Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di
lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Jonas Brothers, né offenderli in alcun modo. Il
personaggio di Hope è un personaggio reale (lo stesso della mia precedente shot
con i Jonas Brothers come protagonisti) come
d’altronde i Jonas Brothers, che non mi appartengono, mentre il personaggio di
Mary sì, in quanto sono io stessa.
Fanfiction dedicata nuovamente ad Aqua, questa volta
perché non voglio che si butti giù.
Piccola Nick ti lovvo tanto.
Buona lettura!
Tieni duro… Accadrà!
(La canzone è Hold on dei Jonas Brothers)
Joe si buttò sul letto a due balze dell’hotel.
Nick sbuffò contrariato, mentre anche Kevin li
raggiungeva.
-Scusate… abbiamo una stanza a testa! Perché venite ad importunare proprio me?- domandò Nick.
-Vogliamo starti accanto perché ti vogliamo tanto bene,
fratellino.- ironizzò Joe passandosi una mano tra i capelli neri, -Siamo qui
per il semplice motivo che ci sta cercando il nostro manager.-
-E allora?-
-Vuole farci lavorare stasera. Ma
noi non abbiamo voglia.- Kevin prese un cuscino, -Ci voleva tanto a dirlo,
Joe?- domandò ridendo e buttandoglielo addosso.
-E quindi?-
-Sei di poche parole stasera,
Nick.- notò Joe alzando un sopraciglio, -Comunque pensavamo ad una piccola
evasione. Ti
va?-
-L’ultima volta mi volevate
strozzare!- esclamò Nick sorpreso.
-L’ultima volta avevamo un
concerto in programma e tu hai lasciato solo un messaggio sullo specchio del
camerino!- lo rimbeccò Kevin. Il cellulare di Nick squillò in quel momento,
Kevin lo afferrò per passarglielo e sorrise sornione, -Chissà perché non mi stupisco.- dichiarò facendo ridere Joe.
Nick glielo strappò dalle mani, alzandosi dal letto e
raggiungendo l’ingresso della camera d’hotel. Rispose
al telefono, mentre Joe e Kevin se la ridevano sul letto.
-Quello è proprio cotto.- dichiarò
convinto Joe.
-Eddai. Se lo merita, no?- ribatté Kevin scherzosamente,
-Meno male che è entrata Hope nella sua vita, altrimenti a quest’ora non
canterebbe più!-
-Ragazzi…- li interruppe Nick giocando con il telefono in
mano, -Scappiamo, allora?- domandò con un velo di preoccupazione.
-Certo…- mormorò Joe, -Ma perché quella faccia?-
-Beh…- Nick sorrise colpevole, -Vi va di venire a Los
Angeles?-
I due fratelli ammutolirono all’istante,
poi scoppiarono a ridere. Evidentemente erano convinti che si trattasse
di uno scherzo. Solo quando Nick sospirò rassegnato, si accorsero della sua
espressione seria. Se avesse voluto averli come
soggetti di una burla, a quell’ora sarebbe già scoppiato a ridere tirando loro
delle cuscinate.
-Stai dicendo sul serio?- chiese Kevin scettico.
-Sì.- rispose Nick incrociando le braccia al petto, -Non
eravate voi che volevate evitare un po’ di lavoro?-
-Ma non a costo di fare da terzi
incomodi!- esclamò seccato Joe, -E poi siamo Phoenix. Come facciamo ad arrivare
a Los Angeles?-
-Esistono i treni.-
-1 a 0.- Kevin si mise in ginocchio sul letto, spostando
lo sguardo da Nick e a Joe e viceversa.
-Esistono anche i fan. Ci
assaliranno!-
-1 a 1. Abbiamo un pareggio, signori
spettatori.- fece il cronista Kevin fingendo di avere un microfono in
mano.
-Esistono anche i camuffamenti.-
-E Nick Jonas ribatte, per un
punteggio di 2 a 1!-
-KEVIN!- urlarono in coro Nick e Joe, facendolo
cadere dal letto per la sorpresa.
-Scusate…- mormorò sorridendo innocentemente.
