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Autore: Jelsa    07/02/2014    1 recensioni
Così piccoli, soffici, se li tocchi cadono subito... E Grace era un po' come loro. Rich non avrebbe mai potuto tenerla sempre con sé, ma almeno poteva ricordarsela per sempre.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grace Violet Blood, Richard Hardbeck
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non-ti-scordar-di-me “Giuralo!” gridò Grace.
“Giurami che anche se ci divideremo non ti dimenticherai di me” implorò ancora la giovane. I suoi occhi da cerbiatto ora erano decisi come un vero cervo.
“Ok, lo giuro” giurò Rich guardandola negli occhi per poi scostarle i capelli e lasciarle un bacio delicato a fior di labbra, quelle labbra che gli facevano venire la pelle d’oca.
“Come posso essere sicura che non stai mentendo?” sospirò malinconicamente Grace mentre il vento le scompigliava i capelli.
“Ok, scriviamolo. Facciamo una sorta di giuramento scritto” gli occhi di Rich brillavano di un sentimento magico. Rich continuò prendendo per le mani la ragazza “Un patto di sangue diciamo… Ognuno dei due terrà una copia, mentre una terza la seppelliremo qui, nel nostro posto segreto. Niente, Grace, ti giuro che niente potrà mai dividerci”. Grace non poté trattenersi nel lasciarsi sfuggire una risata. Gli occhi di quella ragazza ebrea ridevano ancora, nonostante tutto. I due si abbracciarono senza più parlare, respiravano, chiusero gli occhi e assaporarono quell’attimo che mai sarebbe più tornato. Rich prese dalla sua cartella un quaderno seminuovo da cui strappò alcuni fogli. Si sistemò come meglio poté in mezzo alle foglie cadute del bosco e iniziò a scrivere insieme a Grace il loro patto. Passarono il resto del pomeriggio a completare l’accordo, ad aggiungere frasi e parti integranti. Si divertirono a far finta di essere una coppia importante sul punto di sposarsi, lei col velo di piccoli fiori, lui con due elastici per le fedi. In quel momento i due ragazzi si sentivano completi, finiti insieme l’uno con l’altra. Presero i fogli di carta e li firmarono.

Grace Violet Blood & Richard Hardbeck.

I due nomi scritti in bella calligrafia sembravano i nomi di due reali ed entrambi si potevano sentire tali in quanto felici e finalmente sereni insieme. Seppellirono questa prima lettera tra dei fiorellini blu chiamati “Non-ti-scordar-di-me”. Erano importanti per Rich perché rappresentavano esattamente il carattere di Grace: bella, piccola e insicura tanto che bastava un tocco per farla cadere.
“Mi vuoi sposare, Grace?” le sussurrò all’orecchio Rich. Il ragazzo tedesco non poteva credere che di lì a qualche mese tutto ciò in cui sperava, tutto ciò che amava, sarebbe andato perso. Non poteva credere che la ragazza che amava davvero sarebbe volata via da lui come un soffio.
“Sì, Rich” lo guardò nei suoi occhi celesti cristallini. Grace avrebbe giurato di vederci l’universo, ma ormai era troppo impegnata a baciarlo. E mentre abbassava lo sguardo abbassò anche la voce e tremante, con gli occhi che speravano, finalmente lo disse: “Ti amo Rich”.

