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Autore: YourLove_AllINeed    07/02/2014    0 recensioni
Ginny/Blaise
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Le passioni sono difetti o virtù solo se portate all’estremo.
Da quando Ginny aveva iniziato il suo sesto anno, le cose erano cambiate.
Lei, no. Era sempre la stessa.
Forte, coraggiosa, sincera e leale.
Gli altri?
Non li riconosceva più.
Neville era diventato un leader, Luna un’ispirazione, Colin l’uomo maturo e Seamus il difensore dei deboli.
Blaise, tra le altre cose, era diventato suo.
Non il ragazzo perfetto, non l’eroe, non Harry.
Solo Blaise, non che questo fosse poco.
Le aveva stravolto la vita, fatto vedere il mondo sotto un’altra prospettiva, che naturalmente lei non approvava.
Ma non la considerava neppure sbagliata.
Lei era l’eroina, la principessa, delle fiabe Babbane, lui il cattivo delle stesse fiabe.
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Indetto da Lolaa
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I hope it’s fine
 
 
Le passioni sono difetti o virtù solo se portate all’estremo.
 
 
Da quando Ginny aveva iniziato il suo sesto anno, le cose erano cambiate.
Lei, no. Era sempre la stessa.
Forte, coraggiosa, sincera e leale.
Gli altri?
Non li riconosceva più.
Neville era diventato un leader, Luna un’ispirazione, Colin l’uomo maturo e Seamus il difensore dei deboli.
Blaise, tra le altre cose, era diventato suo.
Non il ragazzo perfetto, non l’eroe, non Harry.
Solo Blaise, non che questo fosse poco.
Le aveva stravolto la vita, fatto vedere il mondo sotto un’altra prospettiva, che naturalmente lei non approvava.
Ma non la considerava neppure sbagliata.
Lei era l’eroina, la principessa, delle fiabe Babbane, lui il cattivo delle stesse fiabe.
Ma si sa, le principesse non esistono. E neppure i principi.
Neanche Harry era un principe.
Perché i principi non abbandonano la loro amata.
Ma lei non accusava Harry.
Blaise le aveva fatto vedere questo, tra le altre cose.
Non sarebbe mai morto per gli altri, non avrebbe mai sfidato l’invincibile.
Ma avrebbe difeso coloro che amava, se questo gli avesse dato la felicità.
Lui non cercava il benessere altrui, solo il suo.
E lei non lo biasimava per questo.
Vedeva l’Amore tra Luna e Neville, e non se ne vergognava più.
All’inizio, vedere due persone perfette, insieme, l’aveva messa a disagio.
Ora aveva capito che persino la perfezione è sbagliata.
Avrebbe sempre salvato gli altri, non sarebbe mai cambiata, sarebbe rimasta la ragazza che era sempre stata.
Ma non avrebbe cambiato neppure lui.
 
 
La battaglia di Hogwarts.
Così sarebbe stata chiamata poi, anche se Ginny ancora non lo sapeva.
Correva, senza fermarsi.
Scappava dalla Stanza delle Necessità, e cercava di salvare chiunque avesse bisogno di aiuto.
Non si fermava mai.
Blaise avrebbe dovuto essersene già andato, ma non l’aveva fatto.
Era andato da Ginny, perché senza di lei non avrebbe potuto vivere.
Un pensiero egoista il suo.
Quando la trovò a combattere con un lupo mannaro, per difendere una ragazza, o meglio il suo corpo, si arrabbiò.
Lei doveva vivere, non preoccuparsi della vita degli altri.
Ginny era sua, e non poteva morire, o lui sarebbe morto con lei.
Perciò si mise davanti al lupo mannaro, lo schiantò, e trascinò Ginny via dalla battaglia.
Ma non era così facile.
Lei urlava, e scalciava, e non voleva fermarsi.
Una volta videro Neville combattere, e Ginny quasi impazzì.
Ma Blaise non si fermava.
Ogni qual volta i Mangiamorte cercavano di far loro del fale, lui mostrava loro il marchio nero.
Bastava quello.
Nessuno badava al fatto che lui stesse trasportando Ginny Weasley.
Arrivarono fino alla Stanza delle Necessità, in tempo per vederla andare a fuoco, in tempo per vedere Draco scappare, Harry, Ron e Hermione correre verso la battaglia.
In quel momento Ginny non strillava più.
Era ferma, e si fece posare a terra.
Lo guardò con uno sguardo tanto inteso da farlo vergognare.
“Io vado. Tu non venire. Ritornerò, te lo prometto.”
Ginny disse solo quelle parole, e poi gli voltò le spalle.
Lui rimase fermo lì, in attesa, senza far nulla.
La battaglia andava avanti, le urla strazianti glielo ricordavano ogni secondo.
Ogni voce era simile a quella di Ginny.
Passarono le ore, e lui era ancora lì.
Poi un urlo si alzò dalla Sala Grande.
Lui non sapeva cosa fosse.
Restò lì e aspettò, ancora.
Era tutto finito, e lo sapeva.
I buoni avevano vinto.
Ma Ginny non era tornata.
Lui rimase appoggiato la muro, finché non sentì un rumore di passi venire verso la sua direzione.
La testa rossa di Ginny comparve da dietro un muro, e il suo volto sfoggiava un sorriso, anche se un po’ rovinato dalle lacrime.
Andava dissolvendosi, però, alla vista della sua faccia.
Non si dissero nulla, ma questa volta fu lui a voltare le spalle.
Dietro di sé, sentì un urlo.
Non era la voce di Ginny.
Era quella di Harry.
Girò appena la testa per vedere una ragazza dai capelli rossi, abbracciata ad un moro con gli occhiali.
Poi continuò per la sua strada.
Neppure Ginny Weasley era un’eroina.
Perché le eroine non abbandonano i loro amati.
 
 
 
   
 
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