-Prometti di non sbaciucchiarti con Hope davanti a noi?-
Nick sbuffò, alzando le mani e gli occhi al cielo in segno
di resa, -Ti giuro che non farò niente di scandaloso
davanti ai vostri occhi. Ora possiamo andare, prima che qualcuno ci becchi?-
I tre fratelli si munirono di zaini con vestiti puliti ed
uscirono dalla camera di Nick nel più religioso dei silenzi. Oltrepassarono le
guardie e scesero dalle scale per non farsi beccare dalle guardie del corpo appostate davanti all’ascensore. Corsero fuori
dall’hotel e per poco non persero il treno.
Si accomodarono in uno scompartimento vuoto, nei posti a
quattro e rimasero in silenzio, per non destare troppi sospetti nel caso entrasse qualcuno nello scompartimento. Arrivarono
a Los Angeles verso le nove di sera, erano partiti alle cinque del
pomeriggio. Scesero dal treno e Nick corse subito da una ragazza con un basco
azzurro calato in testa.
Joe e Kevin lo raggiunsero e dovettero deviare lo sguardo quando li videro baciarsi.
-Nick, avevi giurato!- lo implorò
Joe.
Nick rise, scostandosi un poco dalla
propria ragazza, -Scusate. Hope, ti ricordi di Joe e Kevin, vero?-
-Come potrei dimenticarli.- Hope rise e li abbracciò a
turno, -Anche voi avete voluto provare l’ebbrezza della fuga?-
-Diciamola in questo modo.- confermò
Kevin sarcastico, -Ma non pensavamo ad una fuga fuori Phoenix. Io immaginavo un
bar dove nascondersi durante la serata, abbastanza isolato così da non essere
accerchiato dalle fan.-
Joe e Nick risero, mentre Hope alzava un sopraciglio.
-Grazie della spiegazione.- asserì dopo qualche secondo, -Siccome
io e Nick siamo…-
-Non dirlo, ti prego.- fece una faccia disgustata Joe.
-Una coppia!- esclamò Nick dandogli uno schiaffo sulla
nuca, -Sei un imbecille, Joe.-
-Scusa. Lo sai che odio il romanticismo.-
-Dicevo…- Hope li fermò sul nascere di una discussione,
nascondendo un sorriso divertito, -Con noi stasera ci saranno alcuni miei
amici. Dovevamo trovarci a mangiare una pizza a casa mia, visto che i miei
genitori fuori città, ma poi ho saputo da Nick che volevate “evadere” e così…
beh, la storia la conoscete.-
-Questi tuoi amici… sono tuoi fan?-
domandò Kevin ansioso.
Hope parve pensarci un attimo, mentre Nick le avvolgeva un
braccio attorno alle spalle, facendo sorridere i fratelli.
-Una sì.- rispose infine, -E’ la ragazza che mi ha accompagnata a quel famoso concerto.- spiegò brevemente.
-Bene. Speriamo che non ci salti addosso.- sbuffò Nick.
-Non credo. Mary è molto…- ci pensò cinque lunghi secondi,
-Strana.- concluse ridacchiando.
Joe sollevò un sopraciglio, -Strana in che senso?-
-Lo scoprirai. Andiamo.- disse guidandoli fuori dalla stazione dei treni.
Presero un taxi e arrivarono davanti ad una villetta
isolata mezz’ora dopo. Hope aprì la porta di casa, per poi farli accomodare.
-Ragazzi, sono a casa!- esclamò mentre
chiudeva la porta.
I ragazzi misero i giubbotti sull’attacca-panni, quando ad
un tratto sentirono un brusio di voci provenire da una parte imprecisata della
casa. Quando i tre si voltarono riconobbero due ragazze e tre ragazzi fermi
davanti all’ingresso, con Hope che era sparita dalla
loro visuale.
-Hope!- gridò nel silenzio dell’ingresso Nick, impaurito
dalle espressioni del gruppetto, -Non avevi detto che
non erano nostri fan?-
-Appunto!- sentirono gridare Hope dal
piano di sopra, -Ragazzi, fateli accomodare. Io cerco di convincere
questa testona a scendere!-
Il gruppo si presentò, facendo tranquillizzare i tre
fratelli Jonas. Si accomodarono in salotto, cominciando a scegliere il film da
vedere. Hope scese dopo una decina di minuti, con l’aria contrariata. Andò a
sedersi di fianco a Nick sul divano, che in risposta
la guardò confuso.
