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Autore: Martiverse    08/02/2014    0 recensioni
(...)"E' stato fortunato che il suo amico le abbia rimesso a posto il naso immediatamente o si sarebbe sicuramente notata la spaccatura" e con rimettere a posto il medico intendeva quel momento in cui Hiruma aveva afferrato la testa di Rui, l'aveva distratto chiedendogli più volte come si sentiva e poi gli aveva stretto il naso spaccato tra le dita, facendolo scrocchiare mentre lo spezzava un altra volta per rimetterlo in linea. (...)
[RuiHiru]
Genere: Erotico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Rui Habashira, Youichi Hiruma
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ruihiru

 

Flashback fast forward

Dedicata a tutti quelli che, da qualche parte in questo mondo, shippano la RuiHiru.
Vi amo.


[-]-[-]-[-]-[-]-[-]-[-]

 


Tra loro due, Rui era sempre stato il più forte.
Non era una questione di forza fisica, perchè si lasciava tirare indietro la testa senza un lamento. Hiruma gli infilava le dita lunghe tra i capelli e poi li stringeva cercando di strapparli alla radice, rovesciandogli la testa per scoprire il collo pallido.
Spesso lo mordeva solo per farlo incazzare, poiché ad Habashira piacevano i succhiotti ma detestava i morsi: troppo riconoscibili, nessuno aveva denti come Hiruma...
Si alternavano le settimane in cui, spavaldo, andava in giro con il colletto della giacca abbassato per potersi vantare dei succhiotti lasciati da un immaginaria ragazza super sexy (e, seriamente, riusciva a decantare ogni dettaglio alla perfezione!) con le settimane in cui usciva di casa solo con la sciarpa al collo; una lunga sciarpa verde che teneva alzata fino al mento...anche con 30 gradi, se necessario!
Possedeva una forza fisica sufficiente per poter spingere indietro Hiruma fino a che la sua schiena non sprofondava tra i cuscini del divano (o sbatteva contro il tavolo, o si irrigidiva per il gelido contatto con il pavimento...le situazioni erano state tante). Rui gli afferrava i polsi quando si baciavano, ma era Hiruma a permettergli di farlo. Si faceva bloccare le braccia sopra la testa e divorare, gustare, assaporare fino al momento in cui Rui lo liberava per togliersi la maglietta e Hiruma rideva mentre andava a far la stessa cosa.
Era strano…
Ricordavano bene entrambi la prima volta che si erano baciati, ma nessuno dei due sapeva definire con chiarezza come fosse iniziato tutto.
Forse quella volta che Habashira si era fermato a guardare Hiruma troppo a lungo e lui ne aveva intercettato lo sguardo, gridandogli che cazzo volesse.
Forse il momento in cui Hiruma si era reso conto di chiamare Habashira almeno due, tre volte al giorno per le cose più stupide, problemi che avrebbe potuto benissimo risolvere da solo:
"Ehi, stupido camaleonte. Sono alla camera 36 del Parade Hotel, portami le gomme da masticare"
"Ehi, idiota. Stai ancora dormendo? Cos'è, non vai a scuola oggi? Alza il culo e vienimi a prendere, mi serve un passaggio per andare a lezione e camminando arriverò in ritardo. Si. Ora, cazzo!"
"Hai già cenato, fottuto Camaleonte? Bene. Prendi qualcosa in rosticceria e sbrigati a raggiungermi alla Deimon, devo analizzare dei video per la prossima partita. Non dire stronzate, non hai niente da fare."
Forse nel momento in cui Rui aveva smesso di cercare scuse per evitare gli incontri con Hiruma? Quando vedeva il suo nome sul display del cellulare si ritrovava già fuori casa, con la giacca in mano, pronto a raggiungerlo ovunque fosse.
Era già iniziato tutto quando per la prima volta fu sullo schermo di Hiruma a brillare in nome "fottuto camaleonte"? Avevano già capito che sarebbe finita così mentre Hiruma fissava lo schermo senza rispondere e Rui si dava dell'idiota, attaccando, solo per venir richiamato due minuti dopo?
"Che cazzo volevi?"
"Niente. Ho sbagliato numero" che al momento sembrava molto più intelligente rispetto a "Ti va di cenare insieme?"
"Ahah, coglione!" rise Hiruma, e prima di attaccare aggiunse "Se il cibo che porti non è caldo ti rimando a prenderlo." Click.
Tu-tu-tu.
Rui rimase con il cellulare in mano, chiedendosi se gli avesse offerto di cenare ad alta voce o se Hiruma era semplicemente riuscito a leggergli nel pensiero...conoscendolo, era possibile...
Ordinò il cibo e se lo fece impacchettare, in modo da mantenerlo più caldo possibile in previsione della corsa in moto che avrebbe dovuto affrontare…e, mentre guardava la signora della rosticceria che aggeggiava con le pinze per la carne, iniziò a chiedersi se Hiruma l'avesse detto davvero.
"Se il cibo che porti non è caldo ti rimando a prenderlo." Era un modo molto particolare per invitalo da lui? O forse voleva solo che gli portasse la cena? Probabilmente voleva solo che gli portasse la cena. Di certo non l'aveva invitato da lui.