Qualche anno dopo, parecchi anni dopo, Effy, la nipote di Rich, tornò a casa tutta contenta e gioiosa. I genitori ne erano lieti, ma non riuscivano a capire a cosa era dovuta tutta questa felicità. A tavola la bimba non parlò, ma continuava a sorridere. Finito il pasto la piccola Effy si diresse in camera sua dove da sotto la maglia tirò fuori una lettera che una sua amica aveva trovato in gita. La bambina si distese sul letto e aprì la lettera; era molto sporca e in alcuni punti sembrava davvero che qualcuno ci avesse pianto sopra.
“Chiunque trovi questa lettera deve sapere che qui è riportato un patto stipulato da due giovani innamorati: Rich e Grace. Entrambi promettono e giurano all’altro che qualunque cosa accada non potranno mai dimenticarsi dell’amore che li lega.
Grace Violet Blood si impegna a nascondersi e fuggire, se necessario, pur di rimanere libera.
Richard Hardbeck si impegna a proteggere la ragazza in eventuali scontri con i compagni.
Grace promette che dovrà informare Rich per ogni cambiamento e/o spostamento dovuto per cause di forza maggiore. Dovrà inoltre scrivergli sempre una lettera per informarlo come e dove sta.
Rich dovrà risponderle sempre e non dovrà piangere se un giorno non riceverà più lettere o se Grace non si farà più sentire.
Grace e Rich dovranno inoltre ricordarsi che quando avranno raggiunto l’età dei 70 anni è loro obbligo incontrarsi nel posto in cui hanno scritto questo patto.
Qui di seguito è riportato il giuramento dei due:
Io, Grace, giuro che non dimenticherò mai Richard, mio unico amore, e prometto che continuerò ad amarlo fino alla fine dei miei giorni.
Io, Richard, giuro che non dimenticherò mai Grace, la mia unica scelta e la mia sola ragione di vita, e prometto che continuerò ad amarla, qualunque cosa il futuro ci riservi. Poi, prometto di chiederle di sposarmi, perché sarebbe la cosa più bella di questo mondo.

