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Autore: giapponesina6    08/02/2014    1 recensioni
Nella regione di Kalos una graiosa ragazzina, intenta a scegliere il suo cappello è così emozionata all'idea di ritornare sul luogo del loro primo incontro e finalmente dichiarargli il suo amore. Ma in quella foresta vengono alla mente tante emozioni, diverse da individuo a indivuduo. E vedere quel bacio per quella ragazza dai capelli rossi, può trasformare tutto in incubo... tanto da perdere ogni suo ricordo. Questa nuova storia l'avevo iniziata qualche settimana fa, spero possa piacervi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Misty, Serena, Tracey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
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Eccomi qui con una nuova storia, so che molti di voi avete chiesto una continuazione dell'altra, ci stolavorando, ma nel frattempo avevo cominciato a lavorare su questa  e mi ha rapita molto. Devo ammettere che mi sono innamorata di qeusta storia, soprattutto di alcune scene, spero possa trasmettere le stesse cose anche a voi. Buona Lettura.



Era una splendida giornata di primavera, nell’aria vi era un dolce profumo di ciliegio, aleggiava per le strade della regione di Kalos. In una camera piccola, una graziosa ragazzina da lunghi capelli biondi, era intenta a scegliere il cappello che avrebbe indossato per quel viaggio tanto importante. Finalmente il ragazzo si era deciso ad acconsentire al suo desiderio di riportarla a Kanto, dove l’aveva incontrato per la prima volta.
Era lì che aveva intenzione di dichiarargli i suoi sentimenti, proprio nel posto dove aveva incontrato i suoi occhi la prima volta. Dove l’aveva aiutata e stretta tra le sue braccia.
Serena arrossì in volto al pensiero di quel momento. Per anni aveva atteso di rivederlo e ora finalmente l’aveva ritrovato.
< Ecco credo che indosserò questo > strinse tra le mani un cappello color pesca lo provò e le stava d’incanto.
Girò su stessa e sorrise nel veder la sua immagine allo specchio con quell’accessorio, le dava davvero un’aria elegante. Ritornò alla realtà solo nel momento in cui lui bussò alla sua porta.
Vederlo, ogni volta le provocava un tumulto al cuore.
< Ma Serena non sei ancora pronta, il nostro aereo partirà tra meno di un’ora >
< Dammi solo altri cinque minuti. >
< Ancora? > anche il Pokemon giallo era incredulo della cosa.
< E va bene andiamo > prese la sua valigia dal letto e si recò verso la porta, il ragazzo la seguì con aria rassegnata.
 
Il ragazzo non era più nella pelle nel ritornare nella sua regione di Kanto, ormai erano trascorsi diversi mesi da quando aveva deciso di intraprendere il viaggio verso Kalos. Il suo primo pensiero fu rivolto a sua madre, di sicuro sarebbe tanta contenta di vederla e poi avrebbe avuto occasione di rivedere anche i suoi vecchi amici Brock, Tracey e Misty.
Già proprio lei.
Si era chiesto più volte come le stessero andando le cose in palestra, anche perché da quando era arrivato lì a Kalos non aveva avuto più modo di mettersi in contatto con lei.
La ragazzina seduta sul seggiolino di fianco al suo lo osservava mentre lui aveva lo sguardo fisso sull’oblò.
< Qualcosa non va Ash? >
Lui sobbalzò alla frase dell’amica, quasi non aveva notato che lei gli stesse parlando.
Era successo di nuovo.
< No nulla, sono solo contento di fare rientro a casa. > tornò a guardare dal finestrino.
Lei lo guardò con aria preoccupata, non era la prima volta a sorprenderlo immerso nei suoi pensieri. Ci fu un episodio simile quando l’aveva trovato a fissare uno strano amo a forma di ragazzina. Le era sembrato molto strano, ma lui si era limitato a dirle che era una vecchia storia. Lei ovviamente non aveva insistito.
< Sai non vedo l’ora di rivedere il professor Oak, chissà se si ricorderà di me durante quel campo estivo, tu cosa ne pensi? >
< Non saprei, il professor Oak ha una buona memoria su tutto quello che riguarda il mondo dei Pokemon, per il restante non è una cima > le sorrise.
Lei arrossì leggermente.
Finalmente avrebbe rivisto il luogo dove si erano incontrati per la prima volta e avrebbe potuto dichiarargli i suoi sentimenti.
 
