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Autore: Lisaralin    08/02/2014    2 recensioni
"In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too."

(The Bard's Song, Blind Guardian)
Raccolta di flashfic sui personaggi della saga. Nel segno del caso.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Raccolta nata da un gioco tra me e whitemushroom, che non riuscivamo a capacitarci che su efp non esistessero storie su questa belissima serie di videogames :) Abbiamo estratto a sorte i personaggi su cui scriveremo le nostre flashfic, includendo anche i nuovi personaggi della Enhanced Edition e i png piu importanti. Almeno per quanto mi riguarda, l'aggiornamento sara' irregolare e sporadico. In alcune flashfic comparira' anche il protagonista del gioco, il Figlio di Bhaal, che nel mio caso sara' il personaggio con cui sto giocando la mia attuale partita: il giovane elfo mago/ladro caotico buono Glorfindel :) Buon divertimento :)


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Yeslick photo Yeslick_zps2c8a49fc.jpg


Personaggio: Yeslick Orothiar
Genere: introspettivo
Rating: Giallo (?)
Avvertimenti: citazioni allo Hobbit come se piovesse. Non ho saputo resistere XD



I See Water

I suoi sogni perlopiù sono fatti d'acqua.
Inizia piano, nel cuore profondo della montagna. Un gigante risvegliato per sbaglio che si stiracchia intorpidito dopo un sonno di secoli. Un rombo sordo sale dalle profondità della terra e rimbalza minaccioso tra cunicoli e gallerie, sempre più forte, sempre più assordante. La roccia trema come per il fragore di migliaia di zoccoli in corsa, le pareti si sgretolano, i suoi fratelli abbandonano asce e picconi e si affannano in preda al panico verso l'uscita delle miniere, cercando invano scampo da quella carica mortale. Ma l'acqua è un esercito che non fa prigionieri, e si riversa nelle case della sua gente travolgendo ogni cosa al suo passaggio.
Ogni notte, nel buio della sua cella invasa dalla muffa e dai topi, Yeslick rivive l'incubo della fine del suo clan.
Le antiche saghe del popolo nanico sono piene di storie di regni perduti o distrutti. Sono racconti appassionanti, in cui non mancano mai battaglie epiche e gesta valorose. La storia del clan Orothiar invece non è di quelle che nutrono l'ispirazione dei bardi per i secoli a venire. Nessuna battaglia all'ultimo sangue, nessun drago nero calato dal cielo per impadronirsi dei tesori del Re sotto la Montagna. È stato un semplice incidente. Un errore stupido ed evitabile. Un piccone incauto colpisce nel punto sbagliato, una falda acquifera si rompe, e in pochi minuti la miniera è sott'acqua e i suoi fratelli galleggiano a pancia in su, affogati come topi.
E chi si è installato sulle rovine della sua casa traendo profitto dalla devastazione non è certo un drago, a stento lo si potrebbe definire verme. Il verme, che risponde all'odioso nome di Rieltar Anchev e che un tempo era stato suo amico, non gli ha concesso nemmeno la grazia di ucciderlo dopo avergli portato via tutto. Molto più divertente lasciarlo marcire in una cella ad assistere alle sofferenze degli schiavi che lavorano giorno e notte per la grandezza del Trono di Ferro.
Nelle antiche saghe naniche i regni perduti vengono anche riconquistati. Coraggiosi principi in esilio armati solo di un ideale e di un pugno di valorosi compagni sfidano e abbattono il drago, e le forze del bene trionfano. Yeslick è solo un modesto chierico rinchiuso in una cella puzzolente, e oltre a pregare Moradin e Clangeddin di far prendere un colpo apoplettico al verme non può fare molto.
Nelle lunghe ore di solitudine, scandite dal martellare ritmico dei picconi e dai lamenti degli schiavi, gli dèi sembrano più che mai lontani, e le saghe antiche solo un'invenzione patetica per intrattenere i bambini.
Uno schianto improvviso lo distoglie dai suoi pensieri. Oltre la porta di ferro della sua cella si sentono adesso urla indistinte, rumori di colpi e lo sfrigolare di parecchi incantesimi.
Yeslick scatta in piedi e si appiattisce contro la parete quando la porta salta dai cardini, abbattuta da qualche magia di fuoco. Nel polverone sulla soglia si delinea la figura di un ragazzo, un elfo a giudicare dalle orecchie, biondo, giovanissimo e con stampato in faccia un sorriso del tutto inadeguato alla situazione. Alle sue spalle un gruppo di avventurieri tiene a bada i mercenari del Trono di Ferro; Yeslick riesce a distinguere una maga dagli improbabili capelli rosa e uno strano guerriero con il viso ricoperto di tatuaggi che combatte a mani nude.
Tutto il gruppo sembra uscito direttamente da una delle antiche saghe a cui Yeslick è convinto di non credere più.
L'elfo continua a sorridere e gli tende una mano: “Se ti trovi qui vuol dire che sei un nemico del Trono di Ferro. Ti unisci a noi?”
Il sorriso dell'elfo è stranamente contagioso, e Yeslick si ritrova a stringergli la mano con calore.
“Sono dei vostri.”
Un nano in esilio, e un pugno di valorosi compagni.
  
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