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Autore: shellby    07/02/2014    2 recensioni
«[...] Era stupenda..." si lasciò sfuggire un sospiro languido prima di continuare, "Rossa come il fuoco, leggiadra, fiera, se ne stava seduta su un ramo a rimirare il sole. Credo di aver proprio avuto quel che si dice un colpo di fulmine!"
"Ora capisco il perché del tuo ritardo mentale," commentò Madara acido, interrompendo lo sproloquio dell'altro prima che quella brodaglia sdolcinata perpetrasse nel suo cervello e danneggiasse irreparabilmente il suo di sistema nervoso, "probabilmente la paralisi ti ha causato danni irreversibili."»
Un nonsense sugli Uchiha ed i due fratelli Senju in un mondo inventato.
Chissà se vi strappa un sorriso XD
EDIT: Storia rivista. (?)
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hashirama Senju, Itachi, Izuna Uchiha, Madara Uchiha, Tobi, Tobirama Senju
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Di incontri strategici e confessioni inaspettate


"Allora ragazzi, siete pronti?" gridò con entusiasmo l’Hokage dell’appena fondato Villaggio della Foglia, anche se almeno l'acustica di quel buco di stanza era buona ed i suoi ospiti non erano sordi, visto anche il modo in cui le loro iridi si tinsero di scatto di un inquietante rosso sangue, pronte ad ucciderlo al minimo contatto visivo.
"Ognuno estrae un bigliettino e legge ad alta voce la domanda. Chi non risponderà sarà costretto a bere un bicchiere di vodka. Chi finirà al tappeto per primo dovrà pagare, quindi vi auguro tanta fortuna! Non che voi possiate vincere contro di me, però non si sa mai!”
Finì il suo discorso -o per meglio dire monologo- trionfale con il suo migliore sorriso, ma neanche quello riuscì ad incantare gli svogliati invitati: al contrario Izuna sbadigliò, abbandonando la testa sul tavolo con un tonfo e Madara e Tobirama non si degnarono neanche di aprire gli occhi.

Hashirama sospirò. “Eh, nonnetti dentro si nasce…”
Vide almeno quattro paia di occhi brillare nel buio ed una fievole disapprovazione lampeggiare in cerca di vendetta. La prima vera reazione in approssimativamente 30 minuti da che erano lì.

Cioè, da quando lui li aveva costretti –usufruendo illegalmente della sua posizione di spicco- ad incontrarsi nel suo ufficio.
Incontro strategico!” l’aveva definito quella sera con un grande sorrisone sulla faccia, sapendo che con i suoi pesci l’amo migliore che possedeva era la parola “lavoro”. Ed infatti avevano abboccato tutti, cadendo nella rete accuratamente preparata nell’ora del pisolino pomeridiano. Aveva persino sprecato un’ora di riposo, insomma, un po’ di rispetto!
"Nessuno si può sottrarre ad una scommessa, e voi avete tutti perso contro il sottoscritto. Detto questo, comincio io!" 
La dose eccessiva di decibel che usò per ravvivare un po’ gli animi urtò i delicatissimi nervi del migliore amico, il quale -lo vedeva dal suo sguardo- stava di sicuro già pensando alla prossima tortura da infliggergli. Ma lui non se la prendeva neanche più, dato che niente poteva essere peggio che essere costretto a fare lo schiavetto dell’Uchiha coi capelli da istrice per 3 giorni di fila. E dire che la proposta l’aveva fatta lui, sicuro di vincere. Gli veniva male al solo pensarci.
Ma non poteva lasciarsi suggestionare, quindi scosse la testa ed afferrò fiducioso il primo bigliettino.


"Chi è stato il tuo primo amore?"  

