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Autore: NicholasFox    07/02/2014    1 recensioni
Un Profeta, vaga da solo. Tutt'intorno, solo morti.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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APITOLO 1

Un'imponente struttura sorgeva sulle rive del fiume Tanji. Un castello si ergeva, circondato da una fitta foresta, oscura, inquietante, pullulante di mostri di ogni specie. Una volta perso in questo bosco, non potrai più trovare la via d'uscita, la via della salvezza. Il castello era di marmo nero levigato, con delle incisioni lungo tutti i fianchi. Esse rappresentavano i primi anni di questo pianeta, la fondazione di tutto ciò, oltre all'espansione del suo popolo.
Gli indigeni che per primi colonizzarono questi luoghi erano dei rozzi contadini. Abituati all'agricoltura, in principio riuscirono a creare nuovi villaggi, nuove città. Si riproducevano sempre di più. Avevano una propria religione, una propria arte, una propria cultura. Impararono a leggere, e a scrivere. Impararono cosa voleva dire l'amore, e cosa la guerra e l'odio. Non vissero solo anni d'oro. Ci furono guerre civili, repressioni di sangue, tradimenti ed intrighi politici. Avevano creato tutto con sacrificio, ed ora lo stavano man mano distruggendo. Andava tutto a rotoli. Ormai tutto l'enorme impero stava soccombendo, a causa degli stessi imperatori. Alla fine, cedettero. Tutto questo popolo, ogni uomo, donna, bambino, morì, scomparve. Estinzione di massa, si è soliti definirla. I giorni divennero settimane. E le settimane, mesi. E i mesi, anni. Passarono secoli, millenni. Fino a che non ci fu più nulla. Tutto il pianeta era un deserto. Sabbia dorata coprì tutto quello che rimase dell'impero. Tutto venne dimenticato.
All'improvviso, il cielo si oscurò. Nuvole si muovevano impetuose, scatenandosi, mandando tuoni e lampi. Tutto la volta celeste scomparve. Tutto l'azzurro, non si intravedeva più. Poi, una di queste gigantesche nuvole, divenne luminosa. Emise una strana luce color zaffiro. Era diversa dalle altre. Questa nuvola emetteva non solo potenza, ma anche strane sensazioni di speranza, sicurezza, rinascita. Si muoveva più velocemente rispetto le altre nubi, ed era più grossa. Da esse, cosa ancora più strana, non scendeva alcuna goccia d'acqua, o fulmine accecante. Era tranquilla. Era come una di quelle nuvole che dominano la volta celeste anche col sole. Da questa nube si sporse qualcosa, di informe. Era di un colore simile al fumo. Lentamente si posò a terra, questa massa amorfa. Si accasciò. Dopo un po' il cielo ritornò quello splendente di prima. Il sole ricominciò a brillare e a mandare raggi solari sul terreno. La massa grigia si alzò, piano piano. Sembrava che ogni minima mossa gli procurasse dei dolori allucinanti. Alla fine, era in piedi, la schiena diritta. Questa creatura era orribile: occhi piccoli e maligni, senza naso, un sorriso malizioso stampato in volto. Aveva delle minuscole orecchie. Era nuda. Il corpo era qualcosa di osceno: ricoperta di squame, era di un colore simile al fango. Aveva delle lunghe braccia, che finivano ognuna con una mano. Almeno, somigliavano a delle mani: erano delle zampa palmate. Così come i piedi.
Ma la cosa ancora più stupefacente fu che si sdoppiò. Ovvero, ora ce n'erano due: uno maschio, e l'altra femmina.

Gli anni passarono, e questi due diedero vita ad una nuova "razza". Divennero potenti, ampliarono i loro villaggi, e riuscirono a conquistare tutte le terre conosciute del pianeta, chiamato da loro Jah'dall. Erano eccellenti nella scienza. Inoltre, tutti loro erano colti, uno più dell'altro. Sapevano tutto, di qualsiasi argomento.
Ma il vero balzo arrivo quando costruirono il Gran Palazzo della Conoscenza, sulle sponde del fiume Tanji, le acque più attraversate, punto di riferimento per ogni marinaio. Grazie a questo progredirono sempre di più, nella scienza, nell'ingegneria, nella meccanica, nella fisica e sopratutto nell'Astronomia. Fu sopratutto il campo appena citato che era destinato ad essere il futuro di questa razza. Infatti, iniziarono a costruire le prime navi spaziali e a navigare attraverso lo spazio. Durante il primo lancio molti morirono a causa di instabilità con l'ossigeno all'interno della loro capsula. Altri ancora si persero, negli angoli più remoti della Galassia, e non vennero più ritrovati. Ma molti portarono a termine la prima missione, che era quella di scoprire il primo pianeta più vicino a loro, segnare le coordinate, e ritornare alla base. Diedero un nome a questo pianeta, e lo chiamarono Terra. Esplorarono gran parte di questo "Pianeta Blu", come amavano definirlo. Poi, crearono su questo corpo celeste, una creatura, che nel futuro sarebbe stata chiamata Australopiteco. La aiutarono a crescere, a progredire, a creare villaggi e nuclei cittadini: così come avevano fatto anche loro. Man mano questo Australopiteco diventò sempre più intelligente, sempre migliore. I Profeti (era questo il nome che gli abitanti di Jah'dall si erano attribuiti) lo aiutarono a scoprire sempre cose nuove e più tecnologiche. Sono sempre stati accanto a questa nuova specie, e ogni volta che si trovavano in difficoltà, i Profeti li aiutarono. Sembrava andare tutto bene.Sembrava. Infatti, l'anima di questi nuovi individui, gli Umani, si rivelò piena d'odio e ben presto andarono incontro ad una serie di intrighi, guerre e distruzioni. I Profeti cercavano di calmare le acque, ma niente da fare. L'umanità progrediva lo stesso, ma sempre con questa rabbia dentro di sè. Alla fine, i Profeti cedettero e li lasciarono nelle loro mani. Nonostante ciò, gli uomini continuarono ad avanzare sempre di più. Fecero moltissime scoperte nell'elettronica e nella chimica. Anche se, in realtà, tutti i libri su cui studiavano erano di proprietà dei Profeti.
Questi ultimi, invece, continuarono ad espandersi nella Galassia, colonizzando sempre più Pianeti. Ed ogni volta se ne andavano lasciando ai coloni una cultura massima in tutte le materie. Quella della Terra era stata una parentesi, che si era chiusa a poco a poco, in quanto i Profeti non volevano più averci a che fare. Nel Gran Palazzo della Conoscenza controllavano tutti i loro domini spaziali attraverso potenti macchinari. Controllavano proprio tutti i loro territori, salvo la Terra. E forse questo fu il loro più fatale errore.



 
Spazio Scrittore: Vorrei solo dirvi grazie, immensamente GRAZIE! Senza di voi e le vostre magnifiche recensioni questo capitolo non poteva nascere. E sarebbe stato un peccato, dato che secondo me è un argomento stupendo, quello di cui tratta questa storia. Non dico perchè l'ho scritta io, anche se l'avesse scritta un'altra persona avrei detto lo stesso. Mi sono divertito a scriverlo...o meglio, mi è piaciuto scriverlo.
Inoltre, vorrei ringraziare la mitica Vella, per il suo supporto che ogni volta che lo chiedo, me lo concede.
Inoltre, un grazie anche a Gaya per la sua copertina a Profeta.

 
  
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