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Autore: Little_Sisters    07/02/2014    3 recensioni
[ Heat/Nepper | One-sided!IC/Rean | Verde | Sun Garden ]
...
«Lo sai, se continui a guardarlo così finirai per consumarlo.»
«Sta un po' zitta, Honoka.»
...
«Non capisco se le tue sono domande o se sono semplici constatazioni. Stai cercando di prendermi in contropiede o è una tua caratteristica?»
«Esprimo semplicemente a parole ciò che vedo con gli occhi. Non mi aspetto quasi mai una risposta, a dire il vero.»
...
«Quando voglio una cosa, nessuno può fermarmi e io voglio che questi due si mettano insieme.»
...
«Vedi Hana, potevi chiedere aiuto anche a Natsuhiko. Lui è anche più bravo di me ad arrampi... Te la prendo dopo la palla Hana, altrimenti li disturbiamo.»
...
«Reina-chan, ti è caduto il ghiacciolo.»
«...»
«Reina-chan?»
...
«Hai intenzione di provarci con tutti i ragazzi della tua squadra?»
«Certo che no!... Solo con quelli carini.»
...
- Geo
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Ai Touchi, Atsuishi Shigeto, Hasuike An, Nepper/Natsuhiko Netsuha, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore/i: Geo
Titolo: Tangled Red Threads
Rating: Verde

Personaggi: All'incirca mezzo Sun Garden ♥
Shigeto Atsuishi, Natsuhiko Netsuha, An Hasuike, Honoka Nitō, Ai Touchi, Shuuji Touchi, Haruya Nagumo,Yuki Kurione, Kurara Kurakake, Hana Barazono, Maki Sumeragi, Geki Honba, Hiroto Kiyama, Reina Yagami.
Pairing: Heat/Nepper accenni di One-sided!IC/Rean
Parole: 2896
Note:

Per Acchan, che è giù di morale //Sperando che questa fic non peggiori la situazione.
Ti voglio bene sistah ♥
E' da tantissimo tempo che volevo scrivere una storia su quei due ammmori(?)
Prima one-shot shonen-ai che srcivo. Sono eccitata kyaaaa~ (?!)
R&R


 

 

 

Tangled Red Threads


 

 

 

Natsuhiko arrotolò le maniche della felpa rossa fino ai gomiti e si grattò svogliatamente la testa, mentre scendeva le scale che portavano al piano terra.
Il sole era ormai sorto da un bel po', ma non era mai stato una persona mattiniera.

