Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: SamantaBiersack    08/02/2014    2 recensioni
Arya si sente sola, forse un po' troppo.
La sua famiglia è lontana mille leghe da lei e il suo cuore richiede un po' di calore, un calore che non sa nemmeno lei dove andare a cercare. O almeno fin quando le sue dita non si scontrano con la superficie fredda della moneta che si porta appresso.
{Jaqen/Arya}
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark, Jaqen H'ghar
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Valar Morghulis


«Tutti gli uomini devono morire.»

 

Quella moneta sembrava pesare macigni nella sua tasca, ma nonostante ciò camminava come se nulla fosse, affondando con decisione i piedi nel terriccio bagnato.
Non era passato molto da quando l’ultima pioggia aveva praticamente allagato decine di villaggi e lei, sprovvista di cibo e di qualsiasi compagnia e protezione, si era ritrovata a camminare e viaggiare per nave.
Non era riuscita a fare quello che si era ripromessa, non era riuscita nemmeno a torcere un solo capello a sua Maestà Cersei la Regina, così come non era riuscita a conficcare Ago nel petto di Re Joffrey. Ah, se avrebbe voluto infilzare quel pazzo depravato!
Sansa era ancora dispersa, Robb altrettanto.
Sua Madre era ancora troppo lontana dal suo corpo, le sue braccia erano ancora vuote dalla presenza del corpo caldo della madre.
Rickon e Bran erano ancora a Grande Inverno, chissà se vivi o morti. Non lo sapeva. Non aveva avuto loro notizie da quando si era ritrovata in una fuga costretta da Approdo del Re, dopo l’esecuzione del Lord suo Padre.
Ma Arya Stark non si dava per vinta, nemmeno un po’.
I piedi della giovane avevano camminato mille leghe per superare il Mare Stretto, raggiungendo così Braavos in qualche giorno di viaggio. Un viaggio che si spinse fino all’incredibile, così come la spada della ragazza si era spinta nel petto –o se capitava male- nella gamba o nel braccio di qualche mal intenzionato che si avvicinava troppo, oppure di qualche sciocco che pensava di potersi prendere gioco di lei, derubandole il suo unico tesoro: la sua spada.
Tutto sommato se l’era cavata alla grande, considerando il fatto che avesse perso le tracce di Gendry ormai da qualche tempo e la cosa la spaventava, la spaventava a morte!
E se gli è capitato qualcosa? Si ritrovava allora a pensare nel buio della notte, avvolta in una coperta che magari era riuscita ad ottenere con il sudore della fronte. Se gli è capitato qualcosa…che ne sarà di me?
E allora si ritrovava a serrare le labbra, seriamente spaventata.
In molti avevano provato a salvarla, in molti avevano cercato di tenere quella sconsiderata ragazzina al sicuro, lontano dai guai e principalmente lontano dai Lannister, lontano da Approdo del Re e da qualsiasi nobile –o non- con la strana idea per mente di volerle fare del male.
Insomma, ora che si ritrovava da sola e piena di pensieri sentiva quasi l’ansia e le lacrime salire, ma quando ripensava al posto in cui si stava recando…be’, ritrovava un po’ di coraggio, decisamente.
Innanzi tutto i suoi pensieri andarono al suo coraggioso maestro di danza, all’uomo che gli aveva seriamente insegnato come si tiene in mano una spada, a come ci si muove e alla postura da assumere in un combattimento.
Syrio Forel.
Le labbra della ragazzina andavano ad abbellirsi con uno di quei rari sorrisi che ormai da qualche tempo si era sentita strappata via, privata ingiustamente e senza alcuna ragione.
Si stava dirigendo nella città natale del suo ormai disperso amico –dire “defunto” era troppo doloroso, perfino per lei- e la cosa la elettrizzava, la cosa la mandava fuori di testa!
Magari avrebbe visto e percorso le strade del suo amico, magari avrebbe conosciuto qualcuno che…
No Arya, no.
I suoi pensieri intervennero con voce scaltra, pretendente.
Si ritrovò a serrare le labbra e ad abbassare il capo fino a poggiare la fronte alle ginocchia.
Non voleva rattristarsi ancora di più, non voleva pensare a quello che il suo abile amico non avrebbe più fatto per colpa sua, per salvare la vita di una ragazzina ribelle come lei!
Semplicemente doveva tenere la mente ferma, salda.
Una mano andò alla tasca dei pantaloni e prese la moneta che si portava dietro, esaminandola con infinita attenzione mentre passava le dita sopra al contorno del piccolo oggetto.
«Valar Morghulis.» Pronunciò quelle parole in antico Valyriano, proprio come quell’uomo gli aveva insegnato. Socchiuse gli occhi e si accostò la moneta alle labbra. «Valar Morghulis.»