Ci pensò così tanto e così a lungo che quando arrivò alla porta di Hiruma aveva solo una porzione di cibo nel sacchetto.
Hiruma non poteva avergli letto nel pensiero, lui non aveva fatto il suo invito ad alta voce e quindi il suo compito, andando a deduzione, era ristretto a portargli semplicemente una cena calda.
Hiruma aprì il sacchetto per controllare se il cibo fosse ancora caldo e Rui se ne stava già andando quando la cena gli venne lanciata, ancora in busta, sulla schiena, ed Hiruma gli sbatté la porta in faccia dicendo:
"Prendi più roba, in due non ci mangiamo. E sbrigati, idiota! Se questa merda di mini-porzione diventerà gelida la mangerai tu e tra dieci minuti inizia la partita!"
Avevano cenato insieme sul letto dell'hotel perchè il tavolo era pieno di fogli e strategie, ed a bocca piena avevano commentato la diretta tv di un match di football americano.
L'idea di fare un re-match Zokugaku vs. Deimon venne a Rui ed Hiruma accettò perchè non aveva mai detto di no ad una partita. Si affrontarono sul campo della Deimon ed ancora prima d'iniziare vennero sommersi da una carrellata di ricordi. Entrambi sorrisero dentro, senza darlo a vedere.
Sembrava passata una vita e tutte e due le squadre erano cambiate così tanto...i Devil Bats all'epoca non era neanche degni di essere chiamati con il loro nome, con giocatori che presso a poco conoscevano le regole di base ed erano fondamentalmente presi in prestito da altri club...per non parlare dei Chameleon che giocavano con la priorità di spaccare ossa più che di far punto.
Mentre la loro prima partita come rivali era stata giocata all'insegna di rabbia, paura e odio, quest'amichevole iniziò con una strana sensazione di familiarità tra le due squadre.
Durante tutto l'anno avevano fatto il tifo gli uni per gli altri ed adesso le minacce che si gridavano non erano altro che frecciatine.
"Vi faremo a pezzi" ghignò Rui allacciandosi il casco.
"Ah! Non credo. Non vi lasceremo segnare neanche un punto!" ribatté Hiruma.
"Trascorrerai questa partita a terra, tante saranno le volte che ti placcheremo!"
Nessuno dei due disse che quella era probabilmente l'ultima partita che avrebbero mai disputato partecipando nelle loro squadre d'origine. L'anno scolastico stava finendo e presto le loro storie si sarebbero divise, i giorni al diploma erano contabili sulle mani.
Tutto il lavoro che avevano fatto come capitani, mettendo in piedi le due squadre, costruendole con pazienza dalle fondamenta all'apice del successo, sarebbe passato in altre mani. Entrambi sarebbero andati in una nuova scuola, con una nuova squadra...
"Hut!"...per il momento non esisteva altro che il gioco.
 
"Keh, sei ancora qui?"
Habashira aveva riconosciuto Hiruma da lontano. Il suo profilo alto ed immobile si stagliava impettito nella notte, solitario nel silenzio come uno spettro che infesta il campo da gioco. Si era voltato e per un momento sul suo viso era stato possibile leggere quella che sembrava essere sorpresa, ma subito un sorriso a mille denti cancellò ogni traccia di reale sensazione, scacciando dagli occhi la nostalgia.
"Sei sonnambulo, fottuto camaleonte?"
Rui scosse le spalle affondando la testa nel colletto della giacca.
"Ho lasciato il mio borsone. Dentro ho le chiavi di casa..."
"Mh.."
Hiruma non rispose ed i suoi occhi si persero sul campo. Vi fu un momento di silenzio lungo, piatto, in cui rimbombarono attorno a loro il fragore di mille partite, mille allenamenti, mille gocce di sudore versate sulla terra nell'inseguire un sogno. Poi Hiruma sorrise, perchè era quello che faceva sempre, e tirò una manata sul petto di Rui.
"Non avete giocato troppo di merda, oggi"
Rui gli rese il colpo, facendolo barcollare.
"Abbiamo giocato bene! Avremmo anche vinto non fosse stato per la vostra stupida capacità di riprendervi e fare touchdown negli ultimi secondi!"
"Ma avete perso!"
"Keh...!" Rui arricciò il naso ed aggrottò le sopracciglia, infastidito senza esserlo veramente "Tu hai calcolato male, però..."
"Vi ho lasciato fare qualche punto solo per non farvi abbattere troppo, lo ammetto"
"Che?! Non dire stronzate!" sbraitò Rui "Non parlavo neanche della partita!"
"Allora illuminami" sorrise Hiruma divertito dal fatto che fosse così facile far alterare Rui.
"Avevi detto che non ci avresti lasciato segnare neanche un punto" ghignò Habashira alzando il mento con orgoglio "Ti abbiamo provato che ti sbagliavi di grosso!"
Il lontananza qualche automobile solitaria ancora andava in giro rompendo il silenzio, ma al campo sportivo della Deimon non vi era altro che il frusciare degli alberi al vento e il frinire delle cicale.
