Valar
Morghulis
«Tutti
gli uomini devono morire.»
Quella
moneta sembrava pesare macigni nella sua
tasca, ma nonostante ciò camminava come se nulla fosse,
affondando con
decisione i piedi nel terriccio bagnato.
Non era passato molto da quando l’ultima pioggia aveva
praticamente allagato
decine di villaggi e lei, sprovvista di cibo e di qualsiasi compagnia e
protezione, si era ritrovata a camminare e viaggiare per nave.
Non era riuscita a fare quello che si era ripromessa, non era riuscita
nemmeno
a torcere un solo capello a sua Maestà Cersei la Regina,
così come non era
riuscita a conficcare Ago nel petto di Re Joffrey. Ah, se avrebbe
voluto
infilzare quel pazzo depravato!
Sansa era ancora dispersa, Robb altrettanto.
Sua Madre era ancora troppo lontana dal suo corpo, le sue braccia erano
ancora
vuote dalla presenza del corpo caldo della madre.
Rickon e Bran erano ancora a Grande Inverno, chissà se vivi
o morti. Non lo
sapeva. Non aveva avuto loro notizie da quando si era ritrovata in una
fuga
costretta da Approdo del Re, dopo l’esecuzione del Lord suo
Padre.
Ma Arya Stark non si dava per vinta, nemmeno un po’.
I piedi della giovane avevano camminato mille leghe per superare il
Mare
Stretto, raggiungendo così Braavos in qualche giorno di
viaggio. Un viaggio che
si spinse fino all’incredibile, così come la spada
della ragazza si era spinta
nel petto –o se capitava male- nella gamba o nel braccio di
qualche mal
intenzionato che si avvicinava troppo, oppure di qualche sciocco che
pensava di
potersi prendere gioco di lei, derubandole il suo unico tesoro: la sua
spada.
Tutto sommato se l’era cavata alla grande, considerando il
fatto che avesse
perso le tracce di Gendry ormai da qualche tempo e la cosa la
spaventava, la
spaventava a morte!
E se gli è capitato qualcosa? Si
ritrovava allora a pensare nel buio della notte, avvolta in una coperta
che
magari era riuscita ad ottenere con il sudore della fronte. Se gli è capitato
qualcosa…che ne sarà di
me?
E allora si ritrovava a serrare le labbra, seriamente spaventata.
In molti avevano provato a salvarla, in molti avevano cercato di tenere
quella
sconsiderata ragazzina al sicuro, lontano dai guai e principalmente
lontano dai
Lannister, lontano da Approdo del Re e da qualsiasi nobile –o
non- con la
strana idea per mente di volerle fare del male.
Insomma, ora che si ritrovava da sola e piena di pensieri sentiva quasi
l’ansia
e le lacrime salire, ma quando ripensava al posto in cui si stava
recando…be’,
ritrovava un po’ di coraggio, decisamente.
Innanzi tutto i suoi pensieri andarono al suo coraggioso maestro di
danza, all’uomo
che gli aveva seriamente insegnato come si tiene in mano una spada, a
come ci
si muove e alla postura da assumere in un combattimento.
Syrio Forel.
Le labbra della ragazzina andavano ad abbellirsi con uno di quei rari
sorrisi
che ormai da qualche tempo si era sentita strappata via, privata
ingiustamente
e senza alcuna ragione.
Si stava dirigendo nella città natale del suo ormai disperso
amico –dire “defunto”
era troppo doloroso, perfino per lei- e la cosa la elettrizzava, la
cosa la
mandava fuori di testa!
Magari avrebbe visto e percorso le strade del suo amico, magari avrebbe
conosciuto qualcuno che…
No Arya, no.
I suoi pensieri intervennero con voce scaltra, pretendente.
Si ritrovò a serrare le labbra e ad abbassare il capo fino a
poggiare la fronte
alle ginocchia.
Non voleva rattristarsi ancora di più, non voleva pensare a
quello che il suo
abile amico non avrebbe più fatto per colpa sua, per salvare
la vita di una
ragazzina ribelle come lei!
Semplicemente doveva tenere la mente ferma, salda.
Una mano andò alla tasca dei pantaloni e prese la moneta che
si portava dietro,
esaminandola con infinita attenzione mentre passava le dita sopra al
contorno
del piccolo oggetto.
«Valar Morghulis.»
Pronunciò
quelle parole in antico Valyriano, proprio come quell’uomo
gli aveva insegnato.
Socchiuse
gli occhi e si accostò la moneta alle labbra.
«Valar Morghulis.»
{***}
La notte sembrò essere amica della giovane Lady Stark e in
qualche ora, passata
a rabbrividire in un angolo della Nave, vide il sole sorgere in alto
nel cielo
e le voci caotiche degli abitanti farsi largo fin le sue povere
orecchie, ormai
troppo stanche da tutto quel chiasso che stava a sentire da tempo.