{***}

La notte sembrò essere amica della giovane Lady Stark e in qualche ora, passata a rabbrividire in un angolo della Nave, vide il sole sorgere in alto nel cielo e le voci caotiche degli abitanti farsi largo fin le sue povere orecchie, ormai troppo stanche da tutto quel chiasso che stava a sentire da tempo.
La nave aveva attaccato al porto di Braavos e la sua attenzione ora andò a precipitarsi subito sui volti degli uomini e delle donne che riusciva a individuare. Persone che non gli trasmettevano nessuna simpatia, dalla donna che la scrutava con diffidenza all’uomo che sembrava accendere lo sguardo ad ogni suo movimento.
Arya Stark rabbrividì ma nello stesso momento una mano andò a stringere l’elsa della spada.
Non si sarebbe scomodata a spaventarsi, no. Ora le sue intenzioni erano ben altre!
Da quanto gli era stato detto dal diretto interessato bastava porgere la moneta a qualsiasi uomo di Braavos e pronunciare quelle parole, quelle solo parole e chiunque avrebbe capito.
Arya deglutì, amareggiata e sconsolata. Che avesse commesso un errore ad allontanarsi così tanto da Gendry, ad allontanarsi così tanto da qualsiasi posto che avesse potuto chiamare “Casa”?
I suoi piedi si mossero sicuri e dopo essere scesa dalla nave incominciò a studiare i volti dei passanti, allontanandosi dal porto fino a imboccare una stradina che sembrava tutto tranne che raccomandata.
«Bene, Arya…» Commentò mentre camminava, fissandosi attorno. Aveva smesso di vedere file e file di abitanti da qualche minuto ormai e la cosa la intimoriva e non poco. «vediamo ora come ce la caviamo, eh?» Sbuffò sonoramente, rallentando un po’ il passo. Sconsolata sbuffò.
Si ritrovò a chinare il capo e a socchiudere gli occhi, stremata dal lungo viaggio e da tutto quello che stava accadendo da ormai anche fin troppo tempo.
Il silenzio che ella andò a creare non durò nemmeno qualche minuto, nemmeno uno. Semplicemente udì dei passi alle spalle e il suo sangue gelò.
Non sollevò il capo, Arya, semplicemente impugnò la sua spada e estrasse velocemente l’arma, voltandosi di scatto per puntare la lama affilata e fine contro al viso dell’uomo che la fronteggiava.
Lo straniero non sembrava avere cattive attenzioni, ma nonostante ciò la pancia più che abbondante non lasciava nulla all’immaginazione, così come il tanfo di vino che si portava addosso.
Vino per giunta scadente, tra l’altro. Si ritrovò a pensare mentre storceva le labbra.
Se c’era una cosa che aveva imparato stando al fianco di Tywin Lannister era riconoscere le cose di classe, i vini e cibi più prelibati. E di sicuro, il tanfo di vino che quello si portava appresso, non sarebbe stato di gusto del Lord Lannister.
Il naso di Arya andò a storcersi appena quando l’uomo compì un passo in avanti, costringendola di rimando a indietreggiare.
«Non fate un altro passo.» Sentenziò alla fine con aria e tono deciso, puntando maggiormente la spada. Tese il braccio e serrò le labbra fino a farle sbiancare, decisa più che mai a non far trapelare nemmeno per un secondo la paura che sembrava essersi impossessata di lei.
Lo sconosciuto sollevò placidamente le mani al cielo, agitandole appena. «Non c’è bisogno di allarmarsi, ragazzino.» Disse con un tono di voce più che tirato. «Pensavo che ti servisse un po’ d’aiuto. Ti ho visto tutto solo, indifeso…»
Arya rabbrividì ancora, una volta ancora, e la cosa peggiore è che non seppe nemmeno dire per cosa l’aveva fatto, se essere stata scambiata per un ragazzo –cosa non male, alla fine- o se per quelle parole.
Alla fine fu il lato sensato di Arya a parlare e decise di continuare a parlare, senza correggere o dare informazioni non gradite allo sconosciuto. «Sto cercando una persona.» Ammise alla fine ma nonostante ciò rimase con la spada puntata. Senza abbassare la guardia infilò una mano in tasca e prese la moneta, avvicinandosi solamente di qualche passo per mostrarla all’uomo. Quest’ultimo assunse un aria stranita nell’osservare l’oggetto e alla fine sollevò lo sguardo sopra alla giovane, scuotendo la nuca.
«Non capisco, ragazzo. Vuoi che ti compri del cibo?»
Ah, le parole. «No, no. E’ una moneta molto importante.» Mormorò quelle parole con un tono di voce basso, quasi perso in chissà quale ricordo. Abbassò la spada, solo di poco, e fece segnò all’uomo di guardarla con più attenzione. «Valar Morghulis.»