Soppresse uno sbadiglio e prese una tazza di caffè dalla cucina dell'orfanotrofio.
A giudicare dal numero di scodelle sporche presenti nel lavandino dovevano già essere tutti in piedi, compreso Shigeto.
Un sorriso gli si increspò sulle labbra al solo pensiero del compagno, e considerò che avrebbe volentieri rinunciato a qualche ora di sonno, un giorno, pur di avere l'occasione di vederlo dormire beato.
Ingorò la leggera pressione che per un attimo gli aveva assalito lo stomaco e continuò a camminare, diretto al salotto.
Eccolo là, Shigeto.
Era seduto nel suo solito modo scomposto su di una poltrona e si teneva le mani sulla pancia. Aveva gli occhi socchiusi e stava ridendo animatamente.
Insieme ad An.
Anche lei sembrava decisamente divertita, con la mano piegata a coprirle la bocca.
Il leggero sorriso che aveva portato fino a quel momento scomparve, e venne presto sostituito da una smorfia.
«Lo sai, se continui a guardarlo così finirai per consumarlo.» pronunciò una voce civettuola direttamente nel suo orecchio, intanto che una mano affusolata si poggiava sulla sua spalla.
«Sta un po' zitta, Honoka.» rispose freddo Natsuiko, spostandole la mano bruscamente.
«Va bene, va bene, ma poi non lamentarti del fatto che non ti ho avvisato.» rise la ragazza dai capelli turchesi, allontanandosi facendo vistosamente ondeggiare i fianchi.
Il ragazzo sbuffò e raggiunse i due amici.
Si sedette con falsa indifferenza su di un bracciolo della poltrona e buttò lì uno “Yo” parecchio irritato.
«Vedo che ti sei svegliato di buon umore questa mattina, neh?» scherzò Shigeto ammiccando nella sua direzione.
«Lo ero, prima di venire qui.»
«Che c'è, il caffè è diventato freddo?» questa volta era stata An a parlare.
«Uh-uh.» rispose Natsuhiko annuendo «e mi infastidisce il fatto che voi invece siate qui a ridere felici, proprio come una coppietta.»
«Oh... Ma allora qui c'è qualcuno un po' geloso.» lo guardò maliziosa la ragazza.
Solo in quel momento il castano si accorse di cosa avesse detto.
Poco male, sarebbe stato facile girare la soluzione a suo vantaggio.
«E perhè dovrei? Lo so benissimo che Shigeto ama solo me.» disse sorridendo beffardo prima di scoccare un bacio sulla guancia del biondo.
Quest'ultimo arrossì vistosamente, prima di spingerlo giù dalla poltrona.
«Che cavolo dici!» sbottò.
«Ah, non ti si può nemmeno prendere in giro... E mi hai quasi fatto rovesciare la tazza. Si può saper che hai?» sbuffò teso Natsuhiko prima di andarsene, senza nemmeno aspettare una risposta.
Infilò una mano nella tasca dei jeans sgualciti, bevendo un sorso di caffè.
Cavolo, si era freddato davvero.

«Non sapevo fossi in grado di suonare.» sentenziò Ai entrando nella stanza che Netsusha e Atsuishi condividevano.
«Si usa bussare di solito, ma fai pure come se fossi in camera tua.» rispose il castano, levandosi la tracolla della chitarra classica dalle spalle e poggiando lo strumento sul suo letto.

«Che ci fai qui? E' quasi ora di cena.» chiese alla ragazza, che nel frattempo si era sdraiata a pancia in giù sul letto di fronte.
«Ti piace Atsuishi-kun.» pronunciò secca, poggiando il mento sui palmi delle mani.
Natsuhiko la guardò per un attimo negli occhi.
«Non capisco se le tue sono domande o se sono semplici constatazioni. Stai cercando di prendermi in contropiede o è una tua caratteristica?» chiese lui raccogliendo alcuni spartiti dal pavimento.
«Esprimo semplicemente a parole ciò che vedo con gli occhi. Non mi aspetto quasi mai una risposta, a dire il vero.» rispose lei con tono annoiato, facendo vagare lo sguardo per tutta la stanza.
Si vedeva che la condividevano due ragazzi.
«Dove avresti visto una cosa del genere, di grazia?» Natsuhiko non aveva certo intenzione di dargliela vinta in quel modo.
«E' evidente. Sempre.» disse Ai facendo ondeggiare le gambe.
Il castano si morse l'interno della guancia.
Lui non era uno sprovveduto, nessuno era mai riuscito a capire cosa gli passasse per la testa, ma allora perché chiunque sembrava essersi accorto dei suoi sentimenti?
Istintivamente abbassò la sua adorata fascia con i colori della Prominence, in modo tale che nascondesse i suoi occhi nell'ombra.
E poi un conto era Honoka, che conosceva, ma con la ragazza dai capelli viola che ora lo stava guardando impassibile non aveva mai parlato prima.
«Penso che ricambi, comunque.» concluse lei, scendendo dal letto.
Afferrò la maniglia della porta e se la chiuse alle spalle.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio, cercando di capire quale fosse lo scopo di Ai.
Scrollò le spalle, tornando a concentrarsi sulla sua chitarra classica.

