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Autore: EonFreeSoul    08/02/2014    2 recensioni
Cinerea è uno dei personaggi più amati della saga TLOS, ma se ci riflettete bene nessuno sa nulla della sua storia, l'unica informazione che abbiamo scoperto è la corruzione da parte di Malefor.
Ma per quale motivo? Cos'è successo durante il soggiorno della dragonessa nel suo covo? Qual'è stato il suo passato?
Scommetto che ve lo siete chiesti.
Se siete curiosi di scoprirlo, questa fanfic fa al caso vostro.
Avventura, combattimenti, amori, dubbi e leggende si intrecceranno durante il racconto, accompagnando Cinerea , e ovviamente anche voi, cari lettori C;
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Quando Cinerea si svegliò, la prima cosa che notò fu che quella non era la sua stanza.
La poca luce, le alte colonne di roccia, l’unica finestra e lo strano senso di oppressione che provava non lasciavano dubbi: si trovava negli appartamenti di Malefor.
Quando se ne accorse per poco non le venne un infarto: “Ma che accidenti ci faccio io qua dentro?!”
Subito tentò di scattare in piedi, ma il movimento brusco le procurò soltanto un grande dolore alla schiena.
Gemette e si ricompose per limitare le fitte, poi si fissò il punto dolorante, accorgendosi con grande sorpresa che qualcuno l’aveva fasciata proprio lì, come per curarla, e che aveva riposto la sua armatura in parte a lei.
Mentre si chiedeva chi potesse essere stato una voce cupa rimbombò nell’antro, interrompendo il suo flusso di pensieri:- Vedo che ti sei svegliata.
Cynder si voltò trasalendo: Malefor la fissava con i suoi impenetrabili occhi gialli.
-Io… perché sono qui…?- fu l’unica frase che riuscì a formulare davanti all’imponente sagoma del dragone viola.
La risposta di Malefor non si fece attendere:- Hai lottato contro un Golem dentro la Palude.
Non aggiunse altro, come se fosse sottinteso quello che era successo in seguito, ed effettivamente era abbastanza comprensibile il perché della sua scelta: in tutta la storia di Doxantha pochissime creature erano sopravvissute all’attacco di un mostro Golem.
-Saresti sicuramente morta se io non fossi intervenuto a distruggerlo; sei stata una sciocca- aggiunse il Maestro delle Ombre sibilando, quasi con sdegno.
Cinerea si scusò, timorosa:- Mi dispiace… la comparsa del Golem mi ha colta impreparata… non volevo essere d’intralcio…
La giovane dragonessa sudava freddo: sapeva benissimo che fine facevano i soldati inutili da quelle parti; le avevano raccontato di scimmie date in pasto ai Dreadwing, orribili creature simili a pipistrelli che venivano tenute chiuse nelle stanze sotterranee della fortezza: chi le diceva che non le sarebbe stato riservato lo stesso trattamento?
Tentò di calmarsi, quando il suo mentore parlò di nuovo:- Non scusarti- sbuffò irritato girandosi dall’altra parte - Non serve: non ti punirò. In fondo stavi solo tentando di fare il tuo dovere.
Al sol sentire quelle parole la mente di Cinerea si svuotò, per poi riempirsi di pensieri caotici circa due secondi dopo.
“COSA?! E da quando fa così?! Pensavo mi avrebbe uccisa!”
Malefor tornò a fissarla accigliato:- Certo che no! Se ti avessi voluta morta avrei reciso il contatto mentale e ti avrei lasciata lì fin dal primo momento, che senso avrebbe avuto salvarti per poi terminarti subito dopo?
-Ha senso- bofonchiò lei, intuendo che il suo mentore le aveva appena letto nel pensiero.
-Ovviamente- fece lui con un sorrisetto - sei talmente imprudente che dirigi le tue riflessioni in tutte le direzioni senza chiudere la mente: li sentirei anche se non volessi.
Cinerea arrossì leggermente: pensava di essere una grande guerriera, ma evidentemente c’erano ancora molte cose che non conosceva.
