[Questa storia sarà scritta in prima persona, dal punto di vista di Cato]
Il grande giorno era finalmente arrivato.
Tutti erano felici, soprattutto mio padre.
In quei mesi non aveva fatto altro che ripetermi quanto fosse fiero di me, ma in verità aveva fatto tutto lui.
Non ero stato io a lasciare Clove.
Non l'avrei MAI fatto, soprattutto se avrei saputo prima che era incinta.. già, il bambino.
I suoi genitori hanno deciso di farla abortire, e sorprendentemente lei era d'accordo.
**
Mentre Jessica percorreva la navata, un vuoto mi riportò alla realtà.
Non doveva esserci lei qui.
I minuti sembravano secondi, le ore minuti.
Arrivò la fatidica domanda, ed ero completamente spaesato.
''..allora?'' mi disse Jessica visibilmente spazientata e preoccupata, come se quasi non volesse che rispondessi.
''Si o no?'' chiese sorridendomi il prete.
''No.
Scusatemi tutti, scusa padre. Io non dovrei essere qui, dovrei essere con Clove, non è questo il mio posto.'' dissi io.
Poi mi voltai verso quella che a quell'ora sarebbe dovuta essere mia moglie, che mi guardava con le lacrime agli occhi.
''Scusami anche tu, scusami anche per quello che ti sto per dire.
Non dovresti esserci tu qui, ma Clove, con un meraviglioso bambino tra le braccia.
E tu, papà, la colpa è tutta tua!''
Tutti mi guardavano impauriti, forse avevo usato un tono troppo duro.
Deciso a non rimanere vicino a mio padre, mene andai e vagai per ore senza meta.
Forse la cosa migliore era andare da lei.
Bussai, e dopo minuti che sembravano ore, Isabelle mi aprì.
''Che ci fai qui?'' disse con un tono duro.
''Senta, mi scusi. Io amo Clove, e oggi mi sarei dovuto sposare.. ma..''
''..ma non riesci a starle lontano'' continuò lei per me.
Io annuì debolmente e lei mi condusse fino alla stanza di quella che era la mia fidanzata.
Appena aprì la porta, trovai una Clove piangente tra le braccia di sua sorella.
Prima mi fissò, con uno sguardo spaesato, e poi scoppiò a piangere ancor più fortemente e mi venne ad abbracciare.
Tutti ci lasciarono soli senza che nenche cene accorgessimo.
In quel momento, c'eravamo solo io e lei.
''Non mene andrò questa volta, mio padre può anche andare a fanculo, non mi interessa. Non mi interessa delle ricchezze, mi interessa solo di te. Se ho te, ho tutto.'' dissi lasciando dei piccoli baci sul suo collo.
Lei sorrise, e si staccò da me.
La fissai con uno sguardo interrogativo mentre prendeva dei vestiti e andava in bagno.
Appena uscì, mi sembrò di tornare indietro nel tempo.
Stesso trucco leggero, stessi capelli aggrovigliati, stesso stile nel vestire.
Clove era tornata.
Quella serata fu la più bella di tutte.
Prima cenammo fuori, poi tornammo nella vecchia casa.
Stesse abitudini.
Film e letto, anche se Clove si addormentò poco prima che finisse il film.
La posai delicatamente e le diedi un bacio che lei approfondì, a quanto pare era sveglia.
Cominciai a darle piccoli baci sul collo, che si trasformarono in morsi, poi succhiotti.
Lei alzò le braccia per farsi togliere la maglietta e non esitai.
Le baciai ogni lembo di pelle che mi si presentava, le tolsi gli indumenti che le rimanevano e poi lei spogliò me.
Entrai delicamente in lei, ma dopo un'esplicita richiesta, aumentai il ritmo delle spinte.
Arrivammò all'orlo del piacere insieme.
Quella fu la prima di tante serate simili.
Tutto andava per il meglio, finchè..