 
Nella palestra di Cerulian, la giornata, trascorreva come le altre. Misty aveva appena finito un incontro di Pokemon e lo sfidante si era ritrovato battuto e senza medaglie.
< Dovresti essere un po’ più clemente con questi allenatori > irruppe Tracey nella sala dove si trovava lei.
< Fuori da qui non troveranno nulla di gentile questi ragazzini > disse lei con tono alquanto scocciato.
< Perché dici così, non tutti avranno la sfortuna di incontrare una ragazzina ostinata e antipatica come te durante il viaggio > le fece la linguaccia.
< Mi chiedo come mai allora tu hai deciso addirittura di seguire quel tipo di ragazza nella sua palestra > questa volta fu lei a fargli la smorfia.
< Questa nave aveva bisogno di un capitano >
< Spero solo che non affondi >
Lu punse dritto allo stomaco. Lei quando voleva sapeva essere dannatamente crudele quanto bella.
La ragazzina prese a sciogliersi lo chignon e i suoi lunghi capelli rossi le caddero sulla schiena, indossò una tuta sul costume e si diresse verso la sua stanza.
< Ero venuto qui per dirti una cosa molto importante, o meglio che per te è molto importante, ma visto e considerato il modo in cui mi tratti, credo che lo dirò a qualcun altro > disse in tono infastidito.
< Di cosa si tratta? > lei lo guardò dritto negli occhi.
E solo gli dei sanno quanto possano essere dannatamente convincenti qui suoi occhi verdi.
< Ho una notizia che ti rallegrerà mia cara. >
< Hai deciso di andartene >
Il ragazzo deglutì nervosamente.
< Ma Misty? >
< Scherzavo Tracey, ovviamente >
< Non immagini neanche di cosa possa trattarsi? > voleva tenerla sulle spine.
< Se lo sapessi non staresti qui a supplicarmi di indovinare. Coraggio spara il rospo. > un pensiero le aleggiava nella mente, ma ovviamente non poteva trattarsi di quello. Lui era troppo distante.
< Eppure sono convinto che nel tuo cuore speri che sia proprio quello a cui stai pensando. Non ho forse indovinato? >
Lei arrossì.
< Tracey non ho tempo da perdere, quando avrai intenzioni di dirmi di cosa si tratta mi troverai in camera mia >
< Si tratta di Ash >
Nel sentir pronunciare il suo nome la terra le venne meno sotto i piedi.
Come per incanto il respiro le venne a mancare  e il cuore prese a batterle all’impazzata.
< Ash? > pronunciò con un filo di voce.
< Già proprio lui. Ho sentito Brock questa mattina e mi ha riferito che Ash sarà qui a breve, per non so quale strano motivo >
Non poteva essere vero. Non lo vedeva da così tanto tempo, forse erano passati anni dall’ultima volta che si erano visti e poi da quando era partito per Kalos avevano perso ogni tipo di rapporto telefonico, causa la dannata distanza.
< Perché non mi ha avvertito? >
< Molto probabilmente voleva farti una sorpresa, Brock mi aveva detto di non dirti nulla, ma non ho saputo resistere. >
< Ash sta venendo qui a Kanto? >
< Ma mi ascolti? Ti ho appena detto che sta per tornare, credo che adesso dovrebbe già essere in viaggio >
lo lasciò lì impalato come uno stupido. Ma lui sapeva benissimo che la cosa aveva riaffiorato emozioni assopite da tempo e che ora lei aveva bisogno di starsene un po’ sola.
 
 
Quella notizia era arrivata come un fulmine a ciel sereno. Proprio ora che era riuscita a voltare pagina e cercare di non pensare più a lui. Era tornato a darle tormento nei suoi pensieri era stata la causa delle sue notti passate in bianco e delle tante lacrime versate.
Finalmente l’avrebbe rivisto.
Aveva aspettato quel momento da così tanto tempo che ormai le appariva come un sogno lontano, o un’illusione. Era arrivata al punto di chiedersi se il suo viaggio con Ash era stato reale o solo frutto della sua immaginazione.
Ma quelle sensazioni non potevano essere fantasie.
Quello stomaco in subbuglio ad ogni suo sguardo era anche fin troppo reale.
Aprì un cassetto e ne tirò fuori una foto. Ritraeva lei e Ash nel giorno delle premiazioni della lega di indago plateau. Era passato così tanto tempo e lei era così diversa.
Vide la sua immagine riflessa nello specchio, quella ragazzina, maschiaccio, dai capelli corti aveva lasciato il posto ad una ragazza bellissima.
< Chissà se anche lui è cambiato > ma osservando quella foto sapeva in cuor suo che il suo Ash non sarebbe mai cambiato.
 