La nave aveva attaccato al porto di Braavos e la sua attenzione ora
andò a
precipitarsi subito sui volti degli uomini e delle donne che riusciva a
individuare. Persone che non gli trasmettevano nessuna simpatia, dalla
donna
che la scrutava con diffidenza all’uomo che sembrava
accendere lo sguardo ad
ogni suo movimento.
Arya Stark rabbrividì ma nello stesso momento una mano
andò a stringere l’elsa
della spada.
Non si sarebbe scomodata a spaventarsi, no. Ora le sue intenzioni erano
ben
altre!
Da quanto gli era stato detto dal diretto interessato bastava porgere
la moneta
a qualsiasi uomo di Braavos e pronunciare quelle parole, quelle solo
parole e
chiunque avrebbe capito.
Arya deglutì, amareggiata e sconsolata. Che avesse commesso
un errore ad
allontanarsi così tanto da Gendry, ad allontanarsi
così tanto da qualsiasi
posto che avesse potuto chiamare “Casa”?
I suoi piedi si mossero sicuri e dopo essere scesa dalla nave
incominciò a
studiare i volti dei passanti, allontanandosi dal porto fino a
imboccare una
stradina che sembrava tutto tranne che raccomandata.
«Bene, Arya…» Commentò mentre
camminava, fissandosi attorno. Aveva smesso di
vedere file e file di abitanti da qualche minuto ormai e la cosa la
intimoriva
e non poco. «vediamo ora come ce la caviamo, eh?»
Sbuffò sonoramente,
rallentando un po’ il passo. Sconsolata sbuffò.
Si ritrovò a chinare il capo e a socchiudere gli occhi,
stremata dal lungo
viaggio e da tutto quello che stava accadendo da ormai anche fin troppo
tempo.
Il silenzio che ella andò a creare non durò
nemmeno qualche minuto, nemmeno
uno. Semplicemente udì dei passi alle spalle e il suo sangue
gelò.
Non sollevò il capo, Arya, semplicemente impugnò
la sua spada e estrasse
velocemente l’arma, voltandosi di scatto per puntare la lama
affilata e fine
contro al viso dell’uomo che la fronteggiava.
Lo straniero non sembrava avere cattive attenzioni, ma nonostante
ciò la pancia
più che abbondante non lasciava nulla
all’immaginazione, così come il tanfo di
vino che si portava addosso.
Vino per giunta scadente, tra
l’altro. Si
ritrovò a pensare mentre storceva le labbra.
Se c’era una cosa che aveva imparato stando al fianco di
Tywin Lannister era
riconoscere le cose di classe, i vini e cibi più prelibati.
E di sicuro, il
tanfo di vino che quello si portava appresso, non sarebbe stato di
gusto del
Lord Lannister.
Il naso di Arya andò a storcersi appena quando
l’uomo compì un passo in avanti,
costringendola di rimando a indietreggiare.
«Non fate un altro passo.» Sentenziò
alla fine con aria e tono deciso, puntando
maggiormente la spada. Tese il braccio e serrò le labbra
fino a farle
sbiancare, decisa più che mai a non far trapelare nemmeno
per un secondo la
paura che sembrava essersi impossessata di lei.
Lo sconosciuto sollevò placidamente le mani al cielo,
agitandole appena. «Non c’è
bisogno di allarmarsi, ragazzino.» Disse con un tono di voce
più che tirato.
«Pensavo che ti servisse un po’ d’aiuto.
Ti ho visto tutto solo, indifeso…»
Arya rabbrividì ancora, una volta ancora, e la cosa peggiore
è che non seppe
nemmeno dire per cosa l’aveva fatto, se essere stata
scambiata per un ragazzo –cosa
non male, alla fine- o se per quelle parole.
Alla fine fu il lato sensato di Arya a parlare e decise di continuare a
parlare, senza correggere o dare informazioni non gradite allo
sconosciuto.
«Sto cercando una persona.» Ammise alla fine ma
nonostante ciò rimase con la
spada puntata. Senza abbassare la guardia infilò una mano in
tasca e prese la
moneta, avvicinandosi solamente di qualche passo per mostrarla
all’uomo. Quest’ultimo
assunse un aria stranita nell’osservare l’oggetto e
alla fine sollevò lo
sguardo sopra alla giovane, scuotendo la nuca.
«Non capisco, ragazzo. Vuoi che ti compri del
cibo?»
Ah, le parole. «No, no.
E’ una moneta
molto importante.» Mormorò quelle parole con un
tono di voce basso, quasi perso
in chissà quale ricordo. Abbassò la spada, solo
di poco, e fece segnò all’uomo
di guardarla con più attenzione. «Valar
Morghulis.»
