Esci dal tuo ufficio, allenta la cravatta, accendi una sigaretta, sali in macchina e immergiti nel traffico cittadino, compra una pizza e corri a casa prima che si freddi.

Sbatti la porta ma nessuno ti viene in contro, nessuno spreca tempo a chiederti com’è andata.
Sei solo, ti siedi, senti uno strano ronzio. Forse è il frigo, forse la Tv.

Mangi le poche cose che hai comparto, bevi e ti guardi intorno. C’è qualcosa che non va. C’è qualcosa che non va. Il ronzio è assordante. Ti tappi le orecchie ma lo senti ancora. Stacchi la Tv, chiudi le finestre. Sta diventando insopportabile. Comici a camminare, i vestiti diventano troppo pesanti, la tua piccola collana sembra volerti perforare il torace, le labbra cominciano a tremare, gli occhi fanno male, sembrano voler uscire dalle orbite, le orecchie sono piene del ronzio.
“Puoi gridare se vuoi ma non riusciresti a sentire.”

Esplodi, prendi la tv la scaraventi a terra, prendi tutte le piccole tazze della credenza che non userai mai e le lanci contro il muro, prendi il tavolo e lo ribalti, corri nella tua stanza, apri il terzo cassetto, a sinistra, sotto i vestiti sai cosa c’è. La prendi, la guardi, è carica. Se accendessi la luce potresti vedere il sangue delle tue mani sporcare quel nero splendente. Quel nero, il colore della tua vita, che si lascia imbrattare dal rosso: il colore della tua morte.

Puntala al cervello, il ronzio viene da lì. Se vuoi che il ronzio smetta devi trapassarti il cervello.

“Faresti bene a chiudere gli occhi, chinare la testa
e aspettare il rimbalzo del proiettile”

Sei disposto a trapassarti il cervello per un fottuto ronzio?
Direi di sì, ci scommetto, sei stato cattivo, devi farlo.

Siediti sul letto, punta la canna alla tempia e come nei migliori film americani pensa a tutta la tua vita. Pensa a quando avevi sedici anni, alla tua prima ragazza, pensa ai suoi occhi. Non ricordi neanche come si chiama.
Pensa ai tuoi amici che non vedi da troppo tempo. Pensa alla tua schifosissima vita. Pensa al luogo sbagliato in cui costantemente ti trovi.
"Stai bene?"
Ti sudano le mani. Non hai il coraggio di sparare e a questo punto dovrebbe entrare qualcuno a salvarti, siamo pur sempre in un film.
Aspetti, nessuno fa la sua entrata trionfale, d’altronde chi dovrebbe?

Punti la canna alla tempia e spari.

Il ronzio è scomparso e tu non puoi più accorgertene, tu non ci sei più e nessuno se n’è accorto. Il mondo continua senza di te.

“Non è da qui che...”