Anche se la stanza era rischiarata solo dalle candele rosse che lui aveva insistito a sparpagliare per ogni cinque centimetri quadrati al fine di creare "l'atmosfera giusta" -e quindi non si vedeva praticamente un mezzo tubo- tutti si immaginarono con una specie di terrore la bocca di Hashirama aprirsi in un sorriso raggiante.
"Ahh, me lo ricordo ancora come se fosse ieri!" attaccò infatti quello a parlare con voce emozionata, "Era una bella mattina di primavera, ed io stavo gironzolando da solo per i prati, salterellando tranquillo sotto i tiepidi raggi del sole. Stavo ammirando i fiori dai mille colori che spuntavano dal verde dell'erba ed emanavano un profumo inebriante, quando all'improvviso colsi con la coda dell'occhio un movimento alla mia destra. Mi girai per vedere meglio, e vi giuro che non feci mai cosa migliore in vita mia. Era stupenda..." si lasciò sfuggire un sospiro languido prima di continuare, "Rossa come il fuoco, leggiadra, fiera, se ne stava seduta su un ramo a rimirare il sole. Credo di aver proprio avuto quel che si dice un colpo di fulmine!"
"Ora capisco il perché del tuo ritardo mentale," commentò Madara acido, interrompendo lo sproloquio dell'altro prima che quella brodaglia sdolcinata perpetrasse nel suo cervello e danneggiasse irreparabilmente il suo di sistema nervoso, "probabilmente la paralisi ti ha causato danni irreversibili."
Hashirama ritornò d'un tratto con i piedi per terra, ma preso ancora dai suoi fantastici ricordi lo guardò spaesato, come se non l'avesse mai visto prima in vita sua. "Scusa, ma noi ci conosciamo per caso?"
L'espressione di sincera idiozia che il bruno aveva stampata in faccia non fece altro che far girare ancora di più le scatole all'Uchiha.
Quello fece uno sforzo sovrumano per mantenere il controllo sul proprio corpo, ma era dura.
“Non tentare la mia pazienza, Senju, altrimenti potresti ritrovarti senza testa entro i prossimi due secondi.”


Bam.


Lampi e tuoni cominciarono a scendere violenti dal cielo nero, facendo vibrare l'aria. Le onde del mare salirono sempre di più, sospinte dall'incredibile forza e dalla sorprendente velocità del vento, spruzzando acqua da tutte le parti.

Piano piano tre titani indemoniati, circondati da un alone di oscurità, sorsero dalle profondità buie delle acque, armati fino ai capelli e pronti a scatenare un pandemonio di dimensioni mondiali, sprigionando uragani e tempeste almeno fino a quando Shisui non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere, rovinando così quello scontro mistico tra Tobirama, Madara ed Izuna nel suo punto culminante. Evidentemente Hashirama era stato spazzato via durante il processo di immaginazione ed era finito a naufragare su un'isoletta a mangiare banane in compagnia delle scimmie.
Il Fulmine si fece scivolare addosso i loro sguardi tra l'incazzato e il sorpreso e si perse nei propri pensieri. Oh, come avrebbe voluto una scatola di popcorn!
Ecco un altro svitato, pensarono dal canto loro il Senju ed i due fratelli Uchiha fissando il suo sorrisone divertito. Non so perché ma mi pare di aver già visto quel sorriso da disadattato…
"Dai Maddy, è solo un gioco! Non hai paura di fare brutta figura davanti alla nuova generazione Uchiha?" intervenne l’Hokage indicando con la mano Itachi, Sasuke e Shisui, profondamente divertito dall'isteria che aveva colto il suo migliore amico per aver di nuovo perso a carte contro di lui. "Che razza di esempio stai dando loro?"
"Fare fuori qualsiasi cosa minacci il loro equilibrio mentale." rispose l'interrogato facendo una chiara allusione, che tutti compresero.

O quasi tutti, come c’era da aspettarsi. 
"E da quando in qua qualcuno attenterebbe alla tua sanità mentale?" si meravigliò puntualmente l’altro.

"Dal momento stesso in cui ti ho conosciuto, maledetto Senju." replicò il moro tra i denti, trattenendosi dall’impugnare la spada e farla finita lì con un colpo secco, al diavolo lo sforzo di mostrarsi “comprensivo e paziente” con gli altri esseri umani sul quale Izuna continuava a insistere ogni mattina prima di varcare la soglia di casa!
“E mi raccomando, Nii-san, oggi non fare fuori nessuno, va bene?” gli pareva sentirlo parlare con quegli occhi tra il preoccupato e l’esasperato.
Dapprima Hashirama non disse nulla -forse stava soppesando le sue parole o forse non pensava neanche, il che non sarebbe parso strano all'Uchiha- poi gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla con un'espressione di compassione."Ti preparo una camomilla, eh, Maddy caro? Hai i nervi a pezzi, cominci a delirare."