Con la luce della luna piena i denti di Hiruma sembrarono ancora più bianchi quando il sorriso gli arrivò fino alle orecchie.
"...e tu non mi hai placcato nemmeno una volta, bastardo!"
Rise sguaiato, e prima che Rui avesse anche solo il tempo di replicare si voltò e si diresse alle panche. Sollevò un borsone, lo soppesò, e glielo lanciò addosso senza pietà.
"Peccato che non ne avrai più la possibilità.” Commentò “Non ci saranno rivincite...ma è stata una bella partita"
Non salutò neanche.
Si infilò le mani in tasca e si diresse all'uscita camminando a testa alta, petto in fuori...era sempre Hiruma contro il mondo.
Rui strinse il borsone al petto ed il mazzo di chiavi gli puntellò le dita attraverso la stoffa.
Improvvisamente un incredibile sconforto gli schiacciò il petto…ed i muscoli di Habashira formicolarono con rabbia. Sapeva che quella era la loro ultima partita come rivali nelle loro squadre d'origine...ma se ne rese conto davvero solo adesso. Prima aveva semplicemente ignorato il fatto, fingendo che non fosse importante, concentrandosi sul gioco…
Non era panico, non era rabbia...non era neanche una sensazione definibile con una parola precisa. Quella che più vi si avvicinava era forse "vuoto", un assenza di qualcosa, la mancanza stessa.
Hiruma si girò sentendo i passi di Rui alle sue spalle ma fece appena in tempo a vederlo che si ritrovò a terra nel prato del campo, la testa ammaccata e le orecchie che rimbombavano per l'urto.
"Che cazzo fai, imbecille!" sbraitò tirandosi su sui gomiti.
Rui si alzò in piedi, ghignò e gli porse una mano per alzarsi.
"Placcato, stronzo"
Forse fu qui che iniziò tutto. Il momento in cui Hiruma si riconobbe in Rui, nella sua stessa voglia di continuare quel caotico divertimento che era la loro vita, fatta di allenamento, strategia e precisione. Un luogo dove il valore si misurava non solo dalla propria abilità ma da il gruppo di cui fai parte, dal sostegno e dalla forza di tanti cuori che battono all'unisono per la stessa causa.
Entrambi non erano capaci di stare soli.
Hiruma aveva afferrato la sua mano lunga con quello che non era solo rispetto, ma anche riconoscenza...poi aveva tirato Rui a terra facendogli battere i denti tra l'erba.
"Mi hai quasi spaccato lo sterno, idiota!" gli urlò addosso Hiruma, ma sorrideva.
"Oh...merda..." sbottò Rui tirandosi a sedere e gettando la testa all'indietro "Penso di essermi rotto il naso..."
"Non stai nemmeno sanguinando! Non fare la ragazzina!"
"No, seriamente. Mi hai rotto il naso..."
Così passarono le successive sei ore al pronto soccorso. Rui seduto su una sedia, la testa gettata indietro sullo schienale e una borsa del ghiaccio sulla faccia, ed Hiruma che nervosamente andava su e giù nei corridoi cercando di intercedere con qualcuno. Tutti i dannati medici che aveva sul suo libro nero erano fuori servizio…
"E' stato fortunato che il suo amico le abbia rimesso a posto il naso immediatamente, o si sarebbe sicuramente notata la spaccatura" e con rimettere a posto il medico intendeva quel momento in cui Hiruma aveva afferrato la testa di Rui, l'aveva distratto chiedendogli più volte come si sentiva e poi gli aveva stretto il naso spaccato tra le dita, facendolo scrocchiare mentre lo spezzava un altra volta per rimetterlo in linea.
Rui aveva urlato tanto forte da zittire tutte le cicale.
"Che cazzo fai?!" gridò portandosi le mani a coppa sul naso, il sangue che scendeva copioso a macchiargli le labbra e il collo.
Hiruma lo afferrò per un braccio e lo fece alzare in fretta.
"Approfitto dell'adrenalina per metterti il naso a posto. Dove hai le chiavi della moto? Ti porto all'ospedale"
"Non hai neanche la patente, col cazzo che guidi la mia moto!"
"Lo so come si guida, idiota! Dammi solo le fottute chiavi!"
 
Il giorno del diploma il naso di Rui era ancora gonfio, ma lo sfoggiava con orgoglio. In giro era trapelata la voce che aveva sfidato un intera gang rivale uscendone solo con il naso rotto e spaccando ossa a destra e manca...il che l'aveva reso invincibile agli occhi di molti, e certamente più temibile di quanto non fosse.
Hiruma non aveva fatto niente per smentire la bugia, ma aveva riso quando Raimon e Sena gli avevano raccontato la terribile ed eroica impresa.
"Quindi valgo dieci uomini, eh?"
"Quindici, per la precisione. Tutti armati" lo corresse Rui posando le scatole di cibo caldo sul tavolo dell'ennesimo hotel in cui dimorava Hiruma "Perchè continui a cambiare hotel, comunque?"