 
Nella città di Pallet c’era una certa agitazione in casa Ketchum. La donna era così ansiosa di riabbracciare il suo piccolo bambino. Nonostante ora avesse ben 17 anni per lei restava un bambino.
Il giovane allevatore di Pokemon aveva deciso di rimanere lì in assenza di Ash, per fare compagnia alla donna ed esserle utile nelle faccende domestiche.
< Dovrebbe arrivare a momenti vero Brock? >
< La conversazione che abbiamo avuto a telefono era molto disturbata, sono riuscito solo a capire che sarebbe stato per oggi, spero di aver capito bene >
< Spero tanto che si tratterrà più del solito e che non faccia come l’ultima volta >
< Delia sai benissimo che Ash ha un sogno da realizzare e che restando qui troppo a lungo finirebbe solo col tardare i tempi >
< Lo so benissimo. Sono già passati sette anni da quando decise di intraprendere il suo viaggio per diventare il maestro di Pokemon numero uno al mondo > il suo sguardo cadde su tutti i trofei e le medaglie conquistate dal figlio.
< Ash ha sempre avuto la determinazione e un forte senso di protezione verso i Pokemon che lo distinguevano dagli altri. La realizzazione del suo sogno non è lontana >
La donna si  asciugò gli occhi, la commozione era tanta al pensiero di rivederlo.
< a proposito hai avvistao Misty? Credo che le faccia piacere rivederlo >
< Ho avvertito Tracey, gli avevo chiesto di non dirle nulla per farle una sorpresa, ma conoscendolo di sicuro gliel’avrà raccontato. >
< Inizialmente lei era sempre qui a farmi compagnia. Quando si separò da voi passava le sue giornate ad aspettare sue notizie, non facevo che ripeterle che doveva pensare alla sua vita e realizzare i suo progetti. Fino a quando capì che venendo in questa casa i suoi ricordi sarebbero stati troppo vivi in lei >
< Già, Misty è molto legata ad Ash e diciamo che tuo figlio non è molto concentrato su queste cose >
< Tutto suo padre > sorrise e lui le ricambiò il sorriso.
 
 
Erano appena le 9, ora locale, finalmente dal finestrino si intravide la regione di Kanto. Il ragazzo sospirò mentre l’aereo si preparava all’atterraggio. Fare rientro procurava in lui svariati ricordi. Era trascorso così tanto tempo da quando aveva intrapreso il suo viaggio.
Stranamente il suo pensiero cadde nuovamente su quella ragazzina di Cerulian, le mancava terribilmente, più di tutti gli altri, ma non ne afferrava il motivo.
Rivolse lo sguardo al suo fedele Pokemon.
< Siamo tornati a casa pikachu > il suo Pokemon gli sorrise teneramente.
Ash notò che la ragazzina stava ancora dormendo. Avrebbe dovuto abituarsi al jet lag il prima possibile per stare ai suoi ritmi.
La svegliò delicatamente.
< Cosa c’è? > disse in tono assonnato.
< Stiamo per atterrare Serena >
< Siamo già arrivati? Ma ho dormito tutto il tempo, ti sarai annoiato, scusami >
< Diciamo che non sei per niente di compagnia > le sorrise.
E lei mortificata arrossì.
Atterrati, si affrettarono a ritirare i bagagli, per poi mettersi in cammino verso casa. Avrebbero dovuto attraversare la foresta di Viridian e quel luogo suscitava in entrambi troppi ricordi del passato.
< Caspita Ash, questa foresta è davvero bellissima >
< Ricordi alla perfezione il nostro incontro, ma ti sfugge una cosa >
< Quale? >
< Questa è la foresta in cui ti trovai, dopo essere stata colpita da quel poliwag >
< Vuoi dire che è questa quella foresta? > arrossì in volto al pensiero di recarsi sul luogo del loro primo incontro.
Tra le sue braccia.
< Già >
< Allora possiamo subito recarci sul luogo dove ci siamo incontrati? >
< Avremmo tanto tempo a disposizione, anche perché si trova dall’altro capo della foresta, dove di solito si teneva il campo estivo del professor Oak >
< Va bene > lei parve delusa della risposta, ci teneva veramente tanto a rivivere quel ricordo ora, nuovamente con lui a distanza di anni.
Ash parve accorgersi del suo cambiamento e le sorrise.
< Ti ho detto che ti ci porterò, ora non essere triste, anche se non capisco proprio perché ci tieni tanto >
Lei gli sorrise.
< Per me è importante, poi te lo spiegherò >
La guardò stranito, quella ragazzina era davvero strana, ma le voleva bene davvero.
Il camminare per quella foresta provocò in Ash forte emozioni.
Era lì che aveva catturato il suo primo Pokemon e dove non faceva altro che litigare con Misty.
Era successo di nuovo.
Ogni dettaglio le faceva tornare alla mente la ragazza. Pensò che fosse del tutto normale, anche perché ci aveva passato talmente tanti giorni con lei in quel bosco. Mentre era assorto dai suoi pensieri finalmente all’orizzonte apparve Pallet.
La cittadina aveva sempre un’atmosfera serena e tranquilla, del resto non era molto grande, non ospitava nemmeno una palestra. Ma era casa sua.
< Finalmente siamo arrivati > cominciò a correre verso la città, Serena faticò a stargli dietro, ma immaginava come doveva sentirsi Ash nel tornare nella sua terra.
 