Per un istante regnò il silenzio in quella strada ormai
desolata completamente
eccetto per quelle due figure, quelle due figure che con aria
tranquilla se ne
stavano una davanti all’altra.
L’uomo annuì esclamando un
“Ahh” vigoroso, annuendo. Porse la mano alla
ragazza
e le restituì la moneta, facendole segno di seguirmi.
«Ti faccio strada.»
Esclamò e con andatura un po’ traballante e
incerta prese a camminare, facendo
retrofront.
La giovane Stark seguì l’uomo con la spada
foderata ma ugualmente impugnata,
pronta a sguainare Ago in qualsiasi momento di bisogno.
Camminarono per qualche minuto e alla fine raggiunsero un giardinetto
mal
curato con un piccolo pozzo in disuso al centro, deserto come la gran
parte
delle strade di Braavos.
Arya si guardò attorno, respirando lentamente mentre
l’uomo si voltava e
sorrideva.
«Valar Morghulis.» Disse
prima di allontanarsi da lei, sempre con la sua andatura traballante.
L’uomo
scomparve in una piccola viuzza che portava chissà dove,
lasciando la giovane
Lady da sola e spaesata.
«Aspetta, aspetta un attimo!» La ragazzina si mise
ad urlare forse un po’
troppo tardi, dal momento che la paura l’aveva pietrificata
al suolo. Ora era
rimasta sola, nuovamente, in un luogo che non conosceva.
Si guardò attorno con gli occhi che gli uscivano quasi dalle
orbite mentre dei
passi alle sue spalle la lasciarono in bilico mentre una voce prese a
parlare,
bassa e suadente.
«Valar Morgulis.»
Arya si girò per incontrare gli occhi caldi e penetranti di
Jaqen, scendendo
successivamente sull’increspatura sulla sua bocca che andava
a formare una
sottospecie di sorriso.
La giovane fissò alle spalle dell’uomo e
annusò un po’ l’aria.
Il puzzo di vino era passato, completamente.
Jaqen sorrise.
«Quest’uomo ti ha forse turbata,
ragazza?» Domandò con il suo solito modo di
parlare, socchiudendo gli occhi sul suo viso.
Jaqen non indossava più l’armatura, ovviamente, e
la cosa lasciò la giovane
sorpresa, affascinata!
L’uomo indossava delle vesti scialbe, per niente regali, ma
che sembravano
mettere in mostra il suo corpo maturo e forte.
Arya lasciò andare la spada, sospirando.
«Eri tu…» Esclamò con un tono
di voce basso, quasi indagatorio. Compì un passo
in avanti scrutandolo con attenzione. «Come hai fatto a
trovarmi per primo?»
«Quest’uomo ha viaggiato con te per tutto il
tempo.» Ammise con un tono di voce
un po’ più alto, come se fosse fiero di quello che
aveva fatto. Si compiacque
dell’espressione sorpresa e confusa della ragazzina,
proseguendo a parlare per
schiarirle le idee. «Braavos non aveva bisogno di me. Ho
seguito la ragazza in
tutto il suo viaggio. La ragazza era sola e quest’uomo le
è stato accanto.»
Disse mentre mosse un passo verso di lei, girandole attorno.
«Prima ero la donna
che ti ha dato la coperta. Poi l’uomo che ti fissava e ti
parlava. Dopo ancora
sono stato uno dei marinai e infine l’uomo che ti ha seguita
e condotta da me.»
Arya sentì le sue guance ardere e il suo cuore scaldarsi.
Jaqen H’ghar. Un eccentrico assassino che aveva finito con il
vegliare su di
lei, vegliare su una giovane persa mentalmente e no.
La giovane Lady Stark increspò le labbra. «Mi hai
seguita per tutto questo
tempo?» Chiese mentre abbassava il capo, abbattuta.
Be’, forse non era vero che
era sola, eh?
Jaqen posò una mano sulla sua nuca, scompigliandole i
capelli corti.
«Quest’uomo non era poi così pieno di
impegni.»
Arya socchiuse gli occhi, accennando ad un sorriso.
Chissà, magari Braavos poteva avere un posto in
più per lei.
Magari Jaqen aveva un posto in più per tenerla,
perché alla fine non sarebbe
stato poi così male stare con lui.
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Questa è…questa è la prima volta che
scrivo su Game of Thrones ed è anche la
prima che provo a scrivere qualcosa su Arya e Jaqen. E be’,
forse…non sarà
nemmeno l’ultima!
Questa è una delle coppie che mi ha preso più in
fissa nella serie e Jaqen, per
quanto poco lo abbia visto, mi è piaciuto molto,
così come adoro la piccola
Lady Stark!
Spero che sia di vostro gradimento.
-S.