"Hanno letti più comodi di quelli che ho nella mia stanza" ghignò Hiruma togliendo il coperchio ad una scatola di spaghetti caldi.
"Sei davvero incapace di parlare di te stesso" commentò Rui sedendosi di fronte a lui e spezzando le bacchette.
Hiruma gliele sfilò di mano senza perdere il sorriso e cominciò a mangiare senza neanche togliere il cibo dalla confezione.
"Sai cosa succede alle informazioni personali?" chiese tra un boccone e l'altro "Finiscono sul quaderno di qualche persona abbastanza intelligente da usarle contro di te"
Avevano preso l'abitudine di cenare insieme senza nessun accordo ufficiale. Si vedevano tutti i giorni almeno una volta e se così non era si sentivano al telefono.
Erano conversazioni brevi, fugaci.
"Ehi, fottuto camaleonte, domani ricordati di prendere la cena"
"Keh! Mi hai preso per un idiota?"
o anche "Hiruma, ho lasciato da te il mio cappotto?"
"Si. L'ho bruciato."
"Stronzo, farà meglio ad essere uno scherzo!"
Andarono avanti ancora e ancora senza rendersi conto di quello che stava accadendo, senza nemmeno calcolare che lentamente si stavano infilando uno sotto la pelle dell'altro, inconsciamente, inosservati…
Erano diventati reciprocamente fondamentali in quel modo strano per cui non ti rendi neanche conto di quanto tempo trascorri con l'altra persona, di quanto sia importante...ed anche se non si parlavano intimamente, confessandosi segreti e debolezze, iniziarono pian piano a notare ogni piccola cosa, a saper leggere le piccolezze.
Nonostante il carattere acido Hiruma metteva sempre due zollette di zucchero nel caffé. Altra particolarità: non riusciva mai a berlo caldo. Lo dimenticava accanto a sé tra i suoi mille impegni e solo quando si sedeva a riprendere fiato la sua mano raggiungeva la tazza e si versava in gola quell'acqua ormai stantia.
Habashira invece aveva la mania di sistemarsi il colletto della giacca alla partenza e all'arrivo di ogni viaggio in moto. Ne afferrava un lembo tra indice e medio e lo tirava in alto con uno scatto brusco del polso.
Erano diventati una coppia, solo che ancora non avevano capito di piacersi...
Poi, dopo il diploma, sparirono. Il cellulare di Rui smise di squillare ogni giorno e di punto in bianco tutto quello che erano diventati venne offuscato da una miriade di nuovi impegni. C'era da cercare una nuova scuola, organizzarsi per arrivarvici, pensare ai test d'ingresso, trovare nuove persone da ricattare o con cui far banda. Le giornate erano lontane dalla solita routine e tutto prese a girare nel senso opposto, le cose diventarono più serie e impegnative.
Poi arrivò il primo giorno d'università, una data facile da ricordare.
Il giorno in cui entrambi esultarono di fronte a cartelloni di scuole diverse ed una gratificante sensazione di realizzazione li avvolse. L’ammissione alle nuove scuole determinava l’inizio di una nuova avventura.
Quando Rui smontò dalla moto, quella sera, si sistemò il colletto della giacca con due dita prima di scostare la porta della rosticceria.
Un buon risultato valeva una buona cena premio nel posto che riteneva il migliore della città. Non a caso aveva sempre comprato lì tutte le cene che aveva condiviso con Hiruma...e vederlo seduto ad un tavolo, i piatti vuoti alla sua sinistra ed un plico di fogli a destra, le dita che ticchettavano sulla tastiera d'un computer portatile nuovo di zecca...beh, fu una vera e propria sorpresa.
Rui scordò completamente la cena e sorrise senza neanche rendersene conto.
"Ehi" salutò alzando una mano.
Hiruma alzò gli occhi, sorpreso quanto lui di trovarlo in quel posto, ma non disse niente. Come al solito esternare i propri pensieri era qualcosa di improbabile.
Habashira si sedette senza chiedere il permesso, posando i gomiti sul tavolo.
"Dove sei stato?" chiese con genuina curiosità.
Hiruma gonfiò e scoppiò una bolla di gomma da masticare, poi sorrise.
"Sono stato occupato, fottuto camaleonte"
Cosa che Habashira seppe subito identificare come verità: il caffé sul tavolo di Hiruma non fumava....di certo doveva essere rimasto a ticchettare con le sue dita lunghe sul portatile per ore...
"E rimanendo in tema, ho delle cose da sbrigare dall'altra parte della città" disse Hiruma raccogliendo i fogli e chiudendo il portatile. Gettò tutto nella borsa e si tirò la tracolla sulla spalla scoppiando un altra bolla di gomma da masticare "ed ho mezz'ora per arrivarci..."
Rui infilò una mano nella tasca e tirò fuori le chiavi della moto, seguendo Hiruma fuori dal locale.
Salì in sella, aggiustò il colletto ed avviò il motore.
"Dove devi andare?" chiese voltandosi verso Hiruma.
