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Autore: Medea Black    08/02/2014    0 recensioni
Il giorno successivo al celebre "Amok time" è un momento decisivo per il capitano Kirk, che dovrà decidere come comportarsi in seguito allo stranissimo comportamento tenuto dal suo primo ufficiale, in attesa di una spiegazione che potrebbe cambiare le loro vite per sempre.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio primo ufficiale mi aspetta per chiarire alcuni aspetti del suo strano comportamento. Sono fiducioso che, qualunque cosa sia accaduta in questo periodo, si possa archiviare come una parentesi ormai risolta.

Il capitano terminò la registrazione del suo diario ed esalò un lungo sospiro. Aveva rimandato quella conversazione il più possibile, ma ora non poteva più evitarla.
Non sapeva bene cosa aspettarsi da Spock, ma la cosa peggiore era che non sapeva più cosa aspettarsi da se stesso. Contrariamente al suo primo ufficiale lui non reprimeva mai le sue emozioni, di conseguenza le conosceva piuttosto bene: non sapere cosa provasse era una sensazione nuova, e non gli piaceva. Sapeva bene che ciò che non si conosce è una debolezza, e detestava sentirsi vulnerabile.
“Oh, andiamo! Tutto questo nervosismo per una chiacchierata con Spock! Che mi prende? Archivieremo la faccenda e ci faremo una bella partita a scacchi, come al solito.”
Con un moto di stizza, recuperò il comunicatore e si avviò verso gli alloggi del vulcaniano, a pochi metri di distanza dai suoi.
Quando entrò, per un attimo ebbe una sgradita sensazione di deja-vù, a causa della luminosità scarsissima che non gli permetteva di distinguere immediatamente l’interno dell’alloggio, esattamente come quando Spock gli aveva puntato un’arma contro. Questo lo mise immediatamente sulla difensiva, ma la voce pacata del vulcaniano proveniva dalla sedia accanto alla scrivania, come era logico.
“Entri pure, capitano, la aspettavo.”
Kirk stava per fargli notare quanto fosse illogico starsene al buio, ma qualcosa nei modi dell’amico lo trattenne, facendogli pensare che probabilmente fosse voluto. Non disse nulla e sedette di fronte a lui.
“Le ho promesso una spiegazione e naturalmente l’avrà, niente di più e niente di meno della verità. Prima però ritengo utile informarla che ho preparato una lettera di dimissioni, con l’intenzione di presentarla dopo il nostro chiarimento.”
Il capitano era basito.
“Ma cosa dici, Spock? Non intendo certo procedere contro di te, il dottore ha certificato il tuo stato alterato e conferma che adesso stai bene! Non ti sembra di esagerare?”
“Mi lasci parlare, capitano. Non è per quello che è successo prima, ma per quello che le dirò adesso.”
“Cosa?! Spock! Spock… ti prego, non c’è bisogno che tu dica niente se pensi che dirlo sia così grave da farti rassegnare le dimissioni.”
Ora il capitano era in uno stato molto vicino al panico. Non sapeva perché , ma tutto gli suggeriva che quello fosse un bivio, che il suo primo ufficiale non stesse esagerando, e che presto avrebbe dovuto prendere decisioni fondamentali.
Avrebbe voluto poter riavvolgere il tempo e non far succedere nulla di quanto stava accadendo, ma sapeva che oramai il dado era tratto.
“Ho dato la mia parola e devo mantenerla. Non pensavo di trovarmi in questa situazione, ma ormai, per citare il vostro Cesare: il dado è tratto.”
Kirk ebbe un tuffo al cuore: era esattamente quello che stava pensando, e non sapeva spiegarsi quella sensazione di ineluttabilità. Non potè fare altro che disporsi all’ascolto.
“Ti ho spiegato la natura del legame telepatico che lega due vulcaniani promessi sin dall’infanzia…”
“Sì, mi è chiaro. Il tuo legame con T’Pring era una sorta di filo che legava le vostre menti, impossibile da spezzare.”
“Quasi impossibile.”
Kirk rimase in ascolto, troppo interessato per interrompere ulteriormente.
“Il legame è forte ma è etero indotto. In rari casi fortissime emozioni possono spezzarlo, perché autoindotte, in casi  ancora più rari esso può essere sostituito da un nuovo legame che si formi spontaneamente tra due menti affini.”
Di nuovo quel sasso che piombava inesorabile da qualche parte nello stomaco del capitano.
“Non è stata la lotta a far terminare il Pon Farr, ma il dolore causato dalla tua perdita, Jim. Quando ho creduto che fossi morto il mio legame con la mia promessa sposa si è rivelato un filo piuttosto sottile, fragile come la tela di un ragno. Semplicemente non aveva più importanza.”
Il capitano si sentì avvampare nella semioscurità, della quale fu improvvisamente grato. La sedia divenne tremendamente scomoda, non riusciva a stare fermo.
  
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