 
 
Misty aveva preparato una piccola borsa da portare con sé, del resto non si sarebbe trattenuta troppo, aveva i suoi impegni con la palestra. L’avrebbe rivisto, salutato, chiesto come gli andavano le cose e poi si sarebbero salutati come due vecchi cari amici.
Ma non era così che volevano andassero le cose.
Si voltò verso Psyduck che la guardava con uno sguardo ancora più perso del solito.
< Payduck a volte ti invidio terribilmente. Soffri per un mal di testa ma poi dopo un po’ di dolore tutto passa. Mentre per me la sofferenza è perpetua. L’unico modo sarebbe parlargli e dirgli tutto quello che provo. Ma se poi mi prende per una stupida, perché mai lui dovrebbe provare qualcosa per me? > i dubbi l’affliggevano.
Erano sempre stati loro la causa del suo silenzio.
Prese la sua borsa e si precipitò giù.
Fu sua sorella Daisy a bloccarla.
< Dove hai intenzione di andare sorellina? >
< Ecco io >
< E gli incontri di oggi? >
< Credevo che potevate sostituirmi per un paio di giorni. Solo un paio per favore Daisy >
< Non se ne parla proprio, sai benissimo che domani avremo il debutto di un nuovo spettacolo, come credi che dovremmo dividerci per occuparci anche della palestra? >
< Ma si trattava solo di due giorni, ho davvero una cosa importante da fare >
< Mi spiace signorinella >
< Prenderò io il posto di Misty in questi giorni > interruppe il ragazzo.
< Tracey? >
< Tu Tracey? Ne saresti capace? >
< Alleno Pokemon da molto tempo, forse sono un po’ fuori forma, ma non credo che sarà difficile compararmi ad allenatori in erba > sorrise.
< Se te ne occuperai tu va bene, ma bada solo un paio di giorni >
< Te lo prometto >
La ragazza dai capelli biondi si congedò.
Misty fissò Tracey con quegli occhi che avevano sempre lo stesso effetto su di lui.
< Non ringraziarmi, so quanto sia importante per te rivederlo >
< Tracey, non saprei proprio come fare senza te >
< Deciditi a parlargli, non mi sacrifico qui in palestra per niente > le strizzò l’occhio.
Lei arrossì, per poi gettarsi tra le sue braccia.
Lo salutò calorosamente e uscì di casa.
Prese a correre verso Pallet.
Verso lui.
 