E se le aveva letto i pensieri, allora aveva scoperto anche della sua piccola “gita notturna” in cerca dell’Eremita. Allora perché non l’aveva punita?
Mentre pensava questo si prese la briga di tenere la sua mente ben chiusa, e infatti Malefor non diede segni di aver captato quel pensiero. Strano: se avesse voluto farlo ci sarebbe certamente riuscito, questo significava che non voleva forzare la sua mente?
Improvvisamente una domanda le balenò nella testa. Aveva paura  di chiedere, ma al momento il drago viola era l’unico che poteva soddisfare la sua curiosità:- Maestro, i Golem non dovrebbero essere rinchiusi a Belligera? Avevo sentito dire che erano creature troppo potenti e assetate di distruzione.
Lui la fissò impassibile:- Teoricamente sì.
-Ma allora… perché ne ho incontrato uno? Potrebbe essere sfuggito alla cattura?
Malefor aggrottò la fronte:- Improbabile, un Primordiale non passa di certo inosservato.
Cynder aspettò che continuasse: la spiegazione non era di certo finita lì.
L’imponente drago riprese:- Quel bastardo di Ignitus… credo che abbia convinto gli altri tre Guardiani a liberarne uno apposta… sì, dev’essere così…
Cinerea trasalì:- Apposta?! Ma perché? Anche gli abitanti della città corrono un pericolo terribile, e anche il Tempio con gli altri Guardiani!
Si accorse troppo tardi che probabilmente lui le avrebbe chiesto come facesse a conoscere già l’identità di  Ignitus, informazione rivelatale dall’Eremita,  invece il Maestro delle Ombre si limitò a continuare il suo discorso:- Quello che io mi chiedo è come abbia fatto ad arrivare proprio dove tu ti trovavi- socchiuse gli occhi con un ringhio- ho come l’impressione che qualcuno ti abbia spiata per poi riferire tutto a Ignitus mentalmente. E di certo è stato molto abile, dato che nemmeno io ho potuto percepirlo.
Le narici di Malefor fumavano di rabbia e Cynder arretrò di qualche passo: era evidente che qualcuno aveva sorpassato i confini ed era entrato nel suo territorio, e tutto senza che nessuno se ne accorgesse. Aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato.
Mentre aspettava che si calmasse riflettè su quello che il suo Maestro le aveva rivelato: era altamente probabile che qualcuno l’avesse spiata aizzandole contro il Golem e questo significava che la ritenevano un potenziale pericolo da eliminare al più presto, ma il mistero di chi fosse stato rimaneva.
Poi si ricordò di colpo di quando aveva sentito quel fruscio sospetto: sì, era stato mentre si dirigeva verso la Palude assieme alle scimmie. Era possibile che…? Ora che ci pensava, non aveva controllato se ci fosse stato nascosto qualcuno…
Magari era solo una qualche volpe selvatica, ma se fosse stato uno dei loro avversari? Significava che ora loro sapevano anche della posizione del covo.
Questo voleva dire che quel tale Ignitus avrebbe attaccato al più presto.
Cinerea si  sentì crescere l’ansia dentro.
Malefor parve sentirla:- Non ti preoccupare, Ignitus non può batterci, non quando userò il Cristallo del Potere…- sembrava molto sicuro di sé.
Lei alzò la testa; non aveva ancora capito a che gli servisse esattamente il Cristallo, a parte per imprigionare al suo interno l’essenza di ciascun elemento puro… ma poi come avrebbe fatto a rinchiudere degli elementi lì dentro? Di quali mezzi si sarebbe servito per riuscirci? E a che risultato avrebbe portato tutto questo?
Non capiva…
Il Maestro delle Ombre ascoltò i suoi pensieri nuovamente e fece guizzare i suoi occhi ipnotizzanti su di lei:- Troppe domande in una sola volta, non posso ancora risponderti, ma verrà il momento in cui tu e gli altri draghi guerrieri…saprete!
