Cose sempre piu' a caso.
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SPOILER episodio 2x13 di Torchwood
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Personaggi: Dean,
Castiel, Sam, Kevin, Charlie.
Parole: 943
Genere:
Drammatico
(per Dean) (come al solito) (seriamente, povero cristo)
Dean
avvertì una goccia d’acqua colpirgli il
naso.
Il capannone in cui si trovava era buio e umido.
Le tubazioni dell’acqua erano rovinate e vi erano dappertutto
marciume, topi e
cavi scoperti.
Lui,
Sam e Castiel erano sulle tracce di alcuni demoni al servizio di
Abbaddon; le
loro ricerche li avevano condotti sul molo di un vecchio porto
abbandonato e,
mentre Sam e Castiel esploravano la banchina, Dean aveva deciso di fare
qualche
ricerca all’interno.
Il suo cellulare vibrò, lui lo estrasse e
lesse l’sms che Sam gli aveva appena inviato. Recitava:
“Trappola dei
demoni –
ci stanno massacrando.”
Gettò a terra la torcia, estrasse il coltello
e si precipitò fuori dal capannone. Raggiunse la banchina,
correndo fra i
cassoni arrugginiti di merce. Vide segni di lotta dappertutto.
Sam era accasciato a terra. Dean verificò il
suo battito e il suo respiro e realizzò che era solo
svenuto.
Si guardò intorno, ma la zona era deserta e
silenziosa. “Cas!” gridò,
“Cas, dove sei?”
Pregando che non gli fosse successo nulla, continuò
a chiamare il compagno finché qualcuno alle sue spalle non
gli afferrò il
polso.
“Dean,” disse lo sconosciuto. Era un omino
ben oltre la mezz’età, probabilmente un pescatore.
Era basso e pienotto, con i
capelli grigi e unti semicoperti da un brutto cappello, i vestiti
sporchi e la
pelle raggrinzita.
Il cacciatore si liberò dalla sua presa con
uno strattone. “Chi diavolo sei tu? Come conosci il mio
nome?” domandò.
Il pescatore gli puntò addosso i suoi occhi
piccoli e neri e inclinò la testa di lato. “Dean,
sono io. Il mio tramite è
stato danneggiato in modo irreparabile, per cui sono stato costretto a
cercarne
uno nuovo. Da oggi, questo sarà il mio nuovo
tramite.”
Dean si sentì mancare la terra sotto i piedi.
“C-Cosa?” indietreggiò di un passo e
squadrò meglio colui che si era appena
presentato come il nuovo Castiel. La bocca gli si asciugò e
rimase spalancata
in un’espressione a metà fra il
nodaimistaiprendendoperilculo
e il
porcaputtanaedorachecazzofaccio.
“Questa situazione ti turba in qualche modo?”
chiese Castiel, preoccupato.
“Io… io…no, no,”
mentì lui, agitando il
coltello.
“Forse… forse il mio tramite non è di
tuo
gradimento?” gli occhi di Castiel divennero lucidi e Dean si
sentì malissimo, perché
poteva anche essere nel corpo di un vecchio basso e sciatto e
puzzolente, ma
era sempre il suo Cas,
e lui detestava veder soffrire il suo Cas.
“Mi dispiace.
Non è una cosa che ho voluto, ma… se non
riesci a sopportare la mia vista,
io…”
Dean gli poggiò le mani sulle spalle,
interrompendolo. “Cas, ti ricordi di quel gatto pulcioso? A
me non mi importa l’aspetto
che hai. Io...” si morse le labbra, cercando la forza di
pronunciare di nuovo
quelle parole, “…io ti amo.”
Il suono di quelle poche sillabe bastò a rassicurare l’angelo, che gli rivolse un sorriso
sdentato. Dean
sorrise a sua volta, anche se un po’ nervosamente. Ma
ciò che lo distrusse
psicologicamente fu il fatto che, subito dopo, Castiel cercò
di baciarlo.
E’ Cas,
si ripeté il cacciatore.
E’ Cas E’
Cas E’ Cas ma
no, per quanto fosse una cosa orribile da parte sua, in quel momento
voleva solo correre via da
quell’uomo
e dal suo alito nauseante. Amava Castiel, lo amava davvero e per questo motivo
gli
veniva da piangere per la sua debolezza, ma di colpo sentì
uno sparo: si
svegliò e scattò a sedere sul divano del bunker.
“Buongiorno, principessina,” disse Sam, divertito.
Dean si rese conto di essersi addormentato sulla sua spalla.
“Ma hanno sparato a Tosh! Perché hanno
sparato a Tosh?!” esclamò Kevin,
dall’altra parte del divano.
Ah. Giusto. Charlie e il suo tentativo di
convertirli a Torchwood, quel telefilm assurdo che iniziava un
po’ come una
loro giornata tipo ma si concludeva con la scoperta che lo stronzo del
giorno
era un alieno.
Dean si massaggiò la spalla. Ora che ci pensava,
perché aveva sognato che Cas era un angelo? Lui non era
piu’ un angelo….giusto?
Si guardò attorno preoccupato,
cercandolo con lo sguardo.
“Bah, perché noi asiatici dobbiamo sempre
morire a caso in questi telefilm?” protestava
intanto Kevin.
Charlie gli diede una pacca sulla spalla.
Castiel comparve nella stanza un istante dopo
con una ciotola di pop-corn in mano. “E’ solo
finzione, Kevin. Sono abbastanza
sicuro che quella donna non sia morta davvero,”
spiegò, prendendo posto fra lui
e Dean. Quest’ultimo fece un sospiro che definire di sollievo
era limitativo.
Sam si sporse sulle gambe del fratello maggiore e rubò la
ciotola a Castiel. Lui ci rimase male, ma alla fine decise che non gli
importava; allungò il braccio sul tavolino di fronte per
prendere una birra, dando
l’opportunità a Dean di scorgere il complesso
sigillo enochiano impresso sulla
pelle che si intravedeva dal collo sbottonato della sua camicia (e,
sì, quel
suo nuovo tatuaggio era parecchio eccitante).
“Cas…” mormorò il cacciatore,
catturando l’attenzione
del compagno. Ottenne in risposta un sorriso sereno e uno sguardo fatto
di
occhioni blu magnetici. Castiel si era rasato da poco ed aveva i
capelli
scompigliati come se fosse appena rotolato giù dal
letto.
Dean gli saltò
praticamente addosso, gli circondò le spalle con le braccia e lo
strinse a sé; immerse
il viso nell’incavo del suo collo e respirò il suo
odore, misto al suo profumo caldo
di mirra e cannella.
“D-Dean...?”
“Cas,
sei ancora sexy,” sospirò lui, facendo sputare il
pop-corn a Sam. “Sei ancora
sexy, grazie al cielo.”
Epilogo:
Castiel
non aveva mai capito come
funzionavano gli abbracci e nessuno si era mai premurato di
spiegarglielo per
cui, nei secondi successivi, rimase lì fermo, confuso e
irrigidito. Quando alla fine
Dean sciolse
l’abbraccio e, tutto felice, si accoccolò sulle
gambe del suo ex-angelo, Kevin si roteò un
dito intorno alla tempia; Sam rispose scrollando le spalle, mentre
Charlie
scoppiò a ridere sonoramente.