-La ragazza che è pazza per voi è chiusa di sopra in
camera mia.-
-Certo che Mary è strana.- intervenne uno dei ragazzi,
Laurent, -Adora i Jonas Brothers da una vita e quando
la sua migliore amica le da l’occasione di conoscerli, si chiude in camera.-
-La conosci Mary.- ribatté invece Alice, -Quando vuole è
più complicata di un puzzle.-
Le pizze arrivarono qualche minuto dopo. Hope si affacciò
alla base della scale, sotto gli sguardi degli amici e
del suo ragazzo.
-MARY, ULTIMO AVVERTIMENTO! SCENDI!- non ricevette
risposta, -OK, ALLORA MANGIO IO
-Possiamo provare noi.- propose Nick, -Magari se ci vede
scende.-
-Tre in un colpo solo? Le viene come minimo un infarto.-
li avvertì Grace, -Magari può andare uno solo.-
-Io non vado. Sono fidanzato.- scrollò
le spalle Nick, stringendo una mano di Hope tra le sue.
-Io comincerei a parlare a macchinetta.-
disse Kevin.
Joe li guardò scandalizzato, -Che fratelli odiosi che ho. Lo sapete che io non ho tatto con le ragazze!- i
fratelli sorrisero, senza scomporsi. Joe sbuffò, prese
una scatola di pizza e cominciò a salire le scale velocemente, -E meno male che
volevo stare lontano dalle fan.- borbottò.
Bussò a varie porte, senza ricevere risposta. Non si era
fatto dare indicazioni da Hope. Poi bussò ad una porta dipinta d’azzurro. La
voce di una ragazza risuonò.
-Hope, ti ho detto che non
scendo.-
-Ok, peccato che io non sia
Hope.- disse Joe ridendo, -Mi apri per favore?-
-Joe?- la voce divenne flebile, quasi ansiosa e
preoccupata.
-Esatto.- confermò il ragazzo, -Dai, apri Mary.-
La serratura scattò. Joe aprì la porta con la mano libera
e quando entrò vide una ragazza seduta sul letto, con le ginocchia strette al
petto. Aveva i capelli castani, raccolti in una coda di cavallo. Indosso un paio di jeans blu e una camicia a maniche corte a quadri
bianca e nera.
-Ciao.- la salutò chiudendosi la porta alle spalle e
appoggiando la pizza sulla scrivania di Hope, -Come va?-
Mary strinse le labbra, passandosi velocemente
le mani sulle guance rosse, -Bene.- mentì subito.
Joe la guardò stupito, -Stai
piangendo?-
-Già.- confermò Mary.
Joe si avvicinò al letto, sedendosi accanto a lei,
-Perché?-
La ragazza ingoiò un groppo alla gola, -Non capita tutti i
giorni di essere… ecco, di essere accanto al ragazzo che ti piace.
Soprattutto se è famoso.-
-Sono contento che le mie canzoni ti piacciano.-
Mary scosse la testa, abbassando lo
sguardo, -Non sono solo le canzoni, Joe. Io e te andavamo
a scuola insieme alle elementari e le medie.-
-Cosa?- sbarrò gli occhi lui, -Ma se non ti conosco
nemmeno.-
-Io sì. Eri tu che non ti accorgevi di me.- Mary tirò su
con il naso, -Per questo non voglio scendere. Sono
venuta al vostro concerto solo per poterti rivedere. Per sapere se quello che
provavo era amore.-
-E…-
-E lo è. Quindi
è meglio che tu esca da questa stanza.- concluse deviando lo sguardo.
Joe sorrise intenerito. Quella ragazza era una piccola
creatura fragile. Forse diceva sul serio.