Il cuore di Cinerea iniziò a battere più forte: allora c’era veramente un mistero che aleggiava sui veri piani di Malefor! E ancora una volta, nonostante le spiegazioni dell’Eremita e dello stesso Maestro delle Ombre, lei ne era in parte all’oscuro.
In qualche modo si sentiva sia emozionata che spaventata: sarebbe stato un destino di morte e tradimento come le aveva predetto il saggio drago o un avvenire di gloria e combattimenti come prometteva il suo mentore?
Non sapeva davvero più a chi credere.
Malefor emise un sospiro stanco e si sdraiò a terra, le ali chiuse contro i fianchi: a Cynder sembrò molto più vecchio di quanto fosse in realtà.
La dragonessa grigia ebbe modo di notare per la prima volta le numerose cicatrici che segnavano il suo corpo; non ci aveva mai fatto caso prima, forse per il troppo timore che il grande drago adulto le incuteva.
Ma ora si sentiva molto di più a suo agio: la discussione che lei e Malefor avevano intavolato sembrava quasi un discorso tra pari e non assomigliava per nulla alla spiacevole conversazione che avevano avuto il giorno prima.
“Che strano… sembra molto più aperto ora…”
Tornò a fissare le ferite di Malefor: alcune erano fresche e probabilmente erano state prodotte dalla furia del Golem, ma una in particolare catturò l’attenzione di Cinerea: una grossa cicatrice di artigli accompagnata da una vistosa ustione spiccava sulla spalla del drago viola.
Malefor si accorse dove aveva posato lo sguardo :- Oh, quella… vuoi sapere chi l’ha fatta?-  una faccia torva accompagnò le sue parole.
Cinerea per un attimo temette di averlo fatto arrabbiare, ma fortunatamente non era così.
-Questa ferita- riprese lui - mi è stata inferta da Ignitus durante il giorno della nostra più grande sfida.
La femmina grigia squadrò ancora la cicatrice e pose la domanda fatale :- Perchè quel giorno combatteste? E perché vi odiate?
Malefor si alzò e si voltò a fissare un punto indefinito fuori dalla finestra:- Forse un giorno te lo racconterò…
La luna illuminò il suo muso, e Cinerea giurò di aver visto nei suoi occhi un’emozione indefinibile, come di profonda tristezza affogata dentro una rabbia enorme.
Non le sembrò il caso di aprire bocca.
Il suo mentore si voltò e fece per parlarle di nuovo, quando qualcuno bussò alla porta. I colpi sembravano molto insistenti.
-Chi è?- ringhiò Malefor infastidito.
-Sono Demone signore, ho bisogno di fare rapporto urgentemente!
-Entra allora- la risposta fu fredda, e a Cinerea sembrò tornato lo stesso di sempre.
Demone entrò trafelato, la sua espressione indecifrabile, e non prestò attenzione alla dragonessa presente.
-Cosa succede?- chiese il Maestro delle Ombre al comandante.
-Maestro, abbiamo catturato una spia nemica! Voleva impadronirsi del Cristallo!
-Un emissario di Ignitus?! Qual è il problema?- ruggì  il dragone -Tentate di farlo parlare e se si rifiuta uccidetelo!
Nel cervello di Cinerea iniziò a insinuarsi un dubbio: e se il nuovo prigioniero fosse stato proprio la persona che l’aveva spiata?
Demone arretrò un po’, poi aggiunse:- Abbiamo tentato in tutti i modi, ma lui insiste a tenere la bocca chiusa, ha detto che parlerà solo a Cinerea.
Sul muso di Malefor si dipinse un’espressione stupefatta, e così accadde a Cynder:- Io? Che cosa può mai volere da me?- chiese allibita la dragonessa.
-Che vuoi che ne sappia?- rispose Demone con un grugnito -l’unico modo per scoprirlo è andare da lui.
Il Maestro delle Ombre emise un ringhio:- Cinerea ha il mio permesso di visitare il prigioniero e di decidere della sua sorte.