 
Pensando in fretta ad un modo per mettere fine alla disputa prima di doversi preoccupare di dove occultare il cadavere del capo villaggio, Itachi si risolvette allora di pescare il secondo bigliettino. 
Lo fece in silenzio, senza annunciare nessuno, ma evidentemente non fu sufficiente, perché tutti si voltarono verso di lui perfettamente in sincronia manco avesse buttato giù il tavolo ed avesse cominciato a urlare.

Nonostante lo avesse previsto, la cosa lo inquietò comunque un po’, giusto quel tanto che bastava a confermargli che sì, l’Hokage e la sua squadra speciale appartenevano ad una specie di shinobi geneticamente modificata.
Lesse mentalmente la domanda e non poté frenare i suoi occhi d'allargarsi dalla sorpresa, facendo a sua volta prendere un serio spavento ai presenti. Per la faccia di Hashirama che regnava su Konoha!
Quatto quatto Shisui gli si avvicinò e spiò da sopra la spalla, morendo dalla curiosità di sapere che cosa avesse potuto scandalizzare in tal modo il suo impassibile migliore amico. Subito dopo riprese a ridere così forte che pensò che la sua faccia sarebbe esplosa.
Hashirama imprecò. Aveva capito di che domanda si trattava.

No, doveva capitare a Madara quellaaa!
Sasuke imitò il cugino, ma prima che potesse leggerne il contenuto Itachi recuperò il sangue freddo e bruciò il fogliettino alla luce di una candela.
Il minore si indispettì e lo mise sotto torchio, ma il maggiore non si lasciò sfuggire neanche una parola.

Il diciassettenne tentò allora di chiederlo a Shisui, sul cui volto aleggiava solo l’ombra del sorriso enorme che era costretto a reprimere causa forze maggiori. Una sola occhiata di Itachi era bastata infatti a convincerlo che per quella volta tacere era l'opzione migliore.
"Hokage-sama" prese la parola poi il maggiore dei due fratelli, chinando il capo davanti ad Hashirama, "non ritengo opportuno che Sasuke partecipi. Chiedo di lasciarlo uscire."
Sasuke protestò violentemente, tirando fuori una vasta gamma di lamentele che solo un fratello minore poteva possedere, ma in quell’occasione Itachi si fece sordo da un orecchio.
"Io quindi non sono abbastanza degno da meritare la sua preoccupazione..." drammatizzò intanto Shisui rivolgendosi alla candela più vicina, sentendosi escluso dalle priorità del migliore amico, aiutato dalla pietà di Izuna, che a quanto pareva aveva deciso che quella era la serata giusta per cominciare ad essere solidali. Eh beh, chi ben comincia…

"Tu sei maggiorenne ed ho fiducia che saprai badare a te stesso" rispose pazientemente il “cattivo ragazzo” della situazione, sperando che Shisui la smettesse di divertirsi a metterlo in difficoltà.
Con quella frase i suoi però motivi risultavano chiari a tutti. Hashirama cercò democraticamente di scendere a patti, ma fallì. 
"Nii-san, spero tu ti renda conto che non stai dando loro un esempio migliore di quello di quel lurido Uchiha." gli fece Tobirama senza scomporsi di una virgola, gettando il fratello in una forma rara di depressione acuta.
L’Hokage era sul punto di cedere, demotivato al massimo, quando accadde la cosa più inaspettata tra le cose più inaspettate che potevano capitargli nella vita: Madara si intromise sostenendo -in modo del tutto personale- la sua causa. 
"Siediti, ragazzo.” disse rivolgendosi a Sasuke, che lo guardava muto, il che nel linguaggio del giovane probabilmente significava che gli prestava attenzione, “Gli Uchiha non scappano mai di fronte al pericolo. Nessuno dei qui presenti non tradirà l'orgoglio che il nostro clan si porta dietro da generazioni per la paura di uno stupido liquido trasparente e di una manciata di ancora più stupidi bigliettini scritti da uno stupido, chiaro?" 
L'Uchiha più anziano lanciò ad un ventunenne Itachi un'occhiata molto dura, sottolineando in quel modo la serietà della sua affermazione. 
Come se lui quando vede Hashirama per strada non trova subito un motivo per filarsela, pensò Izuna lanciando un’occhiata al fratello e facendo la faccia di colui che la sapeva lunga, senza tuttavia tradirlo.