-Conoscevo una Mary alle
elementari. Ma aveva il baschetto e leggeva sempre…- si bloccò vedendola
arrossire di botto, -Eri tu.-
-La secchiona della classe,
esatto.- sbottò inviperita, -Tu e i tuoi fratelli mi chiamate il mostro della lettura. A sette anni
eravate già delle pesti. Poi tu alle medie hai deciso di lasciare la scuola. E
io… non ti ho più visto perché mi sono trasferita.-
-Oddio, quanto tempo è passato.-
Joe ripensò a quegli anni. Sembravano passati dei secoli, -Beh, ma neanche io
scherzavo. Ero l’unico che amava studiare in famiglia.-
-Eri l’unico che mi piaceva.- sussurrò Mary ,-Ti prego, Joe. Esci. Non voglio vedervi.-
Joe in risposta la guardò, con
quel ciuffo di capelli che le cadeva davanti al viso. Gli occhi rossi e lucidi
di lacrime trattenute, le guance rosse di imbarazzo.
Gli fece tenerezza. In un attimo la sua mano volò a spostarle la ciocca castana
dietro l’orecchio, facendola voltare di scatto.
-Mary… io non posso dire di provare le
stesse cose.- tentò di rassicurarla, -Non sono né sdolcinato né
romantico. Non sono né Nick né Kevin. E ti ricordo soltanto ora, dopo anni
passati nella stessa classe.-
-Joe, se stai tentando di rassicurarmi non
funziona.- lo bloccò lei ridendo sarcastica, -Esci per favore. Ti chiedo solo
questo.-
-Solo se tu esci con me.- ribatté Joe. Lui stesso si stupì.
Prima di ricontrarla non si sarebbe mai e poi mai esposto così
tanto con una ragazza, -Mary, giù sono tutti preoccupati per te.-
-Oh, lo sanno benissimo che mi piaci.- disse
indispettita, -Hope l’ha fatto apposta. Voleva che io e te ci rincontrassimo!-
-Dai, Mary.-
-Joe, ma perché lo fai? Perché
non ti accorgi che sto tentando in tutti i modi di non guardarti negli occhi? Esci subito!- esclamò ad alta voce, arrabbiata e triste.
Joe non la ascoltò. Si limitò a passarle le braccia
attorno al corpo magro, per poi abbracciarla stretta. Mary cercò di liberarsi,
spingendolo via con pugni e calci. Ma Joe non cedette.
La strinse più forte, cominciando ad intonare alcune parole di una delle sue
canzoni. Hold on.
We don’t
have time left to regret
Hold on
It will
take more than common sense
Hold on
So stop
your wondering, take a stand
Hold on
Cause
there’s more to life than just to live
Hold on
Mary parve calmarsi, cullata dalla voce del ragazzo. Joe
cominciò ad accarezzarle la schiena, mollando un po’ la presa per non farle
troppo male. Sentiva il cuore battere troppo forte. E non era un bene per uno come lui.
Cause an
empty room can be so loud
It’s too
many tears to drown them out
So hold on,
hold on
Hold on,
hold on
-Stai bene, ora?- sussurrò dopo qualche secondo passato senza
cantare.
-Sto peggio di prima.- mormorò Mary.
-Sai… l’unica cosa che ricordo di te sono i tuoi sorrisi.-
la guardò dritto negli occhi, -Me ne doni uno, Mary?-
La ragazza inclinò leggermente le labbra, formando un
piccolo sorriso. Un sorriso che diede la possibilità a Joe di ricordare quella
bambina alle elementari, quella ragazza alle scuole
medie, quella ragazza che aveva davanti in quel momento, stretta tra le sue
braccia.
One single
smile, a helping hand
Hold on
It’s not
that hard to be a friend Hold on
So don’t
give up, stand ‘til the end
Hold on
Cause
there’s more to life than just to live
Hold on
La prima cosa che era venuta in mente a Joe
era di continuare a cantare, guardando quel sorriso disegnato sul viso di Mary.
-Tieni duro. Accadrà.- gli sussurrò all’orecchi,
-Anzi… forse è già accaduto.-
-Cosa?-
-Posso dimostrartelo? Con le parole sono bravo solo quando canto.- scherzò.
La ragazza annuì. Joe sorrise ancora di più, chinandosi
sul suo viso a posarle un bacio sull’angolo della bocca, visto che lei aveva
girato il viso all’improvviso.
-Che c’è?- chiese Joe scettico.
