“Devo complimentarmi con te! Avrai fatto davvero fatica ad eliminare un ninja di quel livello!”.
Questa frase, pronunciata con sarcasmo canzonatorio, sembrò risvegliare all’improvviso da uno stato di trance il giovane, e prevalse in lui l’ira che evidentemente pochi minuti prima si era abbattuta sull’innocente pastore. Le parole di scherno provenivano da una figura alta e losca, completamente avvolta da un lungo manto nero su cui si disegnavano con tratto morbido grandi nuvole rosse. Anche il volto dell’uomo era completamente coperto da un cappuccio bianco e da un alto bavaglio, nero come il mantello, che lasciava scoperti solamente gli occhi. Erano occhi di ghiaccio, grigi e piccoli, ma penetranti a dire il vero, che non lasciavano trasparire nessuna emozione, nessun moto del cuore, quasi come se quell’uomo non ne avesse mai avuto uno.
“Come ti sei permesso di interrompere la mia preghiera!”, gridò infuriato il ragazzo alzandosi di scatto in piedi.
“Non credo che un povero esaltato come te possa permettersi di parlarmi così, ragazzino. Uccidere un uomo che non vale nulla... è solo una perdita di tempo”, disse pacatamente l’uomo indirizzando lo sguardo verso il cadavere dell’anziano pastore.
“Per tua informazione era una vittima sacrificata al grande Janshin! E fra poco anche tu raggiungerai quel povero vecchio. Lo Janshinismo è la mia religione e ha un solo comandamento: uccidere chiunque intralci i miei passi!” gridò Hidan, questo il nome del ragazzo, un ninja molto famoso a dire il vero. Un fanatico religioso che aveva voltato le spalle al proprio villaggio, e peregrinava professando la propria fede omicida, i cui sacrifici lo consegnavano ora in preda all’adrenalina, che pervadeva ogni fibra del suo corpo.
“Tsk, fosse per me ti avrei già fatto fuori, anche perché a quanto ne so sulla tua testa c’è una taglia molto alta, ma ho ordini precisi, per cui vedi di non farmi innervosire, se ci tieni a vivere”.
“Oh! Non potevi dire cose più lontana dalla verità, credimi. Io non ci tengo a vivere, anzi, vorrei proprio morire”.
“Mi piacerebbe accontentarti, ma non posso proprio. Ucciderti per me è solo una questione di bilancio, e purtroppo, ora come ora, vali più da vivo. Mi limiterò a darti una lezione”.