece alzare. La pancia le brontolava enormemente. Era almeno un giorno che non mangiava niente e cominciava a sentirsi sempre più debole.
Si diresse in cucina, e si maledisse per essere così bassa, in quella nuova forma.
Provò ad alzarsi in punta di piedi, ma niente, la mensola della credenza era sempre troppo alta.
Tirando ancora il braccio, all’improvviso però lo vide allungarsi, e le sue mani si trasformarono i liane, che senza problemi aprirono al credenza.
- Waw...
Guardò la sua mano, ritornata normale. Decise di provare di nuovo.
Tese nuovamente il braccio e riuscì ad afferrare un pacchetto di biscotti da dentro la credenza. Li divorò velocemente, e fece piazza pulita anche di una confezione di Brioche.
Quando finalmente si sentì sazia, si buttò su una delle poltrone in salotto, e si mise a leggere un libro che aveva trovato sopra il tavolo. Raccontava una storia antica, di come Lucemon si era convertito dopo aver messo pace tra i digimon di tipo umano e quelli di tipo animale. Poi l’esse una frase che la colpì enormemente.
 
Ma ricorda, la purezza, come le tenebre stesse, non può venire esiliata per sempre. Sono come lo jing e lo jang, l’esistenza di una porta anche all’esistenza dell’altra. Non vincerai Lucemon, io tornerò, e ti sconfiggerò.
 