Per un istante regnò il silenzio in quella strada ormai desolata completamente eccetto per quelle due figure, quelle due figure che con aria tranquilla se ne stavano una davanti all’altra.
L’uomo annuì esclamando un “Ahh” vigoroso, annuendo. Porse la mano alla ragazza e le restituì la moneta, facendole segno di seguirmi. «Ti faccio strada.» Esclamò e con andatura un po’ traballante e incerta prese a camminare, facendo retrofront.
La giovane Stark seguì l’uomo con la spada foderata ma ugualmente impugnata, pronta a sguainare Ago in qualsiasi momento di bisogno.
Camminarono per qualche minuto e alla fine raggiunsero un giardinetto mal curato con un piccolo pozzo in disuso al centro, deserto come la gran parte delle strade di Braavos.
Arya si guardò attorno, respirando lentamente mentre l’uomo si voltava e sorrideva.
«Valar Morghulis.» Disse prima di allontanarsi da lei, sempre con la sua andatura traballante. L’uomo scomparve in una piccola viuzza che portava chissà dove, lasciando la giovane Lady da sola e spaesata.
«Aspetta, aspetta un attimo!» La ragazzina si mise ad urlare forse un po’ troppo tardi, dal momento che la paura l’aveva pietrificata al suolo. Ora era rimasta sola, nuovamente, in un luogo che non conosceva.
Si guardò attorno con gli occhi che gli uscivano quasi dalle orbite mentre dei passi alle sue spalle la lasciarono in bilico mentre una voce prese a parlare, bassa e suadente.
«Valar Morgulis.»
Arya si girò per incontrare gli occhi caldi e penetranti di Jaqen, scendendo successivamente sull’increspatura sulla sua bocca che andava a formare una sottospecie di sorriso.
La giovane fissò alle spalle dell’uomo e annusò un po’ l’aria.
Il puzzo di vino era passato, completamente.
Jaqen sorrise.
«Quest’uomo ti ha forse turbata, ragazza?» Domandò con il suo solito modo di parlare, socchiudendo gli occhi sul suo viso.
Jaqen non indossava più l’armatura, ovviamente, e la cosa lasciò la giovane sorpresa, affascinata!
L’uomo indossava delle vesti scialbe, per niente regali, ma che sembravano mettere in mostra il suo corpo maturo e forte.
Arya lasciò andare la spada, sospirando.
«Eri tu…» Esclamò con un tono di voce basso, quasi indagatorio. Compì un passo in avanti scrutandolo con attenzione. «Come hai fatto a trovarmi per primo?»
«Quest’uomo ha viaggiato con te per tutto il tempo.» Ammise con un tono di voce un po’ più alto, come se fosse fiero di quello che aveva fatto. Si compiacque dell’espressione sorpresa e confusa della ragazzina, proseguendo a parlare per schiarirle le idee. «Braavos non aveva bisogno di me. Ho seguito la ragazza in tutto il suo viaggio. La ragazza era sola e quest’uomo le è stato accanto.» Disse mentre mosse un passo verso di lei, girandole attorno. «Prima ero la donna che ti ha dato la coperta. Poi l’uomo che ti fissava e ti parlava. Dopo ancora sono stato uno dei marinai e infine l’uomo che ti ha seguita e condotta da me.»
Arya sentì le sue guance ardere e il suo cuore scaldarsi.
Jaqen H’ghar. Un eccentrico assassino che aveva finito con il vegliare su di lei, vegliare su una giovane persa mentalmente e no.
La giovane Lady Stark increspò le labbra. «Mi hai seguita per tutto questo tempo?» Chiese mentre abbassava il capo, abbattuta. Be’, forse non era vero che era sola, eh?
Jaqen posò una mano sulla sua nuca, scompigliandole i capelli corti.
«Quest’uomo non era poi così pieno di impegni.»
Arya socchiuse gli occhi, accennando ad un sorriso.
Chissà, magari Braavos poteva avere un posto in più per lei.
Magari Jaqen aveva un posto in più per tenerla, perché alla fine non sarebbe stato poi così male stare con lui.



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Questa è…questa è la prima volta che scrivo su Game of Thrones ed è anche la prima che provo a scrivere qualcosa su Arya e Jaqen. E be’, forse…non sarà nemmeno l’ultima!
Questa è una delle coppie che mi ha preso più in fissa nella serie e Jaqen, per quanto poco lo abbia visto, mi è piaciuto molto, così come adoro la piccola Lady Stark!
Spero che sia di vostro gradimento.


-S.

  
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