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Autore: _Giulia_V    08/02/2014    1 recensioni
sembriamo tutti forti, ma abbiamo uragani devastanti dentro!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti mentono. C’è chi mente per paura di essere giudicati, chi per paura di perdere qualcuno, chi lo fa per non deludere nessuno e chi mente per abitudine. Alcune persone sono così abituate a dire bugie che si incastravano tra di loro come un puzzle e questo Zayn lo sapeva bene. Lui ormai era abituato a mentire,  mentiva a sua madre quando rientrava a casa sia sui posti in cui era stato sia sulla compagnia, mentiva ai suoi amici quando non usciva dicendo di avere un impegno invece passava la serata da solo, mentiva al preside quando gli chiedeva il motivo dei suoi numerosi ritardi, ma soprattutto aveva mentito a lei. Le aveva mentito così tante volte che sarebbe stato impossibile contarle, le aveva raccontato così tante bugie sui suoi amici, sulla sua vita, su di lui. Non aveva mai ammesso neanche a se stesso che aveva iniziato ad uscire con lei solo per una stupida scommessa partita con Harry per gioco ma che lui aveva preso sul serio, forse troppo. Ma sì sa, le bugie hanno le gambe corte e prima o poi vengono a galla e in quel caso era successo prima di quanto Zayn avesse pensato facendolo affondare; Zayn mentiva in continuazione anche al suo migliore amico, Liam, perché quando quest’ultimo gli ripeteva che fosse  innamorato di quella ragazza Zayn negava tutto dandogli del cazzone, ma come poteva pretendere di riuscire ad ammetterlo con Liam se non ci riusciva neanche con sé stesso? Fino a quel giorno era andato avanti cercando di pensarci in meno possibile, cercando di nascondere i suoi sentimenti, quelle emozioni che non gli aveva mai trasmesso nessuna ragazza, sebbene ne avesse frequentate tante, aveva nascosto le lacrime e le notti abbracciato al cuscino sperando si trovarsi magicamente tra le sue braccia. Aveva provato a rimpiazzarla, a tornare alla vita di prima ma l’immagine di Ellie gli tornava in testa, senza accorgersene si ritrovava il viso rigato dalle lacrime o in piena notte si svegliava abbracciato al cuscino sperando di trovarsi affianco a lei. L’aveva quasi dimenticata, aveva quasi cancellato le passeggiate notturne sulla spiaggia e aveva quasi rimosso i pomeriggi passati in sua compagnia ma quel sabato sera, in uno dei pub più famosi della città, commise un terribile sbaglio, quello di spostare lo sguardo dall’amico riccio, che beveva tranquillamente la sua birra, ad una figura che stava entrando nel locale e riconobbe subito i suoi capelli biondi, il suo viso angelico e il suo fisico perfetto fasciato da un vestito nero; a quella vista spostò immediatamente lo guardo all’interno del suo bicchiere quasi vuoto. Zayn non voleva ammetterlo ma gli mancava. Erano passati esattamente sei mesi da quando avevano avuto la loro ultima discussione, sei mesi che Zayn faceva finta che non gli interessasse nulla di lei, sei mesi che non lei non c’era, sei mesi che si chiedeva se lei ricordasse le loro giornate, perché lui, per quanto si sforzasse di rimuoverle, se le ricordava in ogni dettaglio. Si ricordava come si guardavano, si ricordava il suo sorriso, si ricordava di averla vista piangere e di averla abbracciata sorridendo mentre veniva da piangere anche a lui, si ricordava di averle detto “ti amo” mentre dormiva sul suo petto e si ricordava come le aveva detto la verità mentre era ubriaco.  Mentre ripensava a tutto i bicchieri vuoti davanti a lui aumentavano a dismisura e i ricordi più vivi, il senso di colpa che lo perseguitava come le giornate che passava da solo in casa in un angolo della cucina in silenzio guardando le poche foto scattate con lei. Dopo circa tre ore che aveva rivisto Ellie e dopo aver bevuto talmente tanto da non essere più in grado di ragionare si era ritrovato per le strade isolate di Londra a gridare di odiarla. Si era il ritrovato sotto casa sua alla due di mattina a suonare ripetutamente il campanello, voleva gridarle in faccia che la odiava e quando la sua figura comparve dietro la porta Zayn era ubriaco ma la ragazza bionda era comunque bellissima e lui l’amava. E così quando Ellie gli aveva chiesto che diavolo ci facesse lì a quell’ora invece di uscirgli un “vaffanculo ti odio” gli era uscito un “vaffanculo ti amo” e sotto gli occhi sbarrati della ragazza lui si avvicinò a lei velocemente baciandola con trasporto e passione. Assaporò ogni secondo di quel bacio, voleva sentire le sue labbra, il suo profumo e le mani della ragazza tra i suoi capelli, voleva sentirla sua ma quando Ellie interruppe il bacio spingendolo lontano da lei il moro sentì qualcosa spezzarsi. Gli occhi verdi della bionda erano lucidi, segno che stava per piangere, e lo scrutavano con rabbia e compassione nello stesso momento.
