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Autore: lye    15/06/2008    2 recensioni
" .. sentì qualcosa di umido sulla guancia, lacrime, e non capì .. "
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fissava in silenzio davanti a sé, muta e inespressiva com’era sempre stata, come sarebbe sempre e solo stata

{ . Tocco di Dita





Fissava in silenzio davanti a sé, muta e inespressiva com’era sempre stata, come sarebbe sempre e solo stata.
Le ginocchia erano state portate al petto ed erano appoggio per le sue braccia, la testa era a sua volta poggiata su queste mentre continuava a fissare il vuoto.

Nuda la pelle, coperta solo da un lenzuolo nel grande letto.

Sarebbe mai uscita da quella stanza?

Lo sguardo era ancora su quella singola piegolina più avanti, piega della stoffa chiara, i capelli, chiari a loro volta, danzavano sulla pelle pallida, accarezzavano la fronte, le guance, le labbra lievemente schiuse e arrivavano al gracile braccio.

Sembrava tremendamente fragile in quell’istante, cristallo, forse, tanto delicato da poter essere infranto da un semplice sfiorar di dita.
Un raggio di sole si divertiva a giocare con il suo corpo accovacciato, sfiorava il lenzuolo che celava la pelle, sfiorava le spalle che si presentavano nude mentre entrava dalle tende – chiuse – poco distanti dal letto.
Non ricordava quando fossero state chiuse, sapeva solo che la prima volta che era entrata in quella stanza erano aperte e ora non più.
Non sapeva perché, probabilmente l’aveva ordinato lei stessa, non voleva guardare fuori, non voleva guardare la vita.
Tutto era fermo in quella stanza.

Non un singolo respiro, nemmeno un suo respiro.

Quasi fosse morta, quasi fosse falsa.
Una bambola rotta dai grandi occhi verdi.

Occhi un tempo luminosi, ora solo spenti.

Ora solo l’oblio.
Lieve sussultare nel sentire una porta sbattere, lieve accenno di vita alzando di poco lo sguardo.
« oh.. »
Naturale istinto quel di far uscire una lieve espressione dalle sue labbra.

Terribilmente flebile la sua voce, quanto tempo che aveva smesso di parlare?
Attendeva e basta.

Attendeva qualcosa, forse.

Non ricordava più.

Eppure non era da molto in quella stanza.

Forse.

Non ricordava nemmeno quello.

Strano.
Di nuovo lo sguardo posò sulle lenzuola, sentì qualcosa di umido sulla guancia, lacrime, e non capì.

Di nuovo.
Una bambola rotta, nulla di più.
Si era infranto al suolo quel cristallo troppo fragile per essere sfiorato.

Mille e uno pezzettini.
Anche il freddo, ormai – il freddo dell’anima – era svanito.







  
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