Al sol sentire quelle parole lei fece una faccia attonita: occuparsi dei carcerati era un compito gravoso che non veniva affidato ai guerrieri più giovani, il fatto che le avessero dato l’autorizzazione per una cosa del genere faceva pensare che avessero grande stima di lei, specialmente Malefor.
Cynder rialzò la testa:- Come desiderate, Maestro.
Detto questo si incamminò fuori, ovviamente senza scordare l’armatura.
Sentiva su di sé lo sguardo del drago rinnegato: la stava studiando di nuovo.
Non potè fare a meno di provare un brivido.
 
Un forte odore di muffa accompagnava la sua discesa nelle segrete.
Una scimmia vecchia, gobba e mezza cieca le faceva strada tenendo una lanterna nella mano traballante. Ogni tanto si voltava con uno scricchiolio del collo per controllare che la seguisse.
Cinerea si guardò attorno; lì sotto non era certo il miglior posto dove trovarsi: ragnatele, funghi luminescenti e strani insetti dalle sembianze preistoriche sbucavano dalle pareti rovinate dal tempo e sugli scalini si era formata una patina umida e scivolosa.
In certi punti nei muri rocciosi si aprivano scuri tunnel da cui provenivano spifferi d’aria gelida; la dragonessa non voleva nemmeno sapere dove portassero: probabilmente si snodavano miglia e miglia nel sottosuolo e chiunque ci si avventurava finiva per morire lì senza mai rivedere la luce.
Ebbe un brivido e tentò di non pensarci: il solo pensiero le dava ansia.
Dopo un lungo tratto sottoterra arrivarono ad una stanza più ampia e meglio illuminata; due soldati seduti ad un tavolo sporco e unto stavano a guardia delle celle , ma sembravano dormire in piedi.
Il disgustoso accompagnatore spense la lanterna e si rivolse ad uno di loro sottovoce, questo si grattò la testa pelosa e sfilò un mazzo di chiavi dalla propria cintura, per poi consegnarglielo.
La scimmia le afferrò e si diresse verso una prigione, ma proprio in quel momento l’attenzione di Cinerea fu attirata da strani versi stridenti provenienti da una galleria.
-Che c’è da quella parte?- chiese lei con il cuore in gola, fissando il buio.
-Ah, forse un giorno ti ci porteremo- gracchiò la guida con fare enigmatico.
Lei non si fece altre domande e aspettò che la scimmia accompagnatrice aprisse la cella.
Il cancello si aprì con uno scricchiolio sui cardini arrugginiti e così entrò. Le chiusero la porta alle spalle: la prudenza non era mai troppa con i prigionieri.
Dentro era semibuio, ma Cinerea riuscì comunque a distinguere la sagoma di un corpo incatenato al muro.
Si avvicinò lentamente, un drago giaceva a terra respirando debolmente: aveva lacerazioni ovunque, alcune recenti, un occhio semichiuso, la membrana di un’ala  mezza strappata mentre l’altra era schiacciata sotto di lui, inoltre si notava anche che una delle zampe anteriori incatenate era piegata innaturalmente, come se fosse stata rotta.
Le sue scaglie un tempo dovevano essere state verdi, ma in quel momento erano cosparse di sangue rappreso.
Cinerea lo annusò: puzzava di marcio, come se si stesse già decomponendo, eppure era vivo.
Gli parlò:- Sono arrivata come volevi, ora dimmi che vuoi- la sua voce era impassibile, ma non poteva fare a meno di provare ribrezzo e una punta di compassione.
Il drago sembrò accorgersi per la prima volta che era  entrato qualcuno nel suo tugurio:- Tu… Cinerea…? Il mio nome è Nadlar, devo parlarti…- ognuna di queste parole fu pronunciata con immane fatica, ma nei suoi occhi spenti sembrò accendersi una scintilla.
-Lo so che vuoi parlarmi- fece lei con tono lapidario.
-Ascolta, non c’è molto tempo… Tu…- Nadlar si interruppe tossendo e del sangue schizzò dalla sua bocca. L’avevano ridotto proprio male.
