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Autore: WrongandRight    08/02/2014    2 recensioni
Breve racconto con nessun significato specifico ed un significato in particolare... C'è chi vive alla giornata e chi cerca risposte, perché vuole essere libero. Forse nei sogni la risposta è più chiara che nei nostri giorni.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Premetto che non so come sia nata questa storia... Volevo scrivere qualcosa da dedicare al compleanno di una mia cara amica e, più in generale alle mie migliori amiche a cui devo tanto xD Alla fine è nato questo folle racconto che non vuol dire nulla ed allo stesso tempo per me vuol dire molto. Spero che questa corta follia possa piacere a qualcuno, augurando a tutti un buon futuro! =)          


               Viaggio allucinante in rosa                               


In un mondo di sogni, di pensieri e sorrisi, parallelo alla realtà e di essa rivolto sulla dominante, il tempo scorre un po' più lento; un po' più a caso, un po' senza senso.
Il cielo dipinto di nuvole rosa e una luce soffice come marshmallow rendevano di fiaba l'atmosfera e in ogni tempo primavera. La calma più pura e la dolcezza immatura.
Nel mondo dei sogni dove tutto accade e nella notte nel sogno è la realtà che appare.

La piccola bambina dai capelli neri, dagli occhi sgranati e dai mille pensieri andava camminando e cantando sulla strada gommosa che lunga si estendeva fino alle lontane case.

 Mille sogni ancora
 coperti da un velo di luce.
 Mille pianti all'aurora
 per un pensiero che scuce

 il reale e la sicurezza, 
 nei quali vivo leggera;
 il tempo e la certezza
 di essere un po' più vera.

 Son di marzapane i comignoli,
 di cioccolata il lago,
 e nei luoghi incantevoli

 perdo dei pensieri lo spago,
 ed ai tempi spiacevoli
 rimedio con lo svago.


Così cantava e il tempo passava. Rimuginando sugli anni che se vanno, sulla vita che ricomincia e ricomincerà di certo nel giorno del suo compleanno.
Un batuffolo color lampone passò saltellando accanto alla bambina, con occhi teneri e sorriso birichino. La guardò con fare incuriosito e continuando a rimbalzare con candore iniziò a parlare.

“Come mai sei qui in viaggio? Di giorno, poi, è cosa assai strana. Cosa cerchi in questo mondo strano, pieno di colori, ma senza un umano?”
“Cerco me stessa – rispose la piccola dagli occhi d'oro -. Sulla Terra non mi trovo. È troppo buio, troppo nero ed io non vedo.”
“La risposta qua non c'è. Ci sono degli indizi ma non il tuo spirito, quello è nella realtà. Hai tutto il tempo di questo mondo, non precipitarti a capire. Se guardi bene, tra le stelle e tra la gente, troverai una strada. Ma devi avere pazienza e molta calma. Sei giovane, vivi.”
“E se non sapessi farlo?”
“Tutti sanno farlo! - rispose indignata la nuvola- Fai un bel sorriso, stringi mani nuove e trova una passione.”
“È difficile...”
“Tutto è difficile.”
“E tu chi sei?”
“Non lo so. - Rispose beffarda- È il tuo sogno, non il mio.”

E così dicendo saltellò via, fischiettando.  
Quel mondo allucinante era così leggero da essere inquietante; un sogno a metà con l'incubo e la follia, perché la strada non finiva e scivolava via. Le risposte che cercava evaporavano come l'anidride carbonica di quel fiume di fanta laggiù... Sì proprio là in fondo, vicino alla casupola di legno diroccata che agli occhi dolci della pellegrina sembrava un castello su di una collina.
Questa era una sua fantasia, o così le pareva, perché sapeva che il giorno dopo avrebbero richiesto da lei nuova responsabilità, nuovi impegni e nuove fatiche.
Niente era mai abbastanza là fuori, tutto pesava come un masso che precipitava da una montagna, tutto la soffocava come cappa, come il fumo londinese, ed era instabile persino la terra sotto i suoi piedi.

Entrando nel casetta, con aria circospetta, vide una tavola imbandita ed una stanza di bianco allestita. Un bianco accecante, come il latte; un bianco così splendente che chi ha vissuto nel grigio vi si perde. Al centro del tavolo vi era una enorme torta, bianca di panna e rossa di fragole. Ma non vi era nessuno attorno. Di quelle persone che si aspettavano tanto neanche l'ombra. Però quella leggerezza era vuota, vuota di tutto. 
Lei che viveva nell'ansia non apprezzava questa libertà. Troppa. E a che prezzo?

Le foto, su un mobile sulla destra della stanza posto sotto ad una larga finestra, ritraevano lei e solo lei. Quei suoi grandi occhi d'oro ed il vestito preferito che indossava sempre. Iniziò a pensare che fosse un incubo.
I suoi impegni, le sue passioni, le persone che detestava... Esistevano ancora? 
Erano questi gli indizi della nuvola rosa?
Quel mondo caramellato era così bello da far male.

"Svegliati, poltrona!"
"..Mmm.."
"Possibile che tu ti sia addormentata proprio ora?"
"Che c'è...?"
"Muoviti!"

La voce infastidita la riportò alla realtà. La bambina si era assopita sul suo libro preferito, quello che sapeva di rose, di avventure e di un paese lontano. Un paese meraviglioso ed ignaro.
Nelle foto accanto al comodino le foto erano le stesse, quelle piene di colori e di gente.
Seguendo quella voce rassegnata che l'aveva salvata dal suo mondo, si ritrovò in cucina dove l'accolsero i sorrisi di chi credeva lontano ed assente. Mani calde e luce incandescente. La torta era quella bianca del suo sogno, ma la stanza era piena, distante dal ricordo.
Non seppe perché, né seppe come, ma un dolce calore riempì il suo cuore: una dolce fiamma che sapeva di amicizia e di soddisfazione. Tutte quelle sue pene forse avevano uno scopo.
Forse la risposta non era il mondo della pace, forse era il mondo della fatica cheti ripaga del sudore versato. 
E mentre soffiava sulle poche candeline, le venne passato un grosso e tenero pupazzo rosa, una grande nuvola sorridente che la guardava divertita. Sentì nella testa quella voce impertinente che la separò dal presente.

"Hai trovato la risposta, giovane fanciulla?"
"Forse."
"È già qualcosa."
"Tu chi sei?"
"Chi lo sa!"
"Chi sei?"
"Sono la luce che vorresti avere, il calore che vorresti provare, sono la gioia mandata dai tuoi amici, sono la voce che ti guiderà lontano."
"Mi aiuterai?"
"Certamente."

Sembrò che il pupazzo cambiasse forma e sorridesse ancora più divertito dall'innocenza della giovane, ma se era un'allucinazione nessuno poté dirlo, nessuno vide e nessuno vedrà.
Ma quando il fumo uscì dalle candeline ed andò a formare il soffice mosaico della sua vita futura per portare i suoi desideri lontano, di nuovo su quell'altura, poté vedere la casetta diroccata con mille colori, il villaggio vivo e la strada corta come non mai.
Ed ancora come un bisbiglio, come una brezza primaverile, come la carezza di un bambino e luce in un cortile, udì la sua nuova vita respirare ed infonderle coraggio in vista dell'avvenire.

"Aguri e sii te stessa. Vivi e gioisci di quello che ti resta." 
   
 
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