Gli piace proprio la parola “stupido”, considerò invece Shisui alzando un sopracciglio e sorridendo.
Ad Itachi non rimase altro che dichiarare sconfitta: sebbene non gli interessasse granché l'onore del nome degli Uchiha, sapeva che Sasuke provava segretamente una malsana ammirazione verso Madara ed un ancora meno indicato orgoglio verso il loro clan, e che se la sarebbe legata al dito per tutta la vita dopo quello che aveva sentito se lo avesse portato fuori di lì.
Non potendo utilizzare nessun genjutsu di sorta sul nemico, men che meno sull’Hokage, aveva le mani legate. Sospirò piano, manifestando parzialmente il suo malcontento.


L’Hokage non poteva proprio trovare modo migliore per farci socializzare?

"D'accordo, ma berrò io i bicchieri di vodka di Sasuke." asserì imponendosi di non disperare con una voce che non ammetteva repliche. 
Nessuno -tranne Sasuke ovviamente- ebbe da obiettare.

“Sei peggio di nostra madre” commentò il diciassettenne, ripensando al modo in cui ancora una volta il fratello si era dimostrato iperprotettivo.
Itachi non se la prese, conscio che il suo otouto non aveva torto.
Sospirò costernato, mandando giù il liquido come penalità per non aver risposto al quesito. Non appena lo fece spalancò gli occhi e tossì senza potersi astenere. Ma che era quella roba, benzina? 
"E bravo il nostro Itachi!" si complimentò Hashirama mostrandogli il pollice in su.

Quello chiuse gli occhi infastidito. La gola gli bruciava e sentì ad un certo punto il sangue salirgli alla testa e la faccia avvampare.
Si mise esasperato una mano sulla fronte, vergognandosi da morire, e provò con tutto se stesso a scacciare la nebbia che prendeva piede nella sua mente.
Fece del suo meglio per mascherare il fatto che da un momento all'altro sarebbe crollato come una pera cotta. Che bella caduta di stile per uno che veniva chiamato genio, fu l'unica cosa che pensò, ironico, mentre
le grasse risate di Hashirama e Shisui e le grida isteriche di Madara continuavano a rimbombargli nella testa sempre più con lo scorrere della serata.
Infine, senza neanche rendersene conto, perse la sua ferrea lucidità, e colto da un'improvvisa tristezza non potè trattenere che una lacrima gli rigasse la guancia destra.
Sasuke, sentendolo singhiozzare sommessamente, lo guardò come paralizzato. 
Subito Shisui cercò di ingoiarsi le risate che minacciavano di uscire, conscio che non avrebbe più ritrovato il suo naso dritto se l’avesse fatto. Izuna intanto si era avvicinato per osservare meglio, Hashirama era accorso preoccupato e sgomento, mentre Madara si limitava a brontolare da dov'era seduto.
L'unico che mantenne completamente la calma fu Tobirama, il quale non aprì neanche gli occhi, ben deciso ad ignorare una simile ed insulsa pagliacciata.
"Che facciamo?"
"Non ne ho idea, non ho mai avuto a che fare con un ubriaco!"
"E se provassimo a dargli delle caramelle?"
"Ti sembra forse un poppante?"
"No, ma di solito quando si è giù aiuta mangiare dei dolci! Ho trovato!  E se gli offrissimo del cioccolato?"

“Bella idea, Hokage-sama!”
"Sì, e magari anche una torta di mele, un gelato alla vaniglia e dei bignè alla crema, così lo rimandiamo da Fugaku bello gaio e con il diabete."
"Esagerato! Perché sei sempre così esagerato? E va bene, ma almeno cantiamogli una canzoncina!"

"Cantatela da solo, che sei già una trista creatura di tuo."
"Avete dei dango?"
"Non ascoltare quello che dice Hashirama, ragazzo. E’ un modo per trasmettere le sue malattie neurologiche ad altre persone.”
"Crudele..."
"E non deprimerti adesso!"
"Perchè no? Tanto sono inutile..."
"Allora comincia col renderti utile adesso e vai ad accendere questa stupida luce!"
"Buzzurro..."
"Nii-san, missà che se continui ad urlare così Itachi impazzirà."

“Tch! Colpa sua che si ubriaca con un solo bicchiere di vodka!”
“No, la colpa è tutta mia… Maddy, procedi a porre fine alla mia vita…”
“Beh, se insisti tanto…”
“Nii-san!”
A quel punto Tobirama aprì gli occhi. I suoi nervi potevano essere saldi finché volevano, ma il suo orgoglio non riusciva a sopportare che le sue orecchie udissero tante scemenze una dopo l’altra.
"SILENZIO!"
Hashirama, che si stava alzando in quel momento, ebbe un mezzo infarto. Spaventato dal grido trasalì e cadde con la faccia sul tatami, sbattendo il naso.