Riprese:- Cinerea, sappiamo quanto sei forte, unisciti a noi. Vai al Tempio con il Cristallo del Potere e di a Ignitus che abbandoni Malefor: ti prenderà nell’esercito del Consiglio dei Guardiani.
Queste frasi la lasciarono sgomenta.
-E perché dovrei farlo?!- ruggì irata - Questa è la mia casa! Non la lascerò mai! E non tradirò il mio mentore!
- Malefor ti ha mentito, l’ha sempre fatto: la sua sete di potere non ha confini, quando avrà vinto la guerra vi ucciderà tutti.
“Questa frase non mi è nuova”
-Oh su una cosa hai ragione: vincerà la guerra- rispose lei in tono beffardo - voi non siete nulla e sarete gli unici a rimanere uccisi. Polvere alla polvere.
-Non scherzare: vi sta solo corrompendo,  è un essere completamente malvagio, non condividerebbe mai la vittoria con altri.
-E Ignitus, il tuo mentore, lo farebbe?- fece in tono sprezzante.
-Questo è sicuro: lui è sempre stato buono con noi, e ci ha raccontato la vera storia di Malefor, della sua natura malvagia fin dalla nascita, cose che tu neanche ti immagini.
Cinerea ebbe uno scatto:- Sentimi bene, un drago non nasce malvagio come hanno fatto i Golem, se si comporta in un certo modo è perché qualcuno l’ha fatto diventare così, e chi ti dice che non sia stato proprio il tuo caro Ignitus?! Dici tante belle cose di lui, ma allora perché, dico PERCHE’ non è qui ad aiutarti mentre tu muori in questo posto di merda?! Eppure dovrebbe avere un contatto mentale con te. Non gliene frega nulla, ecco perché.
Nadlar non rispose.
Lei continuò incessante:- Sei stato tu a spiarmi vero? E lui, dopo aver captato la mia posizione attraverso la lettura dei tuoi pensieri, non ci ha pensato due volte a liberare un Golem per uccidermi, mettendo in pericolo tutta Doxantha!
-Non posso negarlo- rispose lui debolmente -ma allora che mi dici del vostro esame di guerrieri? La gente è morta nel Labirinto. E nemmeno il tuo Maestro ha fatto nulla per impedirlo.
-Quello è diverso- sbuffò lei  in risposta -gli esami per diventare guerrieri sono tutti pericolosi, vuoi farmi credere che il vostro è stato diverso? Qui si tratta di una vendetta personale tra loro due, Malefor avrà fatto tanti peccati, ma nemmeno Ignitus è un santo come tutti credono, a quanto pare.
E la differenza tra loro due è che il tuo mentore vuole vincere solo per farsi bello davanti all’opinione pubblica, per rimanere attaccato alla sua importante carica di Guardiano del fuoco, mentre Malefor combatte per farsi giustizia da solo quando nessuno gli crede.
-E tu sai per cosa combatte?- ribattè Nadlar con le poche forze che gli rimanevano.
-Non ancora, l’unica informazione che ho è che Ignitus gli ha fatto qualcosa di terribile, ma lui ha promesso di dirmelo un giorno. E io gli credo: lui mi ha salvata.
Il drago verde non seppe più che dire. Lasciò cadere la testa e parlò:- Non posso proprio convincerti? Allora ti lascio per sempre Cinerea, ma sappi: ho detto a Ignitus mentalmente dove si trova questo posto, avete i giorni contati. Tutti voi. Che gli Antenati ti assistano.
Cynder lanciò un urlo rabbioso e affondò le zanne nella gola del drago. Il sangue si sparse dappertutto, ma il colpo fu così preciso che Nadlar morì subito, senza un lamento.
Il suo corpo esanime giacque sul pavimento polveroso.
Cinerea si tirò su di scatto, ansante e con il sangue che ancora colava dalle fauci, poi osservò il cadavere di Nadlar: “L’ho ucciso. E’ fatta. E’ fatta davvero”
Ebbe un brivido: la guerra stava arrivando. La sentiva dappertutto.
La voce di Malefor rimbombò nella sua testa.
Noi vinceremo.
   
 
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