Sotto lesse “frase di ...” il nome però era stato cancellato nel tempo, si leggeva solo la A davanti e il mon finale, praticamente era stata pronunciata da un digimon il cui nome iniziava per A.
“perfetto, praticamente sono solo un centinaio i digimon che corrispondono a questa caratteristica!” sbuffò, e poggiò nuovamente il libro sopra il tavolo.
Fuori, si potevano vedere le tre lune di digiworld, e le innumerevoli stelle che componevano il cielo.
Si alzò in piedi, e si diresse buttò a letto, senza neanche prendersi la briga di mettersi sotto le coperte.
Le sue giornate passarono così. Si trasferì nella casa, dove dormiva, mangiava e a volte usciva per cercare qualche frutto che aveva finito, o solo per fare un giro nella foresta.
Ed è proprio durante uno di questi gire che incontrò una coppia di digimon alquanto strana.
Uno sembrava un, hem, “escremento” di colore giallo, grande non più di mezzo metro, con due braccia sottili e si muoveva saltellando qua e là. L’altro invece assomigliava a un topolino rosa, con delle pezze qua e là nel corpo, quasi fosse stato di pezza, ed non poteva essere alto più di dieci centimetri. Stava appollaiato sopra il compare, e sembrava dirigerne i movimenti
- fermo Sukamon! Devi andare dall’altra parte
- ho, scusa Chuumon
Kari si bloccò a guardarli, trattenendo a stento una risata. quei due digimon erano davvero buffi.
- ma poi dov’è che dobbiamo andare?
- Ma come ti sei già dimenticato? Ma se te l’ho detto appena cinque minuti fa!
- sai che la mia memoria non è delle migliori…
- ha e va bene! Te lo ripeto ancora! Dobbiamo dirigerci al castello di Seraphimon, che ora appartiene a questo Duskmon di cui parlano tutti. Sembra che ci sarà un grande spettacolo nella sala principale
- che genere di spettacolo?
- mi sembra che abbia accennato alla distruzione di un guerriero leggendario... ma non mi ricordo bene il nome...
Chuumon si fece pensieroso.
Il cuore di Kari si bloccò. Doveva saperne di più
- hem, voi due
I due si voltarono e sembrarono riconoscerla.
- ho Palmon! Sei te!
Kari non seppe spiegarsi il motivo per cui dovevano conoscerla, e continuò.
- sì... volevo sapere di più riguardo a questo spettacolo di cui parlavate poco fa... vedete, ero qui vicino e mi sono incuriosita
- Si, certo... insomma, Duskmon, ha mandato i suoi messaggeri in tutta la regione, ad annunciare che al tramonto ci sarà uno splendido spettacolo, dove perderà la vita uno dei leggendari guerrieri.
- m-ma non è crudele? In fondo loro vi hanno aiutato tempo fa, no?
- beh, sai, anche io la pensavo come te, ma poi Duskmon ha annunciato che alla fine dello spettacolo, avrebbe distribuito i suoi dati tra la folle, e allora sai, si tratta pur sempre di un leggendario guerriero! I suoi dati sono tra i più forti e renderebbero chiunque invincibile!
-si, capisco... e che leggendario guerriero sarebbe?
- non mi ricordo il nome, eppure giuro che lo avevo sentito... Sukamon, te ricordi?
-no Chuumon, mi sembrava iniziasse per L...
Kari si bloccò. No, non poteva essere...
- era Lowemon?
Chiese, con il cuore che le batteva sempre più forte, sperando che la risposta fosse negativa. Ma la fortuna aveva deciso di voltarli le spalle quel giorno...
- Sì! Era proprio questo il nome! Giusto Sukamon?
- sì, ora me lo ricordo anche io!
- e quando sarò questo “spettacolo”?
Non seppe perché fece questa domanda, le parole le erano uscite di bocca da sole.
- oggi, al tramonto. Nella sala più grande del castello di Seraphimon. Pensi di venire Palmon?
Kari si zittì. Cosa voleva fare? Poteva tornare alla sua nuova dimora e continuare a vivere così, oppure poteva andare a liberare Koichi.
- I-io... non lo so, ci devo riflettere...
- Beh, allora noi andiamo Palmon, ci vediamo! E mi raccomando, salutaci Mimi da parte nostra! (N.d.A. piccola dedica ad Adventure, dove Mimi e Palmon incontravano questi due e Chuumon chiedeva a lei di uscire insieme :-b)
Palmon annuì, non sapendo minimamente chi fosse questa Mimi alla quale alludevano.
Stanca, si trascinò fino a casa e si buttò sul letto. Fuori il cielo era ancora azzurro, ma sapeva che fra non molto sarebbe sceso il tramonto. Cosa doveva fare? Doveva andare a salvare Koichi?
- Koichi... scusa...
Cominciò a piangere. Lei aveva abbandonato Koichi a combattere da solo contro Duskmon mettendolo così in quella situazione.
Koichi, che l’aveva sempre aiutata.
Che l’aveva salvata da Demiveemon
Che l’aveva salvata quando quel dinosauro nero gli aveva attaccati, rischiando al posto suo
Che nonostante tutto l’aveva aiutata quando aveva finto di scappare, andando anche contro il fratello.
Koichi che aveva cercato di consolarla quando erano scappati
Lo stesso Koichi che lei aveva lasciato nelle mani di Duskmon ben sapendo quanto lui lo volesse.
- sono stata egoista, perdonami!
Altre lacrime.
- ho pensato solo a mettermi in salvo, mentre tu mi hai sempre aiutata, e non hai mai esitato nel rischiare per me...
Ormai il letto era bagnato delle due lacrime.
- ma ora basta!
Kari si alzò.
- ora che sei imperi colo tocca a me salvarti no? Gli altri non possono farlo perché sotto il controllo di Duskmon, ma io... io non sono ancora sconfitta
Strinse la piccola mano verde.
- e non mi arrenderò mai più!
Guardò fuori dalla finestra, il cielo che ormai cominciava a essere roseo per il tramonto
- se continuassi così non farei altro che sprecare la vite che voi mi avete aiutato a proteggere no? Koichi... Demiveemon... voi avete sempre fatto il massimo per aiutarmi e ora tocca a me!
Il suo digivice cadde sul letto( N.d.A. non chiedetemi da dove esca, perché non ne ho idea. Tutti i leggendari guerrieri lo tiravano fuori sempre dal nulla!) e lo schermo nero cominciò a schiarirsi, tornando al colore originale
Kari se ne accorse e lo prese in mano.
- ora basta scappare e nascondermi. In fondo sono l’undicesima guerriera, no?
Il suo corpo, come il digivice, vennero avvolti da una tenera luce, e quando questa si spense, Lillymon volò libera fuori dalla finestra, nel cielo rosa.
Verso il castello di Seraphimon e verso il suo scontro contro Duskmon.
- arrivo Koichi, abbi ancora un po’ di pazienza...
  
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