«Hai pensato a quello che ti ho detto ieri?»
Natsuhiko si guardò un attimo intorno, spaesato.
«Sull'albero.» pronunciò annoiata la stessa voce di prima.
Il ragazzo si coprì gli occhi con le mani per proteggersi dal sole e guardò tra le foglie della quercia che si stagliava imponente nel giardino dell'orfanotrofio.
Su uno dei rami più bassi stava seduta Ai, con la schiena poggiata al tronco.
In poche mosse Natsuhiko la raggiunse e si mise a cavalcioni dello stesso ramo, esattamente di fronte a lei.
«Mh-hm.» rispose annuendo alla domanda che gli era stata rivolta poco prima.
Ci aveva pensato davvero.
Era arrivato, quella sera, alla conclusione che anche Shigeto doveva avere qualche comportamento ambiguo nei suoi confronti se Ai gli aveva detto che lui ricambiava i suoi sentimenti.
Lei stessa aveva affermato di riferire solo ciò che poteva osservare, quindi non c'era molto su cui rimuginare ad essere sinceri.
«Non ho notato niente di strano, comunque.»
Anche questo era vero.
Aveva osservato il suo migliore amico con la coda dell'occhio tutta la cena, ma non era successo nulla. Quelle poche volte in cui i loro sguardi si erano incrociati, Shigeto gli aveva regalato il solito sorriso radioso, ricambiato con un po' meno enfasi, e poi si era rigirato dall'altra parte, riprendendo tranquillamente la sua conversazione con il maggiore dei due Touchi.
Il suo sguardo non si era mai soffermato un attimo di troppo e nessun segno accusatore, come ad esempio un leggero rossore sulle gote, si era degnato di presentarsi e ciò non aveva aiutato per niente Natsuhiko a capire.
Perfino al momento di coricarsi, quando lui gli aveva augurato “Buona notte”, l'amico gli aveva solo risposto distrattamente con un mugugno di assenso, probabilmente senza neanche aver capito che cosa gli fosse stato detto, ed aveva continuato ancora per un bel po' a giocare con la sua console portatile.
Ignaro del fatto che lui lo aveva osservato da sotto il copriletto per molto altro tempo.
«Deduco che la mia parola non basti.» sospirò arrendevole la ragazza.
«Certo che no. Non ho neanche idea del perché tu sia venuta a parlarmi, in primo luogo.»
«Non hai intenzione di dichiararti senza essere sicuro di cosa succederà dopo. Dovresti farlo, invece.» Ai iniziò a pettinarsi la frangetta con calma «Nessuno è mai riuscito a rimanere in equilibrio con un piede in ogni paniere.»
Natsuhiko la guardò negli occhi, intensamente.
Quella ragazzina lo inquietava un poco, doveva ammetterlo.
Si ricordava di quando, da piccolo, Nagumo gli aveva detto che secondo lui tutti i membri della Diamond Dust erano in realtà robot spietati.
Certo, erano considerazioni di un bambino di otto anni, ma in fondo si sa che sono i bambini quelli che ne capiscono più di tutti, e forse quella considerazione non era poi tanto campata per aria.
«Se riuscissi a dimostrarti che anche lui è innamorato di te, ti dichiareresti?» domandò Ai, interrompendo il silenzio.
Natsuhiko annuì.
«Bene. Non ti ho mai visto parlare molto con le ragazze, ma non ce n'è una che conosci abbastanza bene?»
«Seguo il corso di musica insieme a Kurione-san. Suona il violino.»
Ai scese dal ramo con un balzo e sistemò i capelli che la leggera brezza primaverile le aveva mandato sul viso.
Si allontanò con calma, facendo segno al ragazzo di seguirla.