“Ahia che male…” mugugnò tirandosi su e coprendosi la parte lesa con le mani.
“Hey,” richiamò improvvisamente l’attenzione Izuna, “Non sentite anche voi una puzza di bruciato?”
Il mantello bianco del capo villaggio stava andando a fuoco, ed a valutare dall’entità delle fiamme si poteva dire che bruciava già da qualche minuto. Ma Hashirama, distratto com’era, non se n’era neanche accorto.
“Lasciatelo bruciare nella sua stupidità.” commentò il suo cosiddetto migliore amico fissando annoiato il pestaggio del mantello da parte dell’uomo più autorevole del villaggio. O almeno che doveva esserlo. O almeno sembrarlo.
“Ed era pure il primo che sono riuscito a lavare senza far diventare rosa, così come mi aveva suggerito Hanako-san…” sospirò dispiaciuto Hashirama ad opera finita.
Impossibile che mio fratello stia zitto, pensò Tobirama sentendolo e percependo la voglia di nascondersi la faccia con una mano.
Le vecchie comari, loro fan numero uno, con le quali parlare razionalmente non sarebbe servito di più che all’avere senza essere al mare il mal di mare, consideravano ormai il capo villaggio quasi come un figlio un po’ distratto, un po’ strano, ma al quale volere tanto bene e con il quale chiacchierare allegramente e senza pensieri la mattina per la strada. Tutto a causa del suo essere maldestro e socievole con qualunque forma di essere vivente su quel pianeta, il che includeva senza fallo quelle vecchiette petulanti e quella forma di essere sottosviluppato che passava in quel mondo sotto il nome di Madara Uchiha.
“Deplorevole.” riuscì solo a pronunciare a quel punto Madara, assumendo un’espressione di sdegno, “Con un capo villaggio del genere falliremo prima ancora di aver passato il primo mese.”
Quasi tutti si erano momentaneamente dimenticati del motivo di tanta commozione, che continuava a borbottare frasi incomprensibili piangendo mentre l’otouto cercava di consolarlo, col solo risultato di farlo singhiozzare ancora più forte. Improvvisamente il maggiore appoggiò la faccia sulla spalla di Sasuke, prendendolo alla sprovvista.
“N-Nii-san, smettila per favore!” balbettò quello sorpreso ed imbarazzato, ritraendosi come appena morso.
 “O-Otouto… mi dispiace…” mormorò Itachi, chiudendo gli occhi. “Non odiarmi…”
Tutti guardarono la faccia paonazza di Sasuke, credendo di vederlo accasciarsi a terra per lo shock.

“Ma guarda te, doveva ubriacarsi per riuscire a pronunciare quattro parole in croce…” sbuffò con un sorriso sconfitto Shisui, incrociando le braccia. Alla fine l’occasione era venuta da sé, ridendosela bellamente dei suoi sforzi giornalieri di convincere l’altro ad essere un po’ più sincero. Ma almeno aveva scoperto un metodo efficace… Bwahaha…
“Ti voglio bene, otouto” riprese a parlare il povero ubriaco, afferrando il suo supporto per il braccio, “Te ne ho sempre voluto…”
Altro che shock, il rischio era come minimo quello che a Sasuke venisse un infarto.
“Che teneri che sono insieme! Voglio anch’io…” protestò Izuna con voce infantile, sapendo tuttavia che neanche sotto l’effetto di qualche sostanza miracolosa avrebbe potuto estorcere tali dichiarazioni al fratello.
L’altro preferì non replicare. Non ne poteva più di quell’argomento, gliene si erano riempiti pure i capelli, aveva lui più voglia di sboccare di quanta ne sentiva quel povero malcapitato del genio Uchiha.
Ed invece non si poté sbagliare più di così, perché Itachi si portò con urgenza una mano alla bocca, utilizzando l’ultimo baluardo di autocontrollo per non vomitare sul fratello.
Tobirama si alzò fulmineo ed un secondo dopo ritornò con una scodella bianca, il suo piatto preferito, prevedendo saggiamente che se l’avrebbe ordinato al maggiore dei due sarebbero morti tutti lì bruciati.
Lo sostenne anche lui insieme a Shisui e Sasuke, maledicendo per l’ennesima volta il giorno in cui nacque come fratello di suo fratello. Si chiese quando sarebbe potuto andare a casa ad allenarsi tranquillo nel giardino, con la sola compagnia dei gufi.
 