La donna era intenta a preparare del tea, quando bussarono alla porta.
Nel vederlo spalancò gli occhi e un sorriso apparve sul suo volto.
< Ash? >
< Ciao mamma >
Le si gettò incontro e lei prese a stringerlo fortemente.
< Finalmente sei arrivato. Fatti guardare, ti vedo leggermente sciupato, stai mangiando? >
< Mamma sto bene non preoccuparti >
La donna strinse forte anche il piccolo Pokemon.
La ragazzina osservava la scena sull’uscio della porta, in completo imbarazzo.
La donna osservò quella ragazzina dai capelli biondi.
< Chi è questa ragazzina? >
< Che sbadato, quasi dimenticavo. Mamma lei è Serena, viene da Kalos >
< Piacere Serena io sono Delia, la madre di Ash. >
< Il piacere è tutto mio signora. Sono onorata di fare la sua conoscenza, Ash mi ha parlato tanto di lei > era diventata paonazza.
< Spero bene, ma ora accomodatevi stavo appunto facendo il tea >
I ragazzi si accomodarono in salotto e presero a sorseggiare la bevanda ancora calda.
Serena si guardò attorno e vide che c’erano molte foto di Ash esposte, di lui piccolo, lui con sua madre e così via dicendo, ma la sua attenzione fu attirata da una foto in particolare. Era ritratto con una ragazzina dai capelli rossi, la sua espressione era così serena e i suoi occhi esprimevano tanta voglia di vivere. Quella ragazza, quella ragazza lei l’aveva già vista, ma non ricordava dove.
Mentre continuavano a raccontare del viaggio apparve sull’uscio della porta un giovane ragazzo bruno.
< Finalmente sei arrivato? >
< Brock? Ma cosa ci fai qui, credevo che fossi tornato alla palestra? Che piacere rivederti amico >
< Brock mi sta dando un forte aiuto in casa è stato davvero carino > disse la donna.
< È così Brock? Caspita grazie per essere stato di buona compagnia per mia madre >
< L’ho fatto con piacere, ma raccontami, come ti vanno le cose? >
< Abbastanza bene, ma prima vorrei presentarti una persona, lei è serena, una mia amica di Kalos >
< Piacere Serena, io sono Brock un caro amico di Ash >
< Ciao Brock è un piacere conoscerti > la ragazza non riusciva a smettere di imbarazzarsi per ogni simile cosa.
Parlarono per tutta la mattinata fino a quando nel primo pomeriggio Ash decise di portare Serena nel punto dove si erano incontrati.
Lei ovviamente non trattenne l’entusiasmo e gli saltò, letteralmente al  collo.
Si incamminarono verso la foresta.
 
 
La ragazzina dai capelli rossi, dopo un’estenuante cammino, finalmente era giunta a destinazione.
Rivedere quei luoghi le fece riempire gli occhi di lacrime.
Decise di gettare all’indietro quei ricordi e si diresse verso casa Ketchum.
 
La ragazzina non smise neanche per un attimo di parlare. Era come una raffica di vento in piena tempesta e Ash ne era stato colpito in pieno.
< Perchè non provi a respirare un po’ > le disse ridendo.
< Hai ragione forse sto parlando un po’ troppo, ma credimi sono così emozionata di ritornare in questi posti. Ero così piccola e terribilmente impaurita, se non fossi arrivato tu non so come sarebbe finita >
< Sarebbe arrivato il professor Oak nel momento in cui non ti avrebbe visto rientrare >
< Il tutto non avrebbe avuto lo stesso effetto, tu mi hai salvata e reso magico quel momento >
< A volte credo che godi di una fervida immaginazione, io ho fatto così tanta fatica a ricordarmene >
< Perché voi ragazzi siete meno sensibili di noi donne. Semplice > e presero a ridere.
Camminarono abbastanza, ma finalmente giunsero nel posto tanto agognato.
Lei lo riconobbe al primo sguardo, senza che lui le dicesse nulla.
Cominciò a guardarsi intorno, come se fosse stata travolta in un mondo surreale, in una vera e propria favola.
Riusciva a rivivere le sensazioni e gli odori di quel momento anche a distanza di tantissimi anni.
< Allora eccoci arrivati. Contenta ora? >
< Mi sembra di essere tornata nel passato. Ero seduta proprio qui, in questo punto >
< E stavi frignando come una bambina >
< Ma ero una bambina > puntualizzò lei.
Come per rivivere quel momento si sedette a terra a quell’albero e si portò le ginocchia al petto, per poi alzare lo sguardo verso lui.
Ash capì che lei voleva rivivere quel momento e decise di acconsentire alla sua richiesta.
 