"Salve, servizio taxi. Dove vuole che..." Hiruma allontanò il telefono dall'orecchio ed attaccò la chiamata. Sorrise e balzò sulla moto dietro ad Habashira.
"Gran Grent Hotel"
"Oh, ti sei dato al lusso!" gridò Habashira mentre il vento e la velocità gli strappavano le parole di bocca. Mentre erano fermi al semaforo si sentì in dovere di aggiungere "Sta piovendo" anche se era piuttosto ovvio, visto che i loro vestiti cominciavano ad inzupparsi d'acqua e ciocche di capelli gli stavano scivolando sulla fronte.
"Certo, se almeno tu avessi portato dei caschi..." sbuffò Hiruma alle sue spalle. Il sellino stava diventando scivoloso ed aggrapparvisi era più complesso. Non reggersi in una corsa in moto con Habashira significava cadere e morire.
"I caschi sono inutili! E come facevo a sapere che ti avrei dovuto dare un passaggio?!"
"Avrei dovuto prendere un taxi."
"Oh, merda!" Rui inchiodò di scatto e Hiruma si schiantò contro la sua schiena con uno schiocco umido e bagnato.
"Che cazzo fai?!" strepitò.
"Strada chiusa..."
Rui strizzò gli occhi e piegò in avanti la testa per leggere il cartello dei lavori. La pioggia, tuttavia, gli offuscava la vista coprendo le scritte e scivolandogli dalle ciglia fin direttamente negli occhi.
"Avrei decisamente fatto meglio a prendere un merdosissimo taxi" brontolò di nuovo Hiruma posandosi un braccio sulla fronte per cercare di bloccare la pioggia scrosciante.
"'fanculo!" esclamò Rui, e ruotò di scatto il manubrio. Il cartello era illeggibile e comunque bloccava tutta la strada. Tornare indietro e prendere una via alternativa gli avrebbe fatto solo perdere tempo. L'unica soluzione rimasta era tagliare attraverso il parco pubblico, sperando di non essere visti da nessuno.
Fece rombare il motore e accelerò di scatto. La moto sobbalzò, indecisa, e poi scavalcò il marciapiede riversandosi tra l'erba del parco.
"Sei un fottuto idiota!" gli urlò Hiruma nelle orecchie...e Rui lo prese per un complimento quindi diede gas sfrecciando tra gli alberi.
"Grazie!" disse di rimando...poi la moto singhiozzò, sbuffò e rimase impantanata nel fango.
Il parco deserto a circondarli, una pioggia torrenziale e loro due, minuscoli, in una moto bloccata nel niente che brillava nel buio come un funereo crisantemo bianco.
"Quando dico che sei un idiota..." sbuffò Hiruma saltando giù dalla moto e sollevando schizzi di fango "...è perchè sei un idiota, idiota!"
 
Si rifugiarono sotto un gazebo di pietra, unica traccia di vita umana a parte i pigri lampioni.
Erano completamente fradici, sporchi di fango fin sopra il ginocchio e tutti e due piuttosto incazzati...ma almeno erano all'asciutto.
Hiruma tirò fuori dalla tracolla il portatile ed i documenti, stendendoli a terra per cercare di contenere i danni.
Gli angoli dei fogli erano tutti arricciati dall'acqua e la carta era diventata fragile e pastosa. Il portatile era umido....ma si accendeva ancora.
Rui rimase immobile in un angolo, sconvolto emotivamente come un gatto a cui hanno fatto il bagno. Non solo la sua moto era piena di fango e incastrata laddove non sarebbe dovuta essere, ma adesso poteva solo stare a guardarla affondare da lontano.
Si sentiva Atreyu che guarda Artax mentre si inabissa nelle paludi della tristezza...
"Domani te la faccio tirare fuori di lì" commentò Hiruma senza neanche volgere la testa verso di lui.
"E come?" mugolò Rui "Hai un impresa di carri attrezzi in quel tuo libro nero?"
Hiruma sorrise e lo raggiunse al muretto.
"Anche" rispose enigmatico "ma principalmente ho Musashi..."
Il rumore della pioggia era pressante, uno scroscio più forte di quello delle cicale. Copriva le parole, il respiro e inibiva la poca e sciatta luce lunare.
Hiruma sorrise, poi non riuscì più a trattenersi e gettò indietro la testa, ridendo sguaiato e forte.
"Che cazzo ci trovi di divertente?" replicò bruscamente Rui, drizzando subito il pelo.
Era divertente che fossero bloccati in quel parco di merda?
Era divertente il fatto che aveva saltato la cena per dargli un merdosissimo passaggio nel bel mezzo del niente?! 
O forse la cosa più esilarante era la moto che brillava nel prato, completamente ricoperta di fango?!!
COSA C'ERA DI COSI' FOTTUTAMENTE DIVERTENTE!?!
"Non ti avevo mai visto con i capelli al naturale!" rise Hiruma "sembri un fottutissimo idiota!"
Rui si soffiò via i capelli dalla fronte senza risultati, poi, infastidito, provò a sistemarli indietro con le mani. Non ottenne altro che la sensazione viscida del gel sfatto sulle dita e le risate di scherno di Hiruma gli fecero diventar rosse le orecchie.