«Che cosa?!» fu l'urlo generale che si alzò dal gruppo di adolescenti che si trovava in giardino.
Ai roteò gli occhi «Ho detto che Netsusha e Yuki-san si devono baciare.»
«M-ma perché?» chiese flebilmente la ragazza interessata.
La ragazza dai capelli violetti si lasciò cadere sull'erba fresca, tirando Natsuhiko per una manica, inducendolo a fare lo stesso.
«Come forse qualcuno di voi avrà notato, a questo ragazzo qui» pronunciò indicando l'unico maschio del gruppo «piace Atsuishi-kun.»
La piccola Hana saltò in piedi, brandendo un pugno per aria «Sapevo che sarebbe finita così! Ci avrei scommesso!»
«Sta calma, tigre.» la redarguì Kurara, afferrando il grosso fiocco blu che l'altra portava tra i capelli e continuando, questa volta diretta ad Ai «Quindi, in poche parole, vorresti usare Yuki per far ingelosire Atsuishi-kun, giusto?»
L'altra annuì sapientemente.
«Maki pensa che il tuo piano possa funzionare, ma dobbiamo organizzarci in modo perfetto.» sentenziò la ragazza dai capelli legati in modo da ricordare due strani ventilatori, alzando un dito davanti al viso con fare saggio.
Hana ritornò alla carica: «Oh, ma questo è semplicissimo: io con una scusa attiro qui Shigeto e Maki-san e Kurara-san controllano la zona in modo che non arrivi nessuno ad interrompere la nostra missione. Ai-san viene con me e distrae An, che molto probabilmente sarà insieme al nostro obiettivo e, una volta qui, basterà solo che veda Natsuhiko e Yuki-san che si baciano e il gioco è fatto!» quasi strillò, anche questa volta enfatizzando le sue parole con grandi movimenti delle braccia.
«Sembra quasi che ci tenga più tu dei diretti interessati.» rise Maki.
Hana alzò per un attimo gli occhialini che indossava e la guardò seria «Quando voglio una cosa, nessuno può fermarmi e io voglio che questi due si mettano insieme. Ora, ognuno ai propri posti!» disse prima di scomparire, imitata da tutte le altre ragazze.
Un silenzio imbarazzante cadde a lungo tra i due rimasti.
Yuki prese a giocare nervosamente con il cordino della sua felpa verde menta, lanciando qualche occhiata curiosa al ragazzo al suo fianco.
«Insomma... Non hai detto nulla da quando sei arrivato.» iniziò timidamente.
Natsuhiko le sorrise di sbieco «Non mi sembra di averne avuto occasione. Comunque qui sei tu l'unica in diritto di parlare. Non sei obbligata a farlo se non vuoi.» rispose lui incrociando le braccia dietro il capo.
«Certo che ti aiuto, sciocco. Però vorrei evitare di baciarti sul serio, niente di personale.» gli sorrise lei.
«Convengo, non ce n'è alcun bisogno.»
«Ti piace tanto, eh?»
Natsuhiko non rispose, indicando furtivamente due figure che si stavano avvicinando.

Shigeto si grattò la guancia segnata dalla cicatrice, facendosi trascinare verso l'ignoto dal piccolo tornado viola che gli stava tenendo la mano.
«Hana, dove stiamo andando?»
«Te l'ho detto, ho fatto finire la palla sull'albero e non riesco ad arrampicarmi per riprenderla.»
«Ma non puoi chiedere di aiutarti a Honba-kun, come al solito?»
«Lo farei, ma l'ultima volta si è arrabbiato, dicendomi che se lo disturbavo un'altra volta non solo avrebbe lasciato la palla lì dov'era, ma che mi avrebbe appesa allo stesso ramo.» rispose la ragazzina con voce lamentosa.
«E poi siamo arrivati, guarda.» indicò con la mano.
Shigeto fece per scrutare l'albero davanti a loro in cerca di una macchia bianca e nera tra le fronde, quando il suo sguardo venne catturato da due persone sedute tra l'erba.
«Vedi Hana, potevi chiedere aiuto anche a Natsuhiko. Lui è anche più bravo di me ad arrampi-» le parole gli morirono in gola, notando che il ragazzo in questione si era alzato e aveva offerto la sua mano a Yuki per aiutarla a fare lo stesso.
Lei aveva accettato e, una volta in piedi, il ragazzo le aveva cinto la vita con un braccio, avvicinandola a sé.
Con l'altra mano le aveva alzato lentamente la maschera e si era abbassato, per arrivarle all'altezza del viso.
Poi, si erano baciati.
Shigeto strinse i pugni, infilandoli nelle tasche dei bermuda, e si girò dalla parte opposta.
«Te la prendo dopo la palla Hana, altrimenti li disturbiamo.» disse, cercando di non farsi scappare neanche un singhiozzo.
Ciò che non notò fu proprio la ragazzina alla quale erano indirizzate le parole, che alzò i pollici di entrambe le mani in segno di vittoria, mentre lui si allontanava correndo.