 
Delia era intenta a sistemare  la stanza quando bussarono nuovamente alla porta, sapeva benissimo che non poteva trattarsi di Ash, era uscito neanche un trenta minuti prima. Fu incredula nel trovarsela dinanzi. Ancora più sbalordita della sua bellezza.
< Salve signora Ketchum, come sta? > chinò il capo con un’eleganza che non era propria di quella ragazzina che ricordava.
< Misty? Sei proprio tu? Prego accomodati. >
< Grazie >
La ragazza obbedì e la donna le offrì una tazza di tea. Si guardò intorno per vedere se ci fosse anche la minima traccia di Ash.
< Se stai cercando Ash, mi spiace deluderti è uscito pochi minuti fa, doveva recarsi alla foresta di Viridian >
< Alla foresta di Viridian >
< Si non ho capito molto bene il motivo, ma si direbbe che la ragazza che lo sta accompagnando in questo viaggio, da piccola sia stata da queste parti e voleva vedere la foresta >
Quelle parole le andarono dritte allo stomaco. Accanto di Ash c’era un’altra ragazza che per l’ennesima volta non era lei. Il suo sguardo si incupì notevolmente.
< Peccato ero venuta fino a qui per salutarlo >
< Credimi che gli farebbe davvero piacere rivederti e penso che se ti sbrighi riesci a raggiungerlo >
< Ma non saprei in che punto si sono recati >
< Dovrebbe essere nelle parti dove il professor Oak teneva il campo estivo >
Misty non capiva perché quella ragazza avesse quella strana voglia di visitare quel luogo, lei vi era stata molte volte e non ci trovava nulla di straordinario.
Decise che avrebbe ascoltato il consiglio della donna e di raggiungerli.
Pose le sue cose in un angolo della stanza e uscì di casa.
Ancora una volta la sua mente andò a quel maledetto giorno. A quando dovette dirgli addio per occuparsi della sua palestra. E ora un’altra ragazza era al suo fianco. Un’altra ragazza aveva l’opportunità di stargli accanto ogni istante della giornata.
Ne era tremendamente gelosa e anche il suo stomaco risentiva di questo sentimento.
Inconsciamente una lacrima le rigò il volto.
 
 
La ragazza era seduta lì dinanzi a lui con lo sguardo fissò sul suo volto. Quel luogo fuori dl mondo, loro due e i loro sguardi, il loro primo incontro.
Tirò un sospiro di sollievo e cominciò a parlare.
< Sai Ash forse per te non sarà stato un episodio di rilevanza, anche perché lo hai rimosso dalla mente, ma per me il nostro incontro ha segnato la mia vita. Per tutti i miei giorni ho sperato di rivederti e ringraziarti per quel pomeriggio d’estate. Tu hai saputo consolare il mio dolore con un sorriso e in quell’abbraccio mi hai trasmesso emozioni che ancora ora sento sulla pelle >
< Serena? > il ragazzo le si avvicinò, cercando di capire le emozioni della ragazza.
< Da quel giorno non ho fatto altro che pensare a te, al nostro incontro e a quell’abbraccio. Vorrei tanto ritrovarmi tra le tue braccia ed essere consolata dai tuoi sorrisi. Ecco vedi Ash io, io sono pazzamente innamorata di te > disse quelle parole tutte d’un fiato e aveva le lacrime agli occhi.
< Ma cosa stai dicendo? > lui pareva così confuso, mai nessuna ragazza gli aveva detto simili cose.
< So che per te forse sarà stupido, può una ragazzina di soli sei anni provare delle forte emozioni e portarsele dentro fino all’età di sedici anni ed esprimerle nello stesso luogo del loro incontro a distanza di anni? Però è questo quello che sento di fare. Non giudicarmi, cerca di capirmi >
 Per la prima volta in vita sua le parole gli mancarono quella ragazza si alzò d’impulso e gli si gettò tra le braccia. Prese a piangere sul suo petto e lui le passò la mano tra i capelli.
Non riusciva a capire le emozioni di quella ragazzina e non sapeva come comportarsi.
Poi le sue labbra si trovarono su quelle di lui.
 