Ma il fato non si era ancora accontentato per quella sera –quel lurido bastardo-e spiazzò letteralmente l’allegra combriccola con un’altra bella sorpresa.
Infatti la persona che aprì la porta e che strappò un urlo spaventato ad Hashirama era niente che meno il famigerato e temuto Fugaku Uchiha, aka Mascella Cazzuta.
Il ninja era probabilmente tornato indietro per parlare con l'Hokage, ma il perché sarebbe rimasto per sempre un mistero, mai svelato neanche negli anni che vennero dopo.
Un pensiero comune passò per la mente di tutti i presenti: oh caz--...
Non appena nel semibuio della stanza il quarantenne puntò gli occhi su di loro, la sua faccia si trasfigurò talmente tanto che un demone sarebbe potuto tranquillamente schiattare di crepacuore alla sua vista.
Davanti a quel livello di ira nessuna legge contava di più che quella dell’auto-preservazione. O almeno per gli esseri umani dotati di buon senso.
“F-Fugaku-san, posso spiegare!” gracchiò un bianco Hashirama, alzandosi ed andandogli incontro, non ben sapendo però cosa dire.
Beh, in effetti come spiegare la loro presenza nel suo ufficio personale alle 9 di sera, le candele, la vodka, le carte da gioco, i soldi ed in particolare il figlio ubriaco che stava vomitando in una scodella normalmente utilizzata per mangiare? Mmmmhhh, difficile, molto difficile…
Fugaku gli concesse uno sguardo glaciale di un nanosecondo per poi rivolgerlo nuovamente ai figli.
 “Alzati e porta fuori tuo fratello, Sasuke.” Ordinò al secondogenito con un tono di voce che non ammetteva neanche un respiro. Non che Sasuke avesse da obiettare in realtà, visto che era il suo primo desiderio lasciare quel covo pieno di germi idioti infettanti.
“Ed anche tu, Shisui.” aggiunse con un’occhiata di ammonimento al nipote.
Sono spacciato…, pensò il chiamato in causa sudando, ricordandosi immediatamente della bastardezza dello zio come spia.
“F-Fugaku-san...” tentò ancora l’Hokage, mettendo su un sorriso imbarazzato e grattandosi la nuca. “Le assicuro che non era nostra intenzione, ci stavano semplicemente intrattenendo con un gioco e…”
Ma il padre di famiglia non sembrava avere un’aria molto bendisposta ad ascoltare le sue futili giustificazioni. Avrebbe potuto ucciderlo anche solo toccandolo con un dito, si vedeva.
“Maddy, dì qualcosa anche tu!” sbottò disperato il bruno chiedendo umilmente aiuto al migliore amico, il suo joker, senza pensare che quello, in sostanza, faceva sempre quel che cavolo gli pareva, come dimostrava pure la parola.
“Tch. La cosa non mi riguarda, Senju, arrangiati. Fai usare i neuroni al tuo familiare, magari insieme riuscite a produrre qualcosa di sensato.”
“Che cos’hai osato dire, sporco Uchiha?”
“Nii-san!”
Ma non ci fu tempo di litigare, perché per la seconda volta Itachi rimise, e lo fece sulle scarpe di Fugaku.
…Bel lavoro, Itachi.
 


“Ma alla fine cosa c’era scritto in quel bigliettino?” chiese con una nota di esasperazione nella voce Izuna, tempo dopo.
“Di che colore sono le mutandine della tua ragazza…”
"...No comment."
 




Note dell'autrice: hai desu, sono un’idiota e per questo chiedo scusa a tutto il mondo.
Non ci sono parole per descrivere questa accozzaglia di idiozie. Magari ci sono solo per dire che la shot è ambientata in tempo di pace in un mondo in cui Itachi, Sasuke, Shisui, Fugaku erano vivi e vegeti durante gli anni di Hashirama e Madara.
E thyandra, mia (?) abbonata (senza nessun beneficio though?), spero di averti restituito il favore, se capisci a cosa sto facendo allusione XD
Nella speranza che comunque vi abbia strappato un sorriso,
Dia

EDIT: One-shot rivista. 
  
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