-Mi stavi per baciare.- sussurrò sorpresa, -Perché?-
-Non c’è un perché!- ribatté lui.
-C’è sempre un perché.-
-Mary, che c’è? Non vuoi che ti baci?-
-Non è questo…- Mary deviò ancora una volta lo sguardo,
-Ma prima dici che non provi niente per me, poi vuoi
baciarmi. Sei più strano di me!-
-Posso baciarti, Mary?- domandò Joe impaziente. Senza attendere
risposta si chinò ancora una volta, questa volta
unendo le loro labbra in un bacio casto e breve. Mary era rimasta spiazzata,
-Mi piace come baci.-
Mary sorrise innocentemente, -Sono
felice di saperlo. Peccato che era la mia prima performance.-
-Come?-
-Il mio primo bacio.- precisò lei, -Grazie, Joe. Ho appena
baciato un ragazzo a cui non piaccio e che probabilmente vedrò solo in
televisione.-
-Stasera non vado da nessuna parte.-
disse sorridendole, -Abbiamo tempo almeno fino alle quattro di notte,
quando andrò a prendere il treno. E se mi sei piaciuta fin da
quando sono entrato in questa stanza, senza riconoscerti, allora rischio
solo di innamorarmi rimanendo in questa stanza con te.-
-Sei precipitoso. E sdolcinato.- Mary strinse le labbra ironica, -Dov’è finito Joe Jonas?-
Joe rise, -Credo che Nick abbia fatto una capatina nel mio
cervello prima che ti baciassi.-
Mary scoppiò a ridere, scacciando finalmente via quelle
ultime lacrime, -Sei sicuro di voler tentare? Non sono facile da comprendere.-
-L’importante è tenere duro, no?-
-Esatto.-
I due si guardarono negli occhi. Piano, piano superarono i primi silenzi, cominciando a parlare di un po’
di tutto, cercando di conoscersi, di capirsi, di amarsi. Per Joe risultò più facile del previsto. Quella ragazza era un vero portento
di energia, appena scioltasi.
Si addormentarono verso le due di notte, dopo aver parlato
per ore.
Joe si svegliò per primo, sentendo qualcuno scuoterlo
leggermente. Si stropicciò gli occhi e fece bene attenzione a slacciare
l’abbraccio di Mary senza svegliarla.
-Kevin…- borbottò ancora assonnato, -Perché non dormi?-
-Ha chiamato il capo. Ha detto
che se domani mattina non torniamo siamo nei guai.- rispose Kevin.
-Vieni, parliamone fuori.-
I due uscirono dalla stanza di Hope e scesero le scale di
casa. Sul divano c’erano Hope e Nick, abbracciati, che dormivano
tranquillamente. Joe svegliò Nick, che in risposta si
alzò, afferrando una maglietta. Aveva soltanto i jeans
addosso, per il caldo.
-Se non avessimo quegli anelli di
castità sarei preoccupato.- sussurrò Kevin per non svegliare Hope e il resto
del gruppo.
-Scemo.- mormorò in risposta
Nick, -Dobbiamo andare vero?- domandò reprimendo uno sbadiglio.
-Già.- sussurrò in risposta Joe,
-Solo… vorrei rimanere un attimo con Mary, vi spiace?-
I due fratelli lo guardarono sospettosi, -Abbiamo saputo
che era quella ragazzina che veniva con noi a scuola.- disse Kevin.
-Già. Datemi solo dieci minuti.- Joe salì
le scale e rientrò nella stanza, dove Mary stava ancora dormendo.
Si avvicinò alla scrivania e prese un foglio e una penna
cominciando a scrivere alcune parole. Lo posò sul comodino accanto al letto e
prese lo zaino, per poi chinarsi sulle labbra di Mary in un bacio che lei non
ricambiò, troppo stanca per accorgersene.
Sorrise, uscendo dalla stanza.
Sul foglietto c’erano scritte quelle parole che li aveva fatti abbracciare.
Cause
an empty room can be so loud
It’s
too many tears to drown them out
So
hold on, hold on
Hold
on, hold on
Tieni duro, Mary.
È già accaduto.
Ti voglio bene.
Un bacio.
Joe.
The End