Shigeto era seduto al di sotto della cupola di plastica che troneggiava al centro del parco giochi dell'orfanotrofio. Di solito i bambini la usavano per arrampicarsi fino in cima, ma era anche un ottimo riparo visto che era cava, e per lui era sempre stato così.
Sin da quando aveva tre anni si nascondeva lì ogni volta che era triste o anche ogni volta che doveva pensare a qualcosa di importante.
Nessuno di quei momenti, però, era stato tanto doloroso come la situazione in cui si trovava in quel momento.
Lacrime salate gli rigavano le guance, mentre si teneva la testa tra le mani.
Singhiozzava piano, per evitare che qualcuno potesse sentirlo dall'esterno.
Ci era rimasto male quando aveva visto Natsuhiko baciare una ragazza, aveva sentito come una pugnalata al petto.
Sapeva che un giorno sarebbe finita così, ma era troppo presto e lui non era ancora pronto ad affrontare la verità.
Natsuhiko non avrebbe più suonato solo per lui e i sorrisi che gli mandava Shigeto non sarebbero più stati gli unici ai quali avrebbe risposto.
Si lasciò scappare un gemito più forte degli altri e che dovette attirare qualcuno, dato che sentì un rumore di passi accentuato dalla struttura della cupola.
Si pulì gli occhi con il dorso delle mani e si girò nella direzione opposta a quella del rumore, fino a che qualcuno non si sedette esattamente dietro di lui.
«Yo.» pronunciò una voce roca, che il ragazzo riconobbe subito.
Si sentì preso da una morsa allo stomaco, ignorando le mille domande che gli riempivano la testa.
Perché Natsuhiko era lì? Che cosa voleva, cosa avrebbe dovuto dirgli?
Sentì il rumore della mano che il castano si stava passando tra i capelli.
«Hana mi ha detto che sei giù di corda...» iniziò timidamente. Nel loro fantastico piano avevano dimenticato la parte in cui lui sarebbe dovuto andare a dichiararsi.
«Un po'. Ma non ti preoccupare per me, non rovinarti la bella giornata.»
Il castano si avvicinò all'altro ragazzo in modo da riuscire a cingergli la vita con le braccia.
Poggiò la testa nell'incavo del suo collo «Non può essere un bel giorno se tu stai piangendo, lo sai.»
Lo stomaco di Shigeto si annodò ancora di più su se stesso: un po' per la frustrazione e un po' per il respiro caldo che si scontrava col suo collo.
«E poi che cosa ti fa pensare che lo sia, in primo luogo?» sorrise furbo Natsuhiko.
«Ti ho visto con Kurione-san, vi siete baciati.»
«No. Non potrei mai baciarla.» rispose secco il ragazzo, aumentando la stretta al corpo dell'altro.
Shigeto sbatté due volte le palpebre, spaesato.
«Perchè?»
Natsuhiko si inumidì la lingua con le labbra, incerto sul da farsi.
«Beh... Perché io... Amo solo te.»
Il biondo si girò completamente, poggiando le mani sulle spalle del compagno.
Lo guardò dal profondo dei sui occhi color acquamarina, assicurandosi di aver assimilato per bene le parole che aveva pronunciato.
Poi, velocemente, gli stampò un casto bacio a fior di labbra.
«Ma se prima non vi stavate baciando, che...»
Natsuhiko abbassò lo sguardo, grattandosi il collo: «C'è una cosa che dovrei dirti...»