< Zayn vattene >
<  No, non me ne vado > disse il moro sedendosi sul divano guardandola negli occhi.
< Sei ubriaco, vattene. E poi che diavolo sei venuto a fare? > chiese ancora non capendo il motivo di quella visita inaspettata.
< Scusa > Riuscì a dire il ragazzo. La ragazza per un secondo credette di aver sentito male o di essersi immaginata quella parola, ma dagli occhi del ragazzo capì che non era così e prese un respiro prima di rispondere.
< No, scusa niente adesso. Perché lo sai che ti sono sempre venuta in contro. Quando volevi stare solo mi sono messa da parte, quando avevi i tuoi momenti così cercavo sempre di non peggiorare la situazione e non parlare. Nell’ultimo periodo ogni volta che succedeva qualcosa io stavo sempre zitta perché sapevo che a te poteva dare fastidio ed eri l’ultima persona con cui volevo litigare. Però arrivo al punto che mi stanco anch’io, non sono fatta di ferro e adesso vai > disse con una calma che sorprese anche se stessa, sebbene pensava quelle cose le aveva richiesto una fatica indescrivibile dirle perché dopo tutte le bugie, le pugnalate alle spalle lei lo amava come non aveva mai amato nessuno. Si aspettava che si sarebbe alzato e avrebbe sbattuto la porta andandosene con chissà quale ragazza invece rimase lì, senza muovere un muscolo a fissare il pavimento. Sicuramente qualsiasi altra ragazza lo avrebbe perdonato senza pensarci facendosi abbindolare da tanta bellezza e da quegli occhi color caramello, ma lei non l’avrebbe fatto ancora, frequentando Zayn aveva capito che non si deve perdonare o lasciar correre. Aveva imparato che si doveva incazzare, che doveva sbattere la verità in faccia alla gente, che doveva urlare, sfogarsi. Doveva dire quello che pensava e non doveva tenersi tutto dentro, perché dentro ristagna e faceva male solo a lei. Aveva imparato ad arrabbiarsi se qualcosa non andava o se si sentiva presa in giro. Aveva capito che doveva arrabbiarsi perché nessuno aveva il diritto di farle tenere tutto dentro, aveva capito che doveva farlo perché niente e nessuno era migliore di lei, ma non poteva dire che il moro non le mancava, perché avrebbe mentito a se stessa.
< Mi dispiace. Mi dispiace se sembro un bambino, se combino sempre guai. Mi dispiace di non essere perfetto, mi dispiace se quando mi arrabbio urlo, se quando piango non voglio che nessuno mi veda, se quando sono felice sorrido troppo, mi dispiace se ho paura di perderti e se senza di te non riesco ad andare avanti. Mi dispiace se mi scuso troppe volte ma, per favore, amami anche così > disse supplicandola.
< Ma tu hai mai sorriso ai miei messaggi? Hai mai avuto quell’ansia che ti blocca il sistema mentale prima di vedermi? Hai mai guardato il cellulare sperando di trovare un mio messaggio? Ti sei mai svegliato con me già nella mente? Mi hai mai guardata pensando “è lei quella che cercavo”? Hai mai pensato a me sorridendo, solo perché eri felice che io esistessi? Perché a me è successo con te e sai la cosa assurda è che non so se proverò mai le stesse cose. Tu dici che hai bisogno di me ma io ho bisogno di una persona che pensi “ ha un carattere di merda, è acida, paranoica ma ne vale la pena”. Ho bisogno di qualcuno per cui io valga la pena, sempre.> <  Senti a me non me ne fotte se sei acida o paranoica. Io voglio stare con te, voglio abbracciarti quando stai male, se hai bisogno di una spalla su cui piangere io te ne do due. Io non voglio andarmene, io voglio restare. Sono pronto a essere la persona che vuoi che io sia. >
< Sempre? > chiese Ellie con le lacrime che le rigavano il viso.
< sempre! > rispose Zayn sicuro di sé prima di toccare nuovamente quelle labbra che completavano le sue esattamente come si completavano le loro anime, ora e per sempre.
 
   
 
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