"Perchè cazzo i tuoi sono ancora in piedi?!" ribatté di rimando.
Avrebbe voluto ripagarlo con la sua stessa moneta (era piovuto per tutti e due, i capelli di Hiruma dovevano sembrare stupidi quanto i suoi!)...ma i capelli di Hiruma erano ancora alti. Le punte iniziavano ad afflosciarsi ed erano anche visibilmente fradici, ma nel complesso la pettinatura reggeva.
"Sono tenuti su dalla mia forza d volontà" disse Hiruma con nonchalance.
"Cazzate!" replicò Rui "usi solo un gel migliore! Non fare lo stronzo!"
"In realtà è una parrucca."
"Non fare lo stronzo Hiruma!"
"O magari i tuoi capelli sono sintomo di impotenza! Flosci e giù, giù, giù!"
Avere delle braccia lunghe come quelle di Habashira era conveniente per un sacco di cose: Dall'afferrare il telecomando del televisore senza doversi alzare dal divano a prendere la testa di Hiruma con un balzo. Gli affondò le dita tra i capelli e senza neanche dargli il tempo di formulare una lamentela, li scompigliò fino a farlo sembrare un pulcino giallo e gonfio.
"Fottutissimo...!" Hiruma si liberò e cercò di rimetterli a posto "....fottutissimo bastardo!"
...ma molte persone avevano rischiato la morte per molo meno...
Era come quel placcaggio dopo l'ultima partita che avevano affrontato sul campo della Deimon, come la storia di un naso rotto mai trapelata davvero…
Qualcuno aveva messo in giro quella voce, qualcuno che sapeva convincere...qualcuno come Hiruma...
Non vedersi per tutta l'estate non aveva cambiato niente. Erano sempre loro, i piatti della bilancia ormai erano bloccati.
In tacito accordo decisero di non parlare più dei rispettivi capelli, cambiando argomento e non tornandovi più nonostante Rui continuasse a soffiarsi via la frangia dal naso, riportandovi l'attenzione.
Quando i lampioni del parco si spensero la pioggia aveva iniziato a diminuire ed il rumore non era più lo scrosciare impetuoso del cielo, ma il leggero ticchettio di mille orologi fatti di foglie e gocce d'argento.
Erano stretti in un isola sommersa in un oceano di buio surreale...
"Quindi la prossima volta che ci sfideremo lo farai nella Saikyoudai?"
"Non ti preoccupare, ti schiacceremo comunque."
"Dovrai riconsiderare tutte le tue strategie, non hai più i tuoi assi nella manica..."
Hiruma sorrise ed accese il computer per fare un po' di luce. Lo schermo gli illuminò gli occhi e gli zigomi facendolo sembrare pronto a raccontare una storia dell'orrore.
"Ooh" esclamò, assaporando la parola "è quello che so fare meglio..."
Si ubriacarono di chiacchiere come mai prima, senza raccontarsi a parole ma capendosi tra velate bugie. Parlarono fissando le sagome appena accennate degli alberi attorno a loro, i gomiti posati sulla ringhiera di pietra del gazebo e la mente a tratti proiettata in un futuro incerto, a volte risucchiata in un vortice di ricordi.
E poi...chi aveva smesso di parlare?
Era il primo giorno di università, una data facile da ricordare...e ricordavano bene entrambi la prima volta che si erano baciati.
Difficilmente un primo bacio è qualcosa di calcolato, spesso è solo un bellissimo atto di coraggio in cui la mente rende confusi gli eventi.
Un attimo prima parlavano articolando frasi e parole, le bocche si aprivano e si chiudevano.
Un secondo dopo si sentivano ancora parlare...ma le labbra erano ferme...poi nessuno stava più dicendo niente, la mano di Rui era sul braccio di Hiruma e si raccontavano senza una parola, labbra sulle labbra.
Aveva smesso di piovere, così lo schiocco che fece il ginocchio di Rui quando ricevette il calcio di Hiruma risuonò poderoso nel silenzio della notte.
"Ah! Cazzo!"
"Merdosissimo camaleonte..." sbottò Hiruma passandosi l'avambraccio sulla bocca.
Chiuse il portatile e lo sbatté nella tracolla assieme ai fogli quasi asciutti, poi saltò nel fango e si allontanò senza aggiungere nient'altro, accompagnato dal rumore scivoloso delle suole che sguisciano sulla melma.
Si dissolse nell'oscurità come una pallido fantasma nella notte, un apparizione....un miraggio.
Non appena sparì alla vista la mente di Rui collassò, seguita dal suo corpo fisico. Strinse le mani sulla ringhiera del gazebo sentendo la faccia bruciare, le orecchie in fiamme...
Era davvero successo? Che cazzo gli era passato per la mente? Era stato lui a baciarlo o il contrario? Gli aveva anche preso la mano? O il braccio? Perchè l'avevano fatto? Ma Hiruma c'era davvero stato, lì?  Era accaduto tutto solo nella sua testa?!