 
 
 Nella palestra di Cerulian vi era una certa frenesia nell’aria, Tracey aveva appena perso il suo primo incontro della giornata e ovviamente la ramanzina arrivò in maniera istantanea.
< Tracey non avevi detto che sarebbe stato facile come bere un bicchier d’acqua? >
< Devo ammettere che quel ragazzino era particolarmente bravo. >
< Stai sostituendo la capo palestra di Cerulian, cercati di impegnare un minimo, altrimenti ci considereranno una palestra di serie C >
< Dai era solo il primo incontro, non essere così esagerata >
< Ti consiglio di vincere i prossimi sei incontri previsti per oggi >
< Sei incontri? >
< Esatto, a più tardi Tracey >
< Daisy aspetta, come farò ad affrontare sei incontri sono troppi. Dannazione. Spero tanto che Misty faccia in fretta a rientrare, la vedo davvero dura > si diresse verso la palestra.
 
 
La ragazza corse fino allo stremo verso la foresta di Viridian, era ancora stranita della richiesta fatta da quella ragazza, cosa mai poteva trovare in quel posto, a parte alberi, piante e Pokemon coleottero. A quel pensiero venne percorsa da un brivido di terrore.
Ripensò a quando Ash catturò caterpie e di quanto aveva insistito per farglielo piacere. Per lui era così importante instaurare un legame con ogni tipo di Pokemon, questo lo rendeva speciale. Arrossì improvvisamente. Finalmente lo avrebbe rivisto. Continuò a camminare a passo svelto, ormai era quasi arrivata nel punto indicatole dalla donna. Ad un tratto si bloccò.
Impallidì nel vedere quella scena.
 
 
Il ragazzo rimase immobile.
Non riusciva a muovere nemmeno un muscolo del corpo. Era come se quello che stava accadendo non lo stesse vivendo in prima persona. Quella ragazza lo stava baciando. Riuscì a staccarsi per poi guardarla negli occhi.
< Serena ma cosa ti è saltato in mente? >
Lei, imbarazzatissima, non riuscì a reggere il suo sguardo.
La spinse a distanza, quasi come per timore che potesse tornare a fare quello che aveva fatto pochi istanti prima. Non riusciva a capire il motivo che l’aveva spinta a tanto. Era voluta tornare in quel luogo per confessargli il suo amore, ma Ash non ricambiava i suoi sentimenti.
Successe di nuovo.
Ripensò a quella ragazzina di Cerulian, lei non avrebbe mai osato fare tanto, anche se con lei molto probabilmente lui avrebbe avuto una reazione ben diversa.
D’un tratto impallidì.
Quegli occhi verdi lo stavano fissando.
Avrebbe riconosciuto quegli occhi tra milioni, erano i suoi.
< Misty? > riuscì a pronunciare con un filo di voce.
I suoi occhi erano colmi di lacrime, lacrime che non riuscì più a trattenere, poi prese a scappare lontana da quel luogo.
La ragazzina dai capelli biondi non capiva cosa stesse accadendo, pareva quasi come lui avesse visto un fantasma.
< Ash? Cosa ti prende? Gli si avvicinò.
Lui non ascoltò le sue parole, con un gesto scansò con violenza la ragazza e prese a correre. Doveva raggiungerla, ad ogni costo.
 
 
Serena rimase lì incredula di tutto. Si accasciò in terra e si portò le gambe al petto e prese a piangere.
Il destino è davvero beffardo. A distanza di anni si era trovata di nuovo in quel luogo e questa volta a farla piangere era la stessa persona che tempo fa aveva asciugato le sue lacrime.
 
 
Lei corse.
Corse veloce.
Cercò di resistere alla stanchezza, non voleva rivedere quel ragazzo.
Le lacrime le scendevano senza tregua.
Aveva il cuore spezzato in due.
Lui aveva baciato quella ragazza dai capelli biondi.
Ora sapeva perché era importante per quella ragazzina recarsi lì. Tutto era chiaro.
< Perché l’hai fatto Ash? Perché? Hai aspettato di tornare per distruggermi il cuore. ti odio > quelle parole erano dettate da un’immensa delusione.
Lei si accorse che il ragazzo la stava seguendo.
Ma non voleva vederlo.
Non voleva guardare i suoi occhi.
Non era il momento.
Continuò a correre, non facendo caso ad una radice sporgente.
Inciampò per poi cadere e sbattere la testa su un grande masso.
Giaceva lì in terra priva di sensi, e del sangue cominciò a spargersi a macchia d’olio intorno a lei.



Angolo dell'autrice:
Ecco il mio primo capitolo, non mi aspetto grandi cose ma spero di regalarvi un quarto d'ora di relax nel leggerlo. Buona lettura a presto.
  
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