Grace Violet Blood & Richard Hardbeck

Ps. Se il patto non verrà rispettato in uno dei vari punti, i due hanno ancora l’obbligo di non dimenticarsi.”
Effy rimase sbalordita da quella lettera che non era poi una vera lettera. Mentre leggeva aveva capito che si trattava di suo nonno, ma sapeva bene che Grace non era il nome di sua nonna. Mentre pensava decise che non avrebbe detto nulla a riguardo ai suoi genitori, ma sarebbe andata direttamente da suo nonno per chiedere spiegazioni. L’orologio segnava le nove e trentacinque e se Effy voleva parlarne con suo nonno doveva affrettarsi, altrimenti poi sarebbe andato a letto. Scese le scale con la dolcezza di un felino ed entrò nell’appartamento di suo nonno.
“Nonno?” chiese angelicamente e curiosamente. Il suo cuore iniziò a battere un po’ più velocemente, senza neanche sapere perché.
“Effy? A tua madre serve qualcosa?” chiese ignaro suo nonno con la voce un po’ assonnata.
“No, serve a me…” ammise la bambina mentre si affacciava alla camera da letto del nonno con la lettera in mano.
“Ok sentiamo, bella bimba, che c’è?” le sorrise Richard mentre chiudeva il giornale e lo metteva nella parte del letto matrimoniale vuota. La bambina si sedette al ciglio del letto e porse al nonno il vecchio foglio. Il nonno chiese cosa era e la bimba glielo lesse ad alta voce. Certe cose lei non le capiva, ma Rich le ricordava tutta. Se chiudeva gli occhi poteva sentire il vento che spirava, l’odore di foglie del bosco e la mano di Grace nella sua. Il patto diceva che non poteva piangere e così aveva fatto tutti quegli anni. Effy smise di leggere e porse la lettera a suo nonno che la ammirava con occhi stanchi e tristi. Tutti ricordavano il colore dei suoi occhi così splendenti, ma con l’età erano diventati più opachi, come i suoi ricordi della guerra.
“Nonno?” lo richiamò all’attenzione sua nipote che stava per tempestarlo di domande, ma lui iniziò a parlare prima che lei potesse continuare.
“Sai, Effy, quando ero un po’ più grande di te, mi innamorai di una ragazza. Era bellissima, più del sole, della luna e delle stelle. Purtroppo, come ben sai, quando tuo nonno era giovane, ci fu una terribile guerra che ci costrinse a vivere separati. Così un giorno decidemmo di rincontrarci e scrivere questo patto in quanto il ricordo del nostro amore doveva rimanere vivo in entrambi. Sai, sono passati tanti anni da quel giorno, bambina, nonno tuo per un po’ ha cercato di rintracciare quella giovane dagli occhi caldi, ma invano. Ora una domanda mi sorge spontanea: esistono solo tre copie di questa lettera, come hai avuto questa?”
La bambina gli spiegò che una sua amica l’aveva trovata in gita in un bosco non poco distante da lì. Richard navigò indietro nel passato e pensò al giorno in cui aveva chiesto a Grace di seguirlo nel loro posto segreto.
“Nonno quanti anni hai?” chiese dolcemente Effy.
“Eh cara mia, mai abbastanza!” sorrise suo nonno.
“Dai, fai il serio” lo rimproverò per scherzo sua nipote.
“Quasi settantuno” ammise Rich.
“E adesso sei stanco?” si informò la bimba.
“No, potrei stare sveglio ancora un po’ ” rispose lui.
“Allora vestiti che voglio andare in quel posto” concluse Effy e non gli diede neanche il tempo di controbattere che lei già lo aspettava con la giacca in mano. Più volte Richard cercò di opporsi, ma lei resistette e una decina di minuti dopo i due erano fuori, sotto il cielo di Maggio mentre si dirigevano al bosco. Rich sentiva dentro di sé una forza inaspettata per la sua età, si sentiva come all’età di diciotto anni, quanto firmò quella lettera, si sentiva quasi completo mentre camminava affianco a sua nipote diretti verso il luogo dei suoi ricordi.
Dopo mezzora di cammino arrivarono al bosco scuro scagliato d’argento. Richard respirò e sentì l’ebrezza di quel giorno ritornargli in mente. Camminarono ancora un po’ mentre il cielo girava sopra le loro teste. Arrivati al posto esatto si sedettero su due pietre e rimasero per un po’ in silenzio. Effy si guardava attorno per cercare di immaginare suo nonno e Grace in quel luogo così magico. Iniziò a strappare qualche fiore celeste, ma rimase delusa perché appena toccava i petali, cadevano.
“Si chiamano Non-ti-scordar-di-me. È uno strano tipo di fiore, bisogna essere delicati e non sperare che rimangano con te per molto: i petali potrebbero cadere in un batter d’occhio solo sfiorandoli. Erano i fiori preferiti di Grace tanto che ne seppellimmo alcuni con la lettera” Richard sorrise mentre ricordava quel momento e continuò “Vedi bambina, a volte speriamo che le cose vadano in un certo modo, ma difficilmente poi seguono i nostri piani. Io e Grace speravamo di condividere tanti altri momenti stupendi insieme, ma così non è andato. Però ti dico una cosa, piccola Effy, rimpianti non ne ho. Per tutto il periodo in cui ho avuto la possibilità di starle accanto ho avuto la possibilità di vivere davvero mentre la vedevo sorridere, ballare, cantare e parlare con me. Grace è stata capace di farmi capire l’importanza delle cose belle, anche quelle più piccole, anche quelle più comuni. Mi ha insegnato che non bisogna disperarsi per l’assenza di una persona, ma ci si deve invece rallegrare del fatto che è stata con noi. Grace mi ha mostrato che dietro la voglia di volare c’è l’obbligo di doversi buttare giù senza paura. Bambina, a volte sarai costretta a lasciare che il corso degli eventi faccia la sua strada, ma ricorda le parole di tuo nonno: non dimenticarti mai delle cose belle. Non lasciare che la vita ti trascini nel suo vortice nero perché avrai sempre delle persone fantastiche accanto, anche se non saranno lì fisicamente. Guardami Effy” le chiese Rich mentre con le sue mani tremolanti dalla vecchiaia prendeva quelle lisce e giovani della bimba. Continuò “Da questi occhi dovranno uscire solo lacrime di gioia per avercela fatta, per averci provato e per aver vissuto sempre al massimo” e concluse lasciando un bacio caloroso nella fronte di sua nipote. La bambina era ammaliata da tutto ciò che le aveva detto suo nonno che rimase in silenzio senza parole mentre sorrideva a bocca aperta. Richard sospirò felice e mise qualche fiorellino nel posto in cui tempo addietro aveva nascosto la lettera. Poi si alzò e la bambina fece lo stesso. Si incamminarono lentamente verso casa.
Infine si girarono verso il bosco mano nella mano e Richard sussurrò appena un dolce
“Ti amo Grace Violet Blood”.




#Spazio autrice (?)
Eilà people!! Bene bene, questa storia è un racconto che ho spedito per un concorso nella mia scuola... Quindi, niente, incrociamo le dita e speriamo che io arrivi al terzo posto!!
Che dire, spero sia piaciuta... Bho adoro Skins, Grace e Rich sono troppo adorabili e.... Effy è OVUNQUE! 
Bye :*
  
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