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Autore: Ellenw    07/02/2014    1 recensioni
"Hai voluto giocare col fuoco, L. Di più, hai voluto danzare con un demone."
Penso che questa FF sia come una fotografia, che imprigiona in poche parole l'essenza del rapporto tra L e Light, sia nel conflitto che nella simbiosi. Il titolo e la trama sono ispirati a una delle mie canzoni preferite. Spero vi piaccia!
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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[Here I stand, helpless and left for dead]

Questa stanza è incredibilmente fredda. E buia.
D'altronde, è notte inoltrata, e si suppone che si debba dormire a quest'ora. Non sono sicuro di riuscire a zittire i miei pensieri prima dell'alba, però.
Non so nemmeno da quante ore sono qui, disteso nel letto, immobile a fissare il buio che mi circonda come fossi dentro una bara. Se non percepissi il respiro di Ryuuzaki accanto a me, giurerei di essere morto. E chissà, forse presto lo sarò.
Mi volto verso la finestra, vicino alla quale dovrebbe esserci il mio assurdo coinquilino: a quanto pare nemmeno lui riesce a dormire, visto che è raggomitolato sulla sedia da quando abbiamo spento le luci. Che stia dormendo in quella posizione? Non mi sorprenderebbe, dopotutto.
No, mi starà di sicuro osservando per accertarsi che non tenti di scappare o di ucciderlo; in fondo, sono il principale sospettato relativo al caso Kira, e, casomai ammanettarmi e videosorvegliarmi non bastasse, necessito anche di essere controllato costantemente.
Riesco quasi a immaginare il suo sguardo innocente posato su di me: gli occhi imperscrutabili, del colore del buio.

Ma si sbaglia. Io non sono Kira, non è possibile che lo sia.
Chi sono, allora? E come mai tutti gli indizi portano a me?

[ Close your eyes, so many days go by. Easy to find what's wrong, harder to find what's right ]

                                                                                                                                                                                              
Ho fatto la cosa giusta?
Per la prima volta nella mia carriera ho deciso di uscire allo scoperto, e non sono del tutto convinto che mostrarmi al mondo sia stata una mossa così strategica: soprattutto durante un caso come questo, in cui anche solo il tuo volto può rivelarsi una condanna a morte. Forse sono stato troppo impulsivo, e ingenuo; ma se non l'avessi fatto sarei arrivato comunque alle attuali ipotesi?                                       
No, questo era l'unico modo per avvicinarmi alla soluzione. Per avvicinarmi a Light Yagami, a Kira.
E devo ammettere che è stato geniale: nessuno era mai riuscito a smascherare L, prima d'ora. Perchè nessuno, prima d'ora, ne era mai stato all'altezza. In un certo senso, non ho mai conosciuto qualcuno con cui potermi confrontare, qualcuno che fosse veramente in grado di tenermi testa e di comprendere i miei pensieri o le mie azioni, qualcuno come me.

-Ehi, Ryuuzaki, qualcosa non va?-                     
Ecco, appunto: mi volto verso il ragazzo all'altra estremità della catena, che per l'ennesima volta ha intuito i miei dubbi.
-Non preoccuparti, Light, sto solo riflettendo sull'unicità del caso Kira-
Sembra valutare la mia risposta. -Si, credo che per te sia difficile accettare il fatto di dover indagare in primo piano. Ma credo anche che non sia la tua incolumità ciò che ti preoccupa di più-. Ora mi osserva attentamente: quegli occhi imperscrutabili hanno il colore del sangue.
E continua: -Non è quello il motivo per cui ti nascondi, dopotutto. Forse è più facile per la gente pensare che L non si mostri per proteggersi, per non rischiare la propria vita...-
E in quell'istante si china su di me, sfiorando il mio orecchio con le labbra, per sussurrare:
-Ma io so che tu non temi il mondo, Ryuuzaki. Tu temi te stesso-.    
                                                                                                                                                                                  

                                                            [I believe in you, I can show you that I can see right through all your empty lies]

Non danno segno di volersi cicatrizzare, quei graffi sul polso; come per ricordarmi che, nonostante non sia più ammanettato, c'è una catena diversa che mi lega a L. Non sono ancora libero.
C'è qualcosa nell'aria, tuttavia, che rende sfuggente e inconsapevole ogni istante di questa giornata: è forse il silenzio attonito negli sguardi dei poliziotti? È il goffo vagare di Rem, ormai consapevole che nemmeno i sentimenti degli shinigami saranno impuniti da Kira? È il mio sorriso, che non riesce a celare la vittoria? Oppure è il profumo della pioggia sui tuoi capelli bagnati, Ryuuzaki?

No, è solo qualcuno che scrive su un quaderno. Che scrive il tuo nome.                                       
Ed è divina la mia euforia, nel contare uno per uno i quaranta secondi che romperanno quella catena.
Poi qualcosa si ferma: ma non è affatto divino lo sconcerto, e il respiro mozzato in gola, che mi urla di non lasciarti cadere. Ora capisco: è umano, quello che resta.
E allora ti afferro un secondo prima che il tuo esile corpo cada a terra, inerme.
Una volta mi chiedesti se avessi mai detto la verità, nella mia vita.
No, Ryuuzaki, non credo di averla mai detta. Ma la dico a te, ora. Ti mostro il volto di Kira, giustiziere, che sorride vincitore stretto al corpo del nemico. E so che l'hai sempre saputo, guardando l'ebano del tuo sguardo per l'ultima volta.
Hai voluto giocare col fuoco, L. Di più, hai voluto danzare con un demone. Questa è la tua fine.

Ma c'è ancora qualcosa nell'aria che stona lo scorrere di questa giornata, e mi irrita terribilmente non sapere cosa sia; forse sto impazzendo.
E poi le sento.
Le campane.

[Say goodbye, as we dance with the devil tonight. Don't you dare to look at him in the eyes]

  
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