Fu come svegliarsi dopo aver fatto un sogno importante: Più si sforzava di ricordarlo e più la sua mente vagheggiava mentre la spiegazione logica del mattino va a cancellare quella notturna del subconscio...fino a che le versioni nella testa diventano così tante che nessuna sembra più quella reale, e allo stesso tempo lo sembrano tutte…
…ma nonostante tentasse di convincersi del contrario, Rui era sempre più sicuro che quel bacio era stato reale...e la cosa lo faceva incazzare come non mai!
Così, anche se era fradicio, impresentabile e di pessimo umore, quella sera Rui la passò a cercare una ragazza con cui passare la notte.
Perchè si, cazzo! A nessuno piaceva uno stronzo come Hiruma! Di certo non a lui! E poi era un ragazzo. Non aveva neanche le tette, che cazzo di senso poteva avere?
A Rui non piacevano i ragazzi, non gli erano mai piaciuti.
A Rui piaceva solo Hiruma.
Erano parole grosse, impossibili da dire ad alta voce, inconcepibili nella sua mente.
Quando il giorno dopo Rui si svegliò trovò la moto di fronte alla porta di casa, così lucida da fargli dubitar d'esser mai finita nel fango.
Hiruma non si fece più sentire.
 
Tra loro due, Rui era sempre stato il più forte.
Non fisicamente, ma caratterialmente.
Hiruma conosceva i propri limiti e si dava da fare per compensare le proprie debolezze. Trovava mille trucchi e stratagemmi per risultare più robusto di quanto non fosse, per potersi mettere un gradino più in alto di tutti, laddove non avrebbe potuto essere attaccato....perchè in uno scontro avrebbe perso.
La cosa che rendeva Rui così forte...era che era un perdente.
Ne era perfettamente consapevole anche lui, capiva quando le cose gli sfuggivano di mano, sapeva di non potercela fare...ma andava avanti, provava lo stesso, instancabilmente, stupidamente, coraggiosamente...
Perchè era un perdente, ma era anche un sognatore.
Il problema principale di una persona intelligente come Hiruma era proprio l'intelletto stesso. Riuscire ad analizzare logicamente la realtà con un alto livello di accuratezza distruggeva tutto ciò che era affidato al caso, ai sentimenti.
Rui era molto più forte perchè si accontentava di perdere per non rinunciare all'emozione del dubbio.
Perciò la vita di Hiruma era organizzata secondo un metodo e seguirlo alla lettera gli aveva consentito di andare avanti. Non mostrare punti deboli. Averne, ma fingere il contrario.
Nessuno poteva essere capace di leggerlo se la cifratura del proprio codice rimaneva segreta...
Mostrare un emozione reale, genuina, era come mostrare la propria mano in una partita di poker.
Era perdere.
Sdraiato sul letto dell'ennesimo Hotel Hiruma afferrò il cellulare e rilesse il messaggio per la centesima volta in quell'ultimo mese.
Da: Fottuto camaleonte.
"Dove sei?"
Lo lesse ancora.
"Dove sei?"
"Dove sei?"
"Dove sei?"
"Kh..." sbuffò Hiruma arricciando il naso, infastidito "Non è un tuo problema..."
Eliminare il messaggio?
Messaggio eliminato.
Quattro giorni dopo, nel bel mezzo di una lezione, il cellulare vibrò nella tasca di Habashira.
Di soppiatto lo afferrò facendolo strisciare su una gamba e lo tenne nascosto sotto al banco mentre leggeva il messaggio.
Da: Hiruma
Jeu Hotel.
Lo trovò con una sacca nera da palestra sulla spalla, le chiavi della camera d'albergo già infilate nella toppa. Hiruma scoppiò una bolla di gomma da masticare e sorrise di fronte a quell'Habashira piegato in due dal fiatone.
Lui aveva preso l'ascensore, quindi Rui si era di certo fatto quindici piani di scale a corsa…
"Hai fatto presto" commentò Hiruma con aria di scherno, scivolando nella camera d'albergo e gettando il borsone da un lato.
Rui si introdusse nella stanza con cautela, girando ben a largo dalle cose che Hiruma poteva aver nascosto nella borsa. Conoscendolo, non era improbabile che esplodessero.
"Quindi cosa?" chiese chiudendo la porta ed infilandosi le mani in tasca "Che ti serve stavolta?"
Hiruma rise e si gettò sul divano. Posò le gambe su un bracciolo e si sfilò le scarpe a calci.
"Sei davvero un cane fedele!" esclamò ridendo "Tutta questa strada di corsa solo per venire a farmi da schiavo?"
Rui rimase in piedi, in silenzio...e Hiruma smise di ridere.
Quell'improvvisa assenza di suono lo colpì come un macigno, facendolo zittire di botto. Rui aveva davvero fatto tutta quella strada in un attimo solo per lui...senza un ricatto, un obbligo né niente.
Rui era davvero lì solo per lui.
Si pentì di aver mandato quel messaggio e digrignò i denti, improvvisamente adirato.
"Sei così stupido che mi fai incazzare!" ringhiò accendendo la televisione "Va via! Non mi serve niente!"
"Cioè ho guidato fin qui per nulla?!"
