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Autore: JunJun    08/02/2014    4 recensioni
Castiel è un essere umano e vive nel bunker insieme a Dean, Sam/Zeke e Kevin.
[Raccolta di flashfic parecchio a caso, ambientate dopo l'episodio 9x03]
[Contesto generale, ma in alcune flashfic c’è qualche richiamo alla mia fanfic “Lusus sanguinis”.]
Genere: Demenziale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Kevin Tran, Sam Winchester
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Cose sempre piu' a caso.


>> SPOILER episodio 2x13 di Torchwood <<

Personaggi: Dean,  Castiel, Sam, Kevin, Charlie.
Parole: 943

Genere: Drammatico (per Dean) (come al solito) (seriamente, povero cristo)

 

 

Dean avvertì una goccia d’acqua colpirgli il naso.
Il capannone in cui si trovava era buio e umido. Le tubazioni dell’acqua erano rovinate e vi erano dappertutto marciume, topi e cavi scoperti.
Lui, Sam e Castiel erano sulle tracce di alcuni demoni al servizio di Abbaddon; le loro ricerche li avevano condotti sul molo di un vecchio porto abbandonato e, mentre Sam e Castiel esploravano la banchina, Dean aveva deciso di fare qualche ricerca all’interno.
Il suo cellulare vibrò, lui lo estrasse e lesse l’sms che Sam gli aveva appena inviato. Recitava: “Trappola dei demoni – ci stanno massacrando.”
Gettò a terra la torcia, estrasse il coltello e si precipitò fuori dal capannone. Raggiunse la banchina, correndo fra i cassoni arrugginiti di merce. Vide segni di lotta dappertutto.
Sam era accasciato a terra. Dean verificò il suo battito e il suo respiro e realizzò che era solo svenuto.
Si guardò intorno, ma la zona era deserta e silenziosa. “Cas!” gridò, “Cas, dove sei?”
Pregando che non gli fosse successo nulla, continuò a chiamare il compagno finché qualcuno alle sue spalle non gli afferrò il polso.
“Dean,” disse lo sconosciuto. Era un omino ben oltre la mezz’età, probabilmente un pescatore. Era basso e pienotto, con i capelli grigi e unti semicoperti da un brutto cappello, i vestiti sporchi e la pelle raggrinzita.
Il cacciatore si liberò dalla sua presa con uno strattone. “Chi diavolo sei tu? Come conosci il mio nome?” domandò.
Il pescatore gli puntò addosso i suoi occhi piccoli e neri e inclinò la testa di lato. “Dean, sono io. Il mio tramite è stato danneggiato in modo irreparabile, per cui sono stato costretto a cercarne uno nuovo. Da oggi, questo sarà il mio nuovo tramite.”
Dean si sentì mancare la terra sotto i piedi. “C-Cosa?” indietreggiò di un passo e squadrò meglio colui che si era appena presentato come il nuovo Castiel. La bocca gli si asciugò e rimase spalancata in un’espressione a metà fra il nodaimistaiprendendoperilculo e il porcaputtanaedorachecazzofaccio.
“Questa situazione ti turba in qualche modo?” chiese Castiel, preoccupato.
“Io… io…no, no,” mentì lui, agitando il coltello.
“Forse… forse il mio tramite non è di tuo gradimento?” gli occhi di Castiel divennero lucidi e Dean si sentì malissimo, perché poteva anche essere nel corpo di un vecchio basso e sciatto e puzzolente, ma era sempre il suo Cas, e lui detestava veder soffrire il suo Cas. “Mi dispiace. Non è una cosa che ho voluto, ma… se non riesci a sopportare la mia vista, io…”
Dean gli poggiò le mani sulle spalle, interrompendolo. “Cas, ti ricordi di quel gatto pulcioso? A me non mi importa l’aspetto che hai. Io...” si morse le labbra, cercando la forza di pronunciare di nuovo quelle parole, “…io ti amo.”
Il suono di quelle poche sillabe bastò a rassicurare l’angelo, che gli rivolse un sorriso sdentato. Dean sorrise a sua volta, anche se un po’ nervosamente. Ma ciò che lo distrusse psicologicamente fu il fatto che, subito dopo, Castiel cercò di baciarlo.
E’ Cas, si ripeté il cacciatore. E’ Cas E’ Cas E’ Cas ma no, per quanto fosse una cosa orribile da parte sua, in quel momento voleva solo correre via da quell’uomo e dal suo alito nauseante. Amava Castiel, lo amava davvero e per questo motivo gli veniva da piangere per la sua debolezza, ma di colpo sentì uno sparo: si svegliò e scattò a sedere sul divano del bunker.
“Buongiorno, principessina,” disse Sam, divertito. Dean si rese conto di essersi addormentato sulla sua spalla.
“Ma hanno sparato a Tosh! Perché hanno sparato a Tosh?!” esclamò Kevin, dall’altra parte del divano.
Ah. Giusto. Charlie e il suo tentativo di convertirli a Torchwood, quel telefilm assurdo che iniziava un po’ come una loro giornata tipo ma si concludeva con la scoperta che lo stronzo del giorno era un alieno.
Dean si massaggiò la spalla. Ora che ci pensava, perché aveva sognato che Cas era un angelo? Lui non era piu’ un angelo….giusto?
Si guardò attorno preoccupato, cercandolo con lo sguardo.
“Bah, perché noi asiatici dobbiamo sempre morire a caso in questi telefilm?” protestava intanto Kevin.
Charlie gli diede una pacca sulla spalla.
Castiel comparve nella stanza un istante dopo con una ciotola di pop-corn in mano. “E’ solo finzione, Kevin. Sono abbastanza sicuro che quella donna non sia morta davvero,” spiegò, prendendo posto fra lui e Dean. Quest’ultimo fece un sospiro che definire di sollievo era limitativo.
Sam si sporse sulle gambe del fratello maggiore e rubò la ciotola a Castiel. Lui ci rimase male, ma alla fine decise che non gli importava; allungò il braccio sul tavolino di fronte per prendere una birra, dando l’opportunità a Dean di scorgere il complesso sigillo enochiano impresso sulla pelle che si intravedeva dal collo sbottonato della sua camicia (e, sì, quel suo nuovo tatuaggio era parecchio eccitante).
“Cas…” mormorò il cacciatore, catturando l’attenzione del compagno. Ottenne in risposta un sorriso sereno e uno sguardo fatto di occhioni blu magnetici. Castiel si era rasato da poco ed aveva i capelli scompigliati come se fosse appena rotolato giù dal letto. 
Dean gli saltò praticamente addosso, gli circondò le spalle con le braccia e lo strinse a sé; immerse il viso nell’incavo del suo collo e respirò il suo odore, misto al suo profumo caldo di mirra e cannella.
“D-Dean...?”
 “Cas, sei ancora sexy,” sospirò lui, facendo sputare il pop-corn a Sam. “Sei ancora sexy, grazie al cielo.”

 

Epilogo:
Castiel non aveva mai capito come funzionavano gli abbracci e nessuno si era mai premurato di spiegarglielo per cui, nei secondi successivi, rimase lì fermo, confuso e irrigidito. Quando alla fine Dean sciolse l’abbraccio e, tutto felice, si accoccolò sulle gambe del suo ex-angelo, Kevin si roteò un dito intorno alla tempia; Sam rispose scrollando le spalle, mentre Charlie scoppiò a ridere sonoramente.

  
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