Hiroto leccò la parte finale del suo ghiacciolo, fermando le gocce che altrimenti sarebbero andate a finire sui suoi pantaloni.
Lo sguardo gli cadde sulla ragazza che sedeva vicino a lui.
«Reina-chan, ti sta cadendo tutto lo sciroppo all'anice sul vestito bianco. Stai attenta.»
Tornò a concentrarsi sul dolce che teneva tra le mani, cambiando lato.
Il rumore di qualcosa che si appiattiva al suolo fece ritornare la sua attenzione verso la compagna.
«Reina-chan, ti è caduto il ghiacciolo.»
«...»
«Reina-chan?» chiamò preoccupato il ragazzo.
«Perchè Atsuishi-san sta inseguendo Netsusha-san urlando?» domandò lei senza guardarlo.
Hiroto guardò nello stesso punto in cui era diretto lo sguardo della ragazza.
Natsuhiko stava strillando quelle che sembravano tanto delle scuse, mentre scappava dal ragazzo biondo che gli stava intimando a gran voce di comportarsi da uomo e di fermarsi perché tanto scappare non sarebbe servito a nulla.
«Non lo so, ma Atsuishi-kun sembra davvero arrabbiato.» rispose lui facendo spallucce.

Ai incrociò le gambe, appoggiandosi al cespuglio dietro al quale lei e An erano nascoste.
Al suo fianco, la ragazza dai capelli arancioni si stava lamentando a gran voce da almeno mezz'ora di ciò che era successo.

«Insomma, che cos'ho che non va? E' da un mese che cerco di avvicinarmi a Shigeto per far sì che mi chieda di uscire insieme e ora scopro che è gay! Quanto tempo sprecato...» sospirò, abbattuta, prima di continuare, come animata da una nuova ondata di sconforto «E non posso neanche provarci con Natsuhiko perche anche lui è dell'altra sponda.»
«Hai intenzione di provarci con tutti i ragazzi della tua squadra?» chiese Ai, massaggiandosi le tempie.
«Certo che no!» rispose la ragazza, piccata «Solo con quelli carini. Magari il capitano...»
Ai si sdraiò su di un fianco, dando la schiena alla compagna.
Era davvero così difficile capire che una persona speciale ce l'aveva già al suo fianco?
Pensò questo, guardando verso il cielo, mentre un leggero color ciliegia le tingeva le gote.
L'unica che aveva sprecato un sacco ti tempo, lì, era lei.



 


 

 

Angolo dell'autrice:
Ma... Del tipo che sto scrivendo le note senza neanche aver dato un nome alla storia? ='D

Ok, caliamo un velo pietoso.
Non ho molto da dire senonché Maki parla sul serio in terza persona -nella versione originale- e che mi sono informata su tutti i personaggi che ho inserito, cercando di utilizzare quella misera riga di descrizione caratteriale che ho trovato per ognuno come base per la caratterizzazione.
E sì, Ai ha combinato tutto quel patatrac ma che parola forbita perché ha una cotta per An, ma si è accorta che lei era interessata a Shigeto e poi si è accorta che lui e Natsuhiko si amavano senza neanche saperlo e quindi ha tolto di mezzo due piccioni con una fava anche se il detto non è propriamente così.
Tutto ciò suggerito al mio subconscio dal collegamento di disegni dei ragazzi dell'Aliea che non c'entravano una cicca tra di loro. u.u
Più la leggo e più mi sembra banale, ma qui c'è un disperato bisogno di fluff. Già già.
Ok, Acchan, non mi linciare, ti scongiuro.
Lo sai che ti ho sempre voluto bene, sistah.
Ringrazio di cuore chiunque abbia letto e/o avrà voglia di recensire.
Si accettano calorosamente consigli per migliorare lo stile di scrittura.
Colgo l'occasione per ringraziare di cuore chiunque abbia letto la mia precedente fic, Masquerade. Per me ha significato più di quanto voi possiate mai immaginare.
Alla prossima,
- Geo

  
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