"Hai chiesto dove ero, ti ho risposto. Non ti ho mai detto di raggiungermi!"
"Te l'ho scritto più di un mese fa!"
"Ho cose più importanti da fare che rispondere ai tuoi cazzo di messaggi!"
Stavano urlando, e Habashira se ne rese conto solo quando entrambi si zittirono.
Guardò la televisione che parlottava di sottofondo ed Hiruma con gli occhi incollati ad essa, un espressione neutra sul volto ma le labbra troppo serrate per non ostentare la rabbia...
"'fanculo, Hiruma!" sbuffò Rui scuotendo la testa. Afferrò la maniglia della porta e la aprì tirandola con astio…rimase però immobile sulla soglia, dando le spalle a quella stanza scura...
Accostò di nuovo la porta, ma non la chiuse.
La signora del meteo disse che il giorno dopo ci sarebbero state probabili piogge.
"Perchè mi hai baciato, Hiruma?"
...ma si sarebbe schiarito nel pomeriggio. La notte già metteva sereno. Grazie per aver seguito il meteo, ora pubblicità.
"Non dire cazzate, sei stato tu che mi hai baciato." sbottò Hiruma cambiando canale senza voltarsi.
Rui strinse la maniglia con più forza e la mano sudata scivolò sul metallo. Spalancò la porta e allungò una gamba verso il corridoio.
"Ehi, fottuto camaleonte..."
Mise a terra il piede e si voltò come un bravo cane farebbe al richiamo del padrone.
Stavolta Hiruma si era girato verso di lui. Aveva tirato giù i piedi dal bracciolo del divano e lo fissava con le braccia conserte posate sui cuscini dello schienale.
"...perchè mi hai baciato?"
Quegli occhi lo stavano scrutando nell'anima. Rui si aggrappò così forte alla maniglia che sembrò volerla sradicare, neanche tutto il suo equilibrio dipendesse da quel misero appiglio.
Hiruma lo stava giudicando e Rui non aveva proprio la più pallida idea di cosa frullasse in quella mente contorta coperta da biondi capelli ossigenati.
Gli vennero in mente seimila risposte diverse. Alcune erano battute pungenti, altre solo uno sbraitare scortese...ma dalla sua bocca uscì la cosa più banale e veritiera che si potesse aspettare:
"Perchè si." che non è propriamente una risposta, ma non è neanche una negazione. Nel conteso era più che altro una conferma, un ammissione di un gesto che entrambi avevano finto non fosse mai realmente accaduto e se stava là, in un angolo della mente, a frullare come una falena in un barattolo.
"Perchè si" significava "perchè ne avevo voglia", "perchè mi piaci", "perchè mi era sembrata la cosa giusta da fare", "perchè non vedevo l'ora di farlo."
Rui era dannatamente forte, perchè Hiruma non avrebbe mai detto quello stupido "Perchè si". Era un fardello troppo grande, una confessione d'un amore mai espresso. Aveva troppi significati, troppi risvolti e complicazioni, troppi impegni...ma Rui non era come lui. Era così maledettamente coraggioso...
Una risata salì nella gola di Hiruma, come le altre di tono ma diversa dal solito. Gettò fuori l'aria con la disperazione d'un naufrago che tossisce acqua salata e la riprese con il sollievo di non esser stato lui a fare quel primo, rischioso, passo avanti tra loro due.
"Sei un fottuto psicopatico" rise tornando a voltarsi verso il televisore "alza il culo e vieni qui, mancano due minuti all'inizio della partita."
Che, per inciso, finirono per non guardare.
Tornarono quindi alla routine da coppia che avevano sempre avuto. Cenavano insieme ma adesso finivano ad assaporarsi al posto del dessert. C'erano state volte in cui non erano neanche riusciti a finire quello che avevano nei piatti che si erano ritrovati a buttar giù le cose dal tavolo e slacciarsi i pantaloni. Altre volte invece si stavano già spogliando sul letto quando la televisione in camera aveva gridato un touchdown e si erano ritrovati in boxer a commentare una qualche partita di football americano.
Non avevano la pretesa di chiamarlo "amore", quello che c'era tra loro era astratto come un "perchè si"...perfettamente chiaro, ma anche completamente insensato.
...tuttavia rendeva il puzzle dell'esistenza completo in ogni pezzo, perfetto nel suo incastro, e non ci fu mai bisogno di chiarire cosa fossero l'uno per l'altro.
Rui iniziò a riscaldare il caffé di Hiruma e Hiruma prese il vizio di sistemargli il colletto della giacca quando scendevano di moto.
Così, perchè si.

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Mi sono sentita in dovere di rimpolpare l'archivio di Efp con una RuiHiru. Perchè non ce ne sono? Perchè?! Permettemi di leggerle, maledetti xD

Cercare di restare "IC" (situazioni permettendo) con dei personaggi che mascherano così spesso i loro pensieri non è affatto semplice e spero di essere riuscita a farli rimanere almeno credibili. Grazie per la lettura. Scrivete RuiHiru